Mese: <span>Giugno 2013</span>

Siate attenti che i candidati siano Pastori vicini alla gente: questo è il primo criterio(…). Che siano padri e fratelli, siano miti, pazienti e misericordiosi; che amino la povertà, interiore come libertà per il Signore e anche esteriore come semplicità e austerità di vita, che non abbiano una psicologia da ‘principi’. Siate attenti che non siano ambiziosi, che non ricerchino l’episcopato”. “Siano capaci” di sorvegliare, di vigilare, di proteggere il “gregge” che sarà loro affidato. “Il vescovo è quello che fa la veglia, che siano capaci di vegliare”: “I Pastori sappiano essere davanti al gregge per indicare la strada, in mezzo al gregge per mantenerlo unito, dietro al gregge per evitare che qualcuno rimanga indietro e perché lo stesso gregge ha, per così dire, il fiuto nel trovare la strada“: così ha parlato Francesco stamane ai rappresentanti pontifici che hanno il compito di proporre i candidati all’episcopato. Segnalo le parole sul fiuto del gregge nel trovare la strada che mi paiono le più originali. Il “sensus fidelium” tradotto con “fiuto del gregge”: sono grato di questa traduzione in lingua corrente.

Questo dignitoso signore in attitudine da archeologo delle colonie sono io davanti alla stele che ricorda Giuseppe Taliercio (1929-1981) a Marghera, sul luogo dove i brigatisti fecero ritrovare il suo corpo. La foto è stata scattata da Giancarlo Lorenzon il 15 scorso, mentre mi accompagnava alla stazione di Mestre, dopo una conferenza a Ponte di Piave sui “Fatti di Vangelo nell’Italia di oggi”, nella quale avevo menzionato i “martiri del nostro tempo” e tra essi il Taliercio. Sono stato felice di questo sopralluogo martiriale, essendomi occupato di Taliercio e della sua famiglia. Egli è un protagonista della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata qui accanto ad apertura del blog: vi trovi un suo profilo nella sezione MARTIRI DELLA GIUSTIZIA e un testo sulla figlia Bianca nel capitolo della PREGHIERA PUBBLICA.

Non andiamo sulla strada delle divisioni, delle lotte fra noi! Tutti uniti, tutti uniti con le nostre differenze, ma uniti, sempre: questa è la strada di Gesù. Quanto danno arrecano alla Chiesa le divisioni tra i cristiani, l’essere di parte, gli interessi meschini! Le divisioni tra noi, ma anche le divisioni fra le comunità: cristiani evangelici, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, ma perché divisi? Dobbiamo cercare di portare l’unità. Vi racconto una cosa: oggi, prima di uscire da casa, sono stato quaranta minuti, più o meno, mezz’ora, con un Pastore evangelico e abbiamo pregato insieme, e cercato l’unità. Ma dobbiamo pregare fra noi cattolici e anche con gli altri cristiani, pregare perché il Signore ci doni l’unità, l’unità fra noi. Ma come avremo l’unità fra i cristiani se non siamo capaci di averla tra noi cattolici?”: così Francesco all’udienza generale di oggi. Segnalo le parole “prima di uscire da casa”, che è la Casa Santa Marta. Segnalo anche, nel primo commento, un passo dell’omelia del mattino contro gli “eticisti [moralisti] senza bontà”.

So che la mia famiglia continuerà a rimanere nelle mani dell’Altissimo e farne suo rifugio anche per merito delle vostre preghiere e delle vostre opere, questo mi da grande tranquillità e certezza del futuro“: parole di Alessandra Paris, trentina, morta di tumore a 44 anni il giorno del Corpus Domini dando una viva attestazione della speranza nella risurrezione. La famiglia mi ha autorizzato a pubblicare su VINO NUOVO la sua ultima lettera inviata una settimana prima della partenza agli amici riuniti in una veglia di accompagnamento per lei, alla quale non poté partecipare. Mando un bacio di gratitudine a lei, al marito Alessandro, ai figli Martina, Daniele e Chiara.

