Dopo 5 anni ringraziamo Marco e ci congediamo dal suo Vangelo

Gesù che dorme a poppa della barca sul cuscino: tempera di Giuseppe Sala con cui introduco l’ultima lectio sul Vangelo di Marco, l’unico che riporta il particolare del Maestro che dormiva sul cuscino mentre l’imbarcazione stava per fare naufragio. E’ uno dei “tratti marciani” ai quali vogliamo dedicare quest’ultimo appuntamento con il suo Vangelo, prima di passare a Matteo. Sono stati cinque anni felici, questi passati in compagnia di Marco, il più dotato di sguardo tra i quattro evangelisti. E per me non c’è gioia più grande di quella che trovo nella lettura e nella ruminazione dei Vangeli: Evangelii gaudium, La gioia del Vangelo, come diceva papa Francesco

10 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Lectio finale sul Vangelo di Marco e sua lode: versetti esclusivi e tratti marciani – Redatto per primo, il Vangelo di Marco è stato ampiamente ripreso dagli altri Vangeli e in particolare da quello di Matteo: il 90% di Marco si ritrova in Matteo. E’ ovviamente interessante tenere d’occhio i versetti di Marco che non sono stati ripresi dagli altri evangelisti, così come è utile cogliere lo specifico della narrazione marciana anche quando il contenuto coincide con quello degli altri Vangeli.
    Trascurato dagli antichi, che lo ritenevano un’abbreviazione di Matteo, Marco è invece studiatissimo dai moderni, sia per la sua priorità temporale sia per le risorse della sua narrativa, affascinante per brevità e vivacità. Dopo una rapida occhiata a quanto la tradizione e l’attuale scienza biblica ci dicono sull’identità di Marco e sulle caratteristiche del suo Vangelo, daremo qualche esempio dei cosiddetti “tratti marciani”, cioè delle modalità con cui questo evangelista svolge il suo racconto.

    7 Giugno, 2025 - 21:57
  2. Luigi Accattoli

    Quel ragazzo che fuggì via nudo. Nel capitolo 14 del Vangelo di Marco, a margine della scena della cattura di Gesù nel Getsemani c’è un minimo episodio nel quale gli studiosi credono di poter vedere un autoritratto, ovvero una firma dell’autore: Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo (14, 51s). Quel ragazzo sarebbe il futuro evangelista Marco.

    7 Giugno, 2025 - 21:58
  3. Luigi Accattoli

    Marco ovvero Giovanni Marco. La tradizione cristiana antica è unanime nell’attribuire il secondo vangelo a Marco. Non c’è motivo serio per dubitare che si tratti di Giovanni Marco, personaggio più volte menzionato nel Nuovo Testamento. Secondo una notizia di Atti 12,12, la madre di Marco – di nome Maria – era benestante e possedeva una casa spaziosa in cui poteva radunarsi l’intera comunità. È proprio in casa sua che Pietro trovò ospitalità dopo essere stato liberato dalla prigione: “Si recò nella casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera”. Marco ha due nomi: l’ebraico Giovanni e il soprannome greco/latino Marcos/Marcus. Questo fa pensare a una famiglia che parlava anche greco e che, certo, intratteneva rapporti anche con il mondo greco/romano.

    Bruno Maggioni, Il racconto di Marco, p. 7

    7 Giugno, 2025 - 21:58
  4. Luigi Accattoli

    Marco interprete di Pietro. Intorno al 130, un vescovo della città di Gerapoli (oggi Turchia) di nome Papia lasciò una testimonianza preziosa sull’origine dei Vangeli, testimonianza ereditata da un presbyteros (anziano o sacerdote) da lui conosciuto e a lui antecedente e conservata nella Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea (III, 39, 1-17). Ora, quel “presbitero”, che potrebbe essere collocato negli anni Novanta del 1 secolo, aveva riferito al vescovo Papia questa notizia riguardo a Marco: “Divenuto interprete di Pietro, Marco, scrisse accuratamente tutte quante le cose dette e fatte dal Signore che ricordava, ma non in ordine. Non aveva infatti ascoltato il Signore né l’aveva seguito, ma solo aveva accompagnato Pietro”. Il nesso di Marco con l’apostolo Pietro e con Roma sembrerebbe confermato dalla Prima lettera di Pietro: “Vi abbraccia la comunità radunata in Babilonia (cioè a Roma) e Marco, figlio mio” (5,13). Che Pietro avesse bisogno di un interprete o portavoce per la sua poca dimestichezza con il greco è probabile. La nota di Papia può perciò confermare la presenza di Marco nella comunità delle origini cristiane, sia pure come figura della seconda generazione.

