Il papà di Lefebvre morì in un lager tedesco

Oltre al vescovo Fellay (vedi post di ieri) anche il superiore del “distretto” tedesco della Fraternità San Pio X ha deplorato le dichiarazioni negazioniste di Williamson e ne ha chiesto scusa. Egli fu superiore generale della Fraternità dal 1982 al 1994 e le sue parole sono più nette di quelle di Fellay. Eccole: “Come superiore del Distretto della Fraternità San Pio X in Germania, sono scosso, assieme ai miei confratelli, a motivo delle dichiarazioni del vescovo Williamson rilasciate qui in questo Paese. Minimizzare le uccisioni di Ebrei da parte del regime nazionalsocialista e le sue atrocità è per noi inaccettabile. La persecuzione e l’assassinio di innumerevoli ebrei sotto il Terzo Reich ci colpisce in maniera estremamente dolorosa, e ferisce nel profondo il comandamento cristiano dell’amore per il prossimo che non conosce distinzioni etniche. Desidero scusarmi per questo comportamento e dissociarmi da qualunque affermazione di tal fatta. Questa presa di distanza è per noi naturale anche per il fatto che lo stesso padre dell’arcivescovo Lefebvre morì in un campo di concentramento tedesco, così come molti sacerdoti cattolici persero la vita in campi di prigionia di Hitler. Stoccarda, il 27.01.2009. Padre Franz Schmidberger superiore di Distretto”. Questa la fonte della dichiarazione che ho tradotto dal tedesco: http://www.fsspx.info/news/. Batto le mani anche al padre Schmidberger e di nuovo mi congratulo con il vescovo Williamson: egli molto si prefigge ma moltissimo consegue. E c’è speranza di ancora migliori acquisti, dal momento che continua a parlare – a quanto sembra – dopo l’ordine di tacere che gli era venuto da Fellay.

77 Comments

  1. Luigi Accattoli

    La segnalazione delle parole del padre Scmidberger mi è venuta da Syriacus, indimenticato visitatore di questo blog che ringrazio e abbraccio.

    28 Gennaio, 2009 - 8:56
  2. “egli molto si prefigge ma moltissimo consegue”

    Sì, oggi Luigi sembra la Sibilla Cumana. 🙂

    28 Gennaio, 2009 - 9:19
  3. Francesco73

    Luigi ha il culto provvidenzialistico per l’eterogenesi dei fini.
    E comunque è vero, almeno le stupidaggini di Williamson hanno indotto i superiori della F. San Pio X a dire parole finalmente chiare, che fanno un pò di luce su quel sovrappiù di sospetto che sempre si addensa su di loro.
    Ora speriamo si possa cominciare a parlare dei nodi teologici, ecclesiologici e disciplinari.

    28 Gennaio, 2009 - 9:49
  4. Massimo D

    Devo dire che l’intera vicenda non riesce ad appassionarmi più di tanto. Intendiamoci: mi scandalizzano le dichiarazioni di questo Williamson, sono amareggiato che un tale personaggio sia ora un vescovo della Chiesa cattolica, e una censura netta di queste affermazioni è doverosa e benvenuta. L’impatto mediatico è inoltre disastroso in termini di immagine per la Chiesa intera.
    E tuttavia non credo che il problema principale del riassorbimento della fraternità Pio X sia questo. Anzi, mi pare che il caso distragga da altri aspetti che personalmente trovo più preoccupanti.
    In sintesi: dobbiamo leggere questo “perdono” come affermazione dell’idea che nella chiesa c’è posto per tutti (liturgie diverse, teologie diverse, diversi gradi di adesione al magistero), insomma come un segno di apertura al pluralismo; oppure dobbiamo leggerlo come un’indicazione della direzione che si vuole intraprendere, ovvero un’affermazione che sul Concilio in fondo Lefebvre non aveva tutti i torti?
    A mio avviso, allo stato delle cose, entrambe le letture sono possibili, anche se Luigi mi pare avvalorare soprattutto la prima.

    28 Gennaio, 2009 - 10:21
  5. Nino

    Vedo che molti amici del blog, rimangono perplessi e sgomenti da queste dichiarazioni della comunità di cui si parla. Forse immaginando che la diplomazia e i “servizi” d’oltre Tevere siano gestiti da quattro fessacchiotti, ingenui e ignari dei curricula di chi hanno sospeso a divinis da un ventennio, quale sia il loro raggio d’azione, la loro posizione, la loro composizione, il loro seguito, i loro fini.
    Guardiamo alla cronaca recente.
    – la beatificazione di Pio XII ingessata dalle polemiche tra Chiesa e Comunità israelitica
    – Comunità israelitica in rotta di collisione con il Vaticano tanto da far saltare la partecipazione del rabbinato all’incontro annuale tra cattolici e ebrei.
    – Infine riammissione dei Lefv..iani e, bomba a ciel sereno, le dichiarazioni negazioniste di un vescovo illegittimo, apparentemente fuori di testa, alla vigilia delle manifestazioni della “giornata della memoria”.

    Ora pur ammettendo una caduta di stile e un non ancora perfetto rodaggio della macchina vaticana e delle nuove gerarchie insediatesi dopo JPII, mi pare assai improbabile che le questioni sul tappeto così fortemente concentrate su di un unico argomento, al centro dell’attenzione della politica estera mondiale su Israele-Palestina-Hamas, da almeno 6 mesi a questa parte abbiano a che fare con il dilettantismo e l’estemporaneità.
    Se così fosse sarei molto preoccupato sul furturo delle relazioni internazionali.

    28 Gennaio, 2009 - 10:31
  6. Francesco73

    Ci vuole fiducia, infatti, nella macchina vaticana, nelle competenze e nel senso diplomatico e politico.
    Fiducia nonostante alcuni errori, fiducia che spero abbiano anzitutto loro, che quella macchina la conducono e la spingono avanti.
    E a chi mi viene a fare il discorsetto apologetico sul fatto che le categorie del politico non debbano entrarci, in queste cose, lo prendo e lo scotenno fraternamente.

    🙂

    28 Gennaio, 2009 - 10:38
  7. @ Luigi Accattoli:
    ci dica, ci dica… ahiò!!!

    28 Gennaio, 2009 - 12:16
  8. Leonardo

    Senza ironia: forse Nino questa volta dice una cosa interessante. Potrebbe esplicitare?

    28 Gennaio, 2009 - 12:40
  9. marta09

    Maioba don …. sei tremendo!
    1)Ma – e non ne sono certa però – che la revoca della scomunica non toglie la sospensione ad divinis inflitta a tali energumeni di vescovi (?). Tu che dici?
    2)Di fatto il problema – e lo ri badisco – non è tanto (sarebbe già abbastanza di per sé) dell’antisemitismo, ma quanto per le posizioni che hanno causato la scomunica. Da quello che vedo non c’è la minima intenzione a ritrattare queste posizioni. Ma posso sbagliare.
    3)Vorrei tanto sapere chi sono coloro che alzano un polverone tremendo sull’antisemitismo (argomento datato per altro) distogliendo da ciò che ha causato la suddetta scomunica e per mano di Giovanni Paolo II poi!
    4)In effetti però, non si può sottovalutare (sempre che la sospensione ad divinis resista) il passo del Papa che toglie “barriere” di scomunica pur di “cercare un dialogo” che spero sia una presa di posizione papale sul Concilio Vaticano II.
    Sono sempre di fretta … scusate se ho detto delle cretinate, ma sono domande che mi pongo.
    Ciao

    28 Gennaio, 2009 - 12:48
  10. no Marta. la remissione della scomunica cancella tutto…

    28 Gennaio, 2009 - 12:51
  11. marta09

    Accidenti! Allora davvero qualcosa non torna!
    Caspita, sono andata a prendere i ceci, li ho messi sul pavimento e stavo per inginocchiarmi in segno di pentimento … ma mi sa che sarà per un’altra volta.
    O, sarò testona, ma c’è sempre qualcosa che non quadra … ed è bruttino davvero!
    Grazie don “maioba”

    28 Gennaio, 2009 - 13:55
  12. Pare che non sia così, almeno a quanto dicono varie voci anche autorevoli. Ma mi rimetto a chi ne sa di più.

    28 Gennaio, 2009 - 13:56
  13. È notizia di questa mattina che il Granz Rabbinato di Gerusalemme ha rotto le relazioni con il Vaticano!
    Domanda:
    MA VALEVA LA PENA DETERIORAE FINO A QUESTO PUNTO LE RELAZIONE CON IL MONDO EBRAICO?
    Credo proprio di noi!
    E per che cosa poi? Per convincere a rientrare nella Chiesa un gruppo sparuto di nostalgici che continueranno a creare problemi anche in futuro e che, nel miglior dei casi, andranno diritti per la propria strada facendosene un baffo del Vaticano II!
    Ma nella curia romana una volta non c’erano dei professionisti?

