Mese: <span>Agosto 2016</span>

Sono il portavoce del gruppo «Ospitare i rifugiati» della mia parrocchia romana e qui racconto qualcosa della nostra esperienza, tra entusiasmo e delusione. Costruire il gruppo è stato facile ma abbiamo atteso a lungo l’arrivo della prima ospite e questa è stata già una prova per la tenuta del gruppo. Ci eravamo appena affezionati a lei quand’è arrivata una seconda, le due hanno litigato e la prima se ne è andata senza un «grazie». Altra prova viene dall’impressione che sia poco, troppo poco quello che si fa e non solo in parrocchia ma in Roma e in Italia. Per andare avanti occorre, qui come sempre, imparare l’umiltà e restare fedeli nel poco. – E’ l’attacco gattonante di un articolo sull’accoglienza nelle parrocchie che ho scritto per “Il Regno”. Niente de che, diciamo a Roma ma parla di ciò che avviene.

Parabole di Papa Bergoglio 7. Al termine dell’Udienza generale di stamane, parlando in italiano Francesco ha aggiunto alla catechesi già svolta la narrazione di un vescovo che nella sua Comunità ha voluto “porte di misericordia di entrata e di uscita”: una per entrare e chiedere il perdono, l’altra per portare la misericordia agli altri. Nei commenti il racconto, la premessa, l’applicazione.

Certe suore in centro a Torino hanno sul muro della casa una bacheca con gli avvisi delle attività settimanali. Ogni mattina trovano strappati i fogli con qualche angolo di carta intrecciato a una delle puntine. S’appostano a turno. Scoprono il tipo che all’alba passa di lì con il cane e strappa gli avvisi. “Scusi, perché fa questo?” – “Perché sono gay e voi della Chiesa ce l’avete sempre con noi” – “Ma noi non c’entriamo, noi non ce l’abbiamo con te” – “Ah no? Allora da domani non li strappo più”.

Il vescovo Mansueto Bianchi, che ho conosciuto e amato, è morto per tumore allo stomaco il 3 agosto, aggiungendo al testamento già redatto – e riguardante l’affidamento di oggetti – le parole “Alla fine ció che rimane è la misericordia di Dio”. Aveva 67 anni. Era stato vescovo di Volterra, poi di Pistoia, infine dell’Azione Cattolica. Nel 2011 mi aveva chiamato ad animare una veglia di Pentecoste nella piazza del Duomo di Pistoia sul tema: “Quando siamo chiamati a camminare sulle acque”. Ho un buon ricordo di quella serata. Nei commenti qualcos’altro.

Un ragazzo cresciuto alla scuola della discarica racconta come operai, poveri, gabbiani, cani selvatici e lupi abbiano trovato il modo di sfruttare in pace le risorse di quella montagna di rifiuti e ne trae un insegnamento. Siamo a Val, città turca al confine con l’Iran. Nei commenti l’intero racconto che prendo dalla lettera d’agosto dei miei amici Roberto e Gabriella che vivono laggiù da tanti anni.

L’islam a Roma è massima sfida, anche simbolica: «Prenderemo Roma» è uno dei gridi di battaglia dell’Isis. Ma la presenza in Roma dell’islam che prega può essere una risorsa, come si è visto domenica con l’accoglienza di delegazioni musulmane nelle chiese. A Roma pare che quell’accoglienza sia stata più ampia rispetto a ogni altra città italiana ed è bene che sia così, perché qui l’urgenza di porre segni di pace è maggiore. E’ il contegnoso attacco di un mio fondo pubblicato oggi dal “Corriere Roma”. Nei commenti qualche menoma gionta.

“Raramente la pietà è stata più corale e la documentazione più scarsa”: è un’affermazione ad effetto con cui presento – per il Corriere della Sera online – il “Perdono di Assisi” e la visita alla Porziuncola che Papa Francesco farà oggi pomeriggio. Nei commenti il dettaglio della visita e qualche elemento della querelle storica sul Perdono.

Parabole di Papa Bergoglio 6. Parlando il 27 luglio ai vescovi della Polonia, il Papa ha annunciato che sarebbe andato a fare visita al cardinale Macharski morente – è morto ieri – e li invitati a fare altrettanto, chiarendo che sarebbe impossibile vederlo ma che ha un valore il solo fatto di “avvicinarsi alla clinica e toccare il muro”. Nel primo commento le parole del Papa pubblicate ieri dalla Sala Stampa vaticana e nel secondo il mio commento.