Un bel saluto dall’Oasi di Troina

Sono all’Oasi di Troina, in Sicilia, per il 90° compleanno del Padre Ferlauto. Nel pomeriggio ho parlato del tema del dolore in famiglia: potete leggere il mio testo nella pagina CONFERENZE E DIBATTITI elencata sotto la mia foto andando alla voce “Troina” e cliccando sul titolo linkabile dell’incontro. Ho conosciuto il padre Ferlauto di cui fino a oggi avevo solo letto e ho ritrovato l’arcivescovo Giuseppe Costanzo, emerito di Siracusa, al quale voglio molto bene. Ho sostenuto che la felicità non è incompatibile con la sofferenza. Ma leggete, leggete e meditate… buona domenica.

Aggiornamento alle ore 22 del 7 ottobre. Troina a mille metri sulla sinistra dell’Etna per chi guarda la carta della Sicilia. Se da lì alzi lo sguardo al pennacchio del vulcano, incroci con lo sguardo Bronte. Dall’aeroporto di Catania ci arrivi passando per Paternò e Adrano e poi facendoti strada con gli occhi tra crateri lunari e casali diroccati con fichi d’India sui muri. Ditonze sgargianti dei fichi. Non c’è stato tempo di mangiarne uno. Salendo verso Troina ieri e tornando oggi a Catania, per un paesaggio di cardi, stoppie, fuoco tra le stoppie, una poiana sopra, tutto del colore delle crete su cui poggia la strada, anche le mucche al pascolo – salendo e scendendo ho intuito che la Sicilia forse la capisci quando guardi con lo stesso sentimento un rudere e una roccia. Ed è capitato che io non sapessi dire – e neanche chi guidava – se le pietre che vedevo erano un segno dell’uomo o del tuonante.

32 Comments

  1. Lo sapevo che da questo viaggio in Sicilia sarebbe venuto qualcosa di interessante! Interessanti i paesaggi, bello il tema. In tutte le famiglie entra il dolore, ma in tante entra in maniera così lancinante che ci si chiede come sia possibile sopportare. Tremendo il dolore per le malattie e le morti dei bambini e dei giovani. Può essere comunque una circostanza per risciprire i legami e gli affetti.

    6 Ottobre, 2012 - 22:04
  2. Federico B.

    Felicità e sofferenza.
    Ancora un ossimoro.

    6 Ottobre, 2012 - 23:10
  3. lorenzo

    Il fatto è che “la felicità”- se mi passate la frase da bacioperugina- non ha nulla a che fare con l’assenza di sofferenza…su questo equivoco si spezzano vite intere.
    E’ duro a dirsi, ma la ricerca di “felicità” di Gesù, lo ha portato in croce.E, ancora piu’ duro, lì l’ha trovata…

    7 Ottobre, 2012 - 0:03
  4. FABRICIANUS

    Ciao Luigi,
    leggerò e meditero’.

    Grazie.
    Buona Domenica a te e a tutti!

    F.

    7 Ottobre, 2012 - 0:07
  5. fabi

    Ma veramente lo diceva già san Giovanni della croce
    che felicità e sofferenza possono convivere.
    I mistici sono proprio sempre attuali perché vanno al nocciolo delle questioni
    e queste restano tali.

    7 Ottobre, 2012 - 8:53
  6. Gioab

    @ Luigi
    “Ogni altra spiegazione – comprese quelle più accreditate dalla tradizione devozionale: del tipo che la malattia è punizione dei peccati, o prova che il Signore ci manda – rischia di suonare ideologica e di offendere la giusta ribellione al male e la giusta disputa con Dio che ogni malato, o morente sopporta o accende nel suo intimo.”

    Caro Luigi, Scusa, ma questo cos’è una nuova catechesi ? Allora dovresti rivolgerti primariamente ai docenti di tradizione che per secoli l’hanno insegnata…. O forse stai diventando apostata ?

    “ LETTERA APOSTOLICA – SALVIFICI DOLORIS -DEL SOMMO PONTEFICE – GIOVANNI PAOLO II”

    “« Completo nella mia carne — dice l’apostolo Paolo spiegando il valore salvifico della sofferenza — quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa »”.