    28 Gennaio, 2009 - 14:06
  14. io penso che il Papa stia soffrendo, oggi, come ogni buon cristiano. e che bisogna pregare per lui.
    Perchè che noi manifestiamo qui le nostre opinioni, anche divergenti, non fa cambiare di molto il corso della storia.
    Ma lui è chiamato a dire una parola ai lefebvriani e una agli ebrei. E una anche ai cristiani comuni.
    E non è facile non rimanere imbottigliato in cristallizzazioni e in raffinate interpretazioni.
    Penso che se potesse parlare a tutti da cuore a cuore, senza intermediazioni diplomatiche, sarebbe meglio.
    Ma questo, purtroppo, dai tempi del concilio di Gerusalemme, è impossibile…
    Preghiamo per il papa

    28 Gennaio, 2009 - 14:12
  15. marta09

    E preghiamo sì!!! L’ho fatto dal primo momento se per quello, ho anche invitato a farlo … ma niente da fare!
    Impossibile, tu dici, impossibile parlare a cuore aperto?
    E cosa cribbio ha fatto Giovanni Paolo II?
    Ma ripeto per l’ennesima volta: gli ebrei, ora, dovrebbero stare zitti almeno per un po’! Il problema qui è nostro di Chiesa, solo nostro.
    Dopo parleremo di nuovo di “ecumenismo”, ma ora dobbiano pensare alla nostra Chiesa.
    Sui ceci ci finirò di sicuro, ma voglio vedere le intenzioni chiare di questi signori; voglio vedere se ritirano il loro tremendo “opera del diavolo” riferito al Concilio Vaticano II.
    E, vi prego, non lasciamoci abbindolare dal chiasso del caso ebrei (mi dispiace proprio tanto tra l’altro) perchè credo sia un qualcosa “ad hoc” per non varci vedere il vero problema, il vero scisma, il vero torto: troppo chiasso, troppo davvero.
    E mi vengono in mente le parole di Gesù: “Il vostro dire sia: si si; no, no. Il di più viene dal maligno”
    … Sui ceci ci vado, ma ci vado in preghiera e proprio per il Papa.
    Chissà quando riammetteremo Milingo! (il uso il plurale perchè la Chiesa siamo ANCHE NOI).

    28 Gennaio, 2009 - 14:52
  16. targum55

    “Ma lui è chiamato a dire una parola ai lefebvriani e una agli ebrei. E una anche ai cristiani comuni”

    Tanto più i fatti si aggrovigliano, tanto più è difficile intendersi e conservare il rigore del linguaggio. Io credo che l’interesse di alcuni esponenti della chiesa verso il negazionismo (altrimenti inspiegabile) nasca ancora dalla teologia della sostituzione e dalla mancata ricezione delle parole e dei gesti del magistero a partire dalla Nostra Aetate. Per cui i “cristiani” sono il popolo che ha soppiantato il popolo degli “ebrei”.
    Ecco perché è giusto distinguere, ma non separare, la questione di posizioni antisemite dalla comunione ecclesiale.

    28 Gennaio, 2009 - 15:37
  17. Francesco73

    A chi vede specchiati in questa tristissima vicenda i problemi e i ritardi interni alla Chiesa, dico che il Concilio non è l’unico parametro.
    Non per svalutarlo, tutt’altro.
    Ma qui il tema è anche come vengono gestite alcune pratiche difficili, con quale senso dei rapporti, con quali informazioni, con quale tempestività, con quale capacità di valutare gli interlocutori, gli effetti e le conseguenze.

    Chi consiglia il Papa?
    Luigi, e gli altri vaticanisti esperti che frequentano queste pagine, voi che dite?

    28 Gennaio, 2009 - 16:40
  18. marta09

    Che forse sarebbe meglio – alla luce dei fatti – che il Papa non fosse consigliato! … o almeno consigliato da quelli che hai lì!
    C’è stato anche un danno al dono della prudenza … io prudente non lo sono davvero, ma – càspita – pensavo che tutti i prelati (di ogni colore e grado) ne fossero ben provvisti.
    E mi inquieto sempre di più, accidenti! 🙁

    28 Gennaio, 2009 - 16:49
  19. marta09

    Scusa era quelli che “HA LI’ … non quelli che “hai lì”.
    Devo staccarmi dall’argomento o rischio di perdere criticità.

    28 Gennaio, 2009 - 16:51
  20. Massimo D

    Perché pensate che il papa sia mal consigliato? Su una cosa come lo scisma della Fraternità San Pio X, poi, su cui l’allora card. Ratzinger senz’altro aveva informazioni e opinioni di primissima mano. Io credo che quella della remissione sia stata una scelta fatta in piena consapevolezza.
    Meno credibile mi sembra l’idea, da qualcuno qui avanzata, che Benedetto XVI avesse previsto che fossero recuperate alla pubblica opinione le dichiarazioni di mons. Williamson. Cosa non prevista, e tuttavia non del tutto imprevedibile, in tempi di rapporti difficili con l’ebraismo. Ma forse sono io troppo ingenuo.

    28 Gennaio, 2009 - 17:05
  21. lazzaro

    Ho dei problemi con l’aggiornamento del blog.
    Dipende dal mio computer?

    28 Gennaio, 2009 - 17:12
  22. Nino

    Seguito del post delle 10,31
    Provo ad andare avanti e tentare di leggere oltre.

    Obama appena insediato ha squinternato e capovolto la posizione americana sulla bioetica e il controllo delle nascite (sovvenzioni all’aborto assistito) e su altro non meno importante come le fonti rinnovabili e la finanza etica.
    -Giorni orsono BXVI ha chiesto un canale diretto con Obama (mai successo nella storia delle relazioni tra il Vat e un altro Stato sovrano, specie con gli USA che hanno aperto ufficialmente le relazioni diplomatiche con reciproche nunziatura a Wash e Ambasciata USA presso la S.S solo con Reagan e in contropartita dell’appoggio del Vat al rovesciamento del regime comunista in Polonia con gli altri esiti a catena che conosciamo)
    -Tra i parenti stretti di Obama c’è un rabbino
    -Ieri Obama ad El Arabia ha parlato all’Islam e ha dichiarato “L’America non è il vostro nemico”, ricevendo il plauso dell’intera comunità araba religiosa e laica mondiale, aggiungendo “Trattiamo con l’Iran”
    -Lunedi scorso Obama ha chiamato il presidente russo per dirgli “archiviamo la guerra fredda”
    -Qualche ora fa il rabbinato rompe con il Vat
    -Ieri in Russia è stato nominato il nuovo primo patriarca Kirill, riformista e aperto al dialogo con la S.S.
    -Poche ore fa il Fmi ha dichiarato: “Pil mondiale a rotoli” e l’ Onu: 50 milioni di posti a rischio; dichiarando così la crisi profonda che attraversa il pianeta.
    ————
    Forse stiamo assistendo inconsapevoli alla più grande riconfigurazione degli assetti delle relazioni internazionali degli ultimi 100 anni.

    Gli USA, stanno ridefinendo completamente la loro strategia di politica economica e internazionale per la riconquista della leadership mondiale.

    Il Vat che non è potenza economica e militare, per giunta appiattito su temi etici pur rilevanti ma non prioritari rispetto alle attuali necessità dell’umanità e in aperto contrasto con le altre due religioni monoteiste, dopo la morte di JPII non ha più il centro della scena mondiale.
    Per cui in attesa di tempi migliori e di orecchie più aperte alle questioni “intangibili” che sono la sola risorsa della Chiesa, la diplomazia vaticana pur di non “segnare il passo”, commette qualche errore politico e deborda.
    Così grossolanamente mi pare di capire.
    Così come mi pare di capire che la questione Lefevriana rientri nel provincialismo e nel gossip; un ottimo argomento per i Vespa e i Mentana di turno per interminabili salotti televisivi con i soliti Messori, Fisichella, e soci, di questa italietta che arranca.

    28 Gennaio, 2009 - 17:20
  23. Francesco73

    Non lo so, io trovo spesso un grande scarto tra la visibile intenzione del Papa e quello che poi si produce in termini comunicativi e di opinione pubblica.
    Capita che ci si infili dentro gineprai infiniti di polemiche, con settimane passate a precisare, ricucire, mettere a punto.
    Alla fine del gesto in sè stesso resta poco, almeno come percezione.
    E’ vero che la Chiesa non lavora per gli applausi, ed è altrettanto vero che esistono tanti poteri che hanno interesse a strumentalizare e distorcere il suo messaggio, a intimidirla e a denigrarla.
    Ma è anche per questo che occorre una specifica sensibilità su tali aspetti, per fare in modo che una splendida intenzione non si ritorca poi nel suo contrario, che la pace con pochi non infuochi le incomprensioni con troppi.
    Inoltre, leggo che gli apologeti cattolici da un pò di tempo ripetono a ogni piè sospinto che questa o quella questione (es. la litugia, o le scomuniche) riguardano la Chiesa come tale e la sua vita interna.
    Sarà pur vero, ma non mi piace questa introflessione ripetuta.
    Se il mondo guarda a quello che facciamo è perchè costituiamo comunque un segno per tantissimi, anche lontani.
    Come possiamo replicare: questi sono solo affari nostri?
    Io rivendico il valore culturale della fede, anche presso chi non crede.
    E non lo faccio solo quando mi è comodo.

