Mese: <span>Aprile 2010</span>

Malta è piccola: poco più di quatttrocentomila abitanti, come una nostra diocesi media, tipo Reggio Emilia o Salerno. E allora uno dice – sperando di respirare un momento – “almeno lì non ci saranno abusi di preti su minori”: e invece no, ci sono e anche per Malta dobbiamo fare penitenza come bene ha detto e fatto – a nome di tutti – papa Benedetto. Dunque quella sporcizia c’è dappertutto e dunque è una fortuna che il chiasso dei media ci abbia aperto gli occhi, ma soprattutto dovremmo essere riconoscenti a chi ha denunciato. Al primo dei maltesi che ha protestato, il papa ha detto ieri che è “orgoglioso” di lui: ne riferisce un collega del Corriere della Sera di oggi: “Mi ha detto che non era facile fare quello che ho fatto“. E lui, l’uomo che subì l’oltraggio da piccolo, ora piange e dice: “Finalmente posso andare dalle mie figlie e dire che ho ritrovato la fede“. Quest’uomo si chiama Lawrence Grech e come gli voglio bene! Sempre sul Corsera di oggi si può leggere un mio commento all’incontro del papa con otto “vittime” avvenuto ieri alla Valletta, intitolato LA RICONCILIAZIONE E IL MESSAGGIO AI VESCOVI.

Bologna, autobus 14, direzione Barca, ora di punta: salgono due giovani donne di colore. Una si issa sui due gradini che, nella parte posteriore, permettono di accedere ai sedili, e inizia a predicare, con accento latinoamericano: «Gesù ci ama». Prosegue con un certo calore per tre fermate; poi un ragazzo l’apostrofa, dal centro dell’autobus: «Basta, abbiamo capito!» Allora scende dal pulpito e con l’amica si mette a distribuire dei foglietti che ribadiscono, citando Giovanni 3,16, che «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito» e sul retro qualificano la loro comunità come la «Chiesa di Bologna» (se lo sa mons. Vecchi, penso, le denuncia per violazione di copyright), «Movimento Missionario Europeo». Seguono l’indirizzo, i giorni e gli orari di culto e quattro recapiti telefonici cellulari. Una delle due mi si siede a fianco e risponde al mio sorriso. «Che bella idea», le dico. «Eh sì, bello che Gesù ci ami». «Sì, certo; ma è bella anche l’idea del pulpito che avete scelto». Poi scendono perché devono andare a un funerale e mi invitano a visitare la loro comunità. Rispondo che sono già attivo nella mia e tutte contente mi salutano: «Ah, sei cristiano! Dio ti benedica».

La voce della liberazione di Marco e dei due Matteo di Emergency è stata confermata dal ministro degli Esteri Franco Frattini: “Abbiamo ottenuto quello che era il nostro obiettivo prioritario, e cioè la libertà per i nostri connazionali senza mettere in discussione la nostra posizione di ferma solidarietà con le istituzioni afgane e la coalizione internazionale nella lotta contro il terrorismo in Afghanistan“. Bravo Frattini, brava Emergency.

Festeggio per la liberazione di Sergio Cicala e della moglie Plilomene: di che sentimenti sia fatta la mia festa lo puoi vedere dai post del 28 febbraio CICALA: LEGGONO TUTTO IL GIORNO IL CORANO e dell’8 febbraio IL VOLTO DI PHILOMENE OSCURATO DAI SEPOLCRI IMBIANCATI. Per Emergency l’appuntamento è a piazza San Giovanni alle 14,30. La mia vicinanza a Emergency nei post del 2 settembre 2009 UN ABBRACCIO A TERESA GINO E CECILIA STRADA e in quello del 13 aprile sull’arresto dei tre. Segnalo Emergency per la destinazione del 5 per mille.

Si chiama Silvano Lancini l’imprenditore di Adro che ha pagato per i morosi della mensa scolastica e ha polemizzato con il sindaco leghista: vedi post dell’altro ieri. Intervistato dal Corriere della Sera di oggi fornisce ragionevoli motivazioni per il gesto che ha compiuto. Sulle difficoltà dei Comuni a far pagare chi si finge povero dice: «Lo capisco, ma a certi estremi non si dovrebbe mai arrivare. Si potevano tagliare altre spese, differenziare le rette in base ai redditi. Io ho messo lì una pezza, lo sentivo come dovere civico. Adesso andate avanti voi, dico: a cercare di far pagare i furbi, senza togliere il piatto dei bambini”. Ha preso la decisione una sera dopo aver parlato con amici: “Lascia stare, mi è stato risposto. Se fai qualcosa ti diranno che sei un comunista, uno che sta dalla parte dei furbi […] Quella sera ho parlato con mia moglie. Ma che cosa siamo diventati? le ho detto. Se sei d’accordo, io vado e porto i 50 mila euro che mancano per continuare a dar da mangiare a tutti i bambini […]. Si, aveva detto questo il sindaco in tv. Pensavo l’avesse sparata grossa e ne bastassero 30 mila. Invece erano solo 10 mila […]. E’ giusto che chi paga regolarmente non paghi anche per altri. Ma il Comune non deve dimenticare il principio della solidarietà. Non mi sento un benefattore: lo è chi si è privato del poco che ha per dare un contributo alla gestione della mensa. Non mi sento nemmeno un esempio di solidarietà: fanno molto meglio di me quelli che danno gratuitamente una cosa più importante dei soldi, che è il tempo per gli altri“.