    Gianfranco Ravasi, Biografia di Gesù secondo i Vangeli, Raffaello Cortina Editore 2021, p. 46

    7 Giugno, 2025 - 21:59
  5. Luigi Accattoli

    Inventore del genere Vangelo. Marco è considerato dagli studiosi come l’inventore del genere letterario dei Vangeli e non solo perché il suo Vangelo sarebbe il più antico dei Vangeli, ma anche perché egli dà questo titolo alla sua opera: Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio (1, 1). Né si limita a mettere questa parola a titolo dell’opera, ma la riprende programmaticamente in vari passaggi del libretto: “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio e diceva: Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo” (1, 14s); “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà (8, 35).

    7 Giugno, 2025 - 21:59
  6. Luigi Accattoli

    Vangelo di una notte. Il monaco benedettino belga Benôit Standaert (1945) nel volume Marco: Vangelo di una notte, vangelo per la vita (EDB 2012, pp. 936, € 68,00) ipotizza che il Vangelo di Marco sia stato scritto per essere proclamato per intero nella notte della veglia pasquale – una sorta di haggadah cristiana della Pasqua – e che sfocerebbe nel battesimo e insieme costituirebbe il fondamento in una sequela che impegna tutta la vita, donde il secondo emistichio del titolo.

    7 Giugno, 2025 - 22:00
  7. Luigi Accattoli

    Tratti marciani. Marco è il più breve dei Vangeli (11.229 parole contro le 19.404 di Luca) e la sua scrittura è sobria ma viva.
    Ama il presente storico (151 volte), che contribuisce all’immediatezza narrativa; le congiunzioni avverbiali “e subito” (42 volte) e “di nuovo” (28 volte). “E subito” ricorre 10 volte nel primo capitolo. 80 brani iniziano con la congiunzione “e” (kai).
    Più degli altri evangelisti ha cura di riferire le parole aramaiche pronunciate da Gesù: ne riporta 13, fornendo la traduzione greca: talità koum, abbà, boanerghes, effatà, rabbunì, geenna, Eloì Eloì lamà sabactàni.
    Marco è l’unico evangelista che narra l’episodio dei parenti che nella primissima fase della vita pubblica di Gesù lo vanno a cercare per riportarlo a casa, perché ritengono pericoloso quello che sta facendo: Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé” (3, 20 e 21).

    7 Giugno, 2025 - 22:02
  8. Luigi Accattoli

    E’ propria di Marco una straordinaria capacità di sintesi, sia nel riferire parole sintetiche di Gesù trascurate dagli altri evangelisti (Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato: 2, 27); sia nel riassumere con parole proprie un più ampio insegnamento del Maestro: “Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna? Così rendeva puri tutti gli alimenti” (7, 18s); sia nel narrare il turbamento dei discepoli all’udire insegnamenti sconosciuti: “[Ed essi tennero fra loro la cosa] chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti” (9, 10).
    Marco dispone di un’attitudine visiva di grande efficacia. Vede quanto narra.
    Ecco il Maestro che durante la tempesta dorme su un cuscino: Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva (4, 38).
    Ed ecco il cieco mezzo guarito che vede e travede: Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano (8, 24).
    Così Marco vede le vesti di Gesù nella trasfigurazione, che divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche (9, 3).
    Così narra Gesù che ama con lo sguardo: “Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” […]. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca…” (10, 21).
    Più volte racconta di Gesù che gira all’intorno il proprio sguardo: “Guardandoli tutt’intorno
    con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: Tendi la mano!” (3, 4 e 5); “Volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!” (10, 23).
    Anche lo scatto del cieco Bartimeo è un guizzo del nostro sveglissimo narratore: Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù (10, 50).
    Straordinario è questo mini video di Gesù che parla alla folla da una barca: Una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 9 Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10 Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo (3, 8-10).
    Anche narrando la chiamata dei discepoli Marco aggiunge un elemento minimo ma rivelatore sulla pedagogia della sequela attuata da Gesù: “Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare” (3, 14). Lo stare con il Maestro era essenziale per divenirne annunciatori.

    7 Giugno, 2025 - 22:02
  9. Luigi Accattoli

    Una pizza che dura da 22 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 22 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    7 Giugno, 2025 - 22:05
  10. Luigi Accattoli

    Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 26 maggio. L’appuntamento precedente fu lunedì 26 maggio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 29 maggio:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/eccoci-ai-racconti-del-risorto-per-i-quali-abbiamo-chiesto-aiuto-a-duccio-piero-tintoretto-e-fazzini/

    7 Giugno, 2025 - 22:07

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