    28 Gennaio, 2009 - 17:21
  24. Giovanni Mandis

    …quali sarebbero le “attuali” necessità dell’umanità?

    28 Gennaio, 2009 - 17:43
  25. don78

    Per quel poco che ne so io, mons. Williamson & Co. sono vescovi della mia chiesa quanto lo è il nuovo patriarca di Mosca Cirillo. Anche agli Ortodossi è stata ritirata la scomunica ma non sono ancora in piena comunione con la Chiesa Cattolica Romana.

    Naturalmente mi auguro che quanto prima ci si possa trovare tutti in piena comunione nell’unica chiesa… insieme a molti molti altri con i quali ci parliamo sempre meno… sperando che i moti di magnanimità, misericordia, dialogo e ricomposizione non siano a senso unico.

    28 Gennaio, 2009 - 18:00
  26. Nino

    Cro Francesco,
    comprendo e condivido il tuo pensiero, solo che la Chiesa con la politica vaticana degli ultimi 30 anni, agli occhi del mondo, si è configurata come una delle tante agenzie più o meno importanti e autorevoli.
    Oggi l’umanità intera è alla ricerca di una risposta non solo di senso ma anche ai bisogni primari che non ha e che vede sempre più ridursi, in un mondo in cui 1/3 degli abitanti ha oltre il 70% delle risorse e il restante 2/3 a malapena sbarca il lunario, non da oggi ma da secoli, basta guardare alla cattolica america latina, per non parlare dell’Africa.
    Forse anche per la Chiesa è arrivato il momento dei grandi cambiamenti, come pretendiamo dai governi e come pare Obama si accinga a fare. Vere rivoluzioni non più autoritarie e totalitarie infarcite di ideologie, con guerre, morti ecc, ma democratiche e trasparenti. Un esercizio completamente nuovo ed inedito per l’umanità e per i leaders che dovrebbero promuoverle e realizzarle, una “mission impossible” piena di difficoltà e pericoli.
    Forse la Chiesa, utopisticamente ma profeticamente, dovrebbe lasciar fluire lo Spirito Santo, scrollarsi di dosso la secolarizzazione in cui è immersa e abbracciare incondizionatamente il Cristo che è nell’uomo di oggi con i suoi tormenti e le sue angosce, camminando accanto e per l’uomo, dandogli fiducia e conforto mai contro di lui per le sue idee.
    Questa credo sia la vera sfida della Chiesa e dei cristiani, oggi.
    Nulla di nuovo s’intende, semplicemente al servizio come Cristo ha insegnato e fatto.

    28 Gennaio, 2009 - 18:01
  27. Nino

    G Mandis,
    scusa ma il compito oggi non l’ho potuto fare.
    Avevo presentato la giustificazione firmata dalla mamma, forse il bidello o l’usciere si è dimenticato di consegnartela. Mi spiace.

    28 Gennaio, 2009 - 18:04
  28. Giovanni Mandis

    Nino scusa, ma è colpa della Chiesa se
    ” 1/3 degli abitanti ha oltre il 70% delle risorse e il restante 2/3 a malapena sbarca il lunario, non da oggi ma da secoli, basta guardare alla cattolica america latina, per non parlare dell’Africa.” ?

    giusto per capire…

    non so se vi rendete conto, ma ALCUNI che pontificano e chiedono al Papa e alla Chiesa risposte, precisazioni, scuse, smentite etc etc etc, (e che ovviamente hanno la soluzione pronta per tutto se fossero nei posti che contano)
    poi sono i primi a presentare la giustificazione alle domande poste da altri sul blog.. ci vorrebbe più senso della misura..

    28 Gennaio, 2009 - 19:24
  29. marta09

    A tutti.
    Come promesso sono andata a Messa e l’ho dedica al mio Papa.
    Bene, ho scoperto che c’è un lato moooolto positivo in tutto questa storia:
    signori, la Chiesa è viva! Reagisce, discute – a vanvera magari, ma discute – si oppone alle decisioni papali; si espone, si arrabbia e si scalda.
    La Chiesa è viva e palpitante, il popolo della Chiesa è vivo e sensibile.
    Di errori di stile, di domande e di altro ne faremo tanti, ma tutto è per la difesa del Vangelo, tutto è un “cercare e volere” capire … ci diciamo poco?
    C’è paura, timore, parecchia dietrologia, un mare di confusione (e non sempre per colpa nostra) … In definitiva vogliamo capire ciò che non riusciamo a capire, vogliamo vedere la verità e tutta intera. Bella immagine davvero!
    L’altra cosa che – pensando a Benedetto XVI – mi viene in mente e che credo (o spero) si stia verificando è che il nostro Papa sta arrivando a chiedere a “signori ripresi in casa” la rinuncia totale alle loro posizioni. Una specie di “battesimo” con il triplice Rinuncio e triplice Credo.
    Ma tutto questo è solo una mia idea.
    Ma il primo punto di una Chiesa viva e vivace è indiscutibile e consolante, davvero consolante … credo.
    Sono noiosa, lo so, ma ognuno di noi preghi se può, anche con rabbia, ma preghi per questo timido, ma deciso Papa che è riuscito in modo “anomalo” a dare “una botta di vita”.
    ciao

    28 Gennaio, 2009 - 20:01
  30. roberto 55

    Luigi, è vero, in questo “post” è stato insolitamente criptico e sibillino: mah, ci spiegherà ………
    Io torno a proporre di cambiare argomento: ‘sti “lefebvriani” non meritano tutta questa nostra attenzione.

    Buona notte !

    Roberto 55

    28 Gennaio, 2009 - 23:55
  31. fiorenza

    A Francesco73, anche fraternamente scotennata continuerei a dire che a spingere “la macchina vaticana”, in questa occasione è stato l’Amore (l’Amore che è Dio) e che “le categorie del politico non c’entrano in queste cose”. Invece “le categorie del politico” (usate senza scrupoli e nel massimo disprezzo della polis, come insegna il principe di questo mondo) c’entrano, e molto, nella “lungimiranza” dell’ antisemita W. Lui guarda davvero lontano. Al solo lontano risultato che gli interessa: che l’Amore non vinca. Mirabile, prodigioso duello. E quanti risultati ha già ottenuto, a livello mediatico! Perfino qui, nel mare in tempesta del blog (anche se il Maestro dorme tranquillo nella barca), quante ombre, inquietudini, sospetti, domande, alti e bassi di umore! E come è stato subito facile l’aggregarsi al primo che comincia a dubitare! E come ( mi riferisco ai commenti di ieri) perfino allo stupendo candore di Matteo, o al fervore e allo slancio apostolico Fabrug o alla sincera preoccupazione dello stesso Francesco73 sul “come parlare a questo popolo”, è venuto “spontaneo” non fare festa! Questo non fare festa per un atto di “paterna misericordia”, questo non bere il vino della festa, come i discepoli di Giovanni o i farisei, questo sì che è un tornare indietro. Questo sì che è reazionario! Sì ha ottenuto molto, questo provocatore. E quanto fango e quanto ridicolo è stato gettato, da qui e da altrove, sulla Fratenità di San Pio X! E lì, al suo interno, ora, quanta discordia: ecco, questo è uno dei primi risultati che si stanno rovesciando, come un boomerang, contro questo seminatore di zizzania.
    Quanto “nero” pericoloso ha raccolto, intorno a sé, questo antisemita nel seno di questa Fraternità che era, invece, nata pura! Che cosa di più puro e di più “aperto allo Spirito Santo” nello sforzo di Cristina Campo in difesa del canto gregoriano che in quegli andava ovunque scomparendo? C’è anche questo, c’è ancora il segno vibrante di lei, del suo “imperdonabile” intelletto d’amore, tra molti lefebvriani. Certo, purtoppo ci sono anche xenofobi di destra, tra loro. Come, purtroppo, dovunque. Intanto, però, già alcuni si sono dissociati dalle posizioni aberranti di W. E molti si dissoceranno. E così davvero, a suo scorno, “moltissimo” egli consegue.
    Per finire, torniamo al papa: avete sentito, nell’udienza generale di stamani, le ferme parole: ” contro ogni oblio e negazione”. E quel “Mai più”, memorabile…
    Prodigioso duello.

    29 Gennaio, 2009 - 1:06
  32. affus

    è da stupidi negare le camere a gas e l’olocausto ,nessuno li nega , forse sono stati anche di più i morti per colpa delle leggi razziali criminali,ma da qui a far passare che
    gli ebrei erano del tutto immacolati nelle vicende della II guerra mondiale , è come dire che cicciolina è una vergine . Leggersi in proposito le riflessioni di Padre Kolbe sugli ebrei ,morto in un campo di concentramento, e la loro stizza contro la Chiesa cattolica di allora .