    “§ 7 – Cosi dunque nel concetto cristiano la realtà della sofferenza si spiega per mezzo del male, che è sempre, in qualche modo, in riferimento ad un bene… § 10 Il punto di riferimento è in questo caso la dottrina espressa in altri scritti dell’Antico Testamento, che ci mostrano la sofferenza come pena inflitta da Dio per i peccati degli uomini “
    Come si può esseree infelici sapendo che Dio sta punendo ?

    […].Pertanto, anche la consapevole e libera violazione di questo bene da parte dell’uomo è non solo una trasgressione della legge, ma al tempo stesso un’offesa al Creatore, che è il primo Legislatore. Tale trasgressione ha carattere di peccato, secondo il significato esatto, cioè biblico e teologico, di questa parola. Al male morale del peccato corrisponde la punizione, che garantisce l’ordine morale nello stesso senso trascendente, nel quale quest’ordine è stabilito dalla volontà del Creatore e supremo Legislatore….”
    Come si può pensare che esseere trasgressori punti d Dio renda felice ?

    ” §14 Il contrario della salvezza non è, quindi, la sola sofferenza temporale, una qualsiasi sofferenza, ma la sofferenza definitiva: la perdita della vita eterna, l’essere respinti da Dio, la dannazione […..]”
    Se pensi che la dannazione renda felice !?

    ” §15 E anche se con grande cautela si deve giudicare la sofferenza dell’uomo come conseguenza di peccati concreti (ciò indica proprio l’esempio del giusto Giobbe), tuttavia essa non può essere distaccata dal peccato delle origini, da ciò che in san Giovanni è chiamato « il peccato del mondo[…]”
    Il peccato non ha portato felicità ! No ?

    ” § 19 Ogni uomo ha una sua partecipazione alla redenzione. Ognuno è anche chiamato a partecipare a quella sofferenza, mediante la quale si è compiuta la redenzione. E’ chiamato a partecipare a quella sofferenza, per mezzo della quale ogni umana sofferenza è stata anche redenta. Operando la redenzione mediante la sofferenza,[…] Cristo non nascondeva ai propri ascoltatori la necessità della sofferenza .[…] “
    Non sembr che Cristo ridesse o fosse felice quando lo inchiodavano ! No ?
    http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_letters/documents/hf_jp-ii_apl_11021984_salvifici-doloris_it.html

    Teodicea(3) – “La sofferenza è spiegata come punizione o retribuzione per i peccati commessi; è una giusta pena per delle colpe acquisite. La convinzione che dietro le disgrazie e gli incidenti che capitano ci sia un qualche potere che ripaga e punisce, non dipende di per sé da una fede teistica; anzi possiamo constatare, con un certo stupore, che essa può sopravvivere anche slegata da una simile impostazione di fede. La cattiva azione mette in movimento un male che presto o tardi deve volgersi contro chi l’ha commesso e/o la sua comunità”
    Sai che felicità saperedi esserla cuasa di tutte le sofferenze degli altri !

    “nell’A.T., almeno prima di Giobbe, è presente la convinzione che Jahwé vigila sul rapporto tra azione e sorte, e, se necessario, lo attiva, lo accelera e lo attua: si dà cioè una corrispondenza tra azioni buone
    e sorte benigna, e viceversa tra azioni cattive e sorte infausta. “

    http://www.ilfoglio.org/283/Il_male_come_pena_per_il_peccato.htm

    7 Ottobre, 2012 - 12:16
  7. discepolo

    I mistici sono sempre attuali !!!!
    San Juan de la Cruz “Canciones del alma en la intima comunicatiòn de uniòn de amor de Dios:”
    O llama de amor viva
    Que tiernamente hieres
    de mi alma al mas profundo centro!
    Pues ya no eres esquiva,
    Acaba ya si quieres,
    Rompe la tela deste dulce encuentro.
    Oh cauterio suave
    oh relegada llaga!
    oh mano blanda, oh toque delicado,
    Que a vida eterna sabe,
    Y toda deuda paga,
    Matando muerte en vida la has trocado.

