Un bacio ad Agnese Borsellino nel giorno di Paolo

Caro Paolo, da venti lunghi anni hai lasciato questa terra per raggiungere il Regno dei Cieli, un periodo in cui ho versato lacrime amare; mentre la bocca sorrideva il cuore piangeva, senza capire, stupita, smarrita, cercando di sapere (…). Hai lasciato una bella eredità, oggi raccolta dai ragazzi di tutta Italia; ho idealmente adottato tanti altri figli, uniti nel tuo ricordo dal nord al sud – non siamo soli. Desidero ricordare: sei stato un padre e un marito meraviglioso, sei stato un fedele, sì un fedelissimo servitore dello Stato, un modello esemplare di cittadino italiano, resti per noi un grande uomo perché dinnanzi alla morte annunciata hai donato senza proteggerti ed essere protetto il bene più grande, «la vita», sicuro di redimere con la tua morte chi aveva perduto la dignità di uomo e di scuotere le coscienze. – Sono due passaggi della Lettera a Paolo scritta dalla moglie Agnese che figura nell’ultima pagina del volume Paolo Borsellino curato da Umberto Lucentini e pubblicato dal “Corriere della Sera”, in distribuzione nelle edicole dal 14 luglio: invito ad acquistarlo, è utile a sapere. L’intera lettera di Agnese si può leggere qui. Voglio bene ad Agnese. Nel primo volume intitolato CERCO FATTI DI VANGELO avevo narrato la storia della sua invocazione del perdono di Dio per gli assassini del marito. Nel volume NUOVI MARTIRI ho fatto un profilo di Paolo. Qui si può riudire un momento della messa di addio. Mando un bacio ad Agnese nel giorno di Paolo.

22 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Il miglior testo del cristiano Borsellino è nel ricordo di Falcone che egli tenne il 23 giugno del 1992 nella chiesa di Santa Luisa di Marillac a Palermo, durante una veglia di preghiera a un mese dall’uccisione di Falcone 8e meno di un mese prima della propria morte), presente il cardinale Pappalardo:

    Giovanni Falcone lavorava con perfetta coscienza che la forza del male, la mafia, lo avrebbe un giorno ucciso. Francesca Morvillo stava accanto al suo uomo con perfetta coscienza che avrebbe condiviso la sua sorte. Gli uomini della scorta proteggevano Falcone con perfetta coscienza che sarebbero stati partecipi della sua sorte …). Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione, perché mai si è turbato, perché è stato sempre pronto a rispondere a chiunque della speranza che era in lui? Per amore! La sua vita è stata un atto di amore verso questa sua città, verso questa terra che lo ha generato. Perché se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, e per coloro che gli siamo stati accanto in questa meravigliosa avventura, amore verso Palermo e la sua gente ha avuto e ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era ed è possibile dare delle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene“. Continua a leggere.

    19 Luglio, 2012 - 12:38
  2. luca73

    Per amore, solo per amore.

    Grazie Paolo. Grazie Giovanni.
    Che possiamo essere sempre degni del vostro esempio.

    19 Luglio, 2012 - 13:55
  3. FABRICIANUS

    Mi unisco alla gratitudine espressa da Luca73:

    Grazie Paolo, Grazie Giovanni.

    19 Luglio, 2012 - 15:54
  4. Lorenz o

    Lavorare con perfetta coscienza della forza del male che abbiamo intorno.
    Non fuggire. Accettare le situazioni anche le piu’ tremende.Non turbarsi mai , Essere sempre pronti a rispondere a chiunque della speranza che sta in noi.
    L’amore è essenzialmente dare: tutto cio’ che è possibile dare delle nostre forze morali,intellettuali e professionali.

    Questi punti sono stati i riferimenti di un magistrato d’eccezione ( anzi, di due) ma possono essere bussola per tutti quanti.
    Nel caso ci tornasse la tentazione di vivacchiare alla bell’emeglio, piazziamoci in testa ste parole del cristiano Borsellino e ricordiamoci che nessuno di noi, ma proprio nessuno, è qui per scaldare il banco ( fosse anche quello di una cattedrale) ma per farsi carico del pezzo di mondo che gli sta intorno.
    Altrimenti, cosa siamo cristiani a fare?!

