Perchè il battesimo

Il battesimo è semplice come la nascita. La nascita contiene misteriosamente, nel prodigio del Dna, l’intero progetto della vita che a essa seguirà e il battesimo ha in sé tutti i doni dei quali l’esistenza del cristiano potrà dare manifestazione.
Una semplicità e una ricchezza che vengono qui spiegati, con le parole di ogni giorno, da Roberta e Matteo, genitori generati alla vita cristiana dal battesimo e per tre volte sovrabbondantemente rigenerati dal battesimo dei figli.
E’ cosa buona e giusta che siano un papà e una mamma a parlare del battesimo, a guidare cioè altri papà e altre mamme a intendere il fatto grande della venuta alla luce divina dei loro figli e a intenderlo a similitudine del parto da cui sono partite tutte le meraviglie della loro paternità e della loro maternità.
La Chiesa genera figli nell’acqua del battesimo, i genitori generano figli alla Chiesa nella carne. “Generò figli e figlie”: sono le parole splendenti che il capitolo 5 della Genesi ripete per gli otto patriarchi che vanno da Adamo a Noè, come a segnalare che in ciò consiste la prima missione di ogni uomo sulla terra.
Dunque Set, Enos, Kenan e gli altri patriarchi generarono figli. Poi quei figli fecero guerre e divennero, anche, idolatri. Si uccisero fra loro, litigarono per l’eredità. Ma resta la gloria dei padri che li generarono. E ciò vale anche per noi, padri e madri di oggi. Questi nostri figli abbandoneranno magari la pratica della Chiesa per i venti o trent’anni centrali della loro vita, riprendendola forse dopo i cinquanta. Rifiuteranno il matrimonio per un tempo troppo lungo rispetto a ogni nostro consiglio e desiderio. Qualcuno farà causa ai fratelli per soldi, come è sempre capitato. E potrà avvenire anche di peggio, ma resterà valido il nostro titolo d’averli generati e d’averli portati al fonte della vita cristiana.
Perché grande è la missione di generare figli e altrettanto grande è quella di segnarli con il segno del battesimo. Come non finiremo di capire il prodigio d’averli noi partoriti, così non comprenderemo mai del tutto il mistero del fonte che li rigenera in Cristo e infatti la Chiesa –madre e maestra – continuerà a riproporci l’esperienza battesimale in tutte le notti di tutte le Pasque della nostra vita e in ogni battesimo del nostro giro parentale e della nostra comunità.
Il volumetto dipana le varie fasi dell’esperienza fondante del battesimo. Con la cura che i genitori pongono a ogni aspetto della nascita e della crescita dei figli, specie quando sono appena arrivati, questi due genitori guidano gli altri a intendere le parole antiche che la Chiesa evoca per questo sacramento e a intenderne i vivi segni che l’accompagnano: quello dell’acqua e quello della luce, quello della veste bianca e quello del dono della parola, cioè dell’Effatà, dell’ “aprirsi” alla vita di Dio.
Roberta e Matteo parlano per esperienza e non per dottrina. Hanno sperimentato con i figli sia il battesimo per infusione, sia quello per immersione e incoraggiano gli altri genitori a scegliere quest’ultima forma, qualora ne fossero intimoriti pensando ai rischi del “bagnetto”. Raccontano d’averla trovata “più efficace e concreta” nella resa simbolica del “fatto” che nel battesimo si realizza.
A interpretazione della “luce che riceve il battezzato” con la consegna della candela accesa al Cero pasquale, segnalano – con un’attitudine domestica appresa dall’accompagnamento dei piccoli – che si tratta di una “illuminazione che permette di affrontare anche il buio” e di mostrarci “dove appoggiare il passo”. Proprio come in casa quando va via la luce e i bambini quasi gridano di paura.
I nostri autori invitano con parole generose a pregustare l’esperienza del battesimo dei figli come un acquisto per gli stessi genitori, quando si vedranno investiti dal “profluvio di Spirito Santo” che scende sui loro piccoli. Questa mi è parsa la parola più vera del volumetto.
Ma segnalano anche – come è giusto – la serietà dell’impresa, avvertendo che con il battesimo “si entra in una vita un po’ spericolata”, perché molto esigente e soprattutto controcorrente: una vita che sarà comunque “ricca e bellissima”, arricchente del centuplo “già nel presente, qui ed ora”.
Il capitolo più bello è l’ultimo che spiega con novità di linguaggio la portata evangelica e la pienezza umana della Grazia che la vita nostra riceve dal battesimo. La Chiesa afferma che il battezzato è Sacerdote Re e Profeta e uno quasi si vergogna di ripeterlo e fa difficoltà a capirlo ed ecco un papà e una mamma che ci spiegano pazientemente come invece quelle parole bibliche tocchino – possano e debbano toccare – la vita quotidiana. Sacerdote perché benedici i figli e consacri il mondo con il tuo lavoro, Re perché modifichi la realtà che ti circonda e in essa cerchi di attuare la giustizia, Profeta perché guardi alle vicende umane con l’occhio di Dio.
Ecco dunque un padre e una madre che portano al battesimo il loro bambino e lì incontrano altri due simili a loro che gli dicono, per esserci passati, che quello è per loro il giorno dei giorni. E che non conta il passato, non conta il peccato, perché ora si va all’incontro con l’acqua del Signore che lava e rigenera.
Roberta e Matteo parlano per esserci passati e ripassati in quel giorno segnalato, arrivando a viverlo con piena avvertenza. Con discrezione narrano quella ripetuta esperienza. Una foto che è a metà del libretto mostra il terzo delle loro creature al momento dell’immersione nel fonte. Esercitano dunque in parole e segni quel magistero della vita che è proprio dei cristiani comuni e che meglio può essere inteso da altri cristiani, in un servizio da simile verso il simile che prende forza e competenza – per l’appunto – dalle risorse del battesimo.
Luigi Accattoli
www.luigiaccattoli.it

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