    (oh fiamma d’amor viva
    che teneramente ferisci
    il centro più profondo della mia anima,
    poichè non sei più schiva,
    finiscimi se vuoi,
    spezza la tela di questo dolce incontro.
    O bisturi soave,
    o benefica piaga,
    carezzevole mano, contatto delicato
    che hai sapore di vita eterna
    e ogni debito paghi.
    Uccidendo la morte in vita hai trasformato)

    quel “matando” dell’ultimo verso fa venire in mente il “matador” della corrida

    7 Ottobre, 2012 - 12:39
  8. discepolo

    a proposito di mistici il Papa ha appena proclamato dottori della Chiesa due grandi mistici, Santa Ildegarda di Bingen e san Giovanni di Avila.
    Santa Ildegarda, Hildegard von Bingen, un genio multiforme , oltre a essere erborista, medico, era anche poetessa e musicista , compositrice di canti che si allontavano moltissimo dal canone formale del gregoriano.
    si è dovuto aspettare il 1969 perchè vedessero la luce i canti della santa.
    per chi volesse approfondire questo aspetto :
    Diether de la Motte “la Melodia” cap. 15 “Hildegard von Bingen” ed. Astrolabio

    7 Ottobre, 2012 - 12:50
  9. Qualche anno fa a Pesaro nella chiesa di Cristo Re ho avuto modo di assistere ad uno splendido concerto con organo e voci recitanti con testi e musiche di Ildegarda di Bingen. Prima di allora non conoscevo affatto questa singolare figura che, se ben ricordo, cominciò a scrivere quando già era anziana. La manifestazione di Pesaro, che si svolge ogni anno e che raccomando a tutti, si chiama “Vespri d’organo a Cristo Re”.

    7 Ottobre, 2012 - 13:05
  10. Nel giorno della Madonna del Rosario trovo bello leggere questo inno di Ildegarda:

    O CLARISSIMA MATER

    O Madre splendente di sacro medicamento,
    attraverso il tuo ventre
    ci hai spalmato di unguenti
    sulle ferite che gemono di sangue
    che Eva ha aperto nel inquietudine dell’anima.

    Tu hai distrutto la morte,
    edificando la vita.
    Difendici attraverso il tuo ventre
    Donna, stilla di mare.

    O strumento di vita
    ornamento di gioia,
    miele di tutti i piaceri
    che dentro di te mai manca.
    Difendici attraverso il tuo ventre
    Donna, stilla di mare.

    Onore al Prima, al Dopo, e al Sacro Respiro.
    Difendici attraverso il tuo ventre
    Donna, stilla di mare.

    Mi sembra che questo scritto possa in qualche modo rientrare anche nell’ossimoro sofferenza / felicità.

    7 Ottobre, 2012 - 16:14
  11. Lo ripropongo in latino, è molto bello:

    O clarissima Mater

    O clarissima Mater sancte medicine,
    tu unguenta per sanctum Filium tuum
    infudisti in plangentia vulnera mortis,
    que Eva edificavit in tormenta animarum.

    Tu destruxisti mortem
    edificando vitam.

    Ora pro nobis ad tuum Natum,
    stella maris, Maria.

    O vivificum instrumentum
    et letum ornamentum
    et dulcedo omnium deliciarum,
    que in te non deficient.

    Ora pro nobis ad tuum Natum,
    stella maris, Maria.

    Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto.

    Ora pro nobis ad tuum Natum,
    stella maris, Maria.

    http://www.youtube.com/watch?v=N2X2D5t3pdg

    7 Ottobre, 2012 - 16:17
  12. Mabuhay

    “Se uno vuol conquistare la vera libertà di spirito e non condurre un’esistenza perennemente tribolata, cominci a non aver paura della croce: vedrà come lo spesso Signore l’aiuterà a portarla, come rimarrà contento e come riuscirà a trarre vantaggio da tutto”
    (Santa Teresa di Avila; Vita 11,13).

    7 Ottobre, 2012 - 16:21
  13. Gioab

    @ Mabuhay

    La croce ? Ma se ho spiegato che non c’è nessuna croce….? Da dove l’ha tirata fuori la croce ? Non ha letto ?

