Mese: <span>Ottobre 2016</span>

Il padre Arturo Sosa aveva conosciuto Jorge Mario Bergoglio durante la Congregazione Generale 33ma, nel 1983. Arturo aveva appena 35 anni: era molto giovane per essere un “padre congregato”. Bergoglio — che allora ne aveva 47 — lo vedeva giovane e robusto. Per questo gli diede un nomignolo: “potrillo”, cioè “puledro”. La raccomandazione che il Papa gli ha fatto alla notizia della sua elezione a Generale è stata: “sii coraggioso”. E’ un passaggio del commento all’elezione del nuovo generale pubblicato l’altro ieri dal padre Antonio Spadaro nel sito della Congregazione Generale. Nei commenti do conto di esso e di un’altra presentazione del nuovo superiore fatta dal provinciale del Venezuela.

Ieri primo incontro del nuovo superiore dei Gesuiti con la stampa. Interrogato sull’invito di Francesco a “fare chiasso” come Chiesa, ha risposto che va inteso anche nel senso di non aver paura di buttarsi nei conflitti. “La Compagnia non deve difendere se stessa, non conformarsi a quello che c’è e neppure a quello che la Chiesa è. Ma deve riformarsi e uscire”. Ho apprezzato questa risposta del padre Arturo Sosa. Nei commenti altre parole da me appuntate.

Come i visitatori già sanno, ero a Siracusa sabato 8. La città splendeva sul mondo rotondo. Io in essa. Pietre di luce a San Giovanni Evangelista.

Jacopo Fo ieri a Milano, in piazza Duomo, ha salutato il padre dicendosi sicuro che ora i genitori Dario e Franca “sono insieme”, perché “non è possibile morire veramente” e perché loro due, svolgendo la loro impresa d’artisti, “hanno visto qualcuno che c’era veramente”. Nel primo commento le parole di Jacopo, che ho ricostruito dalle cronache del “Corsera” e di “Repubblica”.

Ieri Francesco ha visitato il “Villaggio SOS” in zona Boccea, a Roma: una casa famiglia che accoglie bambini con disagi. Ha fatto merenda con loro. Era un “venerdì di misericordia”: il decimo. Nei commenti il comunicato vaticano.

La Congregazione Generale dei Gesuiti ha eletto superiore generale padre Arturo Sosa Abascal, venezuelano. Il primo pensiero, avuta la notizia, è che ora anche il “Papa nero”, dopo quello bianco, viene dall’America del Sud. Non era mai capitato che un successore di Ignazio di Loyola – questo è il 31° – venisse da un paese esterno all’Europa. La migrazione cristiana verso il Sud del mondo e la fuga delle Chiese dall’Europa danno un nuovo segnale.

Il Papa all’udienza chiede “con tutta la forza” un “immediato cessate il fuoco” ai protagonisti del “disumano conflitto” siriano. Nel primo commento le parole di Francesco, qui un bacio di solidarietà al Papa e alle vittime.