Quello che è successo dopo che Gesù disse: “Non resterà pietra sopra pietra”

Papa Francesco al Muro del Pianto il 26 maggio 2014 – per introdurre la scheda della lectio di Pizza e Vangelo che faremo via Zoom domani, lunedì 4 marzo 2024 alle 21.00, sul capitolo 13 del Vangelo di Marco, dove Gesù dice del Tempio di Erode il Grande che di esso “non resterà pietra sopra pietra”. Nei commenti riporto la scheda e metto l’invito a collegarsi che rivolgo a tutti i visitatori del blog

7 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Dieci volte Gesù dice: vegliate, fate attenzione, non allarmatevi – Marco 13, 1-13. Il capitolo 13 di Marco è occupato per intero dal discorso escatologico di Gesù: è il capitolo più drammatico e anche più difficile di tutto questo vangelo. Lo leggeremo in tre serate. Ma in questo primo appuntamento dobbiamo dire qualcosa sull’insieme del testo, prima di mettere la lente sulla prima delle parti nelle quali lo divideremo.
    Siamo nella fase culminante del racconto di Marco: nel prossimo capitolo, il 14°, Gesù sarà tradito e arrestato. Eccoci a metà dell’ultima settimana di vita del Maestro. Per dirla secondo il nostro calendario, la domenica Gesù è entrato in Gerusalemme, il lunedì ha cacciato i mercanti dal tempio, il martedì e il mercoledì li ha passati in disputa con le autorità del Tempio. Il nostro capitolo inizia con le parole di Gesù sulla distruzione del Tempio pronunciate la sera del mercoledì.
    Svolgeremo la nostra lettura intorno a tre fuochi:
    non sarà lasciata qui pietra su pietra dice il Maestro: viene dunque un tempo di grande prova, di una prova estrema, ma voi non vi allarmate e badate a voi stessi;
    prima della fine dei tempi è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le genti: e vediamo bene che questo – dopo duemila anni – non è ancora avvenuto;
    chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato: l’intero discorso mira a rassicurare, invitando a perseverare nella prova, perché la perseveranza conduce alla salvezza.

    3 Marzo, 2024 - 18:16
  2. Luigi Accattoli

    Coraggio e vigilanza. Vedremo che nell’intero capitolo per almeno dieci volte Gesù formula appelli al coraggio e alla vigilanza – e sarà alla luce di questi appelli che lo leggeremo:
    badate che nessuno vi inganni – versetto 5
    non allarmatevi – versetto 7
    badate a voi stessi – versetto 9
    non preoccupatevi di quello che direte – versetto 11
    non sarete voi a parlare ma lo Spirito Santo – versetto 11
    sorgeranno falsi profeti ma voi non credete a loro – 21
    fate attenzione – versetto 23
    sappiate che egli è vicino – versetto 29
    le mie parole non passeranno – versetto 31
    fate attenzione e vegliate – versetto 33

    3 Marzo, 2024 - 18:16
  3. Luigi Accattoli

    Marco 13, 1-13. Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: “Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!”. 2Gesù gli rispose: “Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta”.
    3Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: 4″Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?”.
    5Gesù si mise a dire loro: “Badate che nessuno v’inganni! 6Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno. 7E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. 8Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.
    9Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. 12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 13Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