    (Galati 3:13 CEI ) “Cristo ci liberò mediante acquisto dalla maledizione della Legge, divenendo una maledizione invece di noi, perché è scritto: “Maledetto ogni uomo appeso al legno”.

    E’ legno non croce !

    7 Ottobre, 2012 - 17:32
  14. fabi

    Mabuhay

    Grazie di aver citato anche la grande maestra dei Carmelitani scalzi! 🙂
    San Giovanni della croce dice anche: sofferenza e pace,
    se può servire.

    7 Ottobre, 2012 - 17:49
  15. lorenzo

    Tutto molto bello e molto alto.
    Però non vorrei che si pensasse che questo è un campo riservato ai mistici e ai santi.O, all’opposto, ai teologi e agli artisti.
    Questa è vita vera e concreta, ma proprio concreta e vera, di tutti noi.
    Niente di piu’ concreto della sofferenza, che riguarda i corpi, la carne, i nostri giorni nelle più minute cose. La tocchi. Niente di piu’ evanescente della “felicità” che sfugge perfino alla definizione e al significato. Eppure sul suo altare , quello di una teorica e vagheggiata felicità infranta e ormai ritenuta impossibile, si sacrifica la possibilità reale di vivere insieme, di stare insieme comunque, di essere cristiani felici e realizzati lo stesso: anzi in modo non migliore, ma certamente piu’ consapevole di prima…
    In fondo, la sofferenza e la felicità, sono i due poli tra cui oscilla la nostra storia e anche il nostro immaginario. Spesso, per correre ditero al secondo, si perde l’occasione di vivere alla grande la prima.

    7 Ottobre, 2012 - 17:52
  16. fiorenza

    “Niente di piu’ concreto della sofferenza, che riguarda i corpi, la carne, i nostri giorni nelle più minute cose”: come all’Oasi di Troina, dove è andato a parlare Luigi.

    7 Ottobre, 2012 - 18:28
  17. fabi

    Mai pensato che questo fosse un blog per mistici, ma se siamo cristiani siamo chiamati ad esserlo, se non lo siamo … vedremo.
    E mai sottovalutare i maestri dello spirito 🙂
    Sono esseri umani che hanno vissuto in pienezza: hanno sofferto e gioito davvero, sono reali. Può essere che abbiano provato una felicità immensa per esperienze che noi non conosciamo, ma sono così umili da consegnarcele,
    e non è poco. Ma anche la sofferenza magari è stata intensa, chi lo può dire?
    Tovo sia vero che questi siano i due poli tra i quali oscilla la nostra storia, ma ancora poco per definirla. C’è di più. 🙂

    7 Ottobre, 2012 - 18:34
  18. Clodine

    Grazie amici, quello che avete scritto è bello. Ccome balsamo, le vostre riflessioni scendono dentro al cuore e lo confortano. Grazie di cuore..
    Grazie Antonella per la Clarissima Mater …

    7 Ottobre, 2012 - 18:55
  19. lorenzo

    @ fabi

    Condivido i tuoi due sorrisi aperti.
    Mai sottovalutare i maestri dello spirito, e senz’altro c’è di piu’.
    Ad esempio: Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, che definisce la nostra storia, quella generale, e la mia e la tua in particolare, portandola a compimento in pienezza sulla croce.
    Questo Dio fratello fa molto piu’ di consolarmi, molto piu’ di ammestrarmi, molto piu’ di spiegarmi il mistero del dolore. Vive, come me e te : duemila anni fa, come sono io adesso; adesso, come sarò io quando lo incontrerò di persona.
    Garanzia che la sofferenza non mi sarà evitata ( nemmeno in una briciola) ma si coniugherà fin da qui con la mia felicità vera: una forma di felicità molto diversa da quello che io mi sarei immaginato, e che lui chiama ” beatitudine”…
    Abbiamo di che sorridere a tutti denti, per davvero!
    🙂

