Mese: <span>Gennaio 2015</span>

“La morte non è la fine perché il destino dell’uomo è nell’eternità. Non c’è istante di vita che non abbia un significato. Figurati l’ultimo degli istanti! È la summa di tutta la tua vita. Sono sereno. Non ho rifiuto di niente”: parole di Ermanno Olmi confidate al collega Gian Antonio Stella che le ha riferite in una lunga conversazione con il regista pubblicata dal Corsera il 10 gennaio. Olmi racconta a Stella anche il suo matrimonio con Loredana, celebrato da padre Nazareno Fabretti; e l’amore di lei che ora l’assiste nella malattia: “E’ stata una straordinaria fortuna”. Un bicchiere di Vino Nuovo per Gian Antonio ed Ermanno valorosi nella buona e nella cattiva.

“Una folla di poveri per il Papa dei poveri: la sterminata moltitudine di Manila aiuta a intendere qualcosa di Francesco e del destino della sua Chiesa”: è il maldestro attacco di un mio supponente articolo pubblicato oggi dal “Corsera” alle pagine 1 e 3 con il titolo “La nuova frontiera del cristianesimo”.

“Colpisce la dimensione di questo movimento di popolo verso il Papa: sembra che sia la più numerosa presenza a una Eucaristia nella storia, si è parlato di 6 o 7 milioni di persone. Questo dice l’affetto del popolo per il Papa, che attrae per il modo di presentarsi, per il fatto di essere la guida di una Chiesa che è tuttora, qui nelle Filippine, molto viva, vivace e sentita dal popolo come un riferimento fondamentale per la sua vita spirituale, ma anche per la sua vita sociale. Il Papa è stato anche lui colpito da questa attenzione: il Papa dà, ma il Papa riceve”: parole del saggio Federico Lombardi a commento dell’ultima giornata del Papa nelle Filippine. Nei primi commenti alcune parole del Papa da tenere in serbo.

Eccomi con Zoro in Piazzetta – cuore del Rione Monti – alla festa di oggi pomeriggio per Giorgio Napolitano che torna a vivere tra noi. Sono stato anche intervistato, come monticiano doc, da qualche collega: “Dimmi due battute sul Rione e il Presidente”. Ma Napolitano non sono riuscito ad avvicinarlo: l’ho visto appena tra una testa e l’altra, mentre sotto il tendone di un bar gli offrivano torta e spumante. Aveva intorno il maresciallo, il macellaio e il parroco. “Grazie per quello che ha fatto per l’Italia”, gli ha detto don Francesco e Napolitano: “Grazie a lei signor parroco di essere venuto a salutarmi”.

“Prima di buttarsi a polemizzare su questo detto bergogliano conviene richiamare due antefatti: la posizione vaticana consolidata sulle vignette contro Maometto, elaborata dalla Segreteria di Stato sotto Papa Benedetto e che Francesco ha richiamato quasi alla lettera; la libertà di linguaggio del Papa argentino, anzi il gusto creativo per quella libertà, che spesso determina la fortuna delle sue omelie o delle sue interviste”: è un passo pieno di punte del mio commento alle parole del Papa in aereo [vedi post di ieri] pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” alle pagine 1 e 28 con l’ottimo titolo Quell’invito a non deridere la fede degli altri.

“Uccidere in nome di Dio è un’aberrazione. Credo che questo sia la cosa principale sulla libertà di religione: si deve fare con libertà, senza offendere, ma senza imporre ed uccidere. La libertà di espressione: ognuno non solo ha la libertà, il diritto, ha anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune, ma senza offendere. Perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dott. Gasbarri, grande amico, mi dice una parolaccia contro la mia mamma, gli arriva un pugno! E’ normale! Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri”: parole dette oggi dal Papa in aereo durante il volo dallo Sri Lanka alle Filippine. Nei primi commenti riporto domanda e risposta: sono parole di straordinaria schiettezza, da conoscere per intero. Le ho commentate con un articolo per il “Corsera” che linkerò domani.

Un grazie grande così a Napolitano che lascia il Quirinale e torna alla casa di via dei Serpenti, nel cuore del Rione Monti, dove sono anch’io. Sabato pomeriggio saremo in piazzetta per la festa che stiamo preparando. Nel primo commento il telegramma del Papa.

“A tutti coloro che in Italia e altrove affrontano questa o altre prove voglio solamente dire che dobbiamo tutti sforzarci di essere persone e di voler vivere liberi fino alla fine, insomma io non sono il mio tumore e voi neppure siete la vostra malattia, dobbiamo solamente pensare che siamo persone che affrontano una sfida che è capitata”: così ha parlato ieri Emma Bonino annunciando d’avere un tumore al polmone sinistro. Ha concluso dicendo “buon giorno e buon anno a tutti”. Questo blog era iniziato il 14 marzo 2006 con un post intitolato Voglio bene a Emma. Ora le voglio bene ancora di più.