Francesco: nei conventi vuoti accogliamo i poveri

Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti… Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il Signore chiama a vivere con generosità e coraggio la accoglienza nei conventi vuoti. Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire. Superare la tentazione della mondanità spirituale per essere vicini alle persone semplici e soprattutto agli ultimi. Abbiamo bisogno di comunità solidali che vivano l’amore in modo concreto!“: così Francesco poco fa al Centro Astalli di Roma.

147 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Ognuno può fare qualcosa. Ogni giorno, qui e in altri centri, tante persone, in prevalenza giovani, si mettono in fila per un pasto caldo. Queste persone ci ricordano sofferenze e drammi dell’umanità. Ma quella fila ci dice anche che fare qualcosa, adesso, tutti, è possibile. Basta bussare alla porta, e provare a dire: “Io ci sono. Come posso dare una mano?” – E’ un altro passaggio del discorso papale di cui nel post.

    10 Settembre, 2013 - 17:43
  2. Luigi Accattoli

    Molti siete musulmani. “Molti di voi siete musulmani, di altre religioni; venite da vari Paesi, da situazioni diverse. Non dobbiamo avere paura delle differenze! La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti! Viviamo la fraternità!

    10 Settembre, 2013 - 17:46
  3. Luigi Accattoli

    Per avere ancora un futuro. “Mostrare che con l’accoglienza e la fraternità si può aprire una finestra sul futuro, più che una finestra, una porta, e più si può avere ancora un futuro!

    10 Settembre, 2013 - 17:49
  4. Luigi Accattoli

    I poveri ci aiutano a conoscere Dio. “I poveri sono anche maestri privilegiati della nostra conoscenza di Dio; la loro fragilità e semplicità smascherano i nostri egoismi, le nostre false sicurezze, le nostre pretese di autosufficienza e ci guidano all’esperienza della vicinanza e della tenerezza di Dio, a ricevere nella nostra vita il suo amore, la sua misericordia di Padre che, con discrezione e paziente fiducia, si prende cura di noi, di tutti noi“.

    10 Settembre, 2013 - 17:51
  5. Luigi Accattoli

    Misericordia chiede giustizia. “Non basta dare un panino se non è accompagnato dalla possibilità di imparare a camminare con le proprie gambe. La carità che lascia il povero così com’è non è sufficiente. La misericordia vera, quella che Dio ci dona e ci insegna, chiede la giustizia, chiede che il povero trovi la strada per non essere più tale“.

    10 Settembre, 2013 - 17:53
  6. Luigi Accattoli

    La dignità vostra e nostra. “Grazie perché difendete la vostra dignità ma anche la nostra dignità umana“.

    10 Settembre, 2013 - 17:55
  7. picchio

    “I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. ”
    “I poveri sono anche maestri privilegiati della nostra conoscenza di Dio”
    certo che per essere uno che alcuni ancora si ostinano a ritenere contrario alla teologia della liberazione, parla proprio come un teologo della liberazione!

    10 Settembre, 2013 - 18:04
  8. nicoletta z.

    Be’… Deo gratias!

    10 Settembre, 2013 - 18:16
  9. claudia74

    Per Picchio

    Chi si ostina a dipingere Bergoglio come contrario alla TDL si riferisce ad atteggiamenti di 40 anni fa, senza prendere in considerazione il fatto che poi ha vissuto anni di “espiazione” e meditazione ( fu mandato praticamente in esilio a Cordoba) che lo hanno portato a cambiare moltissimo anche come persona e a scegliere poi anche lui l’opzione per i poveri. Lui segue la variante di Teologia del Popolo che però ha sempre la stessa radice.

    10 Settembre, 2013 - 20:20
  10. Pienamente d’accordo con Papa Francesco. Straordinario e coraggioso.
    Anche se, mi permetto di aggiungere, certe coraggiose considerazioni dovrebbero andare di pari passo anche con un altro coraggio, cioè quello legato al munus papale di chiarire, dirimere, sciogliere e legare: quindi si richiederebbe anche la necessità di pronunciare lo “Anathema sit” chiaro e deciso su implicazioni oggettive e subordinate che emergono da queste vicende.
    Con filiale riverenza.

    10 Settembre, 2013 - 20:50
  11. giuseppe2

    Appena sentono la parola “poveri” in alcuni scatta come un riflesso condizionato e subito associano la teologia della liberazione; una necessità di incasellamento negli schemini mentali del secolo scorso perché ancora si deve stabilire chi la vince, e non ci sia accorge che il paradigma è saltato (grazie a Dio), la vita concreta è più importante. “[…] 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito […]” (Mt)
    Signori, la storia va avanti: non c’entra niente la “TDL”, preparate qualche altra sigla. Questa è genuina carità cristiana, è Provvidenza, è grande evangelizzazione.
    Beati i poveri!

    10 Settembre, 2013 - 20:50
  12. A scanso d’equivoci: lo “Anathema sit” di cui parlo non ha nulla a che fare con la ” Teologia della liberazione”.
    Ha a che fare con i “religiosi e religiose” di cui parlava stesso Papa Francesco e con tutti i fedeli attaccati al denaro e alla “mondanità spirituale”.
    I chiarimenti sono d’obbligo, questo è un argomento che attira le peggiori mosche…

    10 Settembre, 2013 - 20:54
  13. La fretta…
    il primo “Anathema sit” dovrebbe essere lanciato verso coloro che dimenticano, vogliono dimenticare o cancellare il fatto che esiste la “povertà di spirito”.

    10 Settembre, 2013 - 20:57
  14. picchio

    Ero ironica claudia.
    Comunque non credo alle ricostruzioni che dicono fosse cosi contrario alla TdL e alle sue divergenze con Arrupe e Konvelbach: prima di essereinviato a cordoba passarono 12 anni in cui rivesti le piu importanti cariche dei gesuiti: provinciale prima e rettore della facolta’ di teologia poi.Se c’erano tutte queste divergenze perche’ i generali del suo ordine non lo hanno defenestrato prima?
    Dopo i suoi sei anni come rettore e stato anche 2 anni in germania. Quindi diciamo che sono passati 14 anni dagli anni piu’ burrascosi attraversati dalla compania di gesu’ con l opzione preferenziale dei poveri e l aderire di molti membri alla teologia della liberazione.
    Credo piu’ probabile che i motivi dell’allontanamento di bergoglio siano quelli raccontati da un gesuita argentino he ora insegna alla gregoriana in una intervista ad Allen. Bergoglio rispetto al nuovo rettore della facolta’ di teologia era piu’ favorevole ad una stretta disciplina e a lasciare poca liberta’ agli studenti.

    10 Settembre, 2013 - 21:09
  15. elsa.F

    Papa Francesco può sempre cominciare a riempire di rifugiati i Palazzi Vaticani e in particolare quell’appartamento lasciato vuoto dal predecessore.
    Lo faccia subito!

    10 Settembre, 2013 - 21:33
  16. Aprire un centro per rifugiati, è giusto. Ma ci si rende conto che per fare centri di accoglienza non basta avere vecchi conventi, molto spaziosi, con spazi inutilizzabili e servizi carenti, ma che è necessario metterli a norma, il che richiede un grande impegno di capitali? Tutto va bene, ma per mantenerne uno bisognerebbe venderne tre. So che mi attirerò critiche, ma questa è la pura verità. Nella mia città per queste ragioni ha chiuso un istituto benemerito per non vedenti.

    10 Settembre, 2013 - 23:36
  17. Marilisa

    “I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il Signore chiama a vivere con generosità e coraggio la accoglienza nei conventi vuoti.”

    Se i conventi vuoti si aprissero per i rifugiati e gli immigrati ( mi ricorda tanto un film di Ermanno Olmi), credo che si allevierebbero molte situazioni di sfruttamento di queste persone da parte di proprietari (senza scrupoli) di case fatiscenti, con servizi inadeguati, date loro in affitto a suon di soldoni.
    Il centro storico della mia città, con tante abitazioni abbandonate per il loro stato deplorevole, è diventato una sorta di colonia africana.
    Vedi gente di colore dappertutto, e fra l’altro la notte si rischia di investirli se non indossano abiti chiari.
    Occupano in quattro o cinque una o due stanze di quelle case, e si accontentano. O fingono di accontentarsi.
    In genere sono gentili e se ti trovi in difficoltà sono pronti ad aiutarti. Se però non li cerchi, sembrano ignorarti completamente. Sembra che neppure ti vedano.
    Ho l’impressione che siano gravati da un tremendo senso di estraneità.
    Ci rendiamo conto del sacrificio di questi poveri cristi ? O li guardiamo con sufficienza dal nostro angolo sicuro, neanche sfiorato da drammi del genere?

    11 Settembre, 2013 - 0:08
  18. Giorgio Licini

    Anch’io non riesco a capire cosa c’entrino le varie teologie in tutto questo… Si puo’ essere d’accordo o meno nel merito e sul metodo dei suggerimenti di Papa Francesco, ma non credo sia proprio il caso di scomodare la teologia, tutt’alpiu’ le virtu’ teologali… In ogni caso penso che le difficolta’ legate alla “poverta’” nella Chiesa e tra i religiosi in particolare (stabili semivuoti, fondi, stile di vita, ecc.) siano superiori come quantita’ rispetto a quelle relative al “celibato” piu’ frequentemente portate in superficie…

    11 Settembre, 2013 - 4:54
  19. elsa.F

    Quante stanze ha Marilisa?

    11 Settembre, 2013 - 6:56
  20. Sara1

    Battute stupide Elsa, con tutto il rispetto.

    11 Settembre, 2013 - 7:07
  21. Luigi Accattoli

    Antonella dice il vero: “per mantenerne uno bisognerebbe venderne tre”. E che cosa impedirebbe di farlo? Faccio un esempio: nel centro storico di Cagliari i Gesuiti hanno due grandi case semivuote e stanno già studiando di lasciarne una e di riunirsi nell’altra. Di quella che resterà vuota potrebbero fare un albergo di lusso e cavarne denaro per la sussistenza dell’altra, o potrebbero donarla al vescovo con finalità di accoglienza. Lo stesso potrebbe capitare, poniamo, ai Cappuccini: dei Gesuiti lo so, ché sono stato loro ospite ultimamente, i Cappuccini li nomino a caso. Se anche i Cappuccini ne danno una al vescovo, questi ne avrà due e con una potrà mantenere l’altra.

    11 Settembre, 2013 - 7:52
  22. Luigi Accattoli

    Forse proprio i Gesuiti possono dare una mano al Papa gesuita per mostrare come si fa. Del resto il suo monito sull’uso delle case per la “carne di Cristo” nasceva dall’esperienza concreta della “casa” alla quale era in visita e nella quale stava parlando: il Centro Arrupe di via degli Astalli è ospitato nella storica vastissima dimora che lì hanno i Gesuiti dai tempi di Ignazio.

    11 Settembre, 2013 - 7:57
  23. Luigi Accattoli

    Ciò che ha detto il Papa ieri è importante proprio perché è un’idea concreta, pragmatica, già sperimentata: girando l’Italia per conferenze vengo spesso ospitato in case, istituti, conventi che hanno un’ala data in uso a un consultorio, alla Caritas, a una mensa per senzacasa, a una cooperativa che ospita immigrati. Francesco vorrebbe che tali opzioni esemplari divenissero un metodo.

