“Dalla lotta all’evasione ricaveremo più dei 10 miliardi previsti” dice il neoministro Grilli al Corriere della Sera e ci credo, pur non avendo alcuno strumento di valutazione del fenomeno, in base a quello che vedo intorno. Da quasi un ventennio vengo al mare a Santa Marinella (vedi post del 12 luglio) e solo quest’anno ricevo scontrini dappertutto. Alle bancarelle del mercato del giovedì intorno a piazza Civitavecchia gli scontrini erano sconosciutissimi e non solo nel secolo scorso ma anche la scorsa estate, negli stabilimenti a mare altrettanto. Ora invece te li danno anche i casotti che affittano gli ombrelloni a ore nei tratti di “spiaggia libera” e l’edicola stagionale e Mohamed che vende meloni sull’Aurelia. Se in tutta Italia stesse andando così, scommetterei su un raddoppio di quei 10 miliardi.
Mese: <span>Luglio 2012</span>
Torna Berlusconi, ho la mente rutilante. Stanotte ho sognato il suo nuovo “contratto con gli italiani” che aveva questo finale: “Ci batteremo per gli Eurobond ma cambieremo il nome perché questo non ha forza di attrazione, l’avevo detto a Monti: li chiameremo Eurobunga”.
“Donne è arrivato l’arrotino” grida l’altoparlante dal tetto dell’utilitaria che gira il borgo con il portellone alzato per non soffocare nella calura. “Arrotiamo coltelli e forbici, aggiustiamo fornelli a gas, abbiamo pezzi di ricambio per le cucine a gas, ripariamo ombrelli e ombrelloni da spiaggia”. E’ il diciottesimo anno che vengo in luglio a Santa Marinella – quaranta chilometri a nord di Roma – e sempre arriva l’arrotino ma con delle novità: arriva in automobile e non più con il triciclo munito di mola, chiama con l’altoparlante e non a voce, oltre agli ombrelli aggiusta gli ombrelloni. E’ una donna ma mantiene il grido “donne è arrivato l’arrotino”. Come sempre il grido dura più del fatto.
L’azione sviluppata dal presidente del Consiglio e dal suo governo in questi mesi – sia in Italia, sia nell’Unione Europea e nel più ampio contesto globale – può essere coronata da successo e deve quindi essere sostenuta, con piena convinzione, fino alla scadenza naturale della legislatura, nella primavera del 2013 (…). Considerato che la fase di crisi e di difficoltà non si concluderà in tempi brevi e che i processi virtuosi avviati (pensiamo solo allo spostamento di prelievo dai redditi di lavoro ai patrimoni) daranno i loro frutti solo attraverso un’azione di governo pluriennale, noi intendiamo promuovere nel Pd una trasparente discussione sulle strade che vanno intraprese perché obiettivi e principi ispiratori dell’agenda del governo Monti – collocati dentro un disegno almeno decennale di cambiamento del Paese – possano travalicare i limiti temporali di questa legislatura e permeare di sé anche la prossima. – Sono due passaggi di una “lettera documento” di 15 esponenti del Pd pubblicata ieri dal Corsera: la condivido e ringrazio i firmatari tra i quali sono gli amici della FUCI Tonini e Ceccanti [oltre ai firmatari che figurano nel testo linkato, il documento è sottoscritto da Marilena Adamo, Paolo Gentiloni, Paolo Giaretta, Pietro Ichino, Salvatore Vassallo, Stefano Ceccanti, Umberto Ranieri, Vinicio Peluffo].
“Non sono un credente ma uno sperante” scrive il socievole Luciano De Crescenzo dicendosi “ateo cristiano” con le stesse parole con cui lo faceva la puntuta Oriana Fallaci. Lo scrive a pagina 15 del volume Fosse ‘a Madonna, appena pubblicato da Mondadori. Vi è detto che “fosse ‘a Madonna” nella lingua di Napoli equivale a “volesse Dio” e che i napoletani credono di più in Maria che in Gesù. Il solito De Crescenzo. Tuttavia le sette parole “non sono un credente ma uno sperante” meritano la segnalazione.