    19 Luglio, 2012 - 16:45
  5. L orenzo

    le nostre coscienze se non si sono svegliate debbono svegliarsi.

    P.Borsellino, discorso 23/6/1992

    19 Luglio, 2012 - 20:34
  6. L orenzo

    La speranza è stata vivificata dal suo sacrificio. Dal sacrificio della sua donna. Dal sacrificio della sua scorta.

    P.Borsellino, discorso 23/6/1992
    ( a proposito di speranza CRISTIANA)

    19 Luglio, 2012 - 20:37
  7. L orenzo

    Sono morti tutti per noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo gioiosamente,

    P.Borsellino, discorso 23/6/1992

    19 Luglio, 2012 - 20:39
  8. L orenzo

    Scusate l’overdose di citazioncine.
    Ho seguito il consiglio di Luigi. Spezzatino, e aumentare l’impagliatura.
    Ma questa è una impagliatura che si aumenta moooolto volentieri.:)

    Non trovate bellissimo quel ” per gli ingiusti”, che mi interpella personalmente?!
    Buona serata a tutti

    19 Luglio, 2012 - 20:44
  9. Luigi Accattoli

    Grazie Lorenzo – buona notte nel giorno di Paolo.

    19 Luglio, 2012 - 22:26
  10. Lorenz o

    «…vivere la memoria non come retorica ma come stimolo al cambiamento»,

    ” ….c’è una parte molto grande che continua a voltare la testa da un’altra parte. Mentre invece abbiamo bisogno di verità»

    don Ciotti, Palermo 20.07,2012
    (www.video.corriere.it)

    Non entro nelle implicazioni sociali e politiche delle dichiarazioni di don Ciotti di ieri.Visto che qui stiamo parlando del cristiano Borsellino, ne traggo le implicazioni da cristiano.
    -) Non retorica, ma stimolo al cambiamento PER ME.
    Come per i santi e tutti i martiri, il rischio delle “figure modello” è che vengano trasformate in Monumenti. Solenni e impietriti nella loro storia, esempi da piedistallo, da venerare piu’ che da imitare.
    Lasciamo alla fredda liturgia delle solenni commemorazioni e delle agiografie la” retorica della memoria”. In questo senso, veramente, rinnoviamo ogni volta un funerale.Lasciamo che i morti seppelliscano i morti.
    Noi qui parliamo di persone vive, come siamo noi peraltro. Che ci indicano strade da seguire che NON sono per pochi eletti, ma per tutti: ognuno nella sua misura. Leggo la vicenda umana e cristiana di Borsellino e me ne arriva una spinta, anzi uno spintone, a cambiare vita , meglio: cambiare modo di vivere e pensare la mia vita, anche se io non sono magistrato, non sono in prima linea contro la mafia, e vivo in una realtà personale tutta diversa.
    Cambiare.
    Non è questo- solo questo- quello che ci chiede di fare Gesù?
    Convertiti, e credi al vangelo.
    Tradotto: cambia modo di vivere e di pensare, e metti in pratica il vangelo.
    Lì dove sei.
    Borsellino l’ha fatto sul serio. Non si puo’ ricondurre tutto qui? Direi di sì.
    Allora: l’ha fatto lui, perchè cavolo mai io dovrei tirarmi indietro?!

    -) Voltare la testa da un’altra parte.

    Perché faccio esattamente questo. Volto la testa da un’altra parte. Intendiamoci, le parti buone dove voltarla non mi mancano.Poi ci sono pure quelle schifose, ma qui le tralasciamo.Mi fermo a quelle nobili: famiglia, lavoro, cultura, politica, economia, chiesa, fede. Tutte ottime parti. Parti irrinunciabili. Parti della mia vita. La mia vita stessa, direi. Ma se io continuo a farlo come sto facendo, voltandomi verso ognuna di queste parti senza avere fatto il cambiamento intimo e profondo prima, senza avere scelto Gesù Cristo prima ( scusate, lo so che suona bigotto, ma non saprei come dirlo diversamente), io non cambierò mai. Potrò anche essere” un uomo onesto, un uomo probo” come diceva DeAndrè, ma il fatto è che non basta questo per essere di Cristo. Non basta che io sia uno sposo cristiano, un padre cristiano, un ” qualcuno” cristiano. Devo essere un cristiano che si sposa, che diventa genitore, che vive il suo essere cristiano in uno qualcuno dei modi possibili.
    Se no mi fermerò sempre alla crosta delle cose, senza intaccarne mai la sostanza.
    Posso dibattere fino alla nausea sul martirio e sulla santità, senza mettere mai in gioco la mia vita per davvero per Gesù Cristo.

