Papa e Rabbino verso un compromesso su Pio XII

La visita del Papa alla sinagoga di Roma ha segnato un passo verso un compromesso nella disputa su Pio XII: non verso lo scioglimento del contrasto, ma verso la reciproca accettazione dell’altrui verità. Il segno di quel passo sta nel modo in cui il Papa e il Rabbino hanno trattato della questione: senza usarla polemicamente, ma formulando la propria posizione e – si direbbe – il proprio sentimento in modo che l’interlocutore potesse non certo condividerli ma prenderne atto. Nè il Papa nè il Rabbino hanno nominato Pio XII ma ambedue ne hanno parlato con poche e chiarissime parole. Il Rabbino rivendicando la necessità di un “giudizio” storico sul “silenzio” di Papa Pacelli in merito alla Shoah e Benedetto difendendo il predecessore che si prodigò nell’azione di soccorso. Il Rabbino non ha contestato l’importanza del soccorso rievocato da Benedetto, che a sua volta non ha negato la legittimità del giudizio invocato dal Rabbino. Ci vedo gli elementi essenziali di un compromesso che permette alle componenti dialoganti delle due parti di continuare l’opera di avvicinamento nonostante la perdurante diversità nella percezione dell’evento della Shoah. Si tratta del resto dello stesso compromesso che si era manifestato fattualmente con la decisione di tenere l’incontro nonostante lo “sblocco” della beatificazione di Papa Pacelli segnalato da Benedetto XVI il 19 dicembre con la proclamazione delle “virtù eroiche” del predecessore. – E’ l’avvio di un mio articolo pubblicato ieri da LIBERAL con il titolo Il compromesso storico su Pio XII.

9 Comments

  1. Leonardo

    Chi ha stonato, mi pare, è stato Pacifici, con quel discorso troppo lungo, troppo politico e con il nome di Pio XII ben sottolineato. Forse qualcuno qui lo conosce: è una persona ambiziosa?

    20 Gennaio, 2010 - 13:23
  2. Marcello

    Pacifici fa sempre la parte del “cattivo” (ricordo ad esempio alcune sue dichiarazioni sullo stato di Israele molto dure, più da generale dello Tsahal che da Presidente di una comunità ebraica).
    Mi fa pensare alla scenetta del poliziotto cattivo e del poliziotto buono degli interrogatori dei film americani… lui stranamente non fa mai quello “pacifico”.

    20 Gennaio, 2010 - 15:18
  3. Luigi Accattoli

    Da Mirko Casale ricevo questo messaggio:

    Gentile Dott. Accattoli, mi sono imbattuto quasi per caso nel suo blog, alla pagina “Cerco fatti di Vangelo”.
    Vi sono entrato cercando il nome di Paola Salviato della quale giusto ieri, 19 gennaio 2010, ricorreva l’undicesimo anno della scomparsa. Ho letto il testo in cui lei ne racconta la storia nel capitolo 7 di quella pagina intitolato “La vita è mutata ma non è tolta”.
    Paola era una mia cara amica fin dall’infanzia, come del resto lo è stata per me tutta la sua famiglia; in particolare Primo e Maria, papà e mamma di Paola. Abbiamo frequentatogli scout nella nostra parrocchia e siamo cresciuti assieme.
    Ero abituato a far visita alla famiglia la vigilia di Natale, dove trovavo tutto il clan Salviato impegnato a fare i tortellini per il pranzo di Natale. Ho incontrato Paola per l’ultima volta il 24 dicembre 1998. Stavamo bene assieme a chiacchierare, io delle mie ricerche sui delfini e lei del suo lavoro di restauratrice. Meno di un mese dopo Paola ci lasciò. Mi sentivo confuso e arrabbiato, perchè nulla nel nostro ultimo incontro lasciava presagire la sua morte, malgrado i dolori della sua malattia. Ero davvero arrabbiato con Dio che mi aveva strappato una persona molto cara. Al funerale non volli andare preferendo restare solo. Maria, la mamma, poco dopo mi fece dono degli scritti trovati nel pc di Paola, dicendo che li aveva scritti anche per me. E allora, leggendoli, compresi quanto negli ultimi tempi Paola vivesse in una dimensione di luce e di grazia lontana dal modo consueto che ha di vivere la gente. Compresi che era questo un miracolo, un piccolo miracolo celato nella sofferenza della malattia che la mia amica stava vivendo e che aveva un significato enorme per tutti coloro che le stavano vicino. E’ come se Paola, con la sua esperienza fisica, ci avesse aperto una piccola finestra attraverso cui potevamo scorgere l’autentico significato del nostro vivere. Da uomo di scienza mi ci è voluto un po’ a capire, ma Maria mi ha aiutato in questo.
    Paola mi manca molto. Mi sono sposato con la mia compagna di sempre l’anno dopo che Paola è morta e Maria è stata nostra testimone di nozze. Ho due bimbe di 6 e 3 anni che Maria ha accolto con gioia. Le bimbe si chiamano Anna e …Paola. Maria ha vissuto la nostra storia di sposi e di genitori colmando così l’unico rimpianto che Paola ha avuto nella sua breve vita: quello di diventare madre. Anche Maria ci ha lasciati: è scomparsa il 2 settembre del 2007 (il giorno dell’anniversario delle nostre nozze), così come l’amato marito Primo nel 2001.
    Con queste righe volevo solo testimoniarle quanto importante è stata per me e la mia famiglia Paola e la sua storia, così come i suoi genitori Primo e Maria. I miracoli sono presenti ogni giorno intorno a noi e non ci accorgiamo di nulla. Ho avuto il dono prezioso di aver aperto gli occhi e di rendermene conto grazie ad una ragazza di 28 anni.
    Cordialmente, Mirko Casale