    11 Settembre, 2013 - 8:02
  24. Luigi Accattoli

    Che tristezza i conventi vuoti, che belle le mense affollate di affamati. Avevo fame e mi avete dato da mangiare. La mensa Caritas del Colle Oppio, a duecento metri da casa mia, che ogni giorno sfama 500 persone, è ospitata nei locali di un convento carmelitano.

    11 Settembre, 2013 - 8:16
  25. Nino

    A me sembra che al di là del prospettare una soluzione fattibile per i rifugiati, Francesco indichi alla società civile e ai governanti un cambio di passo, una conversione del cuore che realizzi il principio di solidarietà attraverso politiche sociali inclusive a partire dall’offrire un tetto, un rifugio alle sempre più numerose famiglie costrette a vivere dentro una macchina, sotto un ponte, per la perdita del lavoro e non più in grado di pagarsi un affitto o un mutuo.

    E mentre i governi come quello italiano, pensano di mettere all’asta il patrimonio dello stato favorendo i soliti noti palazzinari, incassando spiccioli, come già visto per SCIP1 e SCIP2.
    Forse destinare qualche ex caserma o ex edificio pubblico in disuso, potrebbe compensare quel costo sociale comunque ricadente sulla comunità e offrire una possibilità, una speranza a chi non ha più nulla.

    11 Settembre, 2013 - 8:31
  26. luca73

    A me sembra che tutti siate un pò troppo faciloni e vi nascondiate i problemi che un trasferimento dei conventi cosiddetti vuoti ai poveri comporterebbe.
    Anche Luigi, mi pare, abbia tralasciato questi problemi, forse accecato dallo stile accattivante di Papa Francesco.

    Sia chiaro: io condivido l’appello all’accoglienza di Papa Francesco, soprattutto quando dice che l’integrazione “è un diritto” di coloro che cercano rifugio, perché “la misericordia vera, quella che Dio ci dona e ci insegna, chiede la giustizia, chiede che il povero trovi la strada per non essere più tale. Chiede – e lo chiede a noi Chiesa, a noi città di Roma, alle istituzioni – chiede che nessuno debba più avere bisogno di una mensa, di un alloggio di fortuna, di un servizio di assistenza legale per vedere riconosciuto il proprio diritto a vivere e a lavorare, a essere pienamente persona”.
    “Ogni giorno – ha concluso – qui e in altri centri, tante persone, in prevalenza giovani, si mettono in fila per un pasto caldo. Queste persone ci ricordano sofferenze e drammi dell’umanità. Ma quella fila ci dice anche che fare qualcosa, adesso, tutti, è possibile. Basta bussare alla porta, e provare a dire: ‘Io ci sono. Come posso dare una mano?'”.

    Ecco, tutto questo va bene, ma si è chiesto l’attento frequentatore del blog, cosa succederebbe se le Chiese (nei conventi vuoti, ci sono Chiese vero?) venissero cedute, ad esempio, agli “amici” islamici?
    Succederebbe il pastrocchio delle “mos-chiese”, inventate da qualche genio negli anni passati. Succederebbe che i luoghi di devozione e di culto dei Cristiani verrebbero reclamati dai mussulmani – qualcuno ricorda il caso della Cattedrale di Cordoba?

    Fermo restando l’amore per i poveri ed il dovere dell’accoglienza, non sarebbe meglio (anche) cercare di difendere il Cristianesimo, ed i suoi valori ed i suoi luoghi sacri?
    E sfuggire ad ogni tentazione di relativismo, sincretismo, indifferentismo religioso, tanto presente nella mentalità secolarazzita contemporanea?

    E magari, chiedere alle istituzioni laiche di farsi carico dei poveri?

    11 Settembre, 2013 - 8:38
  27. luca73

    Cioè non solo le istituzioni laiche.
    Certo anche quelle cattoliche, ma senza svendere i propri luoghi di culto.

    11 Settembre, 2013 - 8:41
  28. Sara1

    Nella nostra parrocchia da tre anni c’è un progetto di raccolta fondi per la caritas, le famiglie si impegnano ogni mese ad offrire una piccola somma per altre famiglie in difficoltà, l’anno scorso abbiamo raccolto se non sbaglio più di 13000 euro.
    E’ vero che dare i soldi è la cosa più facile, ma servono anche quelli (per dire).

    11 Settembre, 2013 - 8:54
  29. Leopoldo

    A me pare che Papa Francesco stia spingendo la Chiesa, a tappe forzate, verso la cancellazione di ogni confine rispetto al mondo, comprese le altre religioni. Non certamente nel senso di mettere in discussione le verità della propria fede, bensì nel senso di trasformare l’Isituzione in un luogo spirituale in cui proprio la saldezza nella fede consenta ai cattolici l’incontro e la convivenza con tutti. Sono gli uomini che devono vivere insieme e in pace, al di là, nonostante o forse grazie al loro diverso credo. Penso anche che il valore essenziale del Cristianesimo sia l’amore per il prossimo, questo sì non negoziabile e, per di più, non sottoposto a condizione di reciprocità. Cercare di conciliare i fondamenti delle varie religioni è impossibile e non significa nulla, se non nella prospettiva di rafforzare la convivenza pacifica fra gli uomini. Fare del senso di appartenenza lo strumento attraverso cui mettersi in discussione, veramente, nei rapporti con l’altro e non un recinto entro cui rifugiarsi in difesa delle proprie certezze è un rovesciamento di prospettiva che può creare disagio, a volte rifiuto, ma è questa la direzione che il Papa indica. E questo papa può farlo, perché le sue parole sono espressione piena della sua vita.

    11 Settembre, 2013 - 9:53
  30. picchio

    luca73
    pessimo esempio la cattedrale di Cordoba, meglio Santa Sofia a Istanbul.

    11 Settembre, 2013 - 9:55
  31. picchio

    A Boston ho mangiato in un ristorante chic ospitato in una chiesa cattolica sconsacrata e venduta a privati

    11 Settembre, 2013 - 9:57
  32. picchio

    la lettera è bellissima Sara l’ho stampata e vado a rileggermela piano piano

    11 Settembre, 2013 - 9:58
  33. Sara1

    Non so se sia proprio così Leopoldo; Papa Francesco è molto estroverso e spinge alla missionarietà, ma c’è anche una certa intransigenza nel suo presentare la fede. (che non è un accessorio ma qualche cosa che deve radicarsi in profondità, aperto sì, ma poco disposto agli annacquamenti).

    11 Settembre, 2013 - 9:59
  34. Sara1

    Mi riferivo alla frase “A me pare che Papa Francesco stia spingendo la Chiesa, a tappe forzate, verso la cancellazione di ogni confine rispetto al mondo, comprese le altre religioni” il resto lo condivido.

    11 Settembre, 2013 - 10:13
  35. E’ difficile esprimersi, esprimere certi concetti senza che l’altro non capisca lucciole per lanterne.
    1) Innanzi tutto il Papa ha tutto il potere di mettere in pratica ciò che dice, quindi potrebbe/dovrebbe anche cominciare, altrimenti c’è chi pensa “proclami” (o addirittura pensa al Papa come ad un populista).
    Infatti il Vaticano ha proprietà su cui il Papa ha la diretta possibilità di gestione, nonchè gli introiti dell’Obolo di San Pietro.
    Certo capisco che certe cose il Papa le dica per scuotere le coscienze.
    Bene! Allora passiamo al punto 2) Qualcuno dica al Papa qualora non lo sapesse che ci sono merdaioli che fittano appartamenti di 50mq al prezzo di 800 euro al nero. Il mercato degli affitti ha raggiunto prezzi vergognosi, oltre la vergogna e il reato dell’evasione.
    Il Papa dica qualche parolina a queste persone, gli dica che non è etico, gli dica che l’evasione configura il peccato contro il Quinto Comandamento, e che chi fa questo E’ in peccato mortale.
    Da un Papa il fedele come me e tanti altri si aspetta chiarezza, le coscienze vanno scosse, ma tutte, anche quelle delle “pecore nere”, è opera di carità spirituale a cui il Papa non può venire meno.

    11 Settembre, 2013 - 10:17
  36. Correggo “Settimo Comandamento” (ma forse ci stava pure il Quinto, perchè quando a uno me lo lasci “sotto ai ponti” capita pure che lo ammazzi…).

    11 Settembre, 2013 - 10:19
  37. giuseppe2

    Sembra che il Papa prima di parlare debba chiedere il permesso o la consulenza di qualcuno, o almeno adattarsi ex post ai consigli quando non alle ramanzine… ma fortunatamente non lo fa.

    Sorpresa dietro sorpresa, il Vescovo di Roma apologeta apre il vero Cortile dei gentili:
    http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201309/130911francesco.pdf
    Consigli?

    11 Settembre, 2013 - 10:25
  38. elsa.F

    Battute stupide Elsa, con tutto il rispetto.

    Sarà, ma di belle parole e buone intenzioni è lastricato l’inferno.

    11 Settembre, 2013 - 10:46
  39. Sara1

    Allora basta iniziare invece che fare battute.
    Si può contribuire in tanti modi, economicamente, aprendo il salotto di casa, cercando di agire politicamente con norme che diano aiuto a chi fugge dalla fame…
    La scelta è ampia però insomma buttarla sul li prendessero tutti in Vaticano (come se i conventi fossero meno Chiesa del Vaticano) o in casa propria non è il caso.

    11 Settembre, 2013 - 10:50
  40. Marilisa

    “Sarà, ma di belle parole e buone intenzioni è lastricato l’inferno.”

    Quando le “battute”, ovvero le cretinate, arrivano subito dopo l’intervento di “quella” persona indigesta, allora è chiaro come il sole che a parlare senza senso è la Stupidità (eufemismo!!) per antonomasia. Ed è ridicolo, ma anche prevedibile, arrampicarsi sugli specchi.
    Signora, si rassegni: lei fa ridere i polli. Se chiudesse la bocca, sarebbe tanto di guadagnato. Per noi ma soprattutto per lei.

    11 Settembre, 2013 - 11:16
  41. elsa.F

    @Sara1
    Allora basta iniziare invece che fare battute.

    Faccio battute perché le parole si sono sempre sprecate, ma poi la logica che si segue è quella dell’armiamoci e partite!

    la scelta è ampia

    Giusto! Lei, invece, @Sara cosa ha scelto?

    11 Settembre, 2013 - 11:27
  42. Federico B.

    Condivido le osservazioni di Antonella e Luca73.

    Bisognerebbe capire quali ex conventi sono diventati alberghi e in che condizioni erano quando sono stati venduti o ceduti ai privati, con quali fondi sono stati ristrutturati e che cosa se ne è fatto del ricavato della vendita.
    Conosco il caso di una nuova comunità religiosa di ispirazione francescana che ha avuto di recente il riconoscimento ecclesiastico: non aveva un posto dove andare e in rispetto alla propria regola non poteva permettersi di acquistare una sede (diciamo un convento). Questi frati hanno penato parecchio, hanno girato diverse diocesi del centro e nord Italia elemosinando ospitalità: alla fine un vescovo ha concesso loro l’uso di un monastero inutilizzato e loro se lo stanno mettendo a posto un po’ alla volta, con le loro braccia e la solidarietà delle parrocchie e degli abitanti della zona, lieti di rivedere popolato il monastero e grati dell’assistenza spirituale che potrà arrivare dai nuovi venuti. Questo è lo scopo dei conventi.