    3 Marzo, 2024 - 18:17
  4. Luigi Accattoli

    Guarda che pietre. v. 1: Maestro, guarda che pietre e che costruzioni. La magnificenza del Tempio di Erode il Grande è celebrata dagli scrittori del tempo: “All’esterno del tempio non mancava nulla per impressionare né la mente né la vista. Agli stranieri in viaggio verso Gerusalemme esso appariva da lontano simile a un monte coperto di neve, perché dove non era ricoperto d’oro era bianchissimo” (Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, capitolo V).
    v. 2: Non sarà lasciata qui pietra su pietra. Può esservi un’eco di Geremia 26, 18: “Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine, il monte del tempio un’altura boscosa”.
    v. 3: Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte. Sono i primi discepoli chiamati da Gesù come narra Marco 1, 16-20.
    v. 5s: Badate che nessuno v’inganni! Molti verranno nel mio nome, dicendo: Sono io. E’ verosimile immaginare che nella comunità cristiana primitiva l’arrivo delle prime persecuzioni abbia provocato una gran febbre apocalittica: da qui l’intera tessitura rasserenante del discorso escatologico: non è ancora la fine, non allarmatevi, non credete ai falsi profeti.
    v. 8: questo è l’inizio dei dolori. La parola greca tradotta con “dolori” è la stessa che si usava per le doglie del parto: odines. Si tratta dunque di dolori portatori di vita. L’intento rassicurante è espresso dall’affermazione che si moltiplicheranno le sventure e le guerre, ma “questo” sarà solo l’inizio di quanto dovrà accadere: non sarà ancora la fine.
    v. 10: prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. Si può immaginare che questo richiamo alla predicazione universale sia frutto del lavoro redazionale di Marco, perché quell’idea si era fatta strada a fatica nelle comunità apostoliche: di sicuro quella previsione non poteva averla formulata così lo stesso Gesù se ancora nel 50 dopo Cristo il cosiddetto Concilio di Gerusalemme fatica a porla a regola valida per tutti.
    v. 12: Il fratello farà morire il fratello. La persecuzione che manda a morte i cristiani ha inevitabilmente provocato rotture e conflitti familiari, come abbondantemente attestano gli atti dei martiri.
    v. 13: chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. E’ la sintesi delle rassicurazioni fornite fin qui dal nostro capitolo: non allarmatevi, lo Spirito Santo vi dirà come dovrete parlare, perseverate.

    3 Marzo, 2024 - 18:18
  5. Luigi Accattoli

    La parola ai maestri. Gianni Baget Bozzo: Il segno dei cristiani nella storia è la persecuzione. Da Buona domenica. Anno C, Bologna 1997, p. 141s
    Gesù guarda l’edificio del tempio di Gerusalemme, il tempio rinnovato da re Erode, la gloria di Israele. Ed egli annuncia: non resterà pietra su pietra che non venga distrutta. Era una parola dura per chi lo ascoltava, perché il tempio era il luogo in cui abitava il Dio di Israele, la sua presenza in mezzo al popolo. Di lì si rifrangeva su ogni ebreo la dignità di membro del popolo di Dio […]. La sua distruzione portava distruzione nell’anima di ogni ebreo.
    I discepoli che ascoltavano Gesù sapevano che egli guardava oltre il tempio, che pensava che essi, il popolo di Gesù, fossero il nuovo popolo di Dio, perché discepoli del Messia, parte del suo Regno. Potevano dunque pensare che la protezione, che dalla presenza dell’Unico scendeva sul tempio, si sarebbe fermata su di loro, che la mano dell’empio, del pagano, che poteva su Israele, il popolo del Dio Unico, non poteva nulla su di loro divenuti, in quanto discepoli del Messia, il regno di Dio, la nuova casa del Dio unico, presente nei loro corpi. I loro corpi sarebbero stati protetti dalla potenza dell’Unico.
    Gesù confuta la loro presunzione di sicurezza, la convinzione di essere divenuti, come popolo del Messia, un popolo inviolabile. Anzi, il loro segno sulla terra sarebbe stata la persecuzione
    .

    3 Marzo, 2024 - 18:18
  6. Luigi Accattoli

    Ormai sono 21 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 21 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    3 Marzo, 2024 - 18:32
  7. Luigi Accattoli

    Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 4 marzo. L’appuntamento precedente fu lunedì 19 febbraio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 25 febbraio:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/allascolto-del-maestro-seduto-di-fronte-al-tesoro-del-tempio/

    3 Marzo, 2024 - 18:35

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