Sono a Belforte del Chienti che è bello e sconosciuto

Sono a Belforte del Chienti (Macerata) con l’Ucsi delle Marche per un incontro nella festa di Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. L’appuntamento è nella chiesa di Sant’Eustachio, davanti al Polittico di Giovanni Boccati, festa degli occhi. Nel primo commento metto una foto che attesta come io sia davvero qua: mi sono fatto pittare in compagnia del Boccati. Nel terzo e quarto commento dico della conversazione che ho tenuto. C’è stata anche la domanda sugli attacchi a Bergoglio.

5 Comments

  1. Luigi Accattoli


    Sono dunque nelle mie Marche, ospite dell’Ucsi e dell’Unione Monti Azzurri di Giampiero Feliciotti [il nome dell’Unione viene dalle Ricordanze di Leopardi: “Quei monti azzurri che di qua scopro”]. Mi presenta Vincenzo Varagona della Rai di Ancona. A Tavola sono davanti al vescovo emerito di Fabriano Giancarlo Vecerrica. Il tema che mi hanno dato suona bene: “Lavorare il pane dell’informazione pulita”, che è un motto del “decalogo del giornalista” del collega spagnolo Manuel Lozano Garrido, fatto beato nel 2010.

    25 Gennaio, 2020 - 17:17
  2. Luigi Accattoli

    Così ho parlato. Ho detto che “il pane” dell’informazione lo devi lavorare perché sia pulito e abbia sapore. Ho richiamato il precetto dato da Paolo VI ai giornalisti credenti nella “Communio et progressio” che è del 1971: “Dare dignità di notizia al bene”. Ho pure ricordato qualche motto del messaggio di Papa Francesco per questa 54ma “Giornata delle comunicazioni sociali” che ha l’ottimo titolo: “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Esodo 10, 2). La vita si fa storia. Noi giornalisti siamo sulla terra di mezzo, dove per la prima volta la vita viene narrata e si avvia a farsi storia. Nel messaggio il Papa scrive che “l’uomo è un essere narrante”. E tu senti che vale per il rabbi che narra l’Esodo e per Omero che narra la caduta di Troia.
    Ho partecipato agli uditori la mia esultanza a leggere nel messaggio papale – è avvenuto ieri in treno mentre venivo qua – queste parole: “Ciascuno di noi conosce diverse storie che profumano di Vangelo, che hanno testimoniato l’Amore che trasforma la vita. Queste storie reclamano di essere condivise, raccontate, fatte vivere in ogni tempo, con ogni linguaggio, con ogni mezzo”. I miei volumi intitolati “Cerco fatti di Vangelo” avrebbero questa finalità.
    Altre parole papali che ho commentato: “Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”.

    25 Gennaio, 2020 - 18:23
  3. Luigi Accattoli

    L’assalto a Francesco. Nella conversazione mi hanno chiesto “che sia mai questa contestazione del Papa, così clamorosa, così insistente e se infine lo costringeranno a rinunciare, o se vi sarà uno scisma”. Ho risposto che non prevedo lo scisma: “Abbiamo già avuto accuse di eresia ma sono restate senza seguito”. Non prevedo neanche una campagna per la rinuncia: “L’ha chiesta Carlo Maria Viganò ma non c’è stato il coro che forse il solista si aspettava di avviare”. Ma se la richiesta decollasse? “Non immagino un Papa che lasci su pressione, tampoco il tenace Jorge Mario. La rinuncia sarebbe canonicamente impugnabile se fosse decisa in accoglienza di una richiesta: dev’essere libera, autonoma, spontanea”. Come spiegare la contestazione? “La spiego con la forza delle novità proposte da Francesco: il passaggio dal modello della Chiesa costituita della tradizione europea a una Chiesa in uscita missionaria. Chi reputa definitivo e immutabile quel modello lancia l’allarme: trovo ragionevole che lo faccia. Ma considero provvidenziale che il Papa latino-americano tenti l’uscita. Per questo è stato eletto”. Che resterà di questo suo tentativo? “Dipende dalla risposta del Popolo di Dio. Non dall’opposizione dei difensori del modello europeo e tridentino, ma dall’accettazione fattiva, o meno, del popolo delle parrocchie, delle associazioni, delle comunità religiose. Se tale accettazione ci sarà, dopo Francesco verrà un altro Papa che ne continuerà l’opera”.

    25 Gennaio, 2020 - 18:23

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