    Se la carenza di vocazioni religiose e sacerdotali svuota i conventi il problema non può essere cosa fare di questi immobili (il cui valore storico e artistico rende particolarmente onerose manutenzione e ristrutturazione), ma come valorizzarli per lo scopo per cui sono stati costruiti (con le offerte, le donazioni e gli oboli dei benefattori), a cominciare dalla formazione religiosa e dalla proposta di ritiri spirituali.
    Ricordo che la prima cosa che i missionari costruiscono è la cappella/chiesa, poi viene tutto il resto (dispensario medico, scuola, orfanotrofio, alloggi).
    E’ giusto farsi carico dei bisogni primari dei rifugiati (e ricordarlo allo Stato), ma non dimentichiamo che la missione della Chiesa non si esuarisce nelle opere di misericordia corporale.

    11 Settembre, 2013 - 11:28
  43. elsa.F

    Ricordo che la prima cosa che i missionari costruiscono è la cappella/chiesa, poi viene tutto il resto (dispensario medico, scuola, orfanotrofio, alloggi).

    Che orrore! Immagino che alla mamma di un bambino di un malato di lebbra che chiede aiuto si dirà: aspetta cara che devo finire l’acquasantiera!

    11 Settembre, 2013 - 11:36
  44. elsa.F

    Avviso ai naviganti!
    Se qualcuno se la prendesse a male per qualche mio intervento politicamente scorretto, sappia che ho raggiunto il livello di saturazione dei bei pensieri e delle belle parole!
    Vi chiedo e chiedo soprattutto all’ospitante un briciolo di comprensione!
    Grazie.

    11 Settembre, 2013 - 11:41
  45. Luigi Franti

    E una domanda sul perché i conventi sono vuoti, non è che qualcuno (il papa, per esempio) potrebbe porsela?

    11 Settembre, 2013 - 11:52
  46. Marilisa

    Traggo spunto da alcune considerazioni di Leopoldo per dire che, se per noi cristiani Gesù Cristo è la Verità, è altrettanto vero che Egli opera, tramite gli uomini, per trasformare la realtà, indirizzando tutti alla fraternità nella libertà.
    Il compimento del Regno di Dio non contempla recinti ed esclusioni, qualunque cosa dicano quei cristiani tanto sicuri di sé che presumono di possedere, come l’avessero in tasca, la verità. La Verità, piuttosto, possiede tutti, anche quelli che professano altre religioni.
    La luce di Dio, Padre di tutti gli uomini, non si concentra sui soli cristiani. Scintille divine, e quindi frammenti di luce e di verità, si incontrano in ogni uomo.
    Il Cristo ci ha insegnato–e ci guida– a “fare” la verità con l’amore. Senza esclusivismi.
    L’Amore è per tutti, e se gli uomini di buona volontà si adoperano per il Bene comune e per l’accoglienza di tutti, si sta realizzando progressivamente il regno di Dio. Anche se faticosamente.

    11 Settembre, 2013 - 12:03
  47. elsa.F

    clap, clap, clao, clap

    11 Settembre, 2013 - 12:10
  48. giuseppe2

    elsa.F, ti posso dare un consiglio amichevole? Premetto che sono sicuro della tua sincerità e che comprendo il tuo messaggio, solo ti prego di attenzionare meglio se quelle del Papa sono (solo) “bei pensieri e belle parole”.

    Dunque il consiglio è questo: fai delle verifiche.
    Fai una visita al centro Astalli, che è proprio un esempio delle iniziative che Francesco chiede, e informati senza pubblicità quante sono le conversioni e i battesimi tra i rifugiati, le nuove vocazioni etc…
    Poi scrivi al Papa e fatti ricevere (è sicuro che lo farà, se non personalmente da qualche suo collaboratore) e chiedi quali iniziative caritative di ogni genere sono sorte o stanno sorgendo, come sempre ma ora per iniziativa diretta di questo Romano Pontefice. Chissà quante cose avrai da raccontarci invece di pensare ai lastrici dell’inferno.

    11 Settembre, 2013 - 12:30
  49. Luigi Franti

    Ottima la lettera di papa Francesco a Scalfari, pessima la rappresentazione che i media ne stanno dando (e quindi l’idea che passerà in tutti quelli – il 96,4% del totale? – che non avranno avuto la pazienza di leggerla).
    Anche fare il piacione ha i suoi inconvenienti: non ti sbranano come fecero col povero Benedetto, ma ti inchiappettano facendoti sembrare uno di loro. Attenti ai lupi!

    11 Settembre, 2013 - 12:47
  50. Guardate, sarà pure poco “politicamente corretto” ma Elsa ha ragione!
    L’ho già detto e lo ripeto, non è che il Papa è un signor nessuno come me che non ha possibilità materiali economiche e decisionali.
    Il Papa ha entrambe queste possibilità, cioè quella decisionale e quella della disponibilità di beni ecclesiastici come conventi eccetera direttamente di proprietà vaticana e non degli Ordini, e quindi nelle immediate disponibilità del Papa stesso, ed ha a disposizione le risorse economiche dell’Obolo di San Pietro che servono per la carità.
    Quindi se il Papa dispone e inizia a trasformare un solo immobile che ricade sotto la sua disponibilità in centro per i rifugiati bene.
    Altrimenti nessuno può vietare di pensare in modo “politicamente scorretto” e affermare: “ho raggiunto il livello di saturazione dei bei pensieri e delle belle parole!”

    11 Settembre, 2013 - 12:54
  51. picchio

    Luigi Franti

    i conventi sono vuoti è vero, ma questa secondo me è la normalità, è come dovrebbe essere mentre era anormale quando i conventi erano pieni. Mi spiego: la scelta della vita consacrata dovrebbe essere e questo si evince anche dalle parole di Cristo una scelta minoritaria.
    Abbiamo attraversato epoche storiche in cui per ragioni sociologiche, economiche e culturali in una famiglia con quattro figli tre si consacravano a Dio, quei tempi non torneranno più e forse è così che deve essere.

    11 Settembre, 2013 - 12:55
  52. FABRICIANUS

    Il maestro Franti delle 12.47 non ha tutti i torti.

    11 Settembre, 2013 - 12:56
  53. Luigi Accattoli

    A Elsa che chiede “all’ospitante un briciolo di comprensione”: non si preoccupi, le cretinate degli ospiti mimetizzano le mie.

    11 Settembre, 2013 - 13:24
  54. Luigi Accattoli

    A Elsa e Sara a proposito dell’invito al Papa perché gli immigrati se li prenda in Vaticano: è l’argomento di Borghezio, e dunque ha la sua dignità.

    11 Settembre, 2013 - 13:26
  55. luca73

    Estremamente chiare e condivisubili le osservazioni Di Federico B. – commento di oggi alle 11.28.

    Aggiungo, poi, che, come al solito, Papa Francesco è l’eterno ostaggio dei media. Non può dire niente che subito si trova addosso la casacca del rivoluzionario.
    Quando, ad esempio, ha ricordato che «i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi» perchè «sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati» (queste le sue reali parole), subito i vari media hanno fatto la gara ad inventarsi la “bufala” secondo cui il Sommo Pontefice avrebbe caldeggiato il regalo dei conventi agli immigrati.

    Bufala che da un lato deforma il reale contenuto dell’invito papale all’accoglienza e, d’altro lato, lascia intendere che quelle di Papa Bergoglio siano parole quasi sovversive.

    Invece è l’esatto contrario, dal momento che è propria dell’esperienza della Chiesa una forte tensione all’ospitalità. Basti pensare, per stare alla sola Italia, allo sterminato elenco di strutture religiose che si convertirono in dormitoi per sfollati e senzatetto durante o subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, oppure in seguito a eventi sismici,. Gesti di carità che, purtroppo, sfuggono alla memoria storica di tanti.

    Così come sfugge il fatto che la Chiesa in più occasioni è arrivata ad accogliere bisognosi con rischi immensi. E’ il caso dei circa 4000 ebrei che, per volontà di Papa Pacelli, trovarono rifugio in conventi o in altre proprietà ecclesiastiche della Capitale.
    La Chiesa, insomma, sa bene che le proprie strutture «sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati». E’ una lezione chiara da sempre.

    A volte però può accadere che l’attaccamento alle cose terrene offuschi il dovere evangelico dell’ospitalità.
    Ed è questo, solo questo, che ieri Francesco ha voluto ricordare. Con buona pace di quanti non vedono che, in fondo, non ha fatto altro che riportare l’attenzione di tutti al cuore del Cristianesimo: il Vangelo

    11 Settembre, 2013 - 13:32
  56. giuseppe2

    @ LuigiFranti 12:47

    Ma la lettera del Papa a Scalfari è su Repubblica, forse il più diffuso, e su tutti i media; perché pensi che non la si legga? Dai, sono convinto che pochissimi sono, tra i lettori, quelli che quando si tratta di Bergoglio e delle sue sconcertanti iniziative si limitano a leggere il titolo.

    11 Settembre, 2013 - 13:34
  57. Luigi Luigi…
    Borghezio lo dice perchè a quel che mi sembra di capire non è che gli immigrati gli vanno tanto a genio.
    Sempre per quel che mi sembra di capire invece Elsa chiedeva di “prenderseli in Vaticano” sia perchè ne ha tutte le possibilità (e poi lo ha detto lui stesso che bisogna farsene carico) e sia come “esempio” positivo per tutti gli altri che certamente emuleranno.
    Io fossi in Elsa oltre ad offendermi per il paragone, mi incazzerei pure…

    11 Settembre, 2013 - 13:38
  58. Sara1

    Cara Elsa non faccio nulla di cui andare particolarmente fiera, per questo accolgo sempre con piacere l’invito a fare di più.
    Però se ci si interroga sulla presenza accanto a noi di persone più sfortunate non mi pare carino sentirsi chiedere quante stanze hai e quanti ne ospiti a casa tua.

    Riguardo al Vaticano il Papa parlava di Chiesa.

    11 Settembre, 2013 - 13:45
  59. Sempre in difesa di Elsa…

    Caro Luigi (& co) a una persona (Elsa) che scrive “Che orrore! Immagino che alla mamma di un bambino di un malato di lebbra che chiede aiuto si dirà: aspetta cara che devo finire l’acquasantiera!”, dimostrando di avere davvero a cuore la “carne di Cristo” fare l’accostamento che hai fatto è davvero pesante.
    Inizi a somigliare a un prete che tiene il blog, e credimi, somigliargli è poco da desiderare…

    11 Settembre, 2013 - 13:47
  60. Marilisa

    ” solo ti prego di attenzionare meglio se quelle del Papa sono (solo) “bei pensieri e belle parole”.” ( giuseppe2)

    Caro giuseppe2, lei non ha capito che i “i bei pensieri e belle parole” cui si riferiva madame Stupidità non erano riferiti al Papa. Stia più attento, prego.