    C) Abbiamo bisogno di verità.
    Verità su di me! Cavolo. sì. Un bisogno pazzesco. Non vi capita mai di rendervi conto del castello di carte che uno si costruisce addosso? A me si, molto di frequente. Sempre piu’ di frequente. Parlo di fede, di essere cristiani, di vita dell’anima.
    Il martire, Paolo Borsellino in questo caso, il santo, ogni cristiano che senza che il suo nome trapeli consuma la sua vita intera nella gioia senza nome di darsi completamente a chi è intorno a lui, ci dicono la verità.
    Che noi siamo fatti per questo.
    Che noi siamo chiamati per questo.
    Che questa strada , che è poi quella del vangelo- rinnega te stesso, acchiappa la tua croce, seguimi- non va seguita per conquistare il bottino in palio, non va battuta per dovere o per comandamenti, né per esercizio di virtù. Va seguita perchè è l’unica – l’unica!- che ci porti alla felicità, alla piena e stupefacente realizzazione di noi, al compimento dei moti inespressi che ci squassano dentro da quando siamo noi e che cerchiamo in diecimila modi diversi di soddisfare parzialmente e malamente. E’ talmente vero questo, che ci sono persone che pur non credendo in Dio e non seguendo Gesù Cristo, imboccano e hanno imboccato nei tempi quella stessa strada.
    E torno alla domanda che mi facevo all’inzio di tutta questa rottura di palle che sto infliggendo a chi si prende la briga di leggere questi miei sbrodolamenti. Se non fosse così, se non fosse questa la verità, chi sono questi martiri, questi testimoni che si giocano la vita intera fino a perderla, a farsela portare via, a farsela consumare, a farsela fare a pezzi in tanti modi diversi? Borsellino è stato un pazzo, un incosciente, un fondamentalista, un invasato, un assetato di gloria, un Tafazzi della giustizia…cosa?!
    Io penso che strada facendo abbia capito quale era l’unico modo per vivere davvero e pienamente una vita vera e piena.Credo che questa esperienza, questa comprensione sia alla portata mia e di tutti.
    E scoperto questo, credo che uno non se ne distacchi piu’.

    Scusate l’invadenza prolungata.

    20 Luglio, 2012 - 11:48
  11. Pika

    @Lorenzo:
    “Che questa strada , che è poi quella del vangelo- rinnega te stesso, acchiappa la tua croce, seguimi- non va seguita per conquistare il bottino in palio, non va battuta per dovere o per comandamenti, né per esercizio di virtù. Va seguita perchè è l’unica – l’unica!- che ci porti alla felicità, alla piena e stupefacente realizzazione di noi, al compimento dei moti inespressi che ci squassano dentro da quando siamo noi e che cerchiamo in diecimila modi diversi di soddisfare parzialmente e malamente.”

    Condivido al 100%, anche io intuisco che questa è l’essenza (= modo e obiettivo) dell’essere discepoli di Gesù, e la ritrovo testimoniata nei vangeli.
    Apprezzo il modo in cui ti sei espresso, che mette al centro le parole “felicità” e “piena realizzazione”.

    20 Luglio, 2012 - 13:47
  12. Mentre sono grato a Lorenzo
    per riportare le parole di Paolo su Giovanni,

    mi piace rileggere e riproporre
    quanto già scritto da Luigi:

    “Quanto a una tipologia dei volti dell’annuncio,
    segnalo a mo’ d’esempio,
    quella dei giusti e dei martiri,
    quella dei riconciliati e dei riconciliatori,
    quella dei samaritani e dei lebbrosi guariti.

    Dico i giusti e i martiri per invitare
    a guardare più ampiamente rispetto ai confini visibili della comunità ecclesiale.