    29 Gennaio, 2009 - 5:53
  33. affus

    Massimiliano Kolbe
    1113 – POVERETTI…
    Rycerz Niepokalanej, I 1926, p. 2-7

    Dio esiste sempre: nel passato, nel presente e nel futuro.
    Nel tempo Egli ha chiamato dal nulla all’esistenza gli esseri
    spirituali, dotati di ragione e di libera volontà. Come tali, essi
    dovettero scegliersi coscientemente il proprio avvenire, dare una
    prova di fedeltà. Una parte di essi, pur essendo semplici creature,
    vale a dire un nulla da sé stesse, attribuiscono a se medesimi ciò
    che sono e vogliono, con le loro sole forze, farsi simili a Dio.
    Peccano di orgoglio. Nel medesimo istante ricevono il castigo
    meritato, la riprovazione. Coloro che rimangono fedeli, invece,
    riconoscendo umilmente la verità, ossia di dover attribuire a Dio
    tutto ciò che sono e che possono, e di essere in grado di conoscerlo
    sempre di più solamente per mezzo di lui, fonte dell’esistenza, di
    amarlo, di possederlo sempre di più e quindi di divinizzarsi (se è
    lecito esprimersi così) sempre di più, Iddio li ha resi felici con
    sé, in paradiso.
    Iddio, poi, ha creato altresì un essere di carne: pure a lui ha dato
    un’anima dotata di ragione e di libera volontà. Pure a lui ha
    offerto un periodo di prova. Lo spirito superbo, con la permissione
    di Dio e per l’invidia che prova per la felicità di quest’essere, lo
    suggestiona dicendogli che con le sue proprie forze «potrebbe
    diventare come Dio» [cf. Gen 3, 5]. L’uomo si lascia ingannare, la
    smania della superbia genera la disobbedienza. La mente umana,
    tuttavia, non possiede affatto la chiarezza di conoscenza propria di
    uno spirito puro, perciò anche la colpa è minore. E cosi Dio non gli
    infligge una punizione eterna, ma lo condanna alle sofferenze e alla
    morte.
    Chi, pertanto, è in grado di offrire alla giustizia divina una
    soddisfazione adeguata? La grandezza di un’offesa si misura con la
    dignità di colui che è stato offeso, vale a dire Dio infinito.
    Nessuna creatura finita, dunque, e neppure tutte le creature insieme
    sono in grado di offrire una soddisfazione infinita. Dio, e
    solamente Dio infinito, può soddisfare in modo infinito.
    E avviene una cosa inconcepibile. Dio si abbassa fino alla creatura,
    si fa uomo per redimerlo e per insegnargli l’umiltà, il silenzio,
    l’obbedienza, la verità. Perché gli uomini possano riconoscerlo,
    sceglie un uomo, Abramo, e circonda la sua discendenza con una
    speciale protezione; affinché non perda la fede nel vero Dio,
    suscita in essa i profeti, che preannunciano il tempo della Sua
    venuta, la località e i particolari della Sua vita, morte e
    resurrezione.
    È venuto in una povera stalla, ha preso dimora in una povera
    casetta, per trent’anni è rimasto sottomesso in umiltà, ha insegnato
    un modo di vivere, ha accolto benevolmente i peccatori che facevano
    penitenza, ha rimproverato i farisei ipocriti e infine è stato
    appeso all’albero della croce, realizzando in tal modo le profezie.
    L’uomo è stato redento.
    Cristo Signore è risorto, ha fondato la sua Chiesa sulla roccia,
    Pietro, e ha promesso che le porte degl’inferi non prevarranno
    contro di essa [cf. Mt 16, 18].
    Una parte del popolo ebreo ha riconosciuto in lui il Messia, gli
    altri, soprattutto i superbi farisei, non han voluto riconoscerlo,
    hanno perseguitato i suoi seguaci e hanno dato il via ad un gran
    numero dileggi che obbligavano gli ebrei a perseguitare i cristiani.
    Queste leggi, insieme ad alcune narrazioni di rabbini precedenti,
    furono raccolte nell’anno 80 dopo Cristo dal rabbi Johanan ben Sakai
    e vennero definitivamente ultimate verso l’anno 200 da rabbi Jehuda
    Hannasi e in tal modo ebbe origine la «Misnah». I rabbini posteriori
    aggiunsero ancora molte altre cose alla «Misnah», così che verso
    l’anno 500 rabbi Achai ben Huna poté ormai raccogliere queste
    appendici formando un volume distinto, chiamato «Gemara».
    La «Misnah» e la «Gemara» costituiscono insieme il «Talmud».
    Nel «Talmud» quei rabbini chiamano i cristiani: idolatri, peggiori
    dei turchi, omicidi, libertini impuri, sterco, animali in forma
    umana, peggiori degli animali, figli del diavolo, ecc. I sacerdoti
    vengono
    chiamati «kamarim», vale a dire indovini, e «galachim» ossia teste
    pelate, ma in particolare non sopportano le anime consacrate a Dio
    nella vita religiosa.
    Invece che «bejs tefila», casa di preghiera, chiamano la
    chiesa «bejs tifla», casa di scempiaggine, di sporcizia.
    Le immagini, le medagliette, i rosari, ecc., li chiamano «elylym»,
    cioè idoli.
    Nel «Talmud» le domeniche e le feste vengono denominate «jom ejd»,
    ossia giorni di perdizione.
    Insegnano, inoltre, che ad un ebreo è permesso ingannare, derubare
    un cristiano, poiché «tutti i beni dei goim, miscredenti», vale a
    dire dei cristiani, «sono come il deserto: il primo che li prende,
    ne diviene proprietario» (baba batra).
    Quest’opera, quindi, che raccoglie dodici grossi volumi e che spira
    odio contro Cristo Signore e i cristiani, viene messa in testa ai
    rabbini e si obbligano questi ultimi ad istruire il popolo sulla
    base di essa, aggiungendo che si tratta di un libro sacro, più
    importante della s. Scrittura, tanto che Dio stesso impara
    il «Talmud» e si consulta con i rabbini esperti nel «Talmud».
    Nulla di strano, quindi, che ne un comune ebreo né un rabbino abbia,
    di solito, un’idea esatta della religione di Cristo: nutrito
    unicamente di odio verso il proprio Redentore, sepolto nelle
    faccende di ordine temporale, bramoso di oro e di potere, non
    immagina neppure quanta pace e quanta felicità offra fin da questa
    terra il fedele, ardente e generoso amore verso il Crocifisso! come
    esso superi tutte le «felicità» dei sensi o dell’intelligenza
    offerte da questo misero mondo!
    Non molto tempo fa mi sono incontrato in treno con un giovane ebreo,
    che avrà avuto 18 anni circa. La conversazione si indirizzò sul tema
    della felicità. Dichiarò con tutta sincerità che né il denaro né le
    ricchezze danno la felicità, anzi questa non la si può trovare
    neppure nei piaceri dei sensi. Mentre, tanto desideroso di conoscere
    la vera fonte della felicità, continuava a trattenersi in
    conversazione, improvvisamente si fece udire, dallo scompartimento
    accanto, la voce di un ebreo più anziano che lo esortava a non
    inoltrarsi tanto nell’argomento. Dispiaciuto per un simile
    impedimento frapposto alla sua ricerca della verità, il giovane si
    rivolse all’altro ebreo per chiedergli: «Ditemi voi, allora, come
    stanno le cose». Ma non ricevendo alcuna risposta in proposito, non
    poté trattenersi dal pronunciare alcune parole più dure di
    rimprovero. Vi sono, dunque, anche tra gli ebrei taluni che
    ricercano la verità, sia tra la gente comune, sia tra i rabbini.
    Sovente capita pure
    che sincere ricerche, sostenute da ferventi preghiere, accompagnate
    da una vita pura, conducano alla conoscenza della verità, alla
    conversione.
    Fece un gran clamore in tutto il mondo la conversione di Ratisbonne,
    un ebreo accanito, avvenuta dopo che egli aveva accettato la
    medaglia miracolosa; inoltre, l’istituto religioso da lui fondato
    successivamente ha lavato molti suoi connazionali con l’acqua del
    santo battesimo.
    Non dimenticherò mai le preghiere di un ebreo convertito, celebre
    musico dell’Italia settentrionale, divenuto poi religioso,
    francescano, p. Emilio Norsa.
    Lo conobbi a Roma. Amava molto l’Immacolata. Durante la sua ultima
    malattia teneva sempre un’immaginetta dell’Immacolata sul tavolino e
    spesso la baciava. Quando gli si diceva che quei momenti di
    solitudine potevano essere favorevoli per la sua ispirazione
    musicale, indicava il quadro della Madre di Dio appeso alla parete
    di fronte a lui e diceva: «Ecco da dove mi verrà l’ispirazione».
    Ebbene, questo ardente devoto dell’Immacolata, ebreo, sacerdote,
    dell’Ordine dei PP. Francescani, mi chiese di congiungere, nella
    celebrazione della s. Messa, le sue alle mie intenzioni (sentendo un
    momentaneo miglioramento, pensava di riuscire a celebrare la s.
    Messa per altri tre giorni). Le intenzioni erano le seguenti: 1) per
    il santo Padre, 2) per la pace nei mondo, 3) per là conversione
    degli ebrei.
    Accogliendo il desiderio del defunto p. Norsa, chiedo anche a voi,
    egregi lettori, una preghiera all’Immacolata «per la conversione
    degli ebrei», di questo popolo che, com’era solito dire p. Norsa,
    è «il più infelice tra tutti i popoli», poiché sepolto in faccende
    terrene e passeggere.
    Dunque:
    1) Ogni membro della Milizia reciti ogni giorno con attenzione e con
    fervore la nostra giaculatoria: «O Maria, concepita senza peccato,
    prega per noi, che a Te ricorriamo.., e per tutti coloro che a Te
    non ricorrono…, in particolare per i massoni…», poiché i massoni
    non sono altro che una cricca organizzata di ebrei fanatici, i quali
    mirano sconsideratamente, a distruggere la Chiesa Cattolica, alla
    quale lo stesso Uomo-Dio ha assicurato che le porte degli inferi non
    la potranno sopraffare [cf. Mt 16, 18]. Poveretti, pazzi, vanno a
    sbattere la testa contro una roccia!
    2) Quando uno di noi incontra un ebreo, rivolga una breve
    invocazione all’Immacolata per la sua conversione, anche se solo
    mentalmente, ad esempio: «Gesù, Maria»; mentre se capita di
    incontrare un rabbino, che ha una maggiore responsabilità, poiché
    deve rendere conto a Dio di se stesso e di coloro che egli guida,
    bisogna offrire una preghiera più intensa, magari una «Ave Maria».
    3) Ricordiamoci bene che Gesù è morto per ciascuno, senza tener
    conto della differenza di nazionalità e che ognuno di noi, quindi
    anche ogni ebreo, è un ingrato, tuttavia figlio della nostra comune
    Madre celeste. Diamoci da fare con la preghiera (in particolare con
    la recita del s. rosario), con la mortificazione (della vista,
    dell’udito, del gusto, della volontà), con il buon esempio e, se la
    prudenza lo permette, con salutari conversazioni, ma soprattutto con
    una prudente diffusione della medaglia miracolosa, anche tra gli
    smarriti figli di Israele; diamoci da fare per condurre costoro alla
    conoscenza della verità e al conseguimento della vera pace e della
    felicità, attraverso l’offerta incondizionata di se stessi alla
    nostra comune Signora e Regina e, per Suo tramite, al Sacratissimo
    Cuore di Dio Salvatore, che arde d’amore per ogni anima.
    4) Per manifestare il proprio amore verso l’Immacolata, ognuno
    faccia di tutto, secondo quanto l’abilità dell’intelligenza, la
    furbizia, la forza di volontà e lo zelo gli permetteranno, per far
    sì che il Rycerz Niepokalanej fin dal presente numero di gennaio,
    giunga dappertutto, magari anche tra i non-cattolici, tra gli ebrei,
    qualora ci sia una speranza che possano leggere.
    Nessuno trascuri neppure uno, dei propri parenti, dei propri amici,
    delle persone che conosce attualmente e che ha conosciuto in
    passato, sia in patria, sia all’estero. Dopo aver invocato la
    benedizione dell’Immacolata – è da Lei, infatti, che dipende tutto
    il frutto dei suoi tentativi – esorti tutti, a voce o per lettera,
    ad abbonarsi al Rycerz Niepokalanej, oppure ci mandi almeno i loro
    indirizzi, affinché possiamo far giungere ad essi un numero di
    propaganda.
    Il nostro scopo è chiaro:
    L’Immacolata, Regina del cielo, deve essere riconosciuta, e al più
    presto, quale Regina di tutti gli uomini e di ogni singola anima,
    sia in Polonia, sia fuori delle sue frontiere, in ambedue gli
    emisferi della terra. Da questo, osiamo affermare, dipende la pace e
    la felicità delle singole persone, delle famiglie, delle nazioni,
    dell’umanità.
    Fin da oggi, dunque, tutti noi, senza tregua alcuna, ponendo tutta
    la nostra fiducia non nell’oro, né in una superba presunzione, come
    i poveri massoni, ma esclusivamente nell’Immacolata, che può tutto,
    per la potenza del Figlio Divino, offriamoci fattivamente (con la
    preghiera, la mortificazione e il lavoro) all’Immacolata «senza
    alcuna riserva», per divenire, in mano Sua, uno strumento efficace
    per la diffusione del suo regno in tutte le anime. Facciamo ogni
    sforzo, affinché Ella conquisti il mondo con il suo Rycerz e la sua
    medaglietta.
    Come sarà dolce per noi nell’ultima ora… ricordare il lavoro… le
    sofferenze… le umiliazioni… sopportate per Lei, soprattutto se
    saranno state molte, il maggior numero possibile…