    7 Ottobre, 2012 - 19:04
  20. Clodine

    Santa Teresa D’Avila è una mistica straordinaria.
    La scoprii quando adolescente trovai nella libreriola della suora alla quale ero molto legatai l’opera omnia, e “Vita” di Santa Teresa d’Avila, una “Vita” che mi sconvolse per la durezza con la quale la santa descrive il suo iter spirituale. Donna di forte personalità si decise di aderire a Cristo totalmente solo dopo un lungo percorso di conversione nonostante fosse arrivata ai voti in giovane età. Invero non ebbe subito la vocazione:realtà che rimosse fino ad implodere e che pesò probabilmente sulla coscienza come una grossa colpa da espiare.Per lungo tempo dissipò le sue risorse spirituali correndo dietro al mondo in quella Spagna cinquecentesca che lei stessa definì “splendida e feroce” seguendo le proprie inclinazioni “sospinta non dall’amore di Cristo ma dalla “vanità”, così dirà di lei. Solo tardivamente, a seguito di una profonda, sofferta “virata” si decise a seguire realmente il Signore.
    Soffrì tantissimo…e morì malamente, come un cane..
    …una grande mistica, e il “Castello interiore” -altra opera meravigliosa- ne è il testamento…

    7 Ottobre, 2012 - 19:12
  21. fabi

    Morì in una crisi affettiva, sarebbe giusto dire.
    Ma Teresa non soffrì solamente: era una santa gioiosa, che, a volte, pregava danzando, in fondo è spagnola, 🙂
    era una donna di un’intelligenza fuori dall’ordinario e se anche il suo percorso spirituale è stato davvero così, non le sono mancate le occasioni per essere felice del suo Sposo che le ha dedicato tante attenzioni …
    come fa con noi, magari! Solo che bisogna accorgersene.
    Felice delle sue prime sorelle, felice delle amicizie che aveva, felice del suo piccolo primo monastero, felice del Santissimo in casa, felice delle guide spirituali che aveva, (quando lo era), san Giovanni per primo …
    era una donna molto affettiva, ecco perché ha sofferto e gioito così intensamente per tutto, morte compresa.

    7 Ottobre, 2012 - 20:00
  22. mattlar

    Grazie Luigi. Letto e meditato. Straordinarie intuizioni. grazie

    7 Ottobre, 2012 - 20:22
  23. Clodine

    Si, era allegra,Teresa la grande, non per niente siamo nate lo stesso giorno, forse per questo la sento particolarmente vicina. C’è una pagina divertente in “VIta”, in cui critica aspramente il pittore che la ritrasse “brutta e cisposa”, e..siccome era una estimatrice della bellezza, e bella lei stessa, si mise di nuovo in posa..ma niente da fare: di nuovo la ritrasse seria e cisposa…A quel punto si arrese, ma non volle mai che alcuno vedesse quel ritratto. Che invece è quello ufficiale che non somiglia per niente a lei.
    Morì con un tumore all’utero, e poco prima della morte, avvenuta tra atroci tormenti, stata lavando ginocchioni il pavimento …

    “una sera, mi trovavo in orazione quando venne l’ora di andare a letto: Io ero tutta un dolore e dovevo avere il mio solito vomito: vedendomi così legata al corpo, mentre il mio spirito, per parte sua, reclamava libertà, mi prese un così grande scoramento, che cominciai a piangere a dirotto e a lamentarmi…ciò è avvenuto non una volta, ma tante volte…”
    “Vita” pag 351

    7 Ottobre, 2012 - 20:41
  24. Luigi Accattoli

    Rientro ora a Roma – non ho tempo di leggere i tanti commenti – saluto tutti e segnalo che ho inserito un aggiornamento in coda al post.