    20 Gennaio, 2010 - 18:21
  4. Storia molto commovente. Come la testimonianza (che è “martirio”) che ci da Mirko.
    E che serve a far-mi-ci “aprire gli occhi”.
    Di quell’aprire gli occhi che è guardare, vedere e capire, quando “bruciamo” la nostra vita, o la facciamo “bruciare” agli altri, nell’insensatezza. E cercare di porvi rimedio. Perchè vivere una vita “trascinata”, è ossigeno rubato a chi quella vita l’ha perduta, prematuramente.
    A volte mi sento un ladro, a volte mi sento defraudato. In entrambi i casi comunque mi sento ladro di giorni di vite che avrebbero saputo vivere meglio di me e portar frutto.

    20 Gennaio, 2010 - 18:48
  5. Ogni volta che mi affaccio su queste pagine,
    ho la gioia di accogliere esperienze e provocazioni evangeliche che tu Luigi proponi e che mi fanno sempre bene per cercare di crescere in sapienza, età… e…
    Grazie

    20 Gennaio, 2010 - 22:01
  6. fiorenza

    “Papa e Rabbino verso un compromesso”: quell’andare “non verso lo scioglimento del contrasto ma verso la reciproca accettazione dell’altrui verità”, però, mi pare più che un cammino verso un compromesso. Non necessariamente il contrasto deve essere dissolto, né la recjproca accettazione ,nella differenza, è soltanto “un compromesso”. Non si potrebbe trovare (giocare con) un’altra parola? Non so quale, ma una parola più felice.

    21 Gennaio, 2010 - 0:21
  7. roberto 55

    La parola “compromesso”, però, non è, in sè, bruta, Fiorenza: dipende, ovvio, dal contenuto del “compromesso”, che, in questo caso, è alto e nobile.
    Bentornato, Matteo.
    Bellissimo il racconto di Mirko Casale: di queste persone non ammirerò mai abbastanza la capacità di scrutare ed approfondire, attraverso i fatti, anche drammatici, della vita, e le sofferenze che ne derivano, i disegni che ci riserva il Signore, e d’ascoltarne i segni.

    Buona notte a tutti.

    Roberto 55

    21 Gennaio, 2010 - 1:04
  8. grazie roby55,
    anche se non mi sono mai assentato,
    leggo tutti i giorni,
    sempre apprezzando in queste pagine
    le persone che si pongono e pongono domande,
    vanno oltre gli steccati,
    e cercando di capire le ragioni di chi preferisce chiudersi a riccio.
    Ma come sai al di là di queste pagine,
    ci sono anche le altre realtà più pressanti,
    il mondo del lavoro, degli amici, la vita nella chiesa locale che chiamiamo parrocchia,
    che al di là di discussioni di lana caprina,
    chiama a sporcarmi le mani tutti i giorni,
    a fare scelte tutti i giorni,
    scelte di cui io stesso non sono sempre convinto,
    ma ogni giorno debbo fare tante scelte,
    di fare o di non fare,
    di parlare o di non parlare,
    anche se sempre comunque di cercare
    di trovare la capacità, la forza di amare comunque (non ovvio…).

    Come aveva fatto notare diverse volte il “padrone di casa”,
    certe problematiche che vengono discusse animatamente in un blog,
    nella vita quotidiana anche di chiesa e chiesa locale,
    richiedono ben altra disposizione,
    richiedono capacità al compromesso,
    che è capacità di convivere con gli altri, cercando di far passare l’amore,
    invece che i continui messaggi di odio,
    “se non sei con il mio pensiero sei contro di me…”
    nel quotidiano mi viene chiesta la concretezza del fare,
    e discernere momento per momento,
    cercando di essere sempre in dialogo.
    E non è per nulla facile…. ma lo debbo….

    e con questi sentimenti continuo a leggervi.

    un saluto a tutto il condominio

    21 Gennaio, 2010 - 9:08
  9. discepolo

    nel Corsera di oggi, nella pagina Cultura, in un bellissimo articolo intitolato “Dove si incontrano fede e politica”, Giuliano Amato parla di un libro scritto da Fred Dallmayr , filosofo tedesco emigrato in America, dal titolo “Il dialogo delle culture. Metodo e protagonisti””
    Iil libro di Dallmayr si apre con questa citazione dal Corano
    “Vi ho creato in nazioni e tribù, in modo che vi poteste conoscere e fare amicizia, non perchè restaste tronfi della vostra tradizione”
    sempre nell’articolo si legge un’altra citazione dal Corano
    “Nessuna costrizione nelle cose di fede”.
    questo vuol dire, applicato anche agli ebrei come ai musulmani come ai
    cattolici come chiunque altro, che chi è veramente religioso non può essere intollerante, rigido nei pregiudizi, “tronfio della propria tradizione”.
    MC

    21 Gennaio, 2010 - 14:14

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