    11 Settembre, 2013 - 14:07
  61. Marilisa

    “Anche fare il piacione ha i suoi inconvenienti…”

    Una perla di cretineria dell’incomparabile L.Franti. Da lui c’è sempre da imparare.

    11 Settembre, 2013 - 14:16
  62. Federico B.

    Condivido l’intervento di Luca73 che mi ha letteralmente “rubato le parole di bocca”.

    11 Settembre, 2013 - 14:22
  63. Federico B.

    Come scrive il mio amico G. Guzzo “La Repubblica” mente sempre. Oggi, pubblicando la lettera di Papa Francesco a Scalfari, il quotidiano la intitola così: «La verità non è mai assoluta». Una frase che non esiste nell’intervento papale, neppure come concetto. Bergoglio infatti, pur scrivendo (notare il condizionale, lontano anni luce dal definitivo «mai») «io non parlerei di “verità assoluta”» – intendendo assoluta come irrelata -, precisa subito che «ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro» (p.4). Il titolo da dare alla lettera, quindi, era «La verità non è mai soggettiva». Ma sarebbe stato chiedere a “La Repubblica” onestà intellettuale. Troppo, da quelle parti.

    11 Settembre, 2013 - 14:24
  64. Marilisa

    “Vi chiedo e chiedo soprattutto all’ospitante un briciolo di comprensione!”

    Luigi Accattoli, attento!!
    I livelli di saturazione sono sempre molto pericolosi, specialmente quelli raggiunti dai colli torti, che non sanno fare altro che detestare a priori “i bei pensieri e le belle parole”.
    La saturazione, si sa, porta a dire cazzate a nastro. Delle quali davvero io sono satura.
    Qualcuno poi si spinge–“umilmente e sapientemente”– fino a dare, per sottinteso, consigli al Papa su quello che dovrebbe fare.
    Stomachevole !! Andrò a prendermi un digestivo. E lo consiglio caldamente, in doppia razione, ad alcuni altri che hanno la bile in bocca e negli occhi.

    11 Settembre, 2013 - 14:36
  65. Insomma, in Italia abbiamo allenatori di calcio, studiosi di giornalismo, costituzionalisti, papisti più papisti del Papa e così via…

    Federico B, mi ricordi tanto un genere di lettore che mette i puntini sulle i a chi si è smazzato un determinato pezzo o ha lavorato su una certa cosa. Il lettore suddetto è molto simile a un tale che una volta mi precisò mentre lo intervistavo: “Dovresti scrivere Avvocato con la maiuscola perché è titolo professionale”. Peccato che esistano delle regole di giornalismo…

    Da un punto di vista tecnico, il titolo di Repubblica è ineccepibile. Vorrei capire quanta gente può trovare interessante un titolo come “La verità non è mai soggettiva”, rispetto a “Non è mai assoluta”. Ed è vero, il Papa ha detto – sia pure “caricando il titolo” – che la verità non è assoluta, ma è relazione, cioè calata nella realtà nel rapporto tra l’uomo e Dio. Che non vuol dire “relativa”, siamo d’accordo.
    E allora?

    Franti dice che il Papa giochi a fare il piacione. Mi spiace per lui: nella lettera il Papa dice chiaramente a Scalfari che se sta dialogando con lui è perché proviene dalla Chiesa cattolica e in essa si è formato. Cadiamo sempre nel solito equivoco: questo Papa gesuita (non nel senso di infingardo) dice tutto quello che dovrebbe dire un Papa, ma lo fa con la massima delicatezza e comprensione possibile. E lo stanno a sentire. Non vedo dove ci sia da scandalizzare.
    Francamente trovo molto angusta l’idea di ridurre un testo magnifico – nel senso proprio di “magnus”, di grande – come quello pubblicato da Repubblica ad un’inchiappetamento da parte progressista, caro amico Franti.

    Del resto non trovo niente di scandaloso nel vedere un Papa che scrive a Repubblica, giornale certo non tenero in tema di Chiesa e preti. E il Papa doveva intervenire proprio su quel giornale, rispondendo a Scalfari. E a chi non ama la Chiesa. E’ il suo dovere, dovere di ogni battezzato.

    Detto questo, trovo l’intervento del Papa figlio di una prospettiva giovannea (e gradualmente Bergoglio inizia ad avere una certa somiglianza col Papa buono). Roncalli un bel giorno ebbe modo di andare a visitare una parrocchia rossa della periferia romana. “Santità, non ci vada, ma se ci va stia attento: quelli votano comunista”, dissero al Pontefice. Giovanni XXIII se ne fregò, andò in visita, e nel corso dell’omelia disse: “Cari figlioli, sono contento di essere qui. So che qualcuno di voi ha qualche idea particolare, ma ciò che più conta è che siate buoni”.
    A me questa lettera ricorda molto quest’episodio. Che la medicina della misericordia e del dialogo giovi ancora oggi a migliaia?
    Un saluto.

    11 Settembre, 2013 - 15:14
  66. Sara1

    Lettera molto bella, sono molto contenta.

    🙂

    11 Settembre, 2013 - 15:29
  67. Marilisa

    Federico B.crede al suo amico, tale sig.Guzzo, e non verifica.
    Dice:”Come scrive il mio amico G. Guzzo “La Repubblica” mente sempre. Oggi, pubblicando la lettera di Papa Francesco a Scalfari, il quotidiano la intitola così: «La verità non è mai assoluta». Una frase che non esiste nell’intervento papale, neppure come concetto.”

    Sono andata a leggermi la lettera e mi sono chiesta se sono diventata orba a mia insaputa.
    Infatti io ho letto tutt’ altro titolo.
    Per dare a tutti la possibilità di verificare metto il link:
    http://www.repubblica.it/cultura/2013/09/11/news/sintesi_lettera_bergoglio-66283390/?ref=HREA-1
    Naturale che a Federico B. non sembri vero di trovare il pretesto per attaccare un giornale di sinistra. Niente di nuovo, in verità.
    Ma se fossi in lui, mi premurerei di non prendere per oro colato tutto quello che viene proposto dai partigiani di un ben preciso settore: il suo, destrorso come è noto.
    Distorcere le parole altrui per diffondere falsità è scorretto ed è una colpa ben precisa.
    Rientra nella categoria cristiana del “non testimoniare il falso”, cioè un peccato vero e proprio, di cui confessarsi.
    Lo sappiano i signori cristiani “veri”, i quali diventano cristiani “fasulli” tutte le volte che strumentalizzano a proprio piacimento– scioccamente!– titoli e articoli, o discorsi verbali di altri che non sono di loro gradimento.
    Detto questo, la lettera del Papa, che ho letto con grande attenzione, è semplicemente molto bella.

    11 Settembre, 2013 - 15:44
  68. Non è soltanto bella, cara Marilisa: è anche magnifica.

    11 Settembre, 2013 - 15:50
  69. Tonizzo scrive, 11 settembre 2013 @ 15:14
    “dice tutto quello che dovrebbe dire un Papa, ma lo fa con la massima delicatezza e comprensione possibile”.
    Nella lettera a Scalfari è cosi, ti rendo ragione. In Omelie discorsi e altre occasioni che prende la parola non è che è poi proprio cosi, anzi spesso è bello brusco e nei confronti di alcune “categorie” è stato poco delicato (politicamente corretto) e poco comprensivo. Qualcuno qui (Sara1) se ne è -giustamente- anche lamentata. Per me fa bene per carità, cosi scuote le coscienze!
    Però ed è la seconda osservazione che faccio alla tua frase, spesso ha omesso di dire tutto quello che si doveva dire (è stato “politicamente corretto) e/o non si è rivolto verso certe “categorie”.
    Siamo liberi di osservarlo questo?

    11 Settembre, 2013 - 16:08
  70. Correggo:
    “nei confronti di alcune “categorie” è stato poco delicato (politicamente Scorretto)”

    11 Settembre, 2013 - 16:10
  71. Sara1

    Ubi in effetti secondo me tanto è “morbido” con quelli fuori tanto “randella” noi.
    Che ce lo meritiamo immagino, visti i nostri continui scontri.
    Magari ogni tanto uno zuccherino anche per noi, che non è che sia tutto più facile che per Scalfari solo perchè cerchiamo di rimanere nella Chiesa.

    🙂

    11 Settembre, 2013 - 16:13
  72. A proposito di “giornale”…
    mi diletto quando lo trovo abbandonato da qualcuno (non sia mai comprarlo!) a ritagliarne qualche striscia di articolo. Le conservo, potrebbero sempre tornare utili in treno o in giro in campagna…

    11 Settembre, 2013 - 16:14
  73. Sara, non voglio “zuccherini”, dai preti cerco solo i Sacramenti e la sana dottrina.
    Vorrei giustizia però.
    Una parolina ai merdaioli che si fottono 800 euro di affitto al mese al nero dalle famiglie di operai e/o povera gente che si fa il mazzo tanto E’ “giustizia”.
    Una parolina ai fottuti evasori fiscali E’ giustizia.
    Poi non chiedo altro.

    11 Settembre, 2013 - 16:18
  74. Marilisa

    ” è anche magnifica.”

    Non posso che condividere, Tonizzo.

    11 Settembre, 2013 - 16:19
  75. Luigi Franti

    Non so come sia messo il caro Tonizzo con la burocrazia per diventare giornalista professionista, se abbia già dato l’esame e tutto quanto, ma devo dirgli che per me è già un giornalista perfetto.
    Fraintende il senso della mia semplice osservazione (e questo è perfettamente giornalistico).
    Trova ineccepibile il titolo di Repubblica, che dimostra una totale incomprensione del pensiero espresso dal papa (e anche questo è perfettamente giornalistico).
    Scrive «un’inchiappetamento» con l’apostrofo (che magari non sarebbe proprio giusto, ma si sa che i giornalisti hanno sempre fretta e quindi non possono badare all’ortografia).

    Promosso! (E, fosse per me, già nominato direttore)

    11 Settembre, 2013 - 16:20
  76. Sara1

    Ma queste cose le ha detto, anche nella lettera a Putin ha parlato di pace che nasce dalla giustizia, da un’economia a portata d’uomo.
    Poi non è che deve dire tutto tutto tipo temino delle elementari, che affittare al nero spremendo come limoni poveri immigrati sia peccato arrivato all’età adulta un cristiano dovrebbe anche saperlo.

    11 Settembre, 2013 - 16:20
  77. Federico B.

    Capita, Marilisa, che i giornali cambino i titoli (magari perchè a differenza di quanto sostiene Tonizzo si tratta proprio di titoli sbagliati).
    Diverse fonti (persino TG.com) riporta(va)no un titolo che poi evidentemente a Repubblica hanno preferito cambiare.
    Non attacco un “giornale di sinsitra”, ma mi limito a condividere alcune riflessioni, come questa:

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-papa-scrive-la-repubblica-manipola-7261.htm

    11 Settembre, 2013 - 16:21
  78. discepolo

    Certo che la domanda che fa Luigi Franti cioe’ Perche’ tanti conventi sono vuoti a me angoscia abbastanza..invece vedo che non interesse a nessuno anzi , secondo Picchio oe’ giusto e buono che sia cosi’. Ma perche’? A me farebbe tristezza per esempio vedere la splendida aAbbazia cistercense di Chiaravalle trasformata in un centro migranti.. probabilmente mi dico io sono cattiva mentre i cristiani moderni tipo aPicchio sono estremamente buoni ed altruisti…io mi rendo conto di non essere altruista ma quuesto tipo dicristianesimo appiattiti sull’ intervento umanitario , meglio se pubblicizzato cosi’ da ricevere le dovute lodi (ah come siamo bravi!) mi mette una tristezza profonda mentre sapere che cisono i Monaci cistercensi che pregano nell’Antica Abbazia mi riempie di letizia…..

