Mese: <span>Febbraio 2015</span>

“Offriamo questa Messa per i nostri 21 fratelli copti, sgozzati per il solo motivo di essere cristiani. Preghiamo per loro, che il Signore come martiri li accolga, per le loro famiglie, per il mio fratello Tawadros, che soffre tanto. ‘Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva, perché tu sei mio baluardo e mio rifugio; guidami per amore del tuo nome'”: così stamane il Papa al Santa Marta, all’inizio della celebrazione.

“Oggi ho potuto leggere dell’esecuzione di quei ventuno o ventidue cristiani copti. Dicevano solamente: ‘Gesù aiutami!’. Sono stati assassinati per il solo fatto di essere cristiani. Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida. Siano cattolici, ortodossi, copti, luterani non importa: sono cristiani! E il sangue è lo stesso. Il sangue confessa Cristo. Ricordando questi fratelli che sono morti per il solo fatto di confessare Cristo, chiedo di incoraggiarci l’un l’altro ad andare avanti con questo ecumenismo, che ci sta dando forza, l’ecumenismo del sangue. I martiri sono di tutti i cristiani”: così Francesco stamane incontrando il moderatore della Chiesa di Scozia. Nel primo commento la telefonata del Papa al Patriarca copto.

“Io non credo che quelli di Papa Francesco, che semplifica il linguaggio della comunicazione ecclesiastica e lo riconduce al Vangelo, siano errori comunicativi, come si usa dire: egli conosce l’apparato delle distinzioni che si sono accumulate nei secoli e la loro utilità in sede accademica, ma ritiene di doverne uscirne per parlare una lingua nuova, di annuncio diretto, da uomo a uomo, che non resti prigioniera del filtro culturale che lo farebbe arrivare al destinatario – quell’annuncio – come elemento di scuola e di erudizione”: è un passaggio della lectio che ho tenuto stamane all’Università Ramon Lullo di Barcelona su La Chiesa e la comunicazione al tempo di Papa Francesco..

Sono a Barcelona e ne ho approfittato per tornare alla Sagrada Familia dove ho fatto foto per voi. Questa delle vetrate al tramonto valga come prologo e altre ne trovate nei commenti.

“Lasciami la presunzione che tu abbia bisogno di me”: fumetto di un cagnetto in vicolo San Clemente, a Brescia, nella zona del Foro di Brixia. Neanche stavolta sono a Brescia, ma si tratta di un appunto preso in occasione dell’ultima visita, come per la scritta dell’altro ieri.

“Franci ho fatto una cazzata però ti amo. Mi manchi”: scritto su un muro di Brescia davanti al Liceo Ginnasio Arnaldo. Non sono a Brescia e quella scritta l’avevo letta in occasione della mia ultima visita, ma oggi l’ho ritrovata tra le carte e la metto perché sempre mi raggiungono le scritte che suonano come interpellanze dirette, messaggi che solo messi sul muro o a terra possono arrivare a destinazione. Vedi tra quelle già segnalate: Tua moglie ti ama – ritorna, Davide parlami, Martina perdonami, Tobi ti amo ancora.

Ieri al campo profughi di Ponte Mammolo, l’abbraccio del Papa ai poverelli in mezzo a un gruppo di equadoregni, con intorno africani, afghani, pakistani, ucraini, rom. Lo chiamano “Papa”, “Padre”, lo ringraziano della sorpresa, gli avvicinano i bambini e lui dice “Ora preghiamo il Padre del Cielo”. Il “Padre nostro” lo dice in castellano, dopo aver chiesto quanti lo conoscono: “Tutti, siamo latino-americani”. Li benedice, chiede preghiere. Se Francesco uscisse di più. Se i parroci avessero tutti il cuore di don Aristide che l’ha portato da chi più ne aveva bisogno e meglio poteva capirlo.

“C’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare” – “E’ necessario, se vogliamo realmente risolvere i problemi e non perderci nei sofismi, risolvere la radice di tutti i mali che è l’inequità” – “Per favore, [voi responsabili della cosa pubblica] siate coraggiosi e non abbiate timore di farvi interrogare nei progetti politici ed economici da un significato più ampio della vita” – “La terra ci è stata affidata perché possa essere per noi madre, capace di dare quanto necessario a ciascuno per vivere” – “Dobbiamo custodire la terra non solo con bontà ma anche con tenerezza”: sono frammenti del video messaggio del Papa per l’incontro che si è tenuto ieri a Milano in vista dell’Expo.