Per smuovere una parrocchia: da dove partire

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E’ la scritta su una cassetta postale all’interno della chiesa parrocchiale di Santa Maria Liberatrice, che è affidata ai Salesiani e si trova nel quartiere romano di Testaccio. Nei primi commenti l’idea che quella scritta mi ha suggerito e la richiesta d’aiuto che rivolgo ai visitatori.

15 Comments

  1. Luigi Accattoli

    L’idea è questa: che può fare un parroco, o un consiglio pastorale parrocchiale, o che possono inventarsi i due insieme, per svegliare un giro di praticanti sempre più anziani e sempre meno numerosi? La cassetta delle proposte non riceve messaggi. Mi dice il parroco che in un anno vi ha trovato un solo messaggio che l’invitava a sollecitare i partecipanti alla messa ad andare ai banchi davanti invece di fermarsi in fondo alla chiesa: quella è grandiosa, neogotica, a suo modo splendida e con tanti banchi. Un altro parroco romano, del Sacro Cuore Immacolato di Maria ai Parioli, anche questa una vasta comunità e un chiesone monumentale, ha svolto un analogo sondaggio distribuendo alle messe domenicali un questionario che poneva, in modo più articolato, le stesse domande: che cosa chiedi, che cosa potresti fare. Qui le risposte ci sono state, ma poche: 43 su una popolazione di novemila persone, con una buona pratica domenicale.

    27 Novembre, 2018 - 22:03
  2. Luigi Accattoli

    Penso di scriverne per “Il Regno” e chiedo aiuto ai visitatori: conoscete iniziative simili? Che si può fare per attivare una partecipazione meno passiva e abitudinaria? Per aiutare i parrocchiani a passare da praticanti a credenti? Da discepoli accodati a discepoli missionari? Da praticanti i Sacramenti a praticanti la Parola, i Sacramenti, la Carità? Ho posto la domanda ad altri parroci romani e spesso la risposta è stata: questa è una parrocchia molto attiva, con buona partecipazione. Mio rilancio: non mi chiedo come muovere, o smuovere, o svegliare chi è attivo, ma la massa di quelli che non lo sono. Visitatori belli: avete qualche idea? Conoscete iniziative come quelle che ho riferito? Che ne dite di un indirizzario di posta elettronica che permetta al parroco di rivolgersi a tutti i parrocchiani con i suoi messaggi? Di un sito parrocchiale interattivo che potrebbe anche invogliare i ragazzi del dopo cresima a dare una mano? Della ricerca di un parrocchiano che faccia da “terminale” in ogni caseggiato, o via, o isolato? Come attivare il passaparola, il contagio da persona a persona, la catena dei motivati che si fanno motivanti? Grazie di ogni spunto, come sempre.

    27 Novembre, 2018 - 22:08
  3. Che cosa fare? Leggere il Vangelo.e mettersi in ascolto. Pensare spesso.alla morte. Affidarsi a Dio. Non so che altro dire.

    27 Novembre, 2018 - 22:09
  4. Mi scuso per il commento di ieri sera, che ho scritto troppo presto, quando ancora il nostro padrone di casa non aveva delineato il problema.
    Non sono una esperta in materia, ma proverò a dire qualcosa di più mirato e sensato.
    Il primo obiettivo penso che sia quello di suscitare tra i fedeli la ricerca di contatti più personali tra di loro, diffondendo il senso di fratellanza all’interno della Chiesa. Bene il lavoro all’interno delle vie e dei caseggiati. La convivialità tra i fedeli può aiutare molto a creare un clima di confidenza e di familiarità.
    Perché non promuovere gruppi di “pizza e Vangelo”? Perché non promuovere il volontariato per aiutare le famiglie? Certo, il sostegno dei laici è fondamentale. Consiglio inoltre l’uso di whatsapp, molto utile per condividere velocemente notizie, foto o piccoli filmati, ed anche per creare un clima tutto sommato “giovanilistico”, che non guasta mai,

    28 Novembre, 2018 - 10:23
  5. giuseppe di melchiorre

    Caro e stimato Luigi, Parrocchia deriva dal greco “parà” (= presso, accanto) e “oikéo” (= abito). Perciò una parrocchia per essere tale deve far sentire la vicinanza tra e ai fedeli.
    La mia Parrocchia di Rho, per esempio, ha un settimanale che si chiama “Insieme” e, tieni presente, il sottotitolo non è “Notizie della Parrocchia di S. Croce di Rho”, ma “Notizie della Comunità di S. Croce di Rho”. E lo stare insieme la Comunità lo fa percepire con molte iniziative coinvolgenti. Ti dico le ultime:
    – Primo incontro con i fidanzati in preparazione al matrimonio
    – Benedizione natalizia delle famiglie
    – Presso il Centro Anziani, S. Messa per i defunti
    – Catechesi cittadina per gli adulti
    – Incontro decanale per le famiglie
    – Domenica Insieme per i bambini della Quinta elementare
    E molte altre iniziative.
    Bei saluti e auguri per la tua intensa attività…

    28 Novembre, 2018 - 10:39
  6. Leonardo Lugaresi

    Fare bene la messa. Sarebbe già tanto.