    Paolo Borsellino, credente e praticante, è un martire della giustizia;

    Giovanni Falcone, non credente e convivente,
    è un giusto delle nazioni:
    ambedue sono volti dell’annuncio,
    avendo dato la vita nello stesso rischio e per la stessa causa di servizio all’uomo.”

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=1555

    20 Luglio, 2012 - 16:22
  13. Clodine

    Anche Falcone, per quando martire, giusto tra i giusti, al cospetto di Dio avrà dovuto giustificare il suo essere non credente e convivente.

    20 Luglio, 2012 - 17:13
  14. Cara Clodine,
    mi sto vedendo Splendor in the Grass di E. Kazan.

    non eri ancora nata ai tempi di quello splendido film,
    ma come fai ad avere dentro lo stesso principio attivo
    che ha ispirato Kazan ?

    Perchè uccidere ?

    20 Luglio, 2012 - 17:41
  15. Fides et ratio

    Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici!
    Beati i perseguitati a causa della giustizia.

    Non c’è ombra di dubbio che la vita di Falcone e Borsellino sia pienamente assonante con queste categorie evangeliche.

    Invece riferimento alla Croce per un non credente mi appare come una forzatura. Perché sforzarsi di applicare una visione come quella cristiana a chi cristiano non vuole essere?

    Poi, il giudizio sull’uomo spetta solo a Dio, i cui pensieri distano dai nostri come il cielo dalla terra.

    Il nostro compito non è quello di giudicare, né di dividere agnelli da capri. Noi possiamo solo pregare per le nostre anime e quelle dei nostri fratelli con i quali ci accomuna il bisogno estremo di misericordia.

    20 Luglio, 2012 - 17:53
  16. “a chi cristiano non vuole essere”…. ??????
    ———————

    ma incontrare Xr. non è un dono ?

    c’è qualcuno che conosce quale è il momento in cui Xr. fa un dono ?

    C’è qualcuno che ritiene che essere cristiano è un dovere
    e non un incontro con una Persona
    che vuole fare un dono nel momento opportuno allo stesso Xr. ?

    E’ forse importante per un cristiano battezzato anagraficamente
    raggiungere il Regno con il passaporto dato dai cattolici devoti.

    Ma davvero D-o si lega a queste meschinità umane ????

    Perchè non si riesce a vedere di quanto la figura di D-o è ricolma di proiettato meschino antropomorfismo ?

    Se si smettesse di giudicare per esercitarsi l’un l’altro ad amare ?

    20 Luglio, 2012 - 18:06
  17. Lorenz o

    Be’, là non c’eravamo, non possiamo dire nulla.
    Certo, se la nostra scommessa paga, e quello in cui crediamo esiste, Falcone avrà incontrato faccia a faccia Gesù, come tutti.
    Non so che giustificativi potranno essergli stati chiesti.
    Come non so quali potranno essere chiesti a me.
    Certo che, sulla base del Vangelo, l’unica pagina in cui si parla veramente di giudizio personale lascia intravedere un incontro particolarmente affettuoso e amicale tra quei due. Chissà lo sbalordimento di Giovanni, uno sbalordimento, doppio: perché non credente qui, e perché si sarà sentito accogliere con quelle parole assolutamente straordinarie” Vieni, benedetto del Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla fondazione del mondo.”
    Se diciamo che la fede è dono, se diciamo che non siamo noi a scegliere Lui, ma Lui che sceglie noi, come si potrà pensare che la mancanza di fede sia chiamata ad essere giustificata?
    E quanto alla convivenza, puo’ darsi benissimo che abbia ragione Clodine.
    Ma che vuol dire? Nemmeno i Santi canonici sono senza peccato, anzi!
    Io non convivo, ma chissà di quale serie di cose mi potrà essere chiesto conto. E sono convinto che non sono sicuramente quelle che alla mia mentalità da pallottoliere sembrano oggi le piu’ gravi…

    20 Luglio, 2012 - 18:14
  18. Fides et ratio

    ma incontrare Xr. non è un dono ?

    Mi dicono di sì

    c’è qualcuno che conosce quale è il momento in cui Xr. fa un dono ?

    Mi dicono di no

    C’è qualcuno che ritiene che essere cristiano è un dovere
    e non un incontro con una Persona
    che vuole fare un dono nel momento opportuno allo stesso Xr. ?

