Mese: <span>Marzo 2012</span>

Vide che l’avevano lavato e vestito e composto nella bara proprio come si deve e gli parve di non essere mai stato così pulito. Vide anche, appoggiato al muro, il coperchio della bara con su una targhetta che portava il suo nome a lettere stampate, cosa che non gli era mai capitata in vita.

Perdonare il giovane che fatto tanto male a mia figlia? Credo che quel ragazzo sia uno strumento, vengo da una cultura cristiana. Odio, rancore e vendetta non servono a nulla. La giustizia umana è compito degli uomini, farò una preghiera per tutti, anche per il ragazzo“: parole preziose dette ieri all’ANSA dalla mamma della ragazza di Tivoli che un giovane militare ha violentato a Pizzoli (L’Aquila), nei pressi di una discoteca, la notte tra l’11 e il 12 febbraio. Quelle parole la donna le ha dette subito dopo l’uscita della ragazza dall’ospedale dell’Aquila, dove è stata curata in questi giorni: “Ci vorrà molto prima che mia figlia si riprenda. Quanto accaduto è stato come uno tsunami che si abbatte su una famiglia e ne sconvolge la tranquillità. Non si può spiegare, la realtà supera l’immaginazione. E non si tornerà più come prima. Dobbiamo mettercela tutta. Impegnarci e lottare perché queste cose non accadano più. Questi fatti investono aspetti più complessi: vorrei dirlo alle famiglie, ai genitori, aspetti che non si risolvono non facendo uscire di casa i nostri figli. Tirano infatti in ballo il livello sociale e di educazione, in tal senso tutti siamo un pochino responsabili, genitori, insegnanti, autorità, e non perché abbiamo fatto, ma probabilmente perché abbiamo omesso qualcosa“. Amo questa donna.

E la vita cos’è?
È una cosa straordinaria. Qualsiasi sistema di vita. E’ l’elemento dove il mistero, la trascendenza, c’entra di più.
Parli come un credente. Ma da quando Lucio Dalla crede in Dio?
Guarda, non è tanto dalla ragione che nasce la fede. Il meccanismo del credere è dentro di noi, nasce assieme a noi. È una rigenerazione, credere. Io sono credente e credulone. Sono disposto a credere. Anzi, faccio fatica a capire quelli che non credono. Io credo che la morte sia solo la fine del primo tempo.
E hai sempre pensato queste cose?
Ci ho sempre creduto. È stato uno sviluppo continuo, ed è sempre rimasto intatto questo stupore davanti al mistero. Credo più nelle cose che non si vedono che in quelle che si vedono. Quello che non vediamo c’è di più. Sono tutto fuori che un saggio, ma alla fine ho visto molto.