    11 Settembre, 2013 - 16:25
  79. Luigi Franti

    La signora Picchio, che ha parlato con Gesù e ha saputo da lui che di consacrati ne vuole pochi, potrebbe chiedergli quanto pochi?
    In Italia abbiamo ormai da qualche lustro una media di circa 550 mila nascite all’anno. Pensa che l’uno per mille (550 vocazioni all’anno) sarebbe abbastanza d’élite per nostro Signore?
    (Solo che temo che non arriviamo nemmeno a quella cifra, mettendo insieme tutti i seminari e i noviziati del Belpaese …).

    11 Settembre, 2013 - 16:30
  80. Franti, stai tranquillo sono professionista e da tempo. E’ ignobile però che ti attacchi agli errori ortografici di chi scrive un po’ frettolosamente: pensavo che in polemica questi mezzucci non si dovessero usare. Complimenti.

    11 Settembre, 2013 - 16:40
  81. elsa.F

    @Luigi Accattoli

    Cretinate le mie di sicuro; le sue, Luigi non so, non ho mai avuto questa sensazione nel leggerla. Ma forse la sua è solo una battuta per dare maggiore risalto alle mie di cretinate.

    Scrivo cose cretine che mi fanno giustamente apparire come cretina. Ma ho sempre pensato che sia meglio essere cretini che banali.

    E le sembrerà strano, ma quando mi sento dare della cretina, gioisco di non essere stata banale. Contenta io …

    elsa.F – cretina

    11 Settembre, 2013 - 16:59
  82. Sara1

    Che poi Ubi mi pare lo chiarisca anche in questa occasione quando dice: ““Non basta dare un panino se non è accompagnato dalla possibilità di imparare a camminare con le proprie gambe. La carità che lascia il povero così com’è non è sufficiente. La misericordia vera, quella che Dio ci dona e ci insegna, chiede la giustizia, chiede che il povero trovi la strada per non essere più tale“.

    Per questo infatti rispondendo a Elsa dicevo che le cose da fare sono diverse, sia immediate (come dare un pasto caldo) sia più a lungo termine (come cambiare strutture sociali ed economiche disumane).

    Nel chiedere giustizia ci possiamo tranquillamente mettere anche la critica a chi affitta in nero, evade le tasse e sfrutta il lavoro dei poveri.

    11 Settembre, 2013 - 17:44
  83. Luigi Franti

    Stia allegra signora Elsa: come dice sempre Odifreddi, “cretino” e “cristiano” sono la stessa cosa.

    11 Settembre, 2013 - 17:56
  84. picchio

    io non ho parlato di élite, il matrimonio e la vita consacrata sono due belle vocazioni, sono differenti, ma non sono una meglio dell’altra.
    C’è stato un tempo in cui anche per ragioni economiche, non si potevano sfamare tante bocche, i figli venivano incoraggiati alla vita religiosa, quello che succede ora in certe zone africane o asiatiche.In Vietnam hanno costruito un seminario canadese….Adesso mi sembra che la scelta religiosa sia minoritaria, ma più consapevole.Ed è giusto così: il carisma della castità nella vita religiosa non è per tutti.

    11 Settembre, 2013 - 18:01
  85. picchio

    Franti se Gesù ne volesse tanti farebbe scaturire una scintilla in tanti cuori, no?

    11 Settembre, 2013 - 18:03
  86. Luigi Franti

    Non se la prenda, Tonizzo: lei mi è simpatico, ma è il mestiere che si è scelto ad avere i suoi rischi professionali. Ai minatori viene la silicosi, ai giornalisti … altro. Come diceva quella vecchia battuta … non dite a mia madre che faccio il giornalista, lei mi crede pianista in un bordello.

    11 Settembre, 2013 - 18:04
  87. FABRICIANUS

    Io la vedo così a proposito della lettera del papa, o meglio del titolo: il contrario di “assoluto” sapete tutti che è “relativo”: il papa non ha detto questo, anche perché altrimenti non sarebbe cristiano-cattolico, ergo, il titolo può indurre/induce all’errore.

    Detto questo, ben vengano tutti i dialoghi di Francesco con il mondo intero e con chi preferisce, ci mancherebbe. Il papa sa quello che fa.

    Ciao a tutti!

    11 Settembre, 2013 - 18:11
  88. picchio

    Discepolo, ci saranno sempre i monaci cistercensi, meno di adesso, ma ci saranno sempre, tranquilla. Ho trascorso alcuni anni fa un bellissimo triduo pasquale all’abbazia dei trappisti di Lherins, di fronte a Cannes. Una stupenda esperienza.
    Se la Chiesa dovesse togliere la regola del celibato per i sacerdoti regolari, io sono convinta che ci saranno sempre giovani donne e uomini che entreranno negli ordini religiosi per vivere i consigli evangelici che accompagneranno sempre l’umanità: castità, povertà e obbedienza.
    Semplicemente credo che sia nell’ordine delle cose che ora siano meno di tanti anni fa.

    11 Settembre, 2013 - 18:12
  89. Luigi Franti

    Ah, la bellezza dei luoghi comuni e delle mezze verità ripetute a pappagallo! Le bocche da sfamare … ma lo sa, chi dice questo, che per andare in seminario si pagava una retta e che tanti non se lo potevano permettere?

    E la bellezza di vivere come Alice nel paese delle meraviglie, senza essersi nemmeno accorte che tra poco poco non ci sarà più chi dirà la messa?
    (Hai voglia importare preti già fatti dall’Africa o dall’Asia, come ormai tanti vescovi stanno facendo a tutta canna!)

    Quanto alle scintille che accende Gesù, immagino glielo abbia detto sempre Lui che ormai ha lasciato perdere fiammiferi e accendini (anche se qui alla Cei gli fanno dire: “sono venuto a gettare fuoco sulla terra”, facendolo passare per un vero piromane).

    11 Settembre, 2013 - 18:15
  90. FABRICIANUS

    Maestro Franti le rette erano spesso pagate dai parroci del paese o della città però.

    11 Settembre, 2013 - 19:03
  91. FABRICIANUS

    Ma la splendida Abbazia di Chiaravalle non è chiusa e aperta resterà fino alla fine dei tempi. (Spero).

    Il papa si riferiva ai Conventi chiusi.

    11 Settembre, 2013 - 19:08
  92. Marilisa

    Federico B., interessante–si fa per dire– l’articolo della “Nuova bussola quotidiana”. Peccato che trasudi un astio incontenibile, perciò sospetto, nei confronti del quotidiano che sarebbe “la casa madre dei nemici della Chiesa”. Una insulsaggine che parla da sé.
    E peccato anche che se la prenda soprattutto con E.Scalfari, proclamatosi sempre non credente, quasi fosse il diavolo in persona.
    Una presa di posizione faziosa e del tutto diversa dall’atteggiamento del Papa, che risponde con semplicità e chiarezza alle lettere del celebre giornalista. Anche questo parla da sé.
    La lunga disamina di Massimo Introvigne, che ad un certo punto accenna ad una critica nei confronti del Papa stesso, si conclude con il discorso sulla coscienza dell’individuo non credente facendo un’ acrobazia verbale su una “legge naturale (che) farebbe venire l’itterizia a Scalfari”.
    Impagabile questo M.Introvigne! Chi glielo assicura che ciò avverrebbe? Da dove tanta sicumera?
    Io certo sono convinta che “nella nostra coscienza c’è un senso naturale del bene e del male, e c’è perché ce l’ha messo Dio”, l’ho affermato da sempre, non di rado derisa da Federico B. e compagnia bella, che vedevano in me una specie di “eretica” su cui sputare in faccia e da allontanare. Potrei ripetere una per una le frasi di disprezzo nei miei confronti.
    E ho sempre detto che “Seguire questa verità naturale iscritta nella coscienza è quanto è chiesto anche ai non credenti sinceri”, che–aggiungo di mio– trovano la salvezza, Chiesa o non Chiesa. Ma in fondo è il Catechismo che parla di questo. Solo che molti non lo conoscono, il catechismo.
    Credo, comunque, che questo discorso della coscienza debba valere anche per Eugenio Scalfari e per tanti come lui, che sinceri e onesti lo sono sempre stati. Almeno lo credo.
    La conclusione dell’articolo “ma il relativismo rende tutto più difficile” mi suona tanto come una quadratura del cerchio ad uso e consumo dei cattolici clericalissimi che tirano in ballo continuamente il “relativismo”, di cui si riempiono la bocca ad ogni piè sospinto per bollare i cattolici che hanno idee diverse dalle loro. E che sono–guarda caso– sulla stessa linea di questo Papa.

    11 Settembre, 2013 - 19:09
  93. @stefano

    A me é piaciuto quello che ha scritto Scalfari. Sarà un volpone, boh. Però nella sua lettera del 7 agosto traspariva una riflessione, una ricerca, un irrequietudine autentiche. Le sue riflessioni sull’enciclica sono puntuali, non solo non fanno violenza al testo, ma colgono nel segno e rilanciano la riflessione. La,parola di Dio, il seme, é così che dà i suoi frutti. La Parola agisce. Nutre le coscienze.

    Perché non dare una possibilità? Non credo spetti a noi cristiani fare i custodi del recinto, non siamo noi a promuovere o bocciare qualcuno in cristianesimo. Questo é l’atteggiamento che meno condivido nel mondo cattolico. Tutte queste polemiche, personalmente, le vedo come un farsi Dio. Il nostro compito é convertirci, non correggere i compiti che il Signore dá ai fratelli.

    11 Settembre, 2013 - 19:09
  94. claudia74

    Franti dice che il Papa giochi a fare il piacione

    Dice che fa il piacione perché rosica che queste cose non le abbiano dette e fatte altri papi…..

    Io sono un’assidua lettrice di Repubblica e Scalfari mi piace tantissimo perchè è uno dei pochi coerenti.

    11 Settembre, 2013 - 20:18
  95. picchio

    Caro franti mio padre nato nel 1927 e stato in seminario a gratis fino alla vigilia dell ordinazione diaconale quando dopo un ritiro decise di abbandonare quella strada per farsi una famiglia. Il vescovo lo fece chiamare mettere in ginocchio davanti a lui e voleva costringerlo a continuare con frasi del tipo : non puoi andartene dopo tutto quello che abbiamo speso per te.

