Mese: <span>Aprile 2016</span>

Un bambino profugo a Lesbo ha donato sabato al Papa un disegno del sole che vede bimbi che affogano e piange. Francesco l’ha mostrato ai giornalisti: “Ma se il sole è capace di piangere, anche noi: una lacrima ci farà bene”. Da quando ho ascoltato Francesco mi chiedo dove io abbia sentito la parabola del sole che piange. Chiedo aiuto ai visitatori fannulloni: datemi una mano a cercare. Il sole che ride dei Verdi, il sole che “par che dica” in Leopardi e nel Tasso. Quello che “de te altissimo porta significatione” di Francesco e tanti altri belli e bulli. Ma il sole che piange dove l’ho già incontrato?

Sarà una giornata “triste” aveva detto Francesco in aereo ai giornalisti partendo da Roma ieri mattina e al ritorno, ieri pomeriggio tornando l’ha definita “una giornata troppo forte per me”. Troppo forte nella debolezza, si può intendere, come quasi sempre sono i giorni dei cristiani. “Era da piangere” ha detto ancora. Piangi quando non puoi altro. E il Papa e Bartolomios e Ieronymos ieri non potevano altro. Interpreto così la loro giornata di credenti inermi di fronte al peccato del mondo. In questa chiave riporto nei commenti alcune battute scambiate da Francesco con i giornalisti.

Francesco, Bartolomios e Ieronymos si sono appena ora abbracciati a Lesbo dove si trovano a nome di tutti i cristiani e di tutti gli uomini decisi a restare umani. Seguirò in diretta, nel blog, la giornata. Giornata da segnare in rosso.

Chi ama di più? Una mamma: l’afferma Francesco citando Tommaso d’Aquino nell’esortazione che vado studiando. L’affermazione mi ha sedotto. Ho cercato il latino dell’Aquinate e nei commenti vi faccio dono di queste meraviglie.

“Nessuno può pensare che indebolire la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio sia qualcosa che giova alla società”: così al paragrafo 52 dell’esortazione Amoris laetitia. L’altro ieri ho raccolto in un post 12 brani di quel documento interpretabili come cantico alla gioia dell’amore. Ora ne segnalo altri 12 che suonano come denuncia e protesta nei confronti della post modernità. Questa partita doppia della lettura del documento sta a dire che non sono accettabili interpretazioni funzionali a questa o a quell’ideologia, ma che è necessario un discernimento severo di ogni sua pagina.

Ricorderete che in un commento al post del 24 marzo sulla lavanda dei piedi chiedevo aiuto per interpretare un brano di Ambrogio di Milano sul battesimo, curioso di capire se lavasse i piedi anche alle donne appena battezzate: un cultore del patrono di Milano mi ha segnalato un testo nel quale Ambrogio afferma che il rito dell’effatà lo compie toccando con le dita la bocca degli uomini e le narici delle donne. Mi è piaciuta la distinzione – come m’attira ogni stacco di maschile e femminile – e ve la propongo nei commenti.

“La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa”: questo è l’attacco dell’esortazione Amoris Laetitia. Rientrato dal viaggio in Spagna che per me è coinciso con la pubblicazione del documento, ho riletto e ho deciso di trattarne ancora, a complemento di quanto già detto nel post di venerdì 8: La misericordia di Francesco per le famiglie ferite. Svolgerò due approfondimenti: questo sullo sguardo in positivo che il Papa rivolge all’amore umano e un altro sulle insidie del mondo d’oggi a quell’amore. L’approfondimento consisterà – secondo il metodo che ho sempre usato – nella proposta di un’antologia di brani che a me serve di promemoria e può essere utile a chi non leggerà per intero il documento.

Il mio sogno di Montserrat ha 33 anni, nato il 7 novembre 1982: quel giorno vi andò Papa Wojtyla che io stavo seguendo per tutta la Spagna, ma c’era tempesta sulla santa montagna e noi giornalisti dovemmo accontentarci della televisione. Si aprirono le cateratte del cielo e vi morirono due ragazze. I fulmini impedirono all’elicottero del Papa di atterrare. Dissi “ci torno” ma solo ieri ci sono tornato.

Visitatori belli vi mando un festoso saluto da Barcellona, dove sono da ieri per due incontri alla Fundació Joan Maragalla e all’Università Raimondo Lullo: ho letto la “Amoris Laetitia” di notte e in aereo, ho tenuto lectio e scritto articoli alla rinfusa, domani vado a Monserrat. Non ci sono mai stato: sono felice di poterci andare e sono contento dell’esortazione papale e del dibattito che qui si è sviluppato. Buenas noches e buen domingo. Vi voglio bene.

Francesco detta le regole della “misericordia pastorale” per le famiglie ferite, indicando come possibile “in certi casi” l’ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati. L’esortazione pubblicata oggi con il titolo “Amoris laetitia” (La gioia dell’amore), a riepilogo dei due Sinodi sulla famiglia del 2014 e del 2015, fa segnare un passo alla sua “riforma della Chiesa in uscita”, in quanto esce per un momento dalla logica delle affermazioni categoriche sulle “situazioni oggettive di peccato” e apre al “discernimento” del caso per caso.