«Devo dire che noi cristiani, anche negli ultimi tempi, abbiamo spesso evitato la parola penitenza, che ci appariva troppo dura. Adesso, sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che poter far penitenza è grazia e vediamo come sia necessario fare penitenza, riconoscere cioè ciò che è sbagliato nella nostra vita. Aprirsi al perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare. Il dolore della penitenza, cioè della purificazione e della trasformazione, questo dolore è grazia, perchè è rinnovamento, è opera della Misericordia divina»: lo ha detto Benedetto stamane celebrando con la Commisione biblica. Nel post di ieri che nominava i vescovi Seccia e Golser avevo riferito la battuta di un parroco che diceva: “Siamo tutti peccatori”. Dal parroco al papa vedo lo stesso spirito e mi pare buono. – Sono felice del suono evangelico delle parole di Benedetto al quale auguro buon compleanno.

«Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno: prima con la taglia sugli extracomunitari, poi con il rifiuto del sostegno regionale e adesso con la mensa dei bambini»: parla così al “Corriere della Sera” un imprenditore di Adro, Brescia, che si ribella alla decisione del sindaco leghista di escludere dalla mensa scolastica i bambini che non pagano la refezione. L’imprenditore ha consegnato in Comune una lettera di protesta e un assegno di 10 mila euro, pagando per tutti i morosi e chiedendo l’anonimato. «C’è troppa aridità intorno a noi – scrive nella lettera – ed è tempo di reagire. Non sono comunista, alle ultime elezioni ho votato Formigoni. Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni in una cascina come quella del film L’albero degli zoccoli. Possibile che i miei compaesani non capiscano quello che sta avvenendo? I sacerdoti sono forse disponibili a barattare la difesa del crocefisso con qualche etto di razzismo? Dov’è il segretario del partito che ho votato e che si vuole chiamare partito dell’amore? E dove sono i leader della Lega che si vuole candidare a guidare l’Italia?» Sarebbe stato meglio avere il nome e il cognome di questo simpaticone, ma il collega Giangiacomo Schiavi che l’ha intervistato garantisce sulla sua identità: “Noi il nome lo conosciamo”. [Nel primo commento altre espressioni contenute nella lettera dell’imprenditore e qui l’articolo del Corsera intitolato I BIMBI SENZA MENSA E L’IMPRENDITORE GENEROSO pubblicato ieri a pagina 34]

Ho ascoltato in un telegiornale il vescovo di Teramo Michele Seccia dire parole giuste sul caso del prete indiano che prestava servizio in una parrocchia della diocesi e che è stato arrestato per abuso di una bambina: “Mi sono messo in contatto con il sacerdote, che era tornato dai parenti in India per Natale, e gli ho detto che doveva tornare qua per presentarsi al magistrato. Esprimo vergogna, chiedo scusa, collaboro con l’indagine. Eppoi c’è il fatto che anche noi, come tutti, ci dobbiamo convertire”. Nei giorni di Pasqua avevo assistito a un dibattito familiare intorno al mio parroco sulla porta della chiesa, con una mamma che gli diceva: “Neanche voi siete tanto buoni” e lui che rispondeva: “Siamo tutti peccatori”. Avevo trovato giuste, nei giorni scorsi, anche le parole del vescovo di Bolzano Karl Golser, pure lui costretto alle interviste da un brutto caso, che ha fatto mettere nella pagina ATTUALITA’ del sito della diocesi una finestra PRESUNTI CASI DI MOLESTIE O ABUSI SESSUALI con le informazioni per chi voglia sporgere denuncia e si è impegnato alla “tolleranza zero e alla trasparenza assoluta”. Giusta anche la presenza di un’apposita icona nel sito vaticano ABUSO SUI MINORI. LA RISPOSTA DELLA CHIESA con i documenti e un’inedita Guida alla comprensione delle procedure di base riguardo alle accuse di abusi sessuali. Lì c’è anche l’ottima “nota” pubblicata venerdì dal padre Lombardi, che potrebbe essere intitolata: “Cercare la verità e la pace per gli offesi”.  Bravo Seccia, bravo Golser, bravo Lombardi: è così che se ne esce.

Matteo dell’Aira, Marco Goratti, Matteo Pagani di Emergency, arrestati sabato in Afghanistan dalla polizia afghana con l’accusa di voler attentare alla vita del governatore di Hemland. Massimo Barbiero e Simone Monterosso volontari dell’Associazione Giovanni XXIII scomparsi da una settimana in Venezuela. Vi mando un abbraccio.

Gillo Dorfles festeggia cent’anni incredibilmente sveglio e sul Corsera di ieri parla di tutto in libertà. Lo conobbi nel 1968 con il volume Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto e poi l’ho sempre letto. Di quest’ultima uscita – intitolata Dorfles 1000. E ora vi dico quel che penso di voi – riporto tre detti. “Il femminismo è sgradevole, e io ne sono un nemico feroce: riconosco alle donne parità di diritti ma trovo abominevole che alcune si facciano chiamare al maschile dottore o professore”: sono d’accordo, a parte gli aggettivi “feroce” e “abominevole” che mi paiono extra large. Ma di più concordo qui: “La nouvelle cuisine è un’altra cosa che detesto. Ha ibridato le cucine regionali e nazionali, e io che le amo tutte – proprio come i dialetti – me ne sento privato”. Amo vedere nel piatto l’oliva, il carciofo e la trota e non forme geometriche o astratte. Totale condivisione – poi – di queste parole: “Mi accorgo di aver parlato troppo poco delle donne, dell’importanza che per me ha sempre avuto la loro bellezza. E’ più piacevole parlare con loro perché c’è nel dialogo con un’anima e un corpo femminili, sempre, un aspetto vagamente sentimentale che mi affascina”. Il Gillo centenario continua a sentirsi di sinistra “anche se annacquata” e i visitatori del blog sanno che io mi considero “di centrosinistra pallido”.