Donne di Buffalmacco nel vento dell’abisso

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Buonamico Buffalmacco (1290 circa – 1340) era per me un giocoso personaggio del Decameron, burlatore di Calandrino in cinque novelle e suo compare a schiccherare le mura a modo che fa la lumaca. Ma ora è anche il maestro dei colori che nel Campo Santo di Pisa [vedi post dell’altro ieri] ha pittato la vasta parete che squaderna il Trionfo della Morte, il Giudizio finale, l’Inferno, la Tebaide. Passandogli davanti resto avvinto dalle due donne che sono nella parte destra del Giudizio, vicine alla porta d’inferno che venta e chiama. Porta cavata nella roccia, che è alle spalle della donna di destra piegata dal vortice. A lei s’aggrappano altri già nel gurgite della città dolente e lei tende braccio e mano a un’altra che s’adopra a trattenerla. Queste sorelle nel vento dell’abisso mi hanno riportato le donne che si sono sostituite a gara davanti ai fucilatori. Nel primo commento altro mio scatto che allarga la scena dei chiamati all’abisso.

5 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Calamita del vortice. Vesti eleganti in calamita. Cerca universa d’un appiglio. Occhi e bocche ad alteram partem: rivolti dall’altra parte. Non mi pare che Giotto, Signorelli e Michelangelo abbiano narrato questa lotta collettiva a fuggire il vento dell’abisso. Sia lode a Buonamico che il vento l’ha sentito e l’ha detto – mi pare – per intero.

    7 Settembre, 2018 - 22:22
  2. Clodine-Claudia Leo

    Sai una cosa Luigi: credo che , né il vento di Buffalmacco per quanto magnifico, avvolgente, trascinante, né di Michelangelo il Cristo giudice severo,implacabile tanto da spaventare Maria Madre della Chiesa che terminato il suo compito tra i figli del’uomo se ne sta rimpicciolita,rannicchiata sotto il braccio del Figlio che fulmineo con quella rotazione del busto muove simultaneo le braccia e con il destro abbatte col sinistro solleva così, micidiale, senza via di scampo vivi e morti ciascuno al proprio destino eterno.
    Potenza dello Spirito Santo.
    Eppure, quello di Luca Signorelli , sito nel Duomo di Orvieto cappella di San Brizio 1499, è qualcosa di inenarrabile per la complessità simbolica, la forza delle immagini e la potenza insita nel contenuto. Talmente potente che Freud ne rimosse il ricordo tanto ne fu turbato, quasi a proteggere la propria psiche – da qui partirà lo studio di Freud sulla rimozione inconscia – e D’annunzio, folgorato definì il Giudizio di Signorelli: “una tremenda ambascia”.

    Guardate. Giudicate voi se non lo è, una “tremenda ambascia”.

    Il Giudizio universale di Luca Signorelli, Duomo di Orvieto cappella Brizi

    https://youtu.be/fZQRF5b19ZE

    8 Settembre, 2018 - 12:42
  3. Clodine-Claudia Leo

    @di San Brizio

    8 Settembre, 2018 - 12:43
  4. maria cristina venturi

    La “tremenda ambascia” o il “vento dell’abisso” tradotti magistralmente in musica:
    dal Requiem di Verdi le prime battute del Dies Irae, gli archi all’unisono suonano un motivo vorticoso di semicrome come di un vento che alzi mulinelli di foglie secche, sigillato dagli accordi netti e inesorabili dei timpani…NESSUN APPIGLIO per Verdi puo’ salvare dal vento dell’abisso…

    https://www.youtube.com/watch?v=aVJTQcOMLQw

    8 Settembre, 2018 - 15:52
  5. Clodine-Claudia Leo

    Potenza della musica! Magnifico e terrificante…credo proprio che nessun appiglio possa salvare da quel vento.

    8 Settembre, 2018 - 18:35

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