Mese: <span>Aprile 2013</span>

“Non si sono date soluzioni all’attesa di riforme”. Ci sono state “campagne d’opinione demolitorie”. “Questo applauso non induca all’autoindulgenza” i responsabili delle non riforme. “Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale del 2005”, con il suo “abnorme premio di maggioranza” che ha provocato una “sovrarappresentanza” che chi l’ha avuta non è stato capace di “gestire”. Ora si rivolge al Movimento Cinque Stelle, lodando il suo proposito di impegno nelle due Camere. Invita tutti a non temere di “convergere”. Ammonisce tutti a considerarsi “depositari della volontà popolare” e non rappresentanti di “una fazione”. “Procedere senza indugio alla formazione del Governo”. “Segno di regressione” che in Italia si sia diffuso una specie di “orrore” per la collaborazione tra forze diverse “fino allo smarrimento dell’idea stessa di convivenza civile”. “Tutte le forze si assumano le loro responsabilità”.

La settimana scorsa ero a Lucca e ho passato due ore felici intorno alla chiesa di San Michele a imparare come si congiungano tra loro le antiche pietre e quanto voli alta l’aquila con il serpe tra gli artigli e perché più in alto di tutti stia Michele con la lancia nella bocca del dragone. Sono venuto a sapere che i restauratori dell’Ottocento rifacendo “le protomi che emergono dalle imposte degli archi” – in facciata – vi hanno inserito i ritratti di Garibaldi e Pio IX, Napoleone III e Cavour. Ho scelto di intervistare Garibaldi che ho riconosciuto dal kepì sopra la terza colonnina dell’ordine più alto a contare da destra. “Che vertigine affacciarsi dalla facciata” era la mia impacciata domanda e la seconda peggio della prima “anche tu travolto da Bergoglio il Papa dei due mondi”. Ma non ho avuto risposte, fosse distratto dal piccione che su di lui si rigirava, o non mi sentisse nella confusione dell’aldilà, o non fosse lui addirittura.

Ci sono molti giovani oggi, qui in Piazza. Siete tanti voi, no? Si vede, ecco siete tanti qui. Vorrei chiedervi: qualche volta avete sentito la voce del Signore che attraverso un desiderio, un’inquietudine, vi invitava a seguirlo più da vicino? L’avete sentito? Non… non sento… pensate voi questo? Siete d’accordo? Avete avuto voglia di essere apostoli di Gesù? La giovinezza bisogna metterla in gioco per grandi ideali. Domanda a Gesù che cosa vuole da te e sii coraggioso, sii coraggiosa!Così il Papa al Regina Coeli, nella giornata delle vocazioni. Due volte in questo saluto domenicale Papa Francesco ha interrogato la folla che riempiva la piazza. Oltre al “non sento” di cui sopra, ha pure invitato a gridare forte. E’ stato alla fine del breve discorso, quando la folla gridava, come d’abitudine, “Francesco Francesco Francesco”: “Grazie tante per il saluto, ma anche salutate a Gesù… gridate Gesù Gesù, forte“. E’ la prima volta che il Papa argentino interpella la folla e le chiede di gridare: una novità per l’oratoria dei Papi. Converrà farci l’occhio e l’orecchio perché quello di oggi non resterà – immagino – un episodio isolato.

Aggiornamento al 22 aprile. Il Corsera di oggi ha un mio articolo sull’oratoria latino-americana di Papa Bergoglio.

La conferma di Napolitano è infine una buona notizia dopo tre giornate di notizie cattive. Se poi dovesse portare a un governo Amato sarebbe due volte buona.

Spruzzata di papaveri tra i binari della Tiburtina, primo saluto a voi dal mio viaggio della primavera. Pecore mucche e cani sull’erba. Un corvo beccogiallo sulla staccionata. Due alberi di Giuda chiassosamente fucsia da un muretto dell’ultimo caseggiato di Firenze. Pratoline e botton d’oro dappertutto sull’Appennino. Lilla sopra le siepi. Ginestre gridanti a lunghi steli a San Rufillo di Bologna. Peschi e poi meli in festa per tutta l’Emilia e la Padania. Aprile, il mondo torna colorato.

Il Concilio è stato un’opera bella dello Spirito Santo. Pensate a Papa Giovanni: sembrava un parroco buono e lui è stato obbediente allo Spirito Santo e ha fatto quello. Ma dopo 50 anni, abbiamo fatto tutto quello che ci ha detto lo Spirito Santo nel Concilio? In quella continuità della crescita della Chiesa che è stato il Concilio? No. Festeggiamo questo anniversario, facciamo un monumento, ma che non dia fastidio. Non vogliamo cambiare. Di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore”: così ha parlato il Papa ieri mattina nell’omelia della messa celebrata al Santa Marta. Mia gioia e mio tremore nel leggere quelle parole: gioia per il Papa che le dice, tremore per i “testardi” che conosco. Qui il servizio completo di Radio Vaticana.

Aggiornamento al 18 aprile. Qui un mio articoletto pubblicato oggi dal Corriere della Sera sulla “classe media della santità” evocata domenica da Papa Francesco.

Se giovedì fossi a Montecitorio a votare per il nuovo Presidente della Repubblica – in rappresentanza della popolosa Regione dei pirla digitali – scriverei sulla scheda in prima battuta il nome di Paola Severino, in seconda quello di Anna Maria Cancellieri, in terza quello di Giuliano Amato. Tiè.

Sconcerto, tristezza, lenta intelligenza del fatto. Ho bisogno di tempo per fare i conti con l’uscita dalla storia di papa Benedetto, che ho subito avvertito come un traumatico e salutifero fatto di Vangelo. E’ stato come un colpo di bisturi, ha sbloccato il Papato. Stavo rileggendo il terzo volume su Gesù di Nazaret, attendevo l’enciclica sulla fede che non avremo. “Penso che basti ciò che ho fatto” aveva detto a Peter Seewald l’agosto scorso. Forse ha fatto più di quanto abbiamo capito, anche quelli che gli abbiamo voluto bene. – E’ l’attacco di un mio articolo pubblicato il mese scorso dalla rivista “Il Regno” sulla rinuncia di Benedetto letta come un fatto di Vangelo. Lo segnalo oggi ai visitatori, come mia carezza al Papa emerito che compie domani 86 anni.

Aggiornamento al 16 aprile. Sul Lazio è primavera e vedo Benedetto nella luce sul terrazzo di Castel Gandolfo a specchio del lago.

Il Papa al Regina Coeli, commentando le persecuzioni narrate dagli Atti degli Apostoli, ha ricordato così quelle di oggi: “Pregando insieme il Regina Caeli, chiediamo l’aiuto di Maria Santissima affinché la Chiesa in tutto il mondo annunci con franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida testimonianza con segni di amore fraterno. L’amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto. Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione; in questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti, in tanti Paesi: preghiamo per loro, con amore, dal nostro cuore. Sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto“.