Diciamo sì all’amore e no all’egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo; in una parola diciamo sì a Dio, che è amore, vita e libertà, e mai delude”: così oggi Papa Francesco nell’omelia per la giornata dell’Evangelium Vitae. E ancora: «Spesso l’uomo non sceglie la vita, non accoglie il Vangelo della vita, ma si lascia guidare da ideologie e logiche che mettono ostacoli alla vita, che non la rispettano, perchè sono dettate dall’egoismo, dall’interesse, dal profitto, dal potere, dal piacere e non dall’amore, dalla ricerca del bene dell’altro. E’ la costante illusione di voler costruire la città dell’uomo senza Dio, senza la vita e l’amore di Dio – una nuova Torre di Babele; è il pensare che il rifiuto di Dio, del Messaggio di Cristo, del Vangelo della Vita, porti alla libertà, alla piena realizzazione dell’uomo. Il risultato è che al Dio Vivente vengono sostituiti idoli umani e passeggeri, che offrono l’ebbrezza di un momento di libertà, ma che alla fine sono portatori di nuove schiavitù e di morte».

Aggiornamento al 17 giugno. Sull’omelia papale di ieri ho scritto un banale articolo per il “Corriere della Sera” che si può leggere qui: Non grida contro le leggi. Altri due miei testi recenti di interpretazione del nuovo Papa – nient’affatto migliori – si possono leggere qui e qui.

Oggi a Carpi è stato proclamato “beato” con il titolo di martire Odoardo Focherini: festeggio con gli amici di Carpi, dove sono stato più volte per conferenze e dove sono i parenti di Alfio Filippi, padre dehoniano a me carissimo. Della straordinaria figura di Focherini, martire dell’aiuto agli ebrei, qui ci siamo occupati più volte: rimando a un mio profilo e a un articolo in occasione del riconoscimento del martirio, nel quale argomentavo sulla ricchezza di figure martiriali nell’Italia di oggi. Buona domenica a tutti.

Mi viene una cosa che diceva Rahner: il gesuita è uno specialista nel discernimento nel campo di Dio e anche nel campo del diavolo. Non bisogna aver paura di proseguire nel discernimento, per trovare la verità“: così ha parlato Francesco stamane agli scrittore della rivista “La Civiltà cattolica”. Ancora: “Per favore, siate uomini di frontiera, con quella capacità che viene da Dio (cfr 2Cor 3,6). Ma non cadete nella tentazione di addomesticare le frontiere: si deve andare verso le frontiere e non portare le frontiere a casa per verniciarle un po’ e addomesticarle“.

Dolores Valandro la consigliera leghista di un quartiere di Padova che ha straparlato nella blogsfera contro la ministra Kyenge ha ormai – nella blogsfera – un’infinità di nomi: c’è chi la chiama “Dolores de Liga”, “Nessuno che mi stupri”, “Il tonfo della Lega”. Ne parlo per questo aspetto della blogsfera moltiplicatrice dell’insulto. «È stata una battuta in un momento di rabbia, non è che dopo io lo penso, quando ho il momento di rabbia lo butto lì e mi sfogo così» ha detto la Dolores della Rete. Già altri inconsapevoli abitatori della bogsfera avevano aggredito – nella Rete – zingari e Down protestando dopo la condanna la propria meravigliata innocenza: “L’avevo scritto nel mio sito”. Come a dire: “Quello che scrivo lì non vale”. Ne cavo un avvertimento ai visitatori: la Rete fa parte della realtà. Se uno qui nel blog offendo un altro e se l’offeso lo denuncia, io sono tenuto a indicare alla polizia postale l’indirizzo dell’offensore. Se ci sono arrivato io, scommetto che ognuno dei miei visitatori può realizzare questo minimo concetto: una pagina Web è reale come una pagina scritta. Ognuno, anche qui, è responsabile di sé.

Una città da vedere una donna da amare.

Qui a Roma dicevamo ieri Papa tedesco e sindaco Alemanno, diremo ora Papa Gesuita e sindaco Ignazio.

Aggiornamento alle ore 16,40. Molti mi chiedono della “lobby gay” in Vaticano e di altri temi ai quali avrebbe accennato il Papa con i dirigenti della Clar. Non ne parlo perché si tratta di un resoconto approssimativo, non controllato e non controllabile, di un incontro riservato. Rimando a un servizio dell’ottimo Gianni Cardinali pubblicato oggi da “Avvenire”: Dal Cile “parole” su aborto, religiosi e Curia.