    11 Settembre, 2013 - 20:46
  96. picchio

    Meglio un prete senza vocazione che perdere soldi…

    11 Settembre, 2013 - 20:48
  97. Alexandros

    Se i conventi sono vuoti è perché credo sia ormai tramontata quella particolare forma storica di vivere il cristianesimo. D’altronde gli ordini religiosi sono una forma storica del vivere la sequela di Gesù sorta qualche secolo fa, ma che non è sempre esistita. A mio parere essi non rispondono più all’esigenza di libertà dell’uomo moderno, che non riesce più a vivere in modelli di organizzazione sociale piramidali e soggioganti. Nasceranno nuove forme di vita evangelica da un lato e dall’altro l’istituzione sarà costretta a cambiare. Gli uomini dell’istituzione non sono in grado di cambiare le cose di propria iniziativa, troppo grande è il peso della tradizione. La crisi delle vocazioni è una grande occasione di cambiamento, perché lo stato di necessità condurrà la Chiesa a rinnovarsi. Questa condizione di necessità sarà luogo in cui potrà operare lo Spirito.
    Si compiranno allora le parole di Paolo VI: “Avremo nella vita della Chiesa un periodo di maggiore libertà, cioè di minori obbligazioni legali e minori inibizioni interiori. Sarà ridotta la disciplina formale, abolita ogni arbitraria intolleranza, ogni assolutismo. Sarà semplificata la legge positiva, temperato l’esercizio dell’autorità, sarà promosso il senso di quella libertà cristiana che tanto interessò la prima generazione dei cristiani, quando si seppe esonerata dall’osservanza della legge mosaica”.

    11 Settembre, 2013 - 21:03
  98. Luigi Accattoli

    Alexandros la tua citazione della profezia di Paolo VI mi ha ricordato un passaggio della cosiddetta profezia di Ratzinger: “Non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta…” – appunto: i conventi vuoti…

    11 Settembre, 2013 - 21:28
  99. lycopodium

    Riporto per esteso il commento di Mario Adinolfi:
    ===============================

    Repubblica strumentalizza Bergoglio

    11 settembre 2013

    IL GRAVE SGARBO DI EZIO MAURO A PAPA FRANCESCO di Mario Adinolfi

    Bergoglio avrà imparato la prima triste lezione del suo gioioso pontificato: puoi telefonare ai disoccupati, puoi arrivare senza scorta dagli ultimi delle terra, puoi cambiare il segretario di Stato vaticano e puoi quasi sciogliere lo Ior. Non correrai rischi. Ma non puoi scrivere a un giornale italiano. Sarai certamente e vergognosamente strumentalizzato. Anche se sei il papa.

    Immagino conosciate ormai il fatto, papa Francesco riceve due lettere piene di pomposi quesiti di quel vecchio con la barba che si crede filosofo e poiché è persona cortese, risponde. Cosa fa il direttore di Repubblica, Ezio Mauro? Fa quello che farebbe con qualsiasi editorialista di cui sia costretto a pubblicare l’articolo ma giudicandolo fuori linea: gli forza il titolo. Così succede che in prima su Repubblica oggi trovate un fondo firmato da Francesco intitolato: “La verità non è mai assoluta”. Uno sgarbo senza senso di Mauro al pontefice. Può mai un papa, vicario di Cristo in terra, di un Cristo che è “la Via, la Verità, la Vita”, pensare che la verità non sia mai assoluta, che la verità sia relativa?

    La frase ovviamente nel testo non c’è. Bergoglio è un gesuita colto e attento. Cerca il dialogo con tutti ma dal punto di vista dottrinale è ovviamente inappuntabile. Ezio Mauro, immagino con la collaborazione del vecchio filosofo, inventa un titolo alla lettera del papa che non ha ovviamente alcun riscontro con il testuale. Una scorrettezza mai vista e insensata. Mi sono ritrovato a chiedermi: perché Repubblica è caduta in questo clamoroso infortunio? Per costruire una falsa contrapposizione tra Francesco e il suo predecessore, il Benedetto della crociata contro il relativismo? E’ chiaro che se la verità non è assoluta, è relativa. Sarebbe la fine del messaggio cristiano.

    Forse semplicemente Scalfari e Mauro non hanno cultura sufficiente a comprendere lo sgarbo che hanno fatto al papa inventandosi quel titolo senza senso in prima pagina su Repubblica. Bergoglio avrà imparato la lezione: la strumentalizzazione della stampa italiana non si ferma davanti a nulla, neanche davanti ai gesti di umiltà e cortesia estrema di un pontefice.
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    http://marioadinolfi.ilcannocchiale.it/2013/09/11/repubblica_strumentalizza_berg.html

    11 Settembre, 2013 - 22:49
  100. @stefano

    Da Vino Nuovo

    Gli amici del blog Nipoti di Maritain hanno scovato dagli scritti di Agostino una pagina sferzante sul rapporto con la Parola di Dio. La proponiamo anche su Vino Nuovo, come un sano esame di coscienza per tutti.

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    Accade infatti assai spesso che, riguardo alla terra, al cielo, agli altri elementi di questo mondo, al moto e alla rivoluzione o anche alla grandezza e distanza degli astri, intorno alle eclissi del sole e della luna, al ciclo degli anni e delle stagioni, alla natura degli animali, delle piante, delle pietre e di tutte le altre cose di tal genere, anche un pagano abbia tali conoscenze da sostenerle con ragionamenti indiscutibili e in base ad esperienza personale. Orbene, sarebbe una cosa assai vergognosa e dannosa e da evitarsi a ogni costo, se quel pagano sentisse quel tale parlare di questi argomenti conforme – a suo parere – al senso delle Scritture cristiane dicendo invece tali assurdità che, vedendolo sbagliarsi – come suol dirsi – per quanto è largo il cielo, non potesse trattenersi dal ridere.

    Ma è spiacevole non tanto il fatto che venga deriso uno che sbaglia, quanto il fatto che da estranei alla nostra fede si creda che i nostri autori [sacri] abbiano sostenuto tali opinioni e, con gran rovina di coloro, della cui salvezza noi ci preoccupiamo, vengano biasimati come ignoranti e rigettati. Quando infatti, riguardo ad argomenti ben noti ad essi, i pagani sorprendono un cristiano che sbaglia e difende una sua opinione erronea appoggiandola ai nostri Libri sacri, in qual modo potranno prestar fede a quei Libri quando trattano della risurrezione dei morti, della speranza della vita eterna e del regno dei cieli, dal momento che penseranno che questi scritti contengono errori relativi a cose che hanno potuto già conoscere per propria esperienza o in base a sicuri calcoli matematici? Non può dirsi abbastanza qual pena e tristezza rechino ai fratelli assennati questi cristiani temerari e presuntuosi quando, allorché vengono criticati e convinti d’errore a proposito delle loro erronee e false opinioni da parte di coloro che non sono vincolati dall’autorità dei nostri Libri sacri. Costoro inoltre, al fine di sostenere ciò che affermano con sventatissima temerarietà e chiarissima falsità, si sforzano di addurre i medesimi Libri sacri con cui provare le loro opinioni e arrivano perfino a citare a memoria molti passi da loro ritenuti come valide testimonianze in proprio favore, senza comprendere né quel che dicono né ciò che danno per sicuro.

    (brano tratto da La Genesi alla lettera)

    11 Settembre, 2013 - 23:11
  101. Luigi Franti

    Però Alexandros, e putroppo anche quell’infelice momento di Paolo VI (poi riscattato con tanta sofferenza, quando dovette accorgersi di come si realizzavano i suoi auspicii), sono molto da “era dell’Acquario” … se posso dire così; … insomma baggianate. La previsione di Ratzinger ha tutto un altro significato.

    Sul tramonto degli ordini religiosi tradizionali, invece, si può essere d’accordo (a proposito, i più obsoleti mi sembrano i gesuiti :-)), ma non è questo il punto fondamentale.

    Può darsi che la forma di consacrazione a Dio che sarà richiesta sempre di più ai cristiani, prendendo largamente il posto di quelle altre a cui non ci vogliamo più dedicare, sia il martirio. Come è già successo.

    Sette più ad Adinolfi.

    11 Settembre, 2013 - 23:17
  102. picchio

    Lyco i titoli dei giornali hanno sempre avuto lo scopo di attirare i lettori…ma quale sgarbo!!!!

    12 Settembre, 2013 - 8:06
  103. Sara1

    I giornali titolano sempre malissimo, qualcuno gli avrà fatto notare lo svarione e hanno cambiato poco male.

    Invece notavo ieri il commento di Melloni, del tipo: Francesco ha firmato la lumen fidei per fare un piacere a Ratzinger ma ne ha preso subito le distanze, uguale Faggioli, mentr Politi oggi insiste, che al Papa il dibattito teologico non interessa. Forse pensa che un dibattito teologico avvenga solo quando uno è seduto al banco e l’altro sta alla lavagna, servirebbe un Luciano de Crescenzo che fa teologia come faceva filosofia con la gente presa per strada per far capire che quando uno ti chiede che pensa Dio dell’ateo che non crede, non cerca e fa quello che per la Chiesa è peccato rispondergli è già teologia.

    Bene ha fatto Francesco a prendere carta e penna e rispondere al Voltaire di Repubblica mostrando che si può essere pastori portando anche la testa sulle spalle.
    Noto infine una diversità di linguaggio nella lettera rispetto alla predicazione solita, molto più europeo nel tono e contenuti.

    12 Settembre, 2013 - 8:50
  104. Grazie al blog dell’infaticabile Raffaella (perchè simpatia o no è li che si trovano in anteprima le notizie senza che vi affannate a cercare voi 🙂 ) apprendo che Odifreddi dice la sua.
    Se il mio cervello funziona ancora mi sembra di aver capito che -grosso modo- dà dell’ignorante, un poco in filosofia e un poco in teologia al Papa.
    Però, vi do il link verificate voi…
    http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2013/09/11/la-predica-del-parroco-di-santa-marta/

    “Tu sei buono e ti tirano le pietre.
    Sei cattivo e ti tirano le pietre.
    Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,
    sempre pietre in faccia prenderai…”

    12 Settembre, 2013 - 8:54
  105. Il “Ridateci Ratzinger” finale aggiunge al danno la beffa, sia per Benedetto XVI che Francesco. E’ ironico il tipo…

    12 Settembre, 2013 - 8:57
  106. Insomma, Francesco rimedia tre “diretti” in pieno volto.
    Più alta quella guardia più alta, braccia su, spalla destra alta…

    12 Settembre, 2013 - 9:06
  107. nicoletta z.

    I diretti (anche un po’ isterici) di Odifreddi non fanno male.

    12 Settembre, 2013 - 9:12
  108. Invece credo facciano male.
    Infatti mi sono letto anche i “commenti” (al momento 105) che accompagnano l’articolo di Odifreddi. Vede purtroppo che gente che si (de)forma alla corte di Odifreddi e compagnia cantante. In quella (de)formazione ci sguazzano e si annichiliscono. Diciamo che, per usare un eufemismo dalla boxe, nella palestra di Odifreddi ci si allena solo alle figure ed al vuoto e al sacco, senza mai salire sul ring con l’Avversario, senza inparare a capirne il peso e il valore. Alla fine se saliranno saranno “suonati” a dovere.

    P.S. Leggendo i commenti il mio pensiero è andato all’Ordine Domenicano…

    12 Settembre, 2013 - 9:30
  109. Certo che se Odifreddi scrive (capito, Odifreddi scrive!) :

    “credo che nel caso di papa francesco non si tratti di “andare a cercare il pelo nell’uovo”, ma nel preservare un barlume di razionalità di fronte allo strombazzare mediatico, che lo presenta come un grande innovatore. io personalmente non considero un anello d’argento invece che d’oro, o un’auto blu con la targa SCV 347 invece che SCV 1, o portarsi un libro da leggere in aereo, segnali di cambiamento epocale. i giornalisti si, ma quelli si sa come sono.”

    allora vuol dire che Ratzinger lo ha “flesciato” !

