“Non mi è mai passato per la testa di dimettermi” dice Francesco in un’intervista alla spagnola Radio Cope. Nel colloquio Bergoglio si augura che il cardinale Becciu sia “innocente” e qualifica come difficile ma da “portare avanti” il dialogo con la Cina. Sull’Afghanistan definisce “lecito” il ritiro degli occidentali ma si chiede se “tutte le eventualità” dell’operazione siano state considerate e si dice d’accordo con chi ritiene “irresponsabile” proporsi di “costruire la democrazia in altri paesi, ignorando le tradizioni del popolo”. E’ l’attacco di un mio articolo pubblicato oggi dal Corsera, che riporto nei primi due commenti, facendolo seguire da una raccolta di brevi passaggi della lunga intervista.
Anno: <span>2021</span>
“Rivolgo un appello, a tutti, a intensificare la preghiera e a praticare il digiuno: sto parlando sul serio”: così il Papa all’Angelus a proposito del disastro afghano. Nel primo commento l’intero appello di Francesco. Nel secondo una mia proposta agli amici che mi seguono.
Durante la conferenza sulla pandemia – di cui al post del 24 agosto – mi è stata fatta questa domanda, avendo io accennato all’opportunità di favorire una vaccinazione generalizzata della popolazione: se il vaccino non è obbligatorio, come si può mettere l’obbligo del green pass per l’esercizio di talune professioni o per lo svolgimento di certe attività? Ho risposto con un rimando alla patente di guida, di cui al primo commento.
«Mi intubano, ora ti saluto. Amore da domani non parleremo più. Mi affido totalmente alla volontà di Dio e alle decisioni che prenderete. Vi amo tanto. Stai sicura che Dio è più grande»: così Enzo Galli – 45 anni, morto all’ospedale di Careggi, Firenze, il 25 agosto – aveva parlato alla moglie Simonetta Filippi il 29 maggio e da allora non era mai uscito dall’intubazione. Nel primo commento il sommario della vicenda come è stata narrata dal Corriere Fiorentino e dal Corriere della Sera del 25, 26, 27 agosto.
Parlavo come potevo della pandemia a Sestri Levante, a un centinaio di persone attentissime. Tra esse una di 97 anni, di nome Elvira, prendeva appunti. Da me interrogata argomentava che “non fa scienza, senza lo ritenere, avere inteso” (Dante nel quinto del Paradiso).
Il giorno 17 agosto ho tenuto nel giardino della Casa Madonnina del Grappa, a Sestri Levante, una conferenza dal titolo “Cristiani in tempo di Covid: storie di vita” nella quale ho annunciato che dalla raccolta di storie di pandemia pubblicate qui nel blog nascerà, con la collaborazione del collega Ciro Fusco, un volume che sarà pubblicato dall’editrice trentina Vitrend. Nel primo commento l’avvio della conferenza e il link al testo completo.
Singolare coincidenza: ho letto il vivo poemetto di Giuseppe Villa intitolato Rovi il 18 agosto, due ore dopo che a messa avevo ascoltato – dal Libro dei Giudici – la parabola degli alberi che decidono di ungere un re. Mi sono parsi due testi da leggere a specchio l’uno dell’altro e così ve li propongo, mettendo nel primo commento il testo di don Giuseppe, che potrebbe essere intitolato Parabola delle nozze dei rovi e del fuoco; nel secondo quello del Libro dei Giudici; nel terzo un mio saluto all’autore del primo.
“Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore”: così Papa Francesco in un messaggio “ai popoli dell’America Latina” in occasione della campagna di vaccinazione contro il COVID-19. Lo condivido e lo riporto nei primi due commenti.
Sono pieno di spavento per l’Afghanistan. Non ho al momento il tempo e la forza per una lettura d’insieme ma voglio dire ai visitatori il mio spavento. Ci provo nei primi tre commenti.
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