    Mi dicono che l’incontro non esclude il dovere

    E’ forse importante per un cristiano battezzato anagraficamente
    raggiungere il Regno con il passaporto dato dai cattolici devoti.

    Mi dicono che l’amore è il passepartout

    Ma davvero D-o si lega a queste meschinità umane ????

    Mi dicono che Cristo sia Dio fatto il più meschino fra gli uomini

    Perché non si riesce a vedere di quanto la figura di D-o è ricolma di proiettato meschino antropomorfismo ?

    Mi dicono che l’uomo deve farsi imitazione di Cristo, Dio-uomo

    Se si smettesse di giudicare per esercitarsi l’un l’altro ad amare ?Se si smettesse di giudicare per esercitarsi l’un l’altro ad amare ?

    Appunto!

    20 Luglio, 2012 - 18:24
  19. Clodine

    Lui sceglie noi, certo Lorenzo,è vero,ma anche la mancanza di fede dovrà essere giustificata,perché ” chi ti ha creato senza di te, non ti giustifica senza di te” direbbe Sant’Agostino.La morte che tutto si porta, buoni e cattici, giusti e ingiusti in un tempo senza tempo, apre l’ingresso a Dio, e in Dio non sappiamo se il tempo continui a fluire e in che modo fluisce.
    Non credo sia del tutto vero-come pensano taluni teologi tipo Blondel, Camus e altri -che l’uomo è “l’essere per la morte” per cui non vi è punizione ma un abbraccio liberatorio di un Dio Amore che guarda oltre la storia individuale. Se cosi’ fosse anche Hitler,Stalin e altri birbaccioni sanguinari troverebbero la strada facile! Non credo sia possibile. Credo invece che la morte anche del giusto, del santo, si porti dietro l’intera sua vita, le azioni -che sono la stoffa della persona- peccati e virtù che formano l’io, la coscienza individuale e personale. Non è vero che la morte tutto si porta e diventa facile e scontato il passaggio, non lo è, neppure per i giusti , per quanto eroi , come Falcone .

    20 Luglio, 2012 - 18:50
  20. Clodine

    Volevo fare una domanda a Matteo, se me lo concede :” Matteo, perché scrivi D-io come gli ebrei. Sei ebreo?”… Se sei ebreo , allora…potrei capirti ma…qualora tu -come credo- non lo fossi …cioè.. scrivere il nome di Dio a tozzi e bocconi….la trovo una, come dire…forse non trovo le parole…banalità? Oziosità?…Mossa ad effetto?…mah…mi lascia perlpessa. Non che ci sia nulla di male, diciamo che, però, è singolare…tutto qui.

    20 Luglio, 2012 - 18:56
  21. Ciao Clodine,
    nessuno mi può vietare di esercitarmi
    a scrivere la parola D-o.

    Non ci riesco sempre.

    Venti anni fa
    rimasi sconvolto
    nell’ascoltare dei giovani che scherzando
    uno di loro bestemmio il nome del Signore nell’accezione
    che ormai tutti hanno almeno ascoltato a catechismo
    e che per gli Ebrei e per tanti teologi cristiani e cattolici
    è ritenuto impronunciabile.

    Da quella volta,
    per nessun motivo pronunciai il lema Y….
    se non come fanno ebrei e teologi leggendo “Il Signore”.

    Allo stesso modo se cito D-o
    mi esercito a scriverlo così.

    E’ soltanto una esperienza personalissima
    in cui cerco di maturare.

    Ci riuscirò sempre ?
    boh!
    intanto cammino.

    20 Luglio, 2012 - 19:11
  22. Clodine

    Ok…ho capito. Grazie Matteo, era così, per curiosità. Eppure, la grande forza di Dio è di permettere finanche che l’uomo bestemmi.
    L’illuminismo fu la culla della bestemmia. Ricordo ancora, dopo anni, la famosa citazione di Voltaire il quale,parodiando la famosa “se Dio non ci fosse bisognerebbe inventarlo”, incitava i comunardi parigini al grido sacrilego di “Se D-o esistesse bisognerebbe fucilarlo!” …una roba terrificante! [In questo caso prefisco evitare di nominare il Padre eterno, come te]

    20 Luglio, 2012 - 19:32

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