Mese: <span>Giugno 2014</span>

“Fanculo le autorità” scritto con vernice azzurra spiccante su un muro di via Gerolamo Benzoni, sulla destra di chi stia arrivando a piazza “12 ottobre 1492”. Un ottativo a vasto raggio ma privo della forza inclusiva del Fanculo tutti che un giorno avevo letto su un muro di Firenze.

Questo Gesù con la tettina di Maria in mano è nella chiesa di Santa Maria a Vallo di Nera, dove sono stato ieri, tornando da Roccaporena a Roma. “Segnati dallo Spirito. La Cresima come sacramento per il combattimento della vita” era l’argomento del quale avevo trattato, insieme al parroco teologo Giovanni Zampa, con il vescovo Renato Boccardo e i preti di Spoleto e Norcia. Tra le immagini di Vallo di Nera porto quella della cagnola Nuvola che mi ha accompagnato nella visita agli affreschi di Santa Maria tra i quali è la Madonna del Latte del Maestro di Eggi col Bambino che mostra il seno fecondo di grazie della Mater Ecclesiae. Nel primo commento la cagnola.

“Gesù è entrato nel buio della mia esistenza buttando fuori le mediocrità. L’ottobre scorso ho deciso di lasciare la televisione e mi sono iscritto alla Gregoriana perché vorrei abbracciare il sacerdozio”: parole di Fabrizio Gatta (già conduttore di Linea Verde) che saluto con un bicchiere di Vino Nuovo.

“Se noi come Chiesa non sappiamo generare figli, qualcosa non funziona! La fecondità è la grazia che noi oggi dobbiamo chiedere allo Spirito Santo, perché possiamo andare avanti nella nostra conversione pastorale e missionaria. E’ un po’ invecchiata la nostra Madre Chiesa: dobbiamo ringiovanirla. La Chiesa diventa più giovane quando è capace di generare più figli; diventa più giovane quanto più diventa madre”: ha parlato così ieri sera il Papa al convegno annuale della diocesi di Roma. Nei primi commenti riporto per esteso questo passaggio della prolusione di Francesco che si può leggere qui nel testo originale.

“Si scartano i bambini […]; si scartano gli anziani […]; e oggi la crisi è tanto grande che si scartano i giovani. Succede oggi, in questa Europa che si è stancata, non sa cosa fare. Un mio amico mi faceva una domanda, tempo fa: perché io non parlo dell’Europa. Io gli ho fatto una trappola, gli ho detto: ‘Lei ha sentito quando ho parlato dell’Asia?’, e si è accorto che era una trappola! Oggi parlo dell’Europa. L’Europa è stanca. Dobbiamo aiutarla a ringiovanire. Ha rinnegato le sue radici, è vero. Ma dobbiamo aiutarla a ritrovarle”: così il Papa ieri in visita alla Comunità di Sant’Egidio. Nei primi commenti la “trappola” tesa a De Bortoli, direttore del “Corriere della Sera”, e altre parole di ieri e dell’altro ieri.

“Cosa hai / intenzione / di fare / per cambiare / il mondo oggi?” Scritta nera grande che ho letto stamane tornando da messa su un muro di piazza degli Zingari, alla sinistra di chi salga da via Urbana verso via degli Zingari. Inquisitorio, ultimativo. Espresso. Cambiare il mondo: parliamone.

“Mando quattro parole alla bambina che mi cresce lontana” è la risposta di uno slavo, forse ucraino, a un amico che gli siede accanto sul bus 70 e gli chiede che stia facendo sul telefonino. Parla bene, forse ha trent’anni, sembra un laureato.

Sono convinto – mi sono convinto leggendo e telefonando – che Giorgio Orsoni, che conosco come uomo di valore, dica il vero quando afferma che il Pd l’ha usato e abbandonato. E che la responsabilità del finanziamento illecito non fosse sua ma del partito che l’aveva candidato e che ora l’ha scaricato. Ma ritengo che l’emergenza corruzione imponga un taglio con ogni situazione grigia e dunque concordo con chi l’ha spinto alle dimissioni. Egli era difendibile sul piano giudiziario, non su quello politico. Ma chi l’ha fatto dimettere ha il dovere di chiarire i fatti: se cioè sia vero che l’operazione finanziamento è stata orchestrata e anche gestita da persone dell’apparato del Pd, che hanno agito sotto la copertura dell’indipendente Orsoni. E se questo è vero, che ne sarà politicamente di queste persone? Se Orsoni ha dovuto dimettersi da sindaco, quelle persone dovranno dimettersi da ogni partecipazione alla vita pubblica.

E’ una priorità vitale tendere una mano, specialmente in questa congiuntura di crisi economica, a chi soffre di più ed ecco il motivo della recente apertura della mensa-dormitorio di Marghera. L’ho voluta a compimento dell’Anno della Fede e ho chiesto personalmente a papa Francesco se accettava che tale struttura fosse a lui intitolata. E sono stato felice del suo sì immediato e convinto. Le situazioni di povertà devono essere considerate una priorità emergente da una cultura che nasce dal Vangelo e da una fede realmente vissuta“: così il patriarca di Venezia Francesco Moraglia in un’intervista al settimanale Gente Veneta. Nel primo commento altre sue parole sulla necessità di rivedere spese e strutture della Chiesa locale.

“Decine di milioni di bambini – sentite bene: decine di milioni di bambini! – sono costretti a lavorare in condizioni degradanti, esposti a forme di schiavitù e di sfruttamento, come anche ad abusi, maltrattamenti e discriminazioni”: così poco fa il Papa all’udienza generale ricordando la giornata di domani contro il lavoro minorile. “Vi invito tutti a pregare la Madonna che ha avuto il bambino Gesù in braccio, a pregare la Madonna per questi bambini e bambine che sono sfruttati con il lavoro e anche con gli abusi”. Nei primi commenti altre parole di Francesco all’udienza.