Mese: <span>Marzo 2015</span>

La giornata napoletana di Francesco è stata segnata dai dialetti: la “spuzza” del corrotto che sventola come una bandiera e il saluto napoletano “a Maronna v’accumpagne” che il Papa argentino ha ripetuto con buona pronuncia a ogni appuntamento. Il cardinale Sepe, cultore del dialetto napoletano, ha lodato anche per questo il Papa argentino che – ha detto – “ha un cuore napoletano” e il “naso fino”. E’ la conclusione di un mio articolino di maniera pubblicato oggi dal Corsera. Lo dedico ai visitatori che per loro motivi mostrano di aver esultato o sofferto per quanto avvenuto ieri tra le 08.15 e le 17.30 nella cara Partenope: a Maronna v’accumpagne.

“Quanta corruzione c’è nel mondo! E’ una parola brutta, se ci pensiamo un po’. Perché una cosa corrotta è una cosa sporca! Se noi troviamo un animale morto che si sta corrompendo, che è corrotto, è brutto e spuzza anche. La corruzione spuzza! La società corrotta spuzza! Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, spuzza!”: così Francesco stamane a Scampia, quartiere napoletano di tutte le devianze. Nel testo linkato l’editing vaticano gli fa dire che “la corruzione puzza”, ma Francesco ha detto “spuzza” ed è bene restituire alla parlata papale quella “s” di ribrezzo che c’era nell’italiano antico e che c’è in alcuni dialetti e sta a dire puzza rivoltante, fetore, fetenzia.

“Non si raggiungerà mai la giustizia uccidendo un essere umano”: scelgo questo motto a sintesi di una LETTERA DEL PAPA ALLA COMMISSIONE CONTRO LA PENA DI MORTE che a mio parere costituisce la parola più completa che sia venuta dai Papi su tale materia. Nei primi commenti alcuni passi del documento.

Sono favorevole alla costituzione dell’esercito europeo secondo la proposta del presidente Juncker. Ma ritengo che si debba fare qualcosa immediatamente, senza aspettare i tempi lunghi dell’esercito comunitario: costituire un coordinamento per interventi d’emergenza, di polizia internazionale, ogni volta che siano richiesti o possibili, nelle aree di crisi. Lo dico in riferimento all’Isis e a tutto l’islamismo terroristico. Lo dico da cittadino dell’Europa. Sostenere con ogni mezzo chi combatte sul terreno il terrorismo islamista, coinvolgere nell’impresa l’Arabia Saudita, l’Iran, la Turchia, la Russia. Essere pronti all’uso delle armi, qui e ovunque sia necessario.

Ero in viaggio quando è stata pubblicata, venerdì 13, l’intervista del Papa e Televisa. La recupero ora ma non per le battute sulla Curia come ultima corte d’Europa, sul Sinodo e le aspettative esagerate, sulla sensazione che il suo pontificato sarà breve: di questo tutti hanno parlato. Leggendo la fluviale intervista mi hanno colpito quattro pagliuzze trascurate dalle cronache del giorno e riguardanti l’idea di canonizzare i grandi evangelizzatori, il criterio di scelta di uno degli ultimi cardinali, la coltivazione di cattive amicizie, il suo parlare da parroco. A queste pagliuzze dedico alcuni commenti.

“Me la portavo sott’acqua tenendola per mano”: così Raffaele La Capria corteggia Ilaria Occhini, sposi da 54 anni. Quando l’amore sa resistere al tempo è un articolo della collega Elvira Serra che saluto. Una storia da festeggiare.


Mentre erano in campagna Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise: Cumque essent in agro consurrexit Cain adversus Abel fratrem suum et interfecit eum. Siamo nel capitolo 4 del Libro della Genesi e siamo anche nei mosaici della Cattedrale di Monreale. E io sono nei racconti di mia madre e della sua Bibbia apocrifa dove Caino era Caimme. Mi sono sempre chiesto perché e infine ho scoperto che il mosaico di Monreale dà ragione alla mia mamma. Nei primi commenti altre mie scatenate fantasie.

“Con dolore, con molto dolore, ho appreso degli attentati terroristici di oggi contro due chiese nella città Lahore in Pakistan, che hanno provocato numerosi morti e feriti. Sono chiese cristiane. I cristiani sono perseguitati. I nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani. Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e per le loro famiglie, chiedo al Signore, imploro dal Signore, fonte di ogni bene, il dono della pace e della concordia per quel Paese. Che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace”: così il Papa oggi all’Angelus.

“Una decisione a sorpresa — questa del Giubileo della Misericordia — che ha significati vecchi e nuovi tra loro intrecciati e apparentemente contrastanti. Un intreccio che fa dell’Anno Santo annunciato ieri da Francesco un unicum nella storia degli Anni Santi, che ha più di sette secoli. Sarà il 29° della serie, che era stata avviata da Bonifacio VIII nel 1300, che è anche l’anno in cui Dante colloca idealmente il viaggio ultraterreno della Divina Commedia”: è il largo attacco di un mio articolo pubblicato oggi dal Corsera, nel quale tratto con insolita disinvoltura di indulgenze e misericordia, Porte Sante e Vaticano II.


Visitatori belli sono salito per voi sulla Torre Guinigi, quella con gli alberelli in capo. La più svitata tra le torri di Lucca. Ho contato 230 gradini, facendo tre soste giudiziose. Nei primi commenti una didascalia per ogni sosta e una sugli otto lecci che si pavoneggiano nel vento.