Mese: <span>Ottobre 2013</span>

“Quest’anno, come risultato del dialogo teologico, che compie ormai cinquant’anni, e in vista della commemorazione del quinto centenario della Riforma, è stato pubblicato il testo della Commissione per l’Unità luterano-cattolica, dal significativo titolo Dal conflitto alla comunione. L’interpretazione luterano-cattolica della Riforma nel 2017. Mi sembra davvero importante per tutti lo sforzo di confrontarsi in dialogo sulla realtà storica della Riforma, sulle sue conseguenze e sulle risposte che ad essa vennero date. Cattolici e luterani possono chiedere perdono per il male arrecato gli uni agli altri e per le colpe commesse davanti a Dio, e insieme gioire per la nostalgia di unità che il Signore ha risvegliato nei nostri cuori, e che ci fa guardare avanti con uno sguardo di speranza”: così il papa stamane incontrando una delegazione della Federazione Luterana Mondiale e la Commissione Luterano-Cattolica per l’Unità.

“Il tuo sogno è anche il mio sogno, la tua lotta è la mia lotta, tu e io siamo la stessa cosa, uniti nell’amicizia per la costruzione del Regno di Dio”: parole del testamento di padre Fausto Tentorio missionario del Pime, ucciso nelle Filippine esattamente due anni addietro. Qualcuno gli ha sparato dieci colpi di pistola, mentre stava salendo sulla propria automobile, forse per mettere a tacere il suo impegno a favore delle popolazioni indigene: le parole citate sopra sono rivolte a un “tu” che impersona il popolo dei nativi. Il padre Fausto era da 32 anni nelle Filippine. L’occasione di farne memoria è offerta da un libretto di Pimedit: Un inchino alla vita. Lettere dalla missione, che riporta una quarantina di vivissime lettere di missionari del Pime che si trovano in vari paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Dedico al testamento del padre Fausto un bicchiere di Vino Nuovo

Bologna, Stazione sotterranea dell’Alta Velocità scavata per certo dai Nani e ora abitata dalla Gente Alta e Veloce, qui tutta di passo, veniente d’ogni dove e altrove intesa. Si scendono tre gironi e si arriva infine al Binario Decimonono che nella Terra di Sopra non s’era mai mentovato. I piloni hanno capitelli anonimi ottimamente rifiniti, gemelli a quelli che sono nelle carte dell’Euro. Da qui si va verso le Terre Fredde o verso quelle del Sole Alto ma nessuno dice la sua meta, ognuno inteso a esservi nella fretta. Per mantenerla tutti si guardano dal parlare e guardano davanti.

Oggi come sempre c’è dell’avventura nelle vicende del Pontificato romano. Il 13 maggio 1981 ce lo ricordarono i proiettili di Alì Agca. L’11 febbraio e il 13 marzo di quest’anno siamo stati richiamati al sentimento di quell’avventura dalle serene parole di Benedetto e di Francesco. I pieni poteri conferiti ai Papi nel segno della continuità garantivano la tenuta dell’istituzione, ma passati a un Vescovo di Roma disposto a rinunciare al Pontificato e a un altro inteso ai cambiamenti procurano ansia. E’ verosimile che domani sia l’ala della tradizione a cercare di ridurli.

Signore tu vedi che cosa siamo stati capaci di fare – tutti insieme – in occasione della morte di quest’uomo che visse cent’anni, che molto male fece in vita e che male ha riavuto, in vita e in morte. Noi ti preghiamo di guardare con misericordia a lui, a coloro che egli spinse alla morte, a quanti portò alla disperazione, a quelli che egli intendeva vendicare uccidendo, a quelli che hanno immaginato di vendicare i morti da lui insultandolo morto, a quelli che nel suo nome rivendicano come un valore l’ideologia nazista. Signore ricco di misericordia perdona le tante cecità che si sono accumulate in questa vicenda. Vedi che ancora non siamo usciti dalla guerra che infuriò sette decenni addietro. Forse ci conviene guardare a Priebke come a un ultima vittima della guerra. Aiutaci a uscirne e a tornare a sentimenti umani.

“Desidero infine ringraziarla anche per il coraggio e la pazienza con cui ha vissuto le contrarietà che ha dovuto affrontare. Sono tante”: con queste parole Papa Francesco ha completato poco fa l’elenco di ringraziamenti al cardinale Bertone che esce di scena. Il resto del discorso poteva scriverlo – immagino – anche un buon officiale della Segreteria di Stato, ma questo passaggio è tutto bergogliano. Tra le contrarietà sperimentate da Bertone negli ultimi sette mesi ci sono anche quelle delle innovazioni introdotte da Francesco. Sono tante.

Ho un’altra domanda per i partecipanti al seminario del pianerottolo su Papa Bergoglio in aiuto a un libretto che sto scrivendo per la EDB: sapreste segnalarmi qualche testo in cui fosse vagheggiato l’arrivo di un Papa di nome Francesco? Io conosco Aspettando Francesco I del creativo Giovanni Colombo. Ho anche sentito che nelle settimane del pre-conclave si era sparsa la voce che se fosse stato eletto il cardinale francescano Sean Patrick O’Malley – di Boston – si sarebbe chiamato Francesco, ma non ho trovato nessuna fonte minimamente attendibile per tale aspettativa. Grazie di ogni segnalazione. Le altre puntate del seminario online sono state proficue.

Priebke ha diritto come tutti a un funerale e a una sepoltura. Tutti moriamo, giusti e uccisori dei giusti. Dal momento poi che si discute del funerale religioso, vale il principio che siamo tutti peccatori. Ma ritengono che il funerale in Roma di un uomo che trattò i romani come ostaggi da fucilazione sia bene avvenga nella forma più discreta. Perché le teste deboli e quelle calde non abbiano ad approfittarne per fare politica con le ferite di tanti che anche a causa di costui conobbero la disperazione. In una chiesa? E perchè no, se questa fu la sua richiesta e se le circostanze lo permetteranno. Ma avendo cura che non vi siano le sole persone interessate ad accompagnarlo.

“Anche nella Chiesa è importante chiedersi: quale presenza ha la donna? Io soffro – dico la verità – quando vedo nella Chiesa o in alcune organizzazioni ecclesiali che il ruolo di servizio – che tutti noi abbiamo e dobbiamo avere – che il ruolo di servizio della donna scivola verso un ruolo di servidumbre. Non so se si dice così in italiano. Mi capite? Servizio. Quando io vedo donne che fanno cose di servidumbre, è che non si capisce bene quello che deve fare una donna. Quale presenza ha la donna nella Chiesa? Può essere valorizzata maggiormente? E’ una realtà che mi sta molto a cuore”: così stamane il Papa a un seminario sulla Mulieris Dignitatem. Nei primi due commenti altre parole del Papa.

Un 24 dicembre a Regina Coeli, reparto delle mamme con bambini, c’è uno sgargiante Babbo Natale che distribuisce pacchi e pacchetti e se ne va. Un piccolino chiede “dov’è andato Babbo Natale” e un altro gli risponde: “E’ andato a riposarsi in celle”. Nella giornata del Premio Castelli (vedi post di ieri) abbiamo ragionato a lungo dell’amaro scandalo dei bambini in carcere; delle forme di “custodia attenuata” che si dovrebbe attuare per quelle donne, prevista dalla legge ma per la quale mancano fondi; delle vie alternative cercate dal volontariato e dai cappellani per rendere minimamente vivibile la minima vita di chi è appena arrivato ed é già in galera. Nel primo commento una buona proposta venuta da don Virgilio Balducchi e finanziata dalla Cei.