    29 Gennaio, 2009 - 7:00
  34. affus

    Domande ai forumisti :
    1)Dio fu estraneo all’olocausto ?
    2)Dio Padre fu estraneo alla distruzione di Gerusalemme da parte dei romani ?
    3)Dio Padre fu estraneo alla deportazione in babilonia ?

    29 Gennaio, 2009 - 7:35
  35. Affus, Dio è estraneo ai nostri peccati?

    P.S. Fossi in te, per miglior zelo la prossima volta citerei l’opera omnia…

    29 Gennaio, 2009 - 8:19
  36. marta09

    Luca, guarda oltre ti prego, non lasciarti distrarre da … intermezzi pubblicitari!

    29 Gennaio, 2009 - 8:28
  37. affus

    io penso che Dio non fu estraneo alla storia di quel periodo e la colpa è da ricercare proprio nei peccati .

    Chi ha sofferto aveva dei peccati da espiare anche se, personalmente, delle volte era innocente .

    Un ebreo saggio del ghetto di Varsavia diceva : Dio ci punisce per i nostri peccati ! Ma Dio dopo avere finito di punire loro, incomincò con il resto dell’europa cristiana. Cosa c’era cjhe non andava di preciso ?

    29 Gennaio, 2009 - 8:37
  38. Aspetta aspetta… immagino che Dio ci abbia punito perché vent’anni dopo avremmo fatto il Concilio Vaticano II… e poi dicono della guerra preventiva… 😉 😉 😉 😉 😉 😉

    (Marta, Marta… a dispetto del nome ti sei scelta la parte migliore… tu ti metti in ascolto di Gesù… io do da mangiare [ai troll, e ridàgli]!)

    29 Gennaio, 2009 - 8:51
  39. raffaele.savigni

    Concordo con le osservazioni e con l’auspicio di don78.

    29 Gennaio, 2009 - 9:10
  40. Francesco73

    Cara Fiorenza, hai ragione, occorre fare festa.
    Quando cade una scomunica c’è comuque da rallegrarsi.
    Sulla gestione mediatico-diplomatica del presente caso, potremmo confrontarci a lungo.
    Queste abilità, però, non sono espressioni demoniache, e non necessariamente sono in contrasto con l’Amore.
    Tutt’altro. Possono essere utilizzate per il bene.
    La verità è che sulla comunità San Pio X io e molti altri avevamo e abbiamo dubbi profondi: teologici, ecclesiali e infine anche “politici”.
    Penso che nella Chiesa occorra avere il coraggio di sgomberare il campo dagli equivoci, dai fraintendimenti, da tutti i luoghi di coltura anche implicita e involontaria di distorsioni patenti del senso del Vangelo, così come il Magistero ce lo offre e ce lo presenta, anche alla luce dei Concili Ecumenici, della riflessione degli studiosi, del discernimento pastorale.
    Guardo quindi con vigilanza particolare a ogni tendenza centrifuga, per così dire: a destra come a sinistra, si tratti di lefebvrismo come di cattocomunismo, di murraismo come di teologia della liberazione in senso boffiano. Dopodichè, anche tra queste voghe, so distinguere bene tra le intenzioni evidenti, che mi paiono ben diverse anche nella qualità.
    Mi pare che il senso complessivo della Chiesa sia altro, soprattutto come segno per il mondo di oggi.
    Detto questo, comunque, hai ragione te: la decisione del Papa va accolta con gratitudine.

    29 Gennaio, 2009 - 9:20
  41. Massimo D

    “a destra come a sinistra, si tratti di lefebvrismo come di cattocomunismo”
    E in che consisterebbe, caro Francesco73, codesta eresia del cattocomunismo, che metti sullo stesso piano del lefebvrismo ? In anni recenti ho sentito dare del cattocomunista ai cattolici impegnati in politica nel centrosinistra (es. Romano Prodi e Rosi Bindi), o persino a chi semplicemente era nell’Azione Cattolica.

    29 Gennaio, 2009 - 10:19
  42. Francesco73

    Non parlo della politichetta nostrana.
    Parlo della commistione fra cristianesimo e marxismo, dell’orizzontalismo della fede cristiana (fare la giustizia qui e ora, fare il Paradiso qui), dello svuotamento dello specifico del Credo, della trasformazione di esso in una sorta di filosofia della giustizia sociale, che è certo molto ma comunque sempre troppo poco.
    C’è anche chi dice – tra l’altro – che il comunismo sia l’esito più recente di un’eresia di derivazione gioachimita.
    Non so se sia così, ma certo ha costituito un rischio intrinseco per l’essenza della fede.
    La lotta vaticana contro i teologi della liberazione viene da qui, ancor prima che da ragioni geopolitiche legate alla guerra fredda.