    7 Ottobre, 2012 - 22:14
  25. Sei stato nella Sicilia più semplice, più silenziosa e calda, caro Luigi. Alcuni dicono più bella; certo una bellezza nascosta e quasi rapita ai più, che preferiscono le coste ormai – nel Palermitano – distrutte dal cemento. Una volta la temevo, questa Sicilia. Mi terrorizzava il suo vuoto fatto di grano, il cielo d’azzurro sbigottito che sembra naufragare nel mare delle stoppie. Eppure oggi mi affascina. Io so che questo sono. Perché anche questo fu terra, e poi sangue e vita. Fino a me. Fino a dopo di me.
    Non so chi abbia detto che un giorno in Sicilia, quando il mondo finirà, vedremo la contraddanza degli spiriti più strani e incredibili (ma l’ho letto da Sciascia, in una delle sue pagine). E tra i cappucci a pizzo dei torinesi delle “parità” sulla religione di Serafino Amabile Guastella, passando per i secoli di scirocco che non erano solo nello sguardo di Moro, ma anche in quello di Sciascia (solo che a lui lo scirocco aguzzava il pensiero anziché alloppiare e spingere alla stanza della controra pomeridiana), vedremo tanti di quegli ingegni strani da dirci come Dumas su Napoli: o eri folle prima, o lo sei adesso.

    8 Ottobre, 2012 - 23:06
  26. I cappucci a pizzo dei troinesi, citato anche in Camilleri. Scusate il correttore ortografico, i torinesi non c’entrano (ma c’entra la Lombardia di Sicilia, solo che ora mi sto mettendo a tracimare).

    8 Ottobre, 2012 - 23:07
  27. fiorenza

    “Perché anche questo fu terra,e poi sangue e vita”.

    Guardare “con lo stesso sentimento un rudere e una roccia”.

    Ma che cos’è questa Sicilia ? questa Sicilia che, quando Tonizzo e Luigi ne parlano, il mondo consueto, conosciuto, sembra così inconsistente, così lontano?

    9 Ottobre, 2012 - 9:08
  28. Clodine

    La Sicilia è bella! Come le zagare il suo profumo è dolce e amaro allo stesso tempo. Ci sono delle stupende chiese barocche e antiche vestigia greco -romane di una bellezza struggente. Esotica, ricca di cultura , sapore antico di vite sofferte, bruciate dal mae, dal sole e dalla povertà…Mia bisnonna paterna era di Mondello…città sul mare, un mare blu cobalto…molto pescoso!
    Straordinario il Duomo di Monreale del 1174, uno scrigno di inestimabile valore; un diadema incastonato in una Palermo macchiata di sangue, di dolore e di mafia…
    Questa è la Sicilia…amara terra mia, amara e bella

    9 Ottobre, 2012 - 9:34
  29. Gioab

    @ fiorenza
    “Ma che cos’è questa Sicilia ?”

    Un isola rocciosa di “uomini d’onore”” così li chiamano !
    Wikiepdia dice : “Il termine onore è usato ad indicare un sentimento che comprende la reputazione, l’autopercezione o l’identità morale di un individuo o di un gruppo.[…] l’onore corrisponde al diritto di rispetto da parte degli altri come conseguenza premiale del contemporaneo dovere di rispetto degli altri.”

    Molto poco cristiano le pare ?
    “Ma a voi che ascoltate, dico: Continuate ad amare i vostri nemici, a fare il bene a quelli che vi odiano, a benedire quelli che vi maledicono, a pregare per quelli che vi insultano. A chi ti colpisce su una guancia, porgi anche l’altra; e a chi ti toglie il mantello, non rifiutare nemmeno la veste. Dà a chiunque ti chiede, e a chi toglie le tue cose non [le] richiedere.” ( Lc 6.27)
    Non avrebbero dovuto rivendicare l’onore ! Però glielo rendono facendo passare la processione del santo sotto le finestre ! Forse non ci hanno mai pensato.

    9 Ottobre, 2012 - 11:56
  30. Veramente pregevole la citazio e postata da Gioab, per il quale la Sicilia è un’isola di mafiosi. Complimenti per lo stereotipo meschino, vallo dire ai parenti di Falcone o ai figli di Borsellino. O magari a quelli del Centro Padre Nostro di don Puglisi.

    10 Ottobre, 2012 - 7:12
  31. @Fiorenza: la Sicilia è prima di tutto anima. Poi vennero terra e sangue. È poi, come diceva Sciascia, come si fa a viverci senza immaginazione?

    10 Ottobre, 2012 - 7:13

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