I visual data sono visualizzazioni grafiche di uno o più dati che aiutano a intuirne il segno o lo scandalo. Non amo quest’arte – che è proposta settimanalmente dal supplemento domenicale del Corsera intitolato LA LETTURA – ma domenica 1° luglio a pagina 11 veniva proposta una visualizzazione davvero efficace, intitolata UOMINI RICCHI COME NAZIONI, dove le foto dei venti uomini più ricchi del mondo – secondo la classifica Bloomberg pubblicata il 18 giugno – venivano proposte sullo sfondo delle bandiere di venti paesi che nel 2011 hanno avuto, secondo il Fondo monetario internazionale, un prodotto interno lordo di entità paragonabile a ognuno di loro. Il più ricco al mondo è l’imprenditore messicano Carlos Slim la cui ricchezza assomma a 66,50 miliardi di dollari che equivale a quella prodotta l’anno scorso dall’intera popolazione dell’Ecuador, segue Bill Gates paragonato all’Azerbaigian, Warren E. Buffet con l’Uzbekistan, Amancio Ortega e il Costa Rica. Al ventesimo posto viene Michele Ferrero (unico italiano tra i venti) con 21,80 miliardi di dollari campito sulla bandiera dello Zambia. La popolazione totale dei venti paesi è di 237 milioni di persone che insieme dispongono in un anno di una ricchezza collettiva nominalmente paragonabile alla somma dei patrimoni dei venti straricchi. Per aiutare a meditare metto qui, in ordine di pil decrescente, i nomi dei paesi che non ho già segnalato: Libano, Libia, Kenya, Yemen, Lettonia, Bahrain, Camerun, Turkemenistan, Cipro, Tanzania, El Salvador, Trinidad e Tobago, Estonia, Paraguay, Guinea Equatoriale.
“Prima danzavo per uomini che volevano il mio corpo e buttavo la mia vita nei locali più trasgressivi. Ora sono come rinata ma non ho smesso di danzare perché danzo per il Signore e così prego anche con il corpo. Non insegna l’apostolo Paolo che il corpo è tempio dello Spirito Santo?”: parlava così a Itri domenica 1° luglio, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, Anna Nobili, 42 anni, suora operaia della Santa Casa di Nazaret dal 2008, responsabile di una Scuola di Danza cristiana che ha sede a Palestrina sotto la responsabilità del vescovo Domenico Sigalini (vedi post del 1° luglio). In quella chiesa di Itri Anna ha anche danzato vestita di una tunica bianca e violacea come un angelo del Botticelli o – forse – del Signorelli. Con una Bibbia, un crocifisso, un pane nelle mani vorticava come un alleluja tra l’altare e la navata, pareva potesse essere dappertutto. Silenziosa, felice. C’era una televisione che voleva intervistarla e ha risposto: “Non do interviste”. Lei parla con la danza. – Nei primi tre commenti la storia di Anna danzatrice di Dio.
Rientrando da Itri (vedi post del 1° luglio) ho trovato sul portone di casa un post-it con questa scritta a caratteri elementari: “Quardate fate chifo vechi e bruti”. Non c’è destinatario né mittente. L’ho preso con me e lo tengo caro. Immagino che sia stato scritto da un immigrato esasperato per le difficoltà incontrate a integrarsi tra noi. Un’esasperazione simile a quella di un bimbo di tre anni che su questo marciapiede qualche giorno prima resisteva alla mamma che gli diceva “andiamo dai nonni”: “I nonni sono vecchi e brutti”. Apprezzo che lo scrivente del post-it abbia cercato di comunicare nella nostra lingua riuscendo a farsi capire. Trovo buona la percezione del nostro invecchiamento: su nove appartamenti di questo stabile solo tre hanno bambini o giovani. Attendo un nuovo post-it.
“La mia conversione è avvenuta quando ho scoperto che Dio mi amava: da quel momento la mia vita ha acquistato bellezza, forza”: lo afferma Claudia Koll nel racconto di sé che ha fatto a Itri domenica (vedi post precedente). La scoperta è avvenuta dopo una prima giovinezza dissipata: “Cercavo l’amore ma non ero fedele all’amore e avevo paura di mettere al mondo dei figli e perciò sceglievo persone già legate e guai se si doveva pensare a costruire insieme un futuro”. Nel mezzo di tale dissipazione, essendo già un’attrice affermata, il primo segnale le arriva dalla coach (allenatore, guida, tutor) Geraldine, venuta dall’America a Roma per “seguirla” nell’interpretazione di un film: “Mi chiese di accompagnarla a San Pietro, lo feci e attraversai con lei la Porta Santa. Era il 2000 ed erano almeno 20 anni che non praticavo la Chiesa”. Il racconto di Claudia continua nei primi quattro commenti a questo post. In conclusione ci dirà che la conversione è stata per lei un “arricchimento” e come un “raddoppio di vita”.
Parto per Itri e non porto il computer: ci rivediamo qui domani pomeriggio. Sono tra i relatori a un dibattito su “La conversione oggi” con Claudia Koll e suor Anna Nobili: loro hanno vissuto forti conversioni dalla mondanità al Vangelo, io – forse un fratello maggiore – ho tenuto d’occhio chi intorno a me si convertiva. L’iniziativa di chiamarci a confronto è di Orazio La Rocca collega di Repubblica. Vi dirò vi dirò. E qualcosa anche di Itri dirò: Itri forse da Iter, perché lungo l’itinere dell’Appia. Fu patria di Fra’ Diavolo che combattè i francesi e fu impiccato a Napoli. Cercherò l’ombra sua nei pressi della casa diroccata dove nacque e un poco visse.
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