    29 Gennaio, 2009 - 10:25
  43. Massimo D

    Be’, in questo senso è più chiaro cosa vuoi dire, ma allora eviterei di usare il termine “cattocomunismo”, che come dicevo ormai è usato semplicemente da esponenti della destra (cattolica e no) come etichetta appioppata a qualsiasi cattolico impegnato politicamente su posizioni progressiste (la vecchia “sinistra DC”).
    Quanto all’orizzontalismo: a me non sembra che “fare la giustizia qui ed ora” sia in alcun modo una negazione del Credo. Mi sembra invece che faccia parte dell’essenza dell’agire cristiano. Ovvio poi che il cristianesimo non possa essere “trasformato” in una filosofia della giustizia sociale.

    29 Gennaio, 2009 - 10:40
  44. Francesco 73, ti leggo con interesse, ma questa espessione: “La lotta vaticana contro i teologi” mi sembra stridente e inquietante.
    Che il vaticano lotti contro altre persone o teologi, come dici, non fà tanto “Cristo/Chiesa che ama l’altro”.
    Forse non volevi esprimere questo…

    29 Gennaio, 2009 - 10:46
  45. marta09

    Ma no, Luca, stiamo tutti dalla “parte migliore”!
    Solo che a volte ci arrivano di quegli “intermezzi pubblicitari” così prepotenti e “fatti bene” che rimaniamo “in fissa” e … ci perdiamo il film che stavamo guardando!
    Lo scopo della “pubblicità” è quella di “distogliere l’attenzione da altro per attirarla sul messaggio”, come mamma di un grafico pubblicitario e come lavoratrice (ci fanno corsi su corsi per “convincere” e destabilizzare l’interlocutore) ne so qualcosa, poco – a dire il vero – ma sufficiente per accorgermene nel “momento cruciale”.
    Ci casco anch’io, non credere, ma poi mi accorgo che le “litigate” nascono perché c’è sempre qualcuno che devia dal discorso principale, dal problema in questione. Ed è ovvio, perché spessissimo la soluzione del problema (o discorso) è così evidente che non è possibile contestarla e allora si passa al “confondere” con altro.
    Insomma, una specie di speciali “conduttori alla guerra” … Ma quelli che “stanno dalla parte migliore”, quelli a cui interessa solo il bel “film” che si stava guardando (sempre il solito con attore principale Gesù vero uomo e vero Dio), stanno sempre “in campana” come si suol dire.
    E adesso … se i sistemi impallati me lo consentono, lavoro.
    Ciao
    🙂
    … ma poi arriverò con l’evoluzione dei discorsi

    29 Gennaio, 2009 - 10:51
  46. e intanto Luigi continua a tacere… e Affus a (stra)parlare…
    Dov’era Luigi quando Affus parlava?
    🙂

    29 Gennaio, 2009 - 11:01
  47. Leonardo

    Non mi sogno neppure lontanamente di leggere i messaggi di Affus quando sono più lunghi di una decina di righe, però scorrendo per arrivare in fondo mi è parso che abbia citato padre Kolbe. Non so se abbia citato correttamente, però è vero che sugli ebrei la pensava in un certo modo, ed era il santo che era.

    29 Gennaio, 2009 - 11:21
  48. Massimo D

    Allora è un vizio!
    “Lo so che le camere a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dire se abbiano fatto morti oppure no, perché non ho approfondito la questione”
    http://tribunatreviso.gelocal.it/dettaglio/Le-camere-a-gas-Per-disinfettare/1582738?edizione=EdRegionale

    Al di là delle smentite ufficiali dei capi, che vogliamo credere sincere, il problema a me pare un altro: i lefebvriani con il loro tradizionalismo reazionario hanno attratto e raccolto nel tempo una marmaglia razzista e fascista, e ora si è scoperchiato il vaso.

    29 Gennaio, 2009 - 11:57
  49. @Massimo D – 29 Gennaio 2009 @ 11:57

    Pensavo di essere l’unico imbecille ad essersene accorto!!!!!
    Ma percepivo di essere in compagnia 🙂

    29 Gennaio, 2009 - 12:16
  50. @Massimo D —-29 Gennaio 2009 @ 11:57

    ho letto il link
    fantastico e stupefacente,
    più parlano con la loro cognizione di causa,
    più Benedetto guadagna punti-
    Ma era di questo che come cattolico avevo bisogno?
    La tematica dell’unità dei cristiani, che serviva per interpellarsi, nata per interpellarsi con i fratelli evangelici, anglicani, ortodossi, protestanti vari,
    è servita solo per far rientrare una frangia nazifascista che era confinata in una setta religiosa, regnante un papa tedesco ! (come mi ha malignamente suggerito ieri un amico carabiniere? che conserva già di per sè dei pessimi ricordi del suo essere passato nel mondo-Chiesa?)
    Mio buon Luigi, lo capisco, vorresti prendere su di te le croci del dolore che sentiamo e liberare noi.
    perchè le nostre espressioni sono dal dolore per la chiesa che amiamo,
    Se della Chiesa non mi fregasse nulla, il dolore non lo sentirei.
    Invece
    “I care”

    29 Gennaio, 2009 - 12:32
  51. Massimo D

    Una cosa va detta: le dichiarazioni di questo don Abrahamowicz non sono esattamente negazioniste. Certo, questo signore pone una questione di mezzi tecnici e nega l’utilizzo delle camere a gas, e quindi gli consiglierei di fare letture migliori. Ma mi sembra che il suo punto non sia negare lo sterminio degli ebrei, bensì contestarne la unicità. La Shoà è stata assunta come culmine del male nella storia, e su questo forse ha giocato in termini simbolici il fatto che la scelta deliberata di sterminio fosse orientata da Hitler proprio sul popolo eletto, e hanno contribuito anche i nostri sensi di colpa di cristiani. Personalmente, non credo che accettare la centralità della Shoà diminuisca la gravità di altri genocidi, ma evidentemente a questi signori della destra revisionista la questione fa problema (come ho detto, non credo sia una peculiarità dei lefebvriani, sono posizioni presenti anche in frange ben più moderate).

    29 Gennaio, 2009 - 12:49
  52. E’ chiaro che p.es. il genocidio degli armeni è qualitativamente molto simile, e quantitativamente vicino, a quello degli ebrei.
    Ma è questo fastidio così malcelato per la Shoah, che porta sempre a dire che “c’è qualcosa che non va” in come la si racconta, che certo, lo sterminio c’è stato però, forse, ma… le camere a gas senz’altro benché, tuttavia, peraltro… i sei milioni di morti sì chissà, eventualmente, putacaso…
    …che, come dire, ha qualcosa di sospetto.

    29 Gennaio, 2009 - 12:57
  53. Leonardo

    «La Shoà è stata assunta come culmine del male nella storia»: perfetto. Aggiungiamo: «al posto e invece dell’uccisione del Figlio di Dio» e siamo arrivati in prossimità del problema. Quello duro, non facile da sgranocchiare con i vostri dentini buonisti (che però sono ben aguzzi quando si tratta di mordere chi non vi piace). Qui c’è poco da fare: “Houston, abbiamo un problema”. E badate che, come dovrebbe essere ovvio, non c’entra nulla il negazionismo (totalmente infondato, ma da non prendere sottogamba), non c’entra neppure la tradizione dell’antigiudaismo cristiano (da superare, ma da comprendere seriamente: a proposito, forse ci sta dentro anche padre Kolbe, che comunque … se mi passate la battuta, negazionista non doveva essere).

    29 Gennaio, 2009 - 13:05
  54. Leonardo

    Per Luca Grasselli: la cifra di sei milioni è messa in discussione anche da storici serissimi come Hillberg. Naturalmente non cambia nulla se invece di essere sei erano cinque o quattro. Però è sintomatico che in certi ambienti si reagisca come se uno dicesse che le persone della Trinità forse sono due, o quattro. Come se quel numero fosse sacro. Non storia ma metafisica.

    29 Gennaio, 2009 - 13:08
  55. Massimo D

    Leonardo, mi dispiace, ma su questa affermazione che il culmine del male nella storia sia la croce di Cristo proprio non ti seguo.
    Eccolo dunque qui il capovolgimento, il non detto dei tuoi interventi precedenti, e forse di tutte queste belle uscite dei membri della Fraternità: in questa grottesca gerarchia le vittime (gli ebrei) tornano ad essere i carnefici, in quanto popolo deicida.

    29 Gennaio, 2009 - 13:21
  56. Massimo D

    Aggiungo, visto che insistete su padre Kolbe: è stato fatto santo perché ha dato la vita per i fratelli, e non in virtù del suo illuminato pensiero sugli ebrei. Anzi, se devo dire la verità, di come la pensasse il tedesco Kolbe -santo o no- sugli ebrei mi interessa assai poco.
    Peraltro, non mi pare che la questione dei difetti o pregi degli ebrei possa avere rilevanza alcuna nella valutazione morale della Shoa, o di certe posizioni negazioniste.
    Infine, per me gli ebrei uccisi possono anche essere tre milioni invece di sei, come afferma qualcuno. Ma mi chiedo qual è l’intento di chi precisa e corregge la stima al ribasso ogni volta che qualcuno dice “sei”. È comunqua un numero spaventoso.