    28 Novembre, 2018 - 14:57
  7. giuseppe di melchiorre

    Bravissimo, Leonardo Lugaresi!!!… Condivido al massimo… Perché ci sono molti casi di desacralizzazione liturgica…

    28 Novembre, 2018 - 18:35
  8. Una cosa che potrebbe essere gradita ai fedeli: alla fine delle celebrazioni i sacerdoti si dovrebbero portare all’uscita per salutarli e parlare brevemente con loro.

    28 Novembre, 2018 - 19:05
  9. maria cristina venturi

    I casi di “ desacralizzazione liturgica” non sono solo un fenomeno da deprecare ma sono la causa principale dell’ allontanamento di tanta gente dalle parrocchie.
    Mia sorella e le sue due figlie di venti e quindici anni, non vanno più’ al,a Messa perche’ le celebrazioni liturgiche nella loro parrocchia erano un incubo , Piu’ che Sacra Liturgia era lo show personale di un prete narcisista e attore, uno che evidentemente ha sbagliato mestiere e doveva fare l’ Animatore dei centri di vacanza Valtour .
    E cosi’ ne conosco tanti.. come conosco tanti che hanno ricominciato ad andare a Messa nelle chiese dove si celebra la Santa Messa, con decoro, con amore, con rispetto per la Liturgia.

    28 Novembre, 2018 - 19:23
  10. maria cristina venturi

    Mia sorella mi ha raccontato che non c’ era parte della Messa, non c’ erano parole liturgiche a cui il parroco non aggiungesse “ a braccio “ sue parole personali, sue tirate fra lo spiritoso e il molralistico. Nessuna preghiera liturgica era risparmiata dalla VERVE personale del parroco – animatore. Cosi’ la Messa si trasformava in una specie di spettacolo con risatine e battimani.
    Eppure , pur sapendo di questi abusi, i superiori del parroco non hanno mai fatto nulla.
    Funziona cosi’nella Chiesa di oggi : tutto e’ permesso. Nessuno si muove per riportare un minimo di ordine. Gli abusi “ coperti “ ed insabbiati daivescovi non sono solo quelli sessuali . Gli abusi liturgici non si contano e nessuno mai ne deve rendere conto .
    Poi si chiedono perche’ la gente non va più in chiesa .
    Proposte- Richieste- Osservazioni : una sola prima di tutto. Dateci preti santi. Preti che credono nel loro sacro ministero. Il Santo Curato D’ Ars ne e’ l’ esempio migliore.

    28 Novembre, 2018 - 19:36
  11. Beppe Zezza

    Penso che la assenza o la scarsità di suggerimenti sia dovuta alla diffusa consapevolezza che non ci siano soluzioni a un fenomeno che è epocale.
    Non c’è nulla che il Parroco animato da buona volontà possa fare per “riempire la Chiesa di fedeli” o per trasformare la massa dei frequentatori della Eucarestia in una “comunità cristiana” nel senso proprio del termine. (Non basta cambiare il nome e dire che una Parrocchia è una “comunità cristiana” perché questa ne assuma anche lontanamente le caratteristiche)
    Dobbiamo, credo, renderci conto che stiamo vivendo un momento storico particolare. (Leggere i “segni dei tempi”!) Da un paio di secoli si è alzata l’onda della desacralizzazione e della secolarizzazione, l’onda si è man mano ingrossata ed è diventata uno tsunami che sta distruggendo tutto e tutti. Come quando c’è uno tsunami si salvano solo coloro che si sono per tempo rifugiati sulle alture ( Nel commento al salmo 120 Agostino dice che i monti sono una immagine delle Sacre Scritture ).
    Lo tsunami pian piano esaurirà la sua forza e ci sarà il riflusso (che ancora non è iniziato) lasciando un terreno devastato. Allora quelli che sono sui monti scenderanno a ricostruire. Come sarà questo nuovo “mondo ecclesiale”? Nessuno lo sa. Una sola è la caratteristica che si può prevedere: “diverso” dal mondo ecclesiastico attuale.
    PS Penso che la spiegazione fornita da MCV sia insufficiente. Almeno in un contesto urbano, se a qualcuno non piace lo stile liturgico di un sacerdote può andare in una parrocchia vicina o partecipare in un altro orario. Se non lo fa e questo stile liturgico, per lui inaccettabile, lo disgusta al punto da abbandonare la frequentazione della celebrazione eucaristica, vuol dire che è già “quasi morto” (come una foglia di autunno che basta una soffio di vento perché si stacchi dall’albero e cada in terra a fare da concime )

    29 Novembre, 2018 - 9:59
  12. Eppure, caro Bepps nonostante tutto.questo tsumani qualche germoglio cresce ancora! Negli oratori nel Cammino e .. Dove meno te lo aspetti!

    29 Novembre, 2018 - 15:48
  13. Beppe Zezza

    Io questi li vedo più come quelli che si rifugiano sulle alture in attesa che ci sia il riflusso

    29 Novembre, 2018 - 20:04
  14. Sulle alture sì, ma non sull’Aventino!

    29 Novembre, 2018 - 20:31

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