Il dibattito su Francesco con Rusconi, oggi pomeriggio alla Stampa Estera [vedi post di ieri mattina], ha avuto una trentina di partecipanti e un buono scambio, come già il 26 gennaio a Russia Ecumenica. Un risultato che incoraggia ad andare avanti. Domani darò qui, come l’altra volta, la registrazione audio dell’incontro. Ma subito nel primo commento replico fuori microfono a Rusconi, che in finale ha fatto riferimento alla nomina, avvenuta oggi, del successore dell’arcivescovo Negri a Ferrara, che è il prete cremonese Giancarlo Perego.
Mese: <span>Febbraio 2017</span>
“Credo che possiamo ritenere, con sicura e tranquilla coscienza, che la dottrina, nel caso, è rispettata”: è l’affermazione centrale di un libretto del cardinale Coccopalmerio che traccia un’interpretazione giuridica e teologica delle circostanze indicate da “Amoris laetitia” per l’ammissione ai sacramenti delle persone che vivono in situazioni matrimoniali irregolari. Nei commenti rimandi e dettagli a illustrazione del volumetto presentato stamane alla Radio Vaticana dal teologo Maurizio Gronchi.
Domani 15 febbraio secondo mio dibattito su Francesco con Giuseppe Rusconi alla Stampa Estera. Nei commenti i dettagli dell’appuntamento, riservato ai colleghi stranieri, ma del quale io metterò qui nel blog la registrazione audio. Nel primo giro – che fu a Russia Ecumenica il 26 febbraio – trattammo di Lund e dei dubia, stavolta dell’Ordine di Malta e dei manifesti antipapali.
“Si tratta di una mostruosità assoluta, di un orrendo peccato, radicalmente contrario a tutto ciò che Cristo ci insegna […]. Abbiamo dichiarato che è nostro dovere far prova di severità estrema con i sacerdoti che tradiscono la loro missione, e con la loro gerarchia, vescovi o cardinali, che li proteggesse, come già è successo in passato”: parole di Francesco a prefazione del libro autobiografico di Daniel Pittet, “La perdono, padre” pubblicato ora da Piemme.
La Civiltà Cattolica, la rivista principe dei gesuiti, è arrivata sabato 11 febbraio al fascicolo 4.000: è la più antica rivista culturale d’Italia, il 5 aprile compirà 167 anni. Nacque come una testata di battaglia e battagliera è anche oggi, benché sia cambiato il segno del combattimento: nel 1850 l’obiettivo era di schierarsi a difesa del Papa, minacciato dalle rivoluzioni culturali e politiche; oggi è di difendere il Papa, il cuore dell’impresa è sempre quello, nella sua scommessa per una Chiesa in uscita. E’ l’attacco di un mio pitaffio sulla storica testata pubblicato oggi da Corsera Digital.
Antonio Gramsci nei “Quaderni del Carcere” (1929-1935) cita 157 volte la rivista “Civiltà Cattolica” di cui domani esce il fascicolo numero 4.000, a due mesi dal compimento del 167° anno dalla fondazione. Ho passato la giornata a scrivere un articolo sulla storia della rivista per la Digital Edition del Corsera e domani lo linkerò. Nei commenti dico come so delle 157 citazioni.
“Essere radicali nella profezia è il famoso sine glossa, la regola sine glossa, il Vangelo sine glossa. Cioè: senza calmanti! Il Vangelo va preso senza calmanti. Così hanno fatto i nostri fondatori”: parole del Papa ai superiori generali maschili, dette il 25 novembre 2016 e pubblicate oggi da “La Civiltà Cattolica” come pezzo forte per il suo fascicolo n. 4000. Nei commenti i brani della conversazione che ho deciso di avere nel mio archivio bergogliano.
Al termine dell’udienza Francesco stamane ha invitato a pregare “per i nostri fratelli e sorelle Rohinya cacciati via dal Myanmar, vanno da una parte all’altra, torturati, uccisi”. Nel primo commento l’intero appello.
“Sono ancora troppo figlio per desiderare di diventare padre” dice Paolo Cognetti, che è uno scrittore vero (sto leggendo “Le otto montagne”, Einaudi) e ha 38 anni. Guardo ai figli che abbiamo intorno: non sono scrittori ma hanno tutti 38 anni e nessuno pensa a diventare padre.
“Papa Francesco e il presidente Trump sono due leader forti, ambedue hanno un sostegno quasi fanatico in alcuni settori dell’opinione pubblica e un’opposizione altrettanto accesa in altri. Ambedue sono polarizzanti così che non ci sono verso di loro molte opinioni fredde: o sono amati, o sono odiati; e al fondo sono due populisti: non si rivolgono alle élites ma al popolo. E non si impressionano se non raccolgono il consenso delle élites”: paragone svolto da John Allen, direttore di Crux, da me intervistato per il “Corriere della Sera” di oggi. Nel primo commento un po’ di contorno.
24 Commenti