Aldo Mei: “Muoio per per aver nascosto un carissimo giovane”

Aldo Mei parroco di Fiano (Lucca), 33 anni, “sacerdote modello, piissimo” lo definirà l’arcivescovo, che non ottiene dai tedeschi neanche il permesso di vedere per un momento quel suo prete condannato dall’occupante nazista: viene fucilato il 4 agosto 1944 e il primo motivo della condanna è l’aiuto dato a un ebreo.

Viene arrestato nella chiesa parrocchiale, subito dopo la celebrazione della messa. È processato sotto l’imputazione di aver dato rifugio a un giovane ebreo, di aver dato i sacramenti ai partigiani, e per aver nascosto la radio ricevente che una persona aveva regalato a lui pochi mesi prima.

Verso le ore 22 della sera 4 agosto fu visto passare per Via Elisa, a Lucca, in mezzo a tre soldati tedeschi. Teneva una vanghetta appoggiata sulle spalle e nelle mani la corona del rosario.

La piccola schiera si fermò oltre la porta della città, sul prato verde fra il rossigno delle mura e il gomito del tetro bastione. Dovette scavarsi la fossa. Poi, ad un ordine, si pose contro il muro, davanti alla fossa aperta. Fu crivellato dai colpi di mitraglia.

Accetta la morte “con la serenità di un santo”, scriverà l’arcivescovo citando la lettera ai genitori che Donaldo scrive – dopo l’annuncio della condanna – su pochi pezzi di carta e sulle pagine del breviario:

 

«Babbo e Mamma, state tranquilli – sono sereno in quest’ora solenne. In coscienza non ho commesso delitti. Solamente ho amato come mi è stato possibile (…) Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell’odio io che non ho voluto vivere che per l’amore! “Deus Charitas est” e Dio non muore. Non muore l’Amore! Muoio pregando per coloro stessi che mi uccidono. Ho già sofferto un poco per loro… è l’ora del grande perdono di Dio! Desidero avere misericordia; per questo abbraccio l’intero mondo rovinato dal peccato – in uno spirituale abbraccio di misericordia. Che il Signore accetti il sacrificio di questa piccola insignificante vita in riparazione di tanti peccati (…)

«Anche in questo momento sono passati ad insultarmi – “Dimitte illis – nesciunt quid faciunt” (perdona loro perché non sanno quello che fanno, ndr) – Signore che venga il vostro regno! – Mi si tratta come traditore – assassino – non mi pare di aver voluto male a nessuno – ripeto a nessuno – mai – che se per caso avessi fatto a qualcuno qualcosa di male – io qui dalla mia prigione – in ginocchio davanti al Signore – ne domando umilmente perdono (…)

«Muoio anzitutto per un motivo di carità – per aver protetto e nascosto un carissimo giovane. Raccomando a tutti la carità – Regina di tutte le virtù – Amate Dio in Cristo Gesù – Amatevi come fratelli – Muoio vittima dell’odio che tiranneggia e rovina il mondo – muoio perché trionfi la carità cristiana – (…) Il povero Don Aldo Mei, indegno Parroco di Fiano».

Maria Eletta Martini così ricorda l’uccisione di Don Aldo, che conobbe da giovanissima esponente cattolica del Cln di Lucca: «Quella benda che ho nel mio cassetto è intrisa del sangue di un prete, don Aldo Mei, che fu ucciso dai tedeschi a qualche centinaio di metri da casa mia, in una tarda sera di agosto, perché fu considerato “traditore”: aveva nascosto nella sua casa ebrei perseguitati e aveva amministrato i sacramenti ai partigiani. Noi sentimmo le raffiche di mitra e mio padre disse, piano, a tutti noi ragazzi e a mia madre che gli eravamo intorno: “Ecco non ce l’abbiamo fatta: l’hanno ucciso”. La mattina presto, mio padre partì e tornò a casa a mezzogiorno con quella benda intrisa di sangue di don Mei» (Tintori).

 

Martirologio del clero italiano, Roma 1963, p. 148. Lettere di condannati a morte della resistenza italiana, Einaudi 1945, pp. 196-199. Dizionario storico del movimento cattolicoin Italia, Casale Monferrato 1982, III/2, p. 544. Amedeo Tintori, Preti nella resistenza, Modena 1992, pp. 189-192. Leo Giancarlo Lazzari – Rodolfo Rossi – Umberto A. Palagi, Don Aldo Mei martire del xx secolo. Testamento integrale e altri scritti, Fiano 2012, pp. 478 [opera edita – nel centenario della nascita di don Mei – con il patrocinio e la prefazione dell’arcivescovo Castellani, contenente un’edizione critica e annotata del testamento]. Il sito internet http://www.donaldomei.it/ fornisce testi e foto.

 

[Novembre 2012]

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