Mese: <span>Ottobre 2017</span>

Il cardinale Müller firma un’introduzione a un libro di Rocco Buttiglione, “Risposte amichevoli ai critici di Amoris laetitia? (Ares, pp. 208), che sarà in libreria il 10 novembre. Nel volume Buttiglione risponde alle critiche rivolte a Papa Francesco, ai “dubia” e alla “correctio filialis”. Il cardinale condivide nella sostanza il suo lavoro ma propone una lettura più restrittiva delle novità dell’AL, che difende e critica. Nei commenti riporto tre brani dell’introduzione pubblicata in parte oggi da Vatican Insider: uno a difesa dell’AL, un altro di adesione a Buttiglione, un terzo di critica al documento del Papa.


Eccomi oggi sul mezzogiorno in fitto dialogo con una colonna della pieve romanica di Santa Maria di Portonovo, che è ad Ancona, sotto il Monte Conero, tra la rupe e il mare. Pieve che Dante indicò come “Nostra Donna in sul lito adriano” (Paradiso 21, 123). Più volte l’avevo cercata ma sempre chiusa l’avevo trovata. Oggi la tenevano aperta i volontari di Italia Nostra. Avevo parole per le dodici colonne attese da decenni.

Visitatori belli buongiorno. Qui nel blog le cose non vanno come vorrei. Per il momento resta ogni libertà ma indico tre criteri ai quali vorrei che tutti si attenessero. Se non verrò ascoltato li renderò cogenti. Li dico nei primi commenti e riguardano il numero degli interventi per visitatore, l’uso degli insulti, le battaglie ideologiche. Buona giornata a tutti.

Le settimane in cui leggo le centinaia di lavori partecipanti al concorso mi immedesimo nel Pirandello della novella La tragedia di un personaggio (1911) che confessa disarmato: «È mia vecchia abitudine dare udienza, ogni domenica mattina, ai personaggi delle mie future novelle. Cinque ore, dalle otto alle tredici. Non so perché, di solito accorre a queste mie udienze la gente più scontenta del mondo». E’ un brano di un mio racconto sull’esperienza delle carceri che ho maturato facendo da oltre sei anni il presidente della giuria del Premio Castelli, un concorso di scrittura per detenuti. Nei commenti completo la citazione del racconto e fornisco altri link per chi voglia conoscere qualcosa del Premio e di quel mondo.

Da passeggero curioso fotografo sulla facciata dell’Ospedale San Giovanni lo stemma di Everso dell’Anguillara [che è a fianco della quarta finestra a destra del portone centrale] recante “un mezzo cinghiale che tiene fra denti un’anguilla” e m’informo e stupisco di nuovo e sempre sull’abisso che è l’uomo. Nel primo commento il perché e percome.

Se ci affideremo alla misericordia di Dio, come il ladrone dalla croce, saremo portati da Gesù “nella casa del Padre” e vi andremo “con quel poco o tanto di bene che c’è stato nella nostra vita, perché nulla vada perduto di ciò che Lui aveva già redento”: nuova ottima catechesi del Papa stamane sul morire cristiano, che completa quella della settimana scorsa e chiude il ciclo della speranza durato un anno. Riporto nei commenti i passi nodali e aggiungo un pitaffio per gli antipatizzanti.

Mohammed egiziano con quattro figli del quale qui due volte ho narrato, incontra il nostro parroco don Francesco e gli dice: “Io quando vedo lei che cammina e guarda tutti con occhio buono penso che la vita continua e sono contento”. Voglio bene a Mohammed.

La catechesi di Francesco sul cristiano di fronte alla morte di mercoledì 11 ottobre ha provocato un nuovo assalto di quelli che l’accusano d’eresia: ha detto che “tutto verrà salvato” e hanno interpretato che “tutti” saranno salvati, anche senza pentimento, da Hitler ai pedofili. Ma il Papa non aveva detto “tutti”, aveva detto “tutto” intendendo – com’è lampante dal contesto – il “tutto” di una vita cristiana magari tribolata purché vissuta nella perseveranza. A dimostrazione che si questo si tratti, riporto nei commenti per intero i due primi paragrafi della catechesi evidenziando in nero le espressioni che chiariscono quel concetto, facendoli precedere da una mia sintesi della faccenda e aggiungendo in coda due noterelle.

Ho conosciuto il padre Giancarlo Politi del Pime e l’ho intervistato negli anni e ora scopro che ha l’Alzheimer e leggo sue parole vere d’invito agli altri malati a non scoraggiarsi, a restare umani nella prova: gli mando un abbraccio e nei commenti dico chi è, e riporto le parole che ha detto in un’intervista video che considero importante e metto il link a essa. Buona domenica ai visitatori.