    12 Settembre, 2013 - 9:36
  110. mattlar

    “Può darsi che la forma di consacrazione a Dio che sarà richiesta sempre di più ai cristiani, prendendo largamente il posto di quelle altre a cui non ci vogliamo più dedicare, sia il martirio. Come è già successo”.

    Ne sono convinto anche io. Credo che Francesco stia in qualche modo prendendo atto della fine di un certo modo di essere della Chiesa, anche perché dobbiamo ammettere che questa spesso ha vissuto come se nulla fosse cambiato.
    Personalmente, credo che anche l’esortazione a trasformare i conventi in centri di accoglienza sia buona nel merito, ma piuttosto infelice nella forma e data in pasto al pubblico invece che ai diretti interessati. La vulgata che se ne trae è quella un po’ naiv che dice “meglio dare i soldi ai poveri che costruire chiese”, quindi togliamo le chiese che sono inutili e facciamo qualcosa di veramente utile. In realtà, se volessimo essere più precisi, Francesco ha detto che è preferibile trasformare i conventi vuoi in centri di accoglienza che in alberghi. La cosa mi sembra alquanto diversa e mi trova d’accordo. La prima è assolutamente riprovevole: ma è questa quella che passa. Possibile che il Papa non se ne accorga? Se avesse dato direttive interne in questo senso non sarebbe stato forse più efficace, senza solleticare i sentimenti antireligiosi? Lo stesso vale un po’ per la lettera a Scalfari…

    12 Settembre, 2013 - 9:38
  111. Cmq caro Luigi, penso ci sia tutta, bella razionale, l’invettiva contro i giornalisti…
    (vuoi vedè che mò mi inizia a stare simpatico Odifreddi ?!)

    12 Settembre, 2013 - 9:38
  112. Leopoldo

    Sarà perché lo sento vicino alla mia sensibilità, o mi illudo che lo sia, sarà perché da quando c’è lui la Chiesa è uscita dall’angolo in cui pareva irrimediabilmente chiusa, sarà perché mi lascio influenzare dai mass media, sarà tutto quello che si vuole ma io trovo che questo sia un grande papa, anzi grandissimo.

    12 Settembre, 2013 - 9:56
  113. Luigi Franti

    Odifreddi non merita che ci si occupi di lui, se non – qualche volta, se proprio ne viene l’uzzolo – per deriderne la mezzacultura. Parla e scrive di cose che non sa e non capisce.

    La lettera di papa Francesco a Scalfari è un bellissimo esempio di apologetica: attenzione alle domande poste dall’interlocutore non credente; ricerca di un tono e di un linguaggio che gli siano congeniali; ma un’assoluta chiarezza nel presentare la propria fede e anche un cortese ma fermo diniego di stare, per così dire, alle categorie e allo schema di discorso impostato dall’altro. A me pare chiaro qual è il “cuore” di quel testo:

    «La fede, per me, è nata dall’incontro con Gesù. Un incontro personale, che ha toccato il mio cuore e ha dato un indirizzo e un senso nuovo alla mia esistenza. Ma al tempo stesso un incontro che è stato reso possibile dalla comunità di fede in cui ho vissuto e grazie a cui ho trovato l’accesso all’intelligenza della Sacra Scrittura, alla vita nuova che come acqua zampillante scaturisce da Gesù attraverso i Sacramenti, alla fraternità con tutti e al servizio dei poveri, immagine vera del Signore. Senza la Chiesa — mi creda — non avrei potuto incontrare Gesù, pur nella consapevolezza che
    quell’immenso dono che è la fede è custodito nei fragili vasi d’argilla della nostra umanità. Ora, è appunto a partire di qui, da questa personale esperienza di fede vissuta nella Chiesa, che mi trovo a mio agio nell’ascoltare le sue domande e nel cercare, insieme con Lei, le strade lungo le quali possiamo, forse, cominciare a fare un tratto di cammino insieme».

    Certo, se lo si deve afferrare dalle sintesi fatte dai giornalisti, stiamo freschi! Per dirne solo una: ieri sera, mentre mangiavo l’insalata, ho sentito al volo il servizio fatto al TG 1 dall’esangue Valli, che ha riportato una frase della lettera in questo modo: «la misericordia di Dio non ha limiti se ci si rivolge a lui con cuore sincero». Il papa invece ha scritto: «la misericordia di Dio non ha limiti se ci si rivolge a lui con cuore sincero e contrito». In nome di che cosa il vaticanista si sente autorizzato a censurare e falsificare il messaggio del papa?

    12 Settembre, 2013 - 10:22
  114. mattlar

    Povero Odifreddi….è affaticato.

    12 Settembre, 2013 - 10:31
  115. discepolo

    Invece in questo caso Odifreddi ha perfettamente ragione… nel senso che la lettera di Bergoglio sembra l’omelia di un buon parroco di campagna , volonteroso e aperto , ma è piena di contraddizioni logiche che fanno di certo arricciare il naso a quegli stessi filosofi-atei che la lettera stessa vuole come interlocutori..
    per esempio dove dice che chi non crede in Dio se pecca può aspettarsi la misericordia di Dio se GLi si rivolge con cuore sincero e contrito.. Ma se uno si rivolge a Dio con cuore “sincero e contrito” per chiedergli perdono non è un ateo ma un credente! E via di questo passo: la verità non è assoluta dice Bergoglio ma poche righe sitto dice che bisogna “assolutamente “avere un dialogo, ma allora se la verità non è assoluta anche questa affermazione “bisgna dialogare” non è assoluta e quindi potrebbe essere erronea ecc.ecc. .
    Si può capire che tante contraddizioni logiche diano sui nervi a un matematico !
    Insomma se tutti noi come credenti non possiamoi essere ammirati dalla (buona) fede e dalla buona volontà che il Vescovo di Roma Bergoglio mette nella sua lettera, se invece siamo atei e anti-cristiani , come Odifreddi perchè dovremmo essere ammirati e convertiti da tante contraddizioni logiche a anche , diciamolo francamente, da tanti luoghi comuni e banalità varie di cui Bergoglio infioretta le sue omelie?
    “Pregiatissimo Dr. Scalfari” inizia la lettera.. Scalfari , l’ Uomo che non crede in Dio perchè crede di essere lui stesso DIO, sarà molto felice .. la prossima volta come ha detto qualcuno magari scriverà al Fondatore stesso della religione cristiana a Gesù Cristo in persona. Chissà se anche Gesù gli risponderà “Pregiatissimo Dottor Scalfari”….. o se come è buona abitudine di
    Dio rimarrà “nascosto ” ??? (Deus absconditus! Ah Pascal , se fossi vivo oggi , quanta carne al fuoco ci sarebbe per scrivere delle nuove “lettere Pronvinciali!)

    12 Settembre, 2013 - 10:45
  116. Marilisa

    “Forse semplicemente Scalfari e Mauro non hanno cultura sufficiente a comprendere lo sgarbo che hanno fatto al papa inventandosi quel titolo senza senso in prima pagina su Repubblica.”

    Lycopodium, avevo letto l’articolo di Adinolfi.
    Mi trova polemica questo passaggio:”Forse semplicemente Scalfari e Mauro non hanno cultura sufficiente a comprendere lo sgarbo che hanno fatto al papa inventandosi quel titolo senza senso in prima pagina su Repubblica.”
    Può anche darsi che ci sia stata superficialità nel titolare l’articolo, ma non mi convince affatto il pensiero di una strumentalizzazione da parte del direttore di “Repubblica” e del “vecchio filosofo”. Tanto è vero che onestamente si sono sentiti in dovere di cambiare il titolo. Altri forse non l’ avrebbero fatto.
    Per quanto riguarda la cultura dei due “incriminati”, credo proprio che M.Adinolfi non abbia niente da insegnare a chi forse ne ha, di cultura, più di lui. Mica sono degli sprovveduti. Avrebbe fatto meglio a non accennarne neppure.
    Quando poi dice: “papa Francesco riceve due lettere piene di pomposi quesiti di quel vecchio con la barba che si crede filosofo”, non è difficile leggere la forte antipatia di Adinolfi verso Scalfari.
    Il che la dice lunga sulla sua presunta obiettività.
    Un articolo, insomma, che per me va a demerito dell’ Adinolfi, nonostante la giustezza di quanto affermato sul Papa.
    Una pausa di riflessione prima di prendere posizione non farebbe male né a lui né a nessun altro.

    12 Settembre, 2013 - 10:57
  117. discepolo

    Comunque quello che dice la lettera di Bergoglio sul “seguire la coscienza! lo dice anche il Catechismo della Chiesa cattolica. Solo che nel Catechismo si aggiunge l’aggettivvo “retta coscienza”. E solo che il Cathechismo ovviamente non sarebbe mai pubblicato sulla prima pagine di Repubblica!!
    Già perchè , come potrebbe obbiettare logiamente qualcuno anche gli ufficiali nazisti seguivano la loro coscienza e il loro senso del dovere di soldati , anche i kamikaze islamici che fanno le stragi seguono la loro coscienza e ul loro senso del dovero di martiri di Allah, ma le loro azioni vanno contro il “non uccidere” della legge divina.
    Anna Karenina non amava più il marito , si era innamorata di un giovane ufficiale, e la sua “coscienza” le diceva che era “giusto” piantere marito e figlio ed andar via coll’ufficiale… ma il suo comportamento andava contro la legge divina che dice “non commettere adulterio” ( e infatti Tolstoj la fa finire piuttosto male poveraccia1)
    La distinzione tra coscienza e “retta coscienza” è sottile , ma andrebbe fatta, altrimenti quel relativismo morale contro cui Ratzinger si è battuto per anni avrebbe oggi il suo trionfo e la sua consacrazione proprio per bocca del Papa! La coscienza individuale , con le sue infinite variazioni, non può essere il FONDAMENTO DELLA MORALE !

    12 Settembre, 2013 - 11:02
  118. Luigi Franti

    Dissento da discepolo. Il valore della lettera del papa a Scalfari, più ancora che nel suo contenuto (che comunque è molto superiore al livello medio della sua omiletica: basterebbe quell’accenno – che mi pare non sia stato compreso per nulla – al carattere relazionale della verità, dove relazionale vuol dire in primo luogo, “trinitario” e qui si aprirebbero abissi di riflessione che né Scalfari né Odifreddi né gran parte dei commentatori immaginano …) sta nel fatto stesso di averla scritta.
    Perché vede, cara discepolo, uno può pensare che Scalfari sia una pomposa nullità intellettuale, un pallone gonfiato che si crede un filosofo per quei compitini da liceo (di una volta, però!) che scodella ai suoi lettori. Può pensarlo, e io e lei gli daremmo ragione.
    Però il papa ha visto altro: ha visto un uomo anziano, alle soglie della morte, che – a modo suo – cerca di pensare alle cose che contano, a Dio cioè. E di queste cose scrive sul più diffuso giornale italiano. Come un cristiano del II secolo, ha visto in questo una occasione per fare della buona apologetica, cioè per spiegare, al vegliardo e ai suoi ignari lettori, che cos’è il cristianesimo.
    Per me è stata una grande lezione, anche se penso che – nonostante tutte le sue astuzie gesuitiche – Bergoglio stia già facendo la fine di Ratzinger. A Ratzinger non hanno accordato quel minimo di “simpatia” che umilmente aveva chiesto per farsi ascoltare (chi lo ha ascoltato, però, è cambiato e forse grazie a quello si salverà). A Bergoglio invece gli battono le mani ma gli fanno dire quello che vogliono loro (e bisogna dire che lui spesso ci mette del suo per foraggiare questa industria dell’equivoco). Fa di tutto per piacere, e ci riesce, ma se si prova a parlare di Cristo lo fregano come fecero ad Atene con San Paolo (l’unica volta che anche lui provò a fare il piacione :-)).

