Mese: <span>Febbraio 2012</span>

“Alla proposta di matrimonio ho provato paura per il compito gravoso a cui sarebbe andato incontro Salvo” dice lei che si chiama Lorena ed è spastica. “Anche fra normodotati si rischia. La disabilità accade” dice lui che non è disabile e si chiama Salvo. Qui è la loro storia che aiuta.

In una roulotte poco più avanti c’è Romolo: lui non se la passava male, aveva una casa, una donna e un lavoro, poi improvvisamente (forse vittima di usura) perde tutto. Una sera stava ascoltando la radio: “Avete sentito che nel Corno d’Africa i bambini muoiono perché non c’è acqua. Questa notizia mi ha fatto rabbrividire. Io ringrazio il Signore dieci volte al giorno per quello che ho perché sono accudito” (sic). C’è dunque un uomo a Roma che vive del soccorso dei volontari, senza corrente elettrica, bagno, riscaldamento – e ringrazia. E’ un brano del racconto che ha scritto per questo blog uno dei 1.500 volontari che a Roma sfamano i barboni per strada. Lo leggi con il titolo Gianni Colaiocco e le cene per strada con i barboni nel capitolo 11 IL GENIO DELLA CARITA’ della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.

Domenica primarie per la segreteria del Pd del Lazio: voterò Giovanni Bachelet. Condivido questo suo commento alle primarie di Genova: “Quella delle primarie non è una gara fra partiti, è la comune ricerca del candidato migliore che serve a vincere le elezioni vere, anche grazie alla mobilitazione preventiva degli elettori che le primarie producono. La vittoria di Pisapia a Milano, dove il PD ha collaborato lealmente e alla fine entusiasticamente alla sua campagna, non ha solo contribuito alla vittoria del centrosinistra, ma ha ottenuto anche un sacco di voti per la propria lista. Le primarie non si perdono mai“. Giovanni – che è deputato – si è impegnato a non ricandidarsi al Parlamento se sarà eletto segretario e a non fare uso di manifesti in questa campagna elettorale. Due buoni impegni.

Di nuovo volano i corvi a San Pietro e provocano la riaccensione in automatico dei riflettori dei media. Il 25 gennaio la trasmissione televisiva “Gli Intoccabili” de La7 aveva dato conto di due lettere riservate dell’arcivescovo Viganò che denunciavano malefatte amministrative nell’ambito del Governatorato, venerdì scorso “Il Fatto quotidiano” ha pubblicato un appunto transitato per la Segreteria di Stato vaticana nel quale si parla sconclusionatamente di salute del Papa, durata della sua vita, futuro Conclave e altre questioni spropositate. Nel primo caso si tratta di documenti seri, nel secondo di una chiacchiera bislacca ma il chiasso mediatico è stato comunque grande e nel secondo caso, che ne meritava di meno, esso è risultato ingigantito dalla sommatoria emotiva con il primo. – E’ l’avvio falsamente lento di un mio agitatissimo articolo pubblicato oggi da LIBERAL con l’orante titolo Dacci oggi il nostro corvo quotidiano.

Sono contrario alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020: per i costi, ma anche – e più – perché Roma le Olimpiadi le già avute e ci sono tante città al mondo che meritano di averle.

Alle volte la storia di vita può essere minima, poniamo la scoperta del dono che è stato per noi chi ci è vissuto accanto e del quale poco ci siamo accorti fino alla sorpresa della sua morte. Ecco due battute di un racconto che può essere letto nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, al capitolo 7, paragrafo TUO FRATELLO RISUSCITERA’, con il titolo Antonino e la prozia che diceva “sto bene”: Mi salutava con la sua bontà: “Va’, figghiu, va ‘n santa paci”. Vai figlio, vai in santa pace. Lei non aveva avuto figli. Detto velocemente quello ‘n santa paci diventava ‘nzantapaci. Domenica pomeriggio dopo averla pianta, ho guardato fuori dalla finestra. Era una giornata di sole, malgrado il freddo. Mi è sembrato un saluto. E allora gliel’ho detto io: va’, zè Janna, va‘nzantapaci! Vai, zia Anna, vai ‘nzantapaci.

«Vivo e se vivo è perché / c’è stata un’altra persona / che vive dentro di me / e il suo respiro nel mio risuona / vivo io vivo perché / c’è stato chi ha dato un po’ / della sua vita per me / e ora sorride in ogni sorriso che ho»: è il ritornello di una canzone sui trapianti cantata da Manu e prodotta da Andrea Mercurio della Canzoneria su committenza dell’Aido della Lombardia. Il mio plauso a Manu che qui è tenera e imperiosa come sanno essere le ragazze che corrono da chi chiede aiuto. Dietro la canzone c’è una storia vera di una Camilla che vive a Carbonia, ha 19 anni ed è stata salvata da un trapianto di fegato quattro anni addietro. A lei e a Manu dedico un bicchiere di Vino Nuovo.

«A volte sono le banche che fanno le rapine» ha detto oggi Giulio Tremonti nella Sala Stampa del Senato presentando la Banca del Sud. Bertold Brecht: “Che cos’è rapinare una banca a paragone del fondare una banca?” Tremonti o dell’intelligenza. Indimenticabili le virgolette della sua bocca mentre cavava dal portafoglio – il luglio scorso – i 250 euro per l’autofinanziamento dei mini-ministeri di Monza.

Molti visitatori mi scrivono per chiedermi di fare questo o quello al fine di riportare la pace nel pianerottolo, stupiti da tanta e ritornante aggressività. Ne sono meravigliato anch’io ma non farò nulla. Tra poco saranno sei anni che ho aperto la mia casa e mi intrattengo con chi viene a trovarmi restando sulla porta. Le ho tentate tutte perché vi fosse pace su queste venti mattonelle e ho concluso che non tenterò più nulla. Mi sono fatto l’idea che il mio blog è un casino proprio come la vita. E neanche lo chiudo il blog, perché a me questo casino non dispiace. Mi propongo di governare in esso unicamente le mie parole, senza pretesa di agire su quelle degli altri. Di influire sì, ma solo per contagio e mai per censura. Nessuno offenda e nessuno si offenda: è la regola a cui tengo di più. Tanti ripetono qui solfe che si ascoltano per ogni dove e le lanciano agli altri come fossero palle di neve: che motivo c’è di prendersela? Schivatele. Fate conto di ascoltare una qualunque tribuna televisiva. Può essere sempre che si impari qualcosa. Ma c’è un’opportunità in positivo – mi chiede uno – a tenere in piedi una gabbia di matti? Io credo di sì. Ascoltando chi maledice – per esempio – posso provare a dire bene. E non è poco sulla terra.

Povero Papa: egli è tutto concentrato sulla “crisi della fede” e deve invece occuparsi in queste settimane di questioni di governo grandi e piccole che sono per lui vere spine nella carne. Due in particolare: quella grande della trattativa per il rientro dei lefebvriani, che rischia di fallire; e quella piccola della lotta interna al Vaticano sulla gestione del denaro e degli appalti. Su questa seconda abbiamo avuto sabato 4 febbraio un comunicato che sconfessa duramente l’arcivescovo Viganò. Sulla prima c’era stato un rilancio da parte lefebvriana due giorni prima, in occasione della Candelora. – E’ il promettente avvio di un mio cavilloso articolo pubblicato oggi da LIBERAL che puoi leggere qui.