Mese: <span>Settembre 2015</span>

Parente inopportuna mi avvicina mentre accompagniamo un cugino al cimitero e mi dice: “E’ tanto che non ci vediamo, che dici di questo falso Papa?” – “Non è falso per nulla ma ora più che parlare dovremmo pregare”. “Che vuoi che ci facciamo con un’Ave Maria? Piuttosto dimmi: se era un Papa vero si presentava dicendo ‘buonasera’, invece di dire ‘sia lodato Gesù Cristo’ come facevano gli altri Papi?” – Continua nel primo commento.

Il boccino della riforma del Senato – e di tutta l’avventura riformatrice della legislatura – è al momento nelle mani di Renzi e di tre siciliani: la presidente della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama Anna Finocchiaro, il presidente del Senato Pietro Grasso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un pivello etrusco e tre lungimiranti e retropensanti siculi. Ci vedo un significato e forse anche un presagio.

Il 18 dicembre Papa Francesco aprirà la “Porta Santa della carità” all’Ostello della Caritas romana di via Marsala: l’ha detto il vicario di Roma Agostino Vallini durante la sessione conclusiva del Convegno diocesano che si è tenuta ieri sera in San Giovanni. Un’altra Porta Santa, oltre a quelle delle quattro basiliche, sarà aperta al santuario del Divino Amore. Nel primo commento qualche dettaglio su questa Porta Santa che conduce ai bisognosi.

Visitatori belli, sono in viaggio fino a tutto giovedì 17 e per questi tre giorni è sospesa la regola dell’approvazione di ogni singolo commento, introdotta il 31 agosto. Si torna momentaneamente al vecchio sistema dell’ingresso automatico dei commenti tranne il caso del primo accesso di un nuovo iscritto. Così farò, senza darne avviso, ogni volta che sarò in viaggio. Confido che l’autocontrollo collaudato in queste due settimane tenga per la durata di questa breve vacanza della legge.

Che faranno le parrocchie per accogliere i profughi e come si comporteranno con il fisco i conventi trasformati in alberghi: sono due insegnamenti dati da Francesco con un’intervista a Radio Renascença. E’ una Radio del Portogallo, ma quegli insegnamenti appaiono appropriati per Roma, che rigurgita di conventi divenuti alberghi e dove le parrocchie non sanno come muoversi con i profughi. Nei commenti le indicazioni venute dal Papa.

“Da trentasei lunghissimi anni si parla di eliminazione del bicameralismo alla luce del fatto che, nelle forme in cui è sopravvissuto nel nostro Paese, non esiste più quasi da nessun’altra parte del mondo occidentale. La seconda Camera non c’è in quindici (la maggioranza!) dei ventotto Paesi dell’Unione Europea. In otto dei rimanenti tredici (la maggioranza!), il Senato non è eletto direttamente dai cittadini. E i quattro che ancora seguono (parzialmente) il modello italiano – Spagna, Polonia, Romania e Repubblica Ceca – non offrono un modello istituzionale a cui sia, per così dire, obbligatorio fare riferimento”: parole di Paolo Mieli che condivido appieno come spiego nel primo commento.


Eccomi alle dieci di stamane alla Stazione Vaticana, con la mia faccia d’ordinanza, in attesa di salire sul “treno storico” trainato da una locomotiva a vapore che mi porterà – con altri duecento della stampa italiana ed estera – a Castel Gandolfo per l’apertura del Palazzo Apostolico ai visitatori. In serata ho scritto un commento da niente per il “Corriere Roma”. Magari domani lo linko ma intanto volevo farvi sapere che il fatterello non mi era sfuggito. Altre due foto nei commenti a documento del fattaccio.

Aggiornamento al 12 settembre. Qui il commento nel “Corriere Roma”.

“Sono don Gian Luca Carrega, biblista della Diocesi di Torino, incaricato dal Vescovo per l’accompagnamento delle persone omosessuali credenti. Desidero ringraziarla per i suoi interventi su Il Regno in merito alla veglia romana sull’omofobia e i confronti con alcuni partecipanti. Grazie per la delicatezza con cui ha affrontato l’argomento e per la disponibilità a mettersi in ascolto”: nel primo commento il resto della lettera. Un bel saluto a don Gian Luca.

“Chiara te so cresciute le tette”: comunicazione di dati sensibili tracciata a grandi lettere nere sulla fronte della stazione Garbatella della Metro B, uscita verso la Circonvallazione Ostiense.

“In totale sintonia con i voti della maggioranza dei miei fratelli nell’episcopato, riuniti nel recente Sinodo straordinario, ho deciso di dare con questo Motu proprio disposizioni con le quali si favorisca la celerità dei processi”: così dice la premessa papale alla riforma del processo matrimoniale promulgata oggi. L’ho commentata in due piccoli articoli per il “Corriere della Sera” che linkerò domani. Per ora dico che è una riforma di grande impegno, attesa da molti e da molto. La saluto anche come un risarcimento alla memoria del cardinale Pompedda, che soluzioni analoghe aveva sollecitato negli anni a cavallo del millennio, prima da giurista e poi da capo-dicastero. Nei commenti alcuni criteri della riforma che sono posti a premessa del “motu proprio”.