    12 Settembre, 2013 - 11:04
  119. Sara1

    Come matematico è facile che Odifreddi si senta orfano di Ratzinger, a suo modo pur se da sponde opposte avevano in comune un certo modo logico di argomentare, passare da un assioma a “la Verità è relazione” è dura. (magari non aveva capito benissimo Benedetto che ha sempre ribadito questo essere il cristianesimo incontro e non ideologia).

    12 Settembre, 2013 - 11:43
  120. Sara1

    🙁

    Però carino che se Francesco dice che la luce è positiva (il termine illuminismo da dove viene??) si apre alla modernità, a Luglio invece il riferimento alla luce era cosa da medioevo.

    Vabbè…

    12 Settembre, 2013 - 11:47
  121. Nino

    “A Bergoglio invece gli battono le mani ma gli fanno dire quello che vogliono loro (e bisogna dire che lui spesso ci mette del suo per foraggiare questa industria dell’equivoco). Fa di tutto per piacere, e ci riesce, ma se si prova a parlare di Cristo lo fregano come fecero ad Atene con San Paolo (l’unica volta che anche lui provò a fare il piacione 🙂 ).”

    —–
    Perinde ac cadaver è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa “allo stesso modo di un cadavere”.

    Sant’Ignazio di Loyola pretese per gli appartenenti all’ordine religioso da lui fondato, quello della Compagnia di Gesù, un’Obbedienza docile. Nelle Costituzioni della Compagnia di Gesù, al paragrafo 547, Sant’Ignazio prescrive: «…facciamo quanto ci sarà comandato con molta prontezza, gaudio spirituale e perseveranza, persuadendoci che tutto ciò è giusto, e rinnegando con cieca obbedienza ogni parere e giudizio personale in contrario, in tutte le cose che il superiore ordina… Persuasi come siamo che chiunque vive sotto l’obbedienza si deve lasciar portare e reggere dalla Provvidenza, per mezzo del superiore, come se fosse un corpo morto, che si fa portare dovunque e trattare come più piace».

    —-
    Nel caso di Francesco il superiore non è più Nicolas ma Dio e solo a lui risponde.

    12 Settembre, 2013 - 12:38
  122. Sulla risposta di Scalfari non vorrei essere secco per rispetto a chi nutre i dubbi le perplessità, non crede per ateismo o perchè è ferito, ma è comunque in ricerca.
    Però, è difficile da dire ecco, ma alla fine a me sembra che Scalfari non è che tanto “cerchi”. Alla fine gira è rigira il problema per certo ateismo è “La Chiesa istutuzionale”. Ma la Chiesa istituzionale è la parte visibile dell’invisibile. Il problema a quanto sembra per Scalfari è il fatto che la Chiesa non si addomestica (credo non sia casuale il suo riferirsi alla politica e alle visioni che “prevalgono”). Insomma “nell’invisibile non ci credo e il “nemico” visibile lo combatto, se non posso eliminarlo vorrei conquistarlo con la democrazia secondo la regola del “a maggioranza”. Ciò che non è “istituzione sembra sia più facilmente addomesticabile. Ciò che è pastorale, “non dogmatico”, non definito è ciò che si può più facilmente attaccare.
    Certo alla fine dà la lucidatina parlando di “un successore di Pietro che rivendica la Chiesa come luogo eletto” ma sempre in virtù del fatto che ritiene il pontefice, questo pontefice, impegnato solo sull’aspetto pastorale e non come già dicevo su quello dogmatico.

    Infine, mi duole far notare che la menzogna appartiene ai diavoletti e Scalfari ha mentito su una cosa scrivendo: “la comune discendenza dal Dio mosaico del Sinai e dei dieci comandamenti, era già stato sollevato da papa Giovanni e da papa Wojtyla, ma non con la chiarezza definitiva di papa Francesco”.
    Scalfari dimentica tutto ciò che ha detto Benedetto XVI sulla comune radice del cristianesimo con l’ebraismo, sul fatto che siamo innestati sull’albero e che se Giovanni Paolo II ha definito gli ebrei “fratelli maggiori”, Benedetto XVI li ha definiti “nostri padri nella fede” .
    Non s’addice all’uomo in ricerca la dimenticanza nè la menzogna.

    12 Settembre, 2013 - 12:52
  123. Effettivamente capisco che Nino possa incavolarsi quando appena pubblica un commento, uno subito ne critica i contenuti, ma il fatto è che certe cose come si fa a farle passare così?
    Sul “perinde ac cadaver nulla vi è da dire.
    C’è da dire però che quell’obbedienza non è dovuta solo dai gesuiti al Papa, ma da ogni prete al suo vescovo, come dai vescovi al papa, come dai fedeli al prete e al proprio vescovo, come da tutta la Chiesa militante a tutto ciò che la Chiesa, Santa Madre Chiesa, insegna a credere.
    Eppure Nino a volte -troppo spesso.- mostra dissenso e simpatia verso di esso.
    Mi raccomando, non te ne uscire con la “coscienza”, ora non è il momento adatto visto ciò che si è detto 🙂

    12 Settembre, 2013 - 13:06
  124. picchio

    nino l’obbedienza dei gesuiti non viene spiegata solo da quella lettera di San Ignazio, ma anche da altre, da cui risultà che in realtà la loro obbedienza non è affatto Perinde ac cadaver. L’obbedienza nasce da un dialogo profondo e spirituale del superiore e del soggetto dove entrambi sono aperti all’ascolto dello Spirito. Il suddito a diritto alla ripresentazione: può chiedere al superiore di riconsiderare l’ordine impartito. Tutto ciò dalle Costituzioni dei gesuiti.

    12 Settembre, 2013 - 13:22
  125. picchio

    il suddito HA il diritto… sorry

    12 Settembre, 2013 - 13:23
  126. Anche Mancuso commenta -che orrore!- la lettera di Papa Francesco a Scalfari.

    http://video.repubblica.it/rubriche/rnews/rnews-mancuso-per-francesco-la-verita-non-e-dottrina-ma-relazione/139734/138270

    Chicca obbrobbriosa allucinate (roba che nemmeno lo Stramonio ti può dare…) :
    “La verità è una relazione, allora la speranza è legata alla possibilità di metterti in una relazione giusta CON I GRANDI I SACRI IDEALI DELL’UMANITA’: è questa la forza di questa lettera e , e a mio avviso reinterpreta completamente la definizione cristiana di verità…”

    cioè la “relazione non è con Gesù, Dio fatto uomo, Via Verità e Vita ma CON I GRANDI I SACRI IDEALI DELL’UMANITA'”.
    Chi gliela ritira la licenza? Domenicani, ci siete?

    (Mi raccomando ascoltate a finestre aperte altrimenti la “palla” non esce 🙂 )

    12 Settembre, 2013 - 14:39
  127. Nino

    picchio scrive,
    12 settembre 2013 @ 13:22

    Grazie per l’integrazione. Conosco la materia.

    Il perinde… mi è sembrata una risposta rapida e sintetica nel contesto di quella affermazione:
    “ma se si prova a parlare di Cristo lo fregano come fecero ad Atene con San Paolo “

    12 Settembre, 2013 - 15:53
  128. Luigi Franti

    Sono moderatamente incuriosito: qual è il collegamento tra quello che dicevo io e questa “risposta”?
    Lo chiedo anche perché ho già notato in un paio di occasioni, recentemente, che qui dei concetti molto semplici, ed espressi in modo che a me sembrava assai piano, non vengono assolutamente compresi. Grazie sin d’ora.

    12 Settembre, 2013 - 16:02
  129. Nino

    “C’è da dire però che quell’obbedienza non è dovuta solo dai gesuiti al Papa, ma da ogni prete al suo vescovo, come dai vescovi al papa, come dai fedeli al prete e al proprio vescovo, come da tutta la Chiesa militante a tutto ciò che la Chiesa, Santa Madre Chiesa, insegna a credere.
    Eppure Nino a volte -troppo spesso.- mostra dissenso e simpatia verso di esso.
    Mi raccomando, non te ne uscire con la “coscienza”, ora non è il momento adatto visto ciò che si è detto”
    —-
    Nell’ordine:
    1 Sull’obbedienza nella chiesa che ha descritto sei in compagnia di Lapalisse.
    Qui, parliamo del capo della chiesa, di Pietro, magari il riferimento a lasciarsi andare alla Provvidenza-Dio è il valore aggiunto rispetto al cieco :obbedisco gerarchico.
    2 Non ho capito a cosa mostrerei dissenso e simpatia. Chi sarebbe esso?
    3 Sulla “coscienza” da anni sono sulla posizione di Francesco. Nulla da dire.
    E’ come sfondare un cancello aperto.

    12 Settembre, 2013 - 16:07
  130. Marilisa

    “C’è da dire però che quell’obbedienza non è dovuta solo dai gesuiti al Papa, ma da ogni prete al suo vescovo, come dai vescovi al papa, come dai fedeli al prete e al proprio vescovo, come da tutta la Chiesa militante a tutto ciò che la Chiesa, Santa Madre Chiesa, insegna a credere.”

    Ecco, questo mi fa tanto ridere. Proprio tanto tanto.

    12 Settembre, 2013 - 17:53
  131. Marilisa

    “Chi sarebbe esso?”

    Forse voleva dire “lui”. Forse, chissà…

    12 Settembre, 2013 - 18:00
  132. Sara1

    Così come si può comprendere il modello di obbedienza dei gesuiti, si può facilmente comprendere che non tutte le esperienze “conventuali” sono piramidali e soggioganti.

    E anche nel passato:

    http://www.gliscritti.it/blog/entry/1712

    12 Settembre, 2013 - 18:02
  133. Marilisa

    Circa l’obbedienza, mi risulta che sant’ Ignazio avesse detto che bisogna obbedire sempre alla Chiesa. Se tu vedi qualcosa di bianco, e bianco è, ma la Chiesa dice che è di altro colore–verde, rosso, giallo o altro–, tu devi dire, per obbedienza, che il colore è quello che la Chiesa ti indica.
    All’ anima dell’obbedienza e della santità !!

    12 Settembre, 2013 - 18:07
  134. elsa.F

    Meglio cretini…

    13 Settembre, 2013 - 12:18
  135. Marilisa

    Giusto! Beata lei !!

    13 Settembre, 2013 - 17:22

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