    29 Gennaio, 2009 - 13:26
  57. Leonardo: anch’io sono contrario alla metafisica dello Sterminio. Non foss’altro perché di sterminii – ovviamente fatte le debite proporzioni storiche quanto a densità di popolazione e a capacità offensiva – è piena la storia: quelli documentati datano almeno dalle città-stato mesopotamiche in giù, e sicuramente non furono i primi: davvero chi è senza peccato scagli la prima pietra.

    Il che non significa che la Shoah non abbia un significato religioso e teologico (non è così per tutti i fatti della storia?): ne parlano anche, mi sembra, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nelle occasioni in cui affrontano il tema.

    Com’è del tutto logico che ogni storico ha il pieno diritto, secondo me, di discutere e affrontare, su basi scientifiche su cui sarà la comunità scientifica a pronunciarsi, tutte le questioni storiche, e questa non fa eccezione.

    E com’è del tutto logico che nella comunità degli uomini il popolo ebraico, e lo Stato d’Israele, hanno/dovrebbero avere i medesimi diritti e i medesimi doveri di tutti gli altri popoli e di tutti gli altri Stati.

    Ma questa pervicacia con cui da taluni cerca di scovare la “falla” nel racconto e nella ricostruzione che conosciamo dello Sterminio, alla ricerca di una “verità” alternativa ed esoterica, magari foriera di ulteriori possibili “alternative”, fa un pessimo odore; e dietro il marcio sembra a tratti di sentirci lo zolfo.

    29 Gennaio, 2009 - 13:49
  58. affus

    Ragazzi ho fame ,……. ma non preoccupatevi che fra pochi minuti mi siedo a tavola davanti a un bel piatto di maccheroni e blocco questo brutto istinto .
    Dunque , il problema è questo.
    L’olocausto c’è stato, nessuno lo deve mettere in dubbio,poi, quanti morti vogliono i fratelli maggiori che, diciamo, ci siano stati ? 10 milioni ? OK ! a noi ci sta bene se serve a calmarli .
    Il problea è che a causa di questo tabù , molti ci marciano sopra , molti fanno business, e non solo , questo tabù ha fatto la fortuna dei cattocomunisti nella chiesa .
    Questi cattocomunisti, come il fumo di satana , di cui parlava paolo VI oramai hanno dilagato dapperttutto e oramai stanno distruggendo la chiesa e lo stesso messaggio politico della chiesa . Qui siamo passati dalla scomunica all’adozione dei loro pensieri e parametri .
    Invece andrebbero di nuovo scomuncati , anzi la scomunica andrebbe riabilitata . Ci sarà uno scisma e una spaccatura ? Bene , sarebbe una cosa salutare a questo punto !

    29 Gennaio, 2009 - 13:59
  59. Affus, quale sarebbe “lo stesso messaggio politico della chiesa” (la minuscola è tua”? Da dove lo si desume? In quali fonti lo si trova?
    Nella Dottrina sociale da Leone XIII a Giovanni Paolo II? Nella Gaudium et spes del Concilio Vaticano II? Nella Deus caritas est di Benedetto XVI?

    O magari, che so, qui: http://www.destraradicale.it/ ?

    29 Gennaio, 2009 - 14:15
  60. affus

    Caro Luca , lo si trova non nella Santa Chiesa quella dei sacramenti di salvezza , ma nelle varie commissioni Pontificie tipo “Giustizia e Pax ” es. del cardinal martini ,tanto è vero l’attuale Pontefice quando era al sant’uffizio,ha dovuto fare varie rettifiche proprio sulla dottrina sociale.
    Il primo a lamentarsi di queste rettifiche sai chi fu ?
    Alex Zannottelli, il comboniano .
    E sai perchè ? Perchè prima aveva visto confermato tutta la dottrina della liberazione che ritrovavi in vari documenti di dottrina sociale , con ratzingher si è fatto marcia indietro .
    Lui che se ne intendeva ,NON COME NOI , lui che aveva contribuito a quei documenti (zannottelli) , si è visto di nuovo escluso e messo in dubbio. Obrobrio ! Ora la PORTA si è lasciato la Aporta aperta e sono entrati ogni genere di animali feroci . Lupi e serpenti velenosi ! Cosa fare ? Come si mette una toppa ?
    ai posteri l’ardua sentenza .

    29 Gennaio, 2009 - 14:38
  61. Va bene. Chi voleva capire, ha capito.

    29 Gennaio, 2009 - 14:45
  62. affus

    i documenti della dottrina sociale partoriti dalla commissione giustizia e pax presieduta dal’infausto card.martini hanno fatto si che ogni gruppo di associazione cattolica , divetasse una sede esterna dell’ex PC .
    Infatti io ho visto al sud molti ex pateracchi comunisti e socialisti che hanno abbandonato la vecchia sezione , ormai inutile , e fare direttamentye le loro riunioni nei locali delle parrocchie . Poi si candidavano e arrivavano i voti con l’aiuto indiretto del parroco . Con la benedizione del Signore ! Amen .

    29 Gennaio, 2009 - 14:46
  63. Leonardo

    Vedo che bisogna avere tanta pazienza e spiegarsi anche in quello che dovrebbe essere chiaro. Se il culmine del male della storia è la Shoa e non la morte di Cristo, delle due l’una: o quest’ultima non ha redento il male oppure la Shoa deve essere assunta in una dimensione cristologica, cosa che gli ebrei aborrono come una abietta appropriazione (si ricordi la vicenda del carmelo di Auschwitz).
    Una bazzecola, come ognun vede.

    P.S. a MassimoD, con simpatia: “popolo deicida” lo dici a tua sorella. Io certe cazzate non mi sogno neanche di pensarle. La responsabilità della morte di Cristo è: in un senso di coloro che direttamente l’hanno voluta; in un altro, di tutta l’umanità.

    P.P.S.: il mio richiamo a p.Kolbe non era, ovviamente, per sostenere che avesse ragione in tutte le sue convinzioni sugli ebrei, ma per far notare che se un uomo come lui aveva certe idee, la questione merita di essere studiata con attenzione e rispetto per tutti. Senza dimenticare che è antistorico proiettare il dopo sul prima: certe cose, dette prima di Auschwitz hanno oggettivamente un significato diverso se dette dopo Auschwitz. (Ma anche essere comunisti prima di Lenin e di Stalin è diverso che esserlo dopo, tanto per dire).

    29 Gennaio, 2009 - 15:04
  64. Francesco73

    Debbo a Matteo la spiegazione sull’espressione “lotta vaticana contro la teologia della liberazione”.
    Non voleva essere un gergo guerresco, tantomeno un’esaltazione di una condotta.
    A volte usiamo una lingua semplificata, e un tantino giornalistica, magari.
    Resta il fatto che negli anni’80 il vertice ecclesiastico ha preso decisioni chiare su questo orientamento telogico, e sui suoi effetti ecclesiali (e quindi, in ultima analisi, anche politici).
    Dalla conferenza di Puebla (’79) all’operato del CELAM (prima Segretario e poi Presidente il card. Lopez Trujillo, poi a Roma al Consiglio per la Famiglia), dalle nomine episcopali alla vigilanza sulle facoltà teologiche, dal processo a Leonardo Boff alle messe a punto della Congregazione per la Dottrina su opere e insegnamenti di deiversi altri studiosi.
    Tutto, insomma, è andato in una certa direzione.
    Per una decisione di fondo su cui io concordo, anche se i prezzi pagati sono stati assai alti.
    Il cardinale Ratzinger ha offerto la sua credibilità, la sua capacità e il suo prestigio a questo lavoro.
    Può piacere o meno, e certo non si trattò di lotta.
    Ma – come dire – nemmeno di carezze.

    29 Gennaio, 2009 - 15:05
  65. Massimo D

    Caro Leonardo, il fatto che non ti riconosci nell’idea di Israele popolo deicida non può che farmi piacere. Del resto, io non mi riferivo direttamente a quello che avevi detto, bensì alle possibili conseguenze di dire che il culmine del male debba essere questo “invece” di quello, nonché alle affermazioni dei lefebvriani. Io non so cosa intendi tu per “culmine del male”, di certo qualcosa di diverso rispetto a quello che intendevo dire io. Anzi, a pensarci l’espressione (da me usata) è proprio senza senso. Non credo che esista un “culmine” al male storico. Come dovremmo giudicare ad esempio lo sterminio degli indios?
    Per gli ebrei la Shoà e evento paradigmatico, però anche per loro il digiuno è celebrato per ricordare la distruzione del Tempio, non lo sterminio di Auschwitz. D’altra parte, è indubbio che Auschwitz ha posto in modo prepotente il problema del male almeno nella nostra epoca. Ci colpisce la sua “banalità”, e ci interpellano problemi teologici quali la compatibilità tra l’onnipotenza di Dio, la sua bonta e l’esistenza del male in tale dimensione.
    Su Kolbe: quale questione merita di essere studiata secondo te? Non è affatto chiaro da quello che dici. Qualcuno potrebbe capire che ti riferisci alla perfidia dei nostri fratelli maggiori.

    29 Gennaio, 2009 - 15:17
  66. per favore non cominciamo a fare confusione, e in questa faccenda poco pulita.
    Non ci trasciniamo chi ha testimoniato dando in Cristo la propria vita per un fratello che in quel momento poteva essere ebreo, o cristiano.

    Kolbe ha risposto alla vocazione finale ed escatologica rendendosi simile al Maestro, dare la propria vita per i fratelli.

    Anche i santi vanno contestualizzati storicamente.
    Se il contesto storico-sociale era culturalmente antitiudaico, può averlo respirato benissimo anche Kolbe, ma la sua santità è aver fatto un salto di qualità, divenendo il giusto in croce a somiglianza di Cristo, dando la vita.

    Ora gustificarsi con epoche precedenti in cui conoscenze teologiche e di approfondimento spirituali e bibliche erano estremamente diverse dall’attuale, mi sembra ignobile ed irrispettoso della storia delle persone.

    Da bambino ricordo anche io un nebuloso antisemitismo che in Italia alitava abbastanza tranquillo, fino alla presa di coscienza di tutti quei vescovi che vennero da tutto il mondo ad incontrarsi e parlare in s. Pietro, imprimendo un nuovo corso alla storia.
    L’evoluzione culturale in Italia e in tutto il mondo fece il resto.

    Ma quanto ci è voluto fino alla richiesta di perdono di JPII agli Ebrei, quante contestazioni ha suscitato.

    Eppure noi cristiani, nella storia, divenuti potere abbiamo sempre considerato gli ebrei una razza inferiore, deicida.
    Kolbe era all’interno di una cultura e non ne era resoponsabile, anche se tutto contribuisce a ricordare l’antigiudaismo generale della Chiesa e del mondo cattolico, che si riscatto’ grazie a tanti uomini giusti che misero davanti a tutto il comandamento dell’amore di Gesù.

    Ora, nel 2000, nessuno può più giustificare l’antigiudaismo se non ha disturbi mentali (e ce ne sono!!!).

    Ieri sera il film israeliano, Valzer con Bashir, mi dava l’idea chiara di un popolo che sta affrontando i propri mostri, inconsci, che dalla shoà, passa per i massacri di Sabra e Shatila dei plestinesi, e del bisogno che hanno di rielaborare quello che sta accadendo nella loro storia.

    Un plauso vivissimo agli esponenti intellettuali di questo popolo che ha il coraggio di rischiare l’impopolarità, pur di cercare la verità.
    Altra bellissima opera israeliana su questa tematica, di letta lo scorso anno “i 13 soldati”.

    Israele vive delle profonde contrazzioni, ma le sta elaborando, nell’augurio di venirne fuori.

    Questo non l’ha mi fatto il popolo italiano con la dittatura fascista e le sue criminali guerre in ogni parte del mediterraneo e in Russia, facendo morire per calcolo politico centinaia di migliaia di italiani e sterminando popolazioni straniere innocenti.
    L’italia non lo ha fatto.
    Non possiamo dare lezioni agli altri.

    29 Gennaio, 2009 - 15:57
  67. Sono con un piccolo netbook che mi fa impazzire per la tastiera piccolissima e continuare a correggere la digitazione.

    29 Gennaio, 2009 - 15:59
  68. mio Dio!
    massimo D, un altro video così e io ci rimango stecchito (vabbè che sono anche in posizione…nel mio letto).
    Riconosco che al di là di tutto, ci sono persone con grossi problemi di integrazione psicologica,
    in persone che poi sono guide di comunità, siano essi preti o vescovi.
    Mi domandavo che dopo questa incredibile ev0luzione vaticana che domanda aiuto alle scienze psicologiche per il discernimento al sacerdozio, se hano pensato di farlo anche per chi chiamano all’Episcopato (pienezza del sacerdozio). Ho visto sacerdoti andar fuori di testa in modo palese, e quelli che non sono palesi?

    29 Gennaio, 2009 - 16:12
  69. Leonardo sei assunto anche tu se vuoi 😉 ma mica perchè la pensi come me, intendiamoci! 😉

    29 Gennaio, 2009 - 16:50
  70. affus

    Qualche studioso si è divertito a fare un elenco dei nomi dei massimi aderenti alla rivoluzione di ottobre , anzi pare che sia stata a scoprirli per prima una donna ebrea : Anna Harendt .
    Ebbene questa storica dimostrò come l’80% dei rivoluzionari russi erano ebrei . E cosa fecero di bene in urss durante il loro regno ?
    Eliminarono quasi 100 milioni di cristiani senza camere a gas ! Pio XII senza leggere nessun libro della Harendt ci arrivò da solo , anzi con l’aiuto dello SS e con i messaggi della Madonna di Fatima .
    E quando si trattò dell’invasione in russia , come aveva già dimotrato in spagana , diede tutta la sua riconoscenza . Però non si trattava di eliminatre un regime , si trattava di estirpare un ideologia che ben presto avrebbe fagogitato la stessa Chiesa . Purtroppo non esistono armate per fermare un idelogia perversa .

    The Origins of Totalitarianism, New York, 1951 (it. Le origini del totalitarismo Milano : Edizioni di Comunità, 1967, ISBN 88-245-0562-7, ISBN 88-061-6935-1, ISBN 88-245-0443-4)
    The Human Condition, Chicago, 1958 (it. Vita activa, Milano : Bompiani, 1964, ISBN 88-452-4628-0)
    On Revolution, New York: The Vinking Press, 1963 (it. Sulla Rivoluzione, Milano : Edzioni di Comunità, 1965)

    29 Gennaio, 2009 - 16:50
  71. don Floriano Abrahamowicz, di origine ebraica e lefevriano, con le sue terribili parole dimostra che aver avuto un padre morto in un lager tedesco, non influenza il fondamentalismo pseudo-cattolico.

    30 Gennaio, 2009 - 10:28
  72. marta09

    Ehi! Matteo come sta il notebook? Ha resistito ai tuoi “pestoni sulla tastiera!
    E Massimo … ma sei fuori a mandarci dei video così? Matteo era a letto e vabbè, ma io sono seduta ed ho rischiato l’osso del collo!
    E … Matteo, anch’io ho visto preti andare fuori di testa (troppi), ho visto anche quelli che “fuori di testa” ci sono di natura (ne ho uno qui che sta facendo danni enormi), ma ho visto anche cristiani che fanno faville a tal proposito.
    Per il resto chiedo solo preghiere (fffffff) per il Papa e per la Chiesa.
    Ciaooooooooooo

    31 Gennaio, 2009 - 0:56
  73. Marta, Marta,
    Continuo ad avere qualche problemino,
    ma continuo ad impasticcarmi….
    Il Blog di Luigi, con voi, mi ha tenuto compagnia,
    tranne gli intermezzi pubblicitari, vi si legge con piacere, anche quando hanno opinioni diverse da me.

    Il netbook, è una roba piccolina, con tastiera piccolina, leggero, e resistente.

    I preti, i vescovi, il papa, i laici, tutti hanno bisogno di essere illuminati dallo Spirito Santo, siamo tutti fragilmente umani, tutti, nessuno è più perfetto degli altri, nessuno è più divino o mitico.
    Siamo poco meno degli angeli, ma nessuno ha il DNA del divino dentro.
    Siamo ad imago Dei, ma nessuno è Dio.
    Se si elegge qualcuno a “rappresentante del divino” ci si dovrebbe preoccupare parecchio.
    A quel qualcuno potrebbe essere riconosciuto la facoltà di vita e di morte su tutti gli uomini, nel momento in cui può stabilire cosa è verità assoluta o non verità assoluta.
    Puo’ divenire riferimento di tutte le discriminazioni e intolleranze.
    Purtroppo con gli schizzati questo succede.
    Ma noi abbiamo fede, povera, ma fede.

    Marta, la nostra generazione, per tempo,. è ancora vicina ai fatti terribili del ventennio e del suo terribile e apocalittico epigono. Quindi credo che mi capisci……
    ciao

    31 Gennaio, 2009 - 14:43
  74. Lyco,
    credo che ormai stiamo entrando nell’ottica che tutti hanno spazio nella casa della Mater Ecclesia.
    Mi preoccupa che gli ultimi entrati, credono che non ci sia spazio per altri.
    tutto qui.
    Per il resto non vedo il problema della s.Messa in latino, ne ho servite a iosa in s.Maria Maggiore da ragazzo. Mi piace, anche se non riesco a seguire con partecipazione. Esteticamente bella.
    Ma non mi riguarda.
    Non vorrei che nel futuro qualcuno in nome di Dio, mi obbligasse a non partecipare alla santa Messa nella mia lingua, che ancora è viva.
    Io rispetto gli altri,
    ma gli altri rispettino me.
    Lyco, quanto, per me è chiarissimo.
    Lo è per gli altri?
    E’ tutto molto semplice.
    Credo che ora dobbiamo ricominciare a dare serenità nella chiesa-popolo di Dio.

    31 Gennaio, 2009 - 14:49

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