Odoardo Focherini: “Se tu vedessi come trattano gli ebrei”

Odoardo Focherini, intellettuale cattolico e salvatore di ebrei, 37 anni, sette figli piccoli e piccolissimi, muore dopo sette mesi di prigionia nel campo di Hersbruck, verosimilmente alla vigilia di Natale del 1944, per una grave setticemia, assistito fino all’ultimo dall’amico Teresio Olivelli. Proclamato “beato” con il titolo di martire il 15 giugno 2013 a Carpi.

Un prigioniero sopravvissuto, che gli fu vicino a Hersbruck, riferirà le sue ultime parole, dette a Olivelli (che morirà un mese e mezzo dopo): «I miei figli, voglio prima vederli… Tuttavia accetta, o Signore, anche questo sacrificio e custodiscili tu, insieme a mia moglie, ai miei genitori, a tutti i miei cari. Dichiaro di morire nella più pura fede cattolica apostolica romana e nella piena sottomissione alla volontà di Dio, offrendo la mia vita in olocausto per la mia diocesi, per l’azione cattolica, per l’Avvenire d’Italia e per il ritorno della pace nel mondo. Vi prego riferire a mia moglie che gli sono sempre rimasto fedele, l’ho sempre pensata e sempre intensamente amata» (Lampronti).

Al momento dell’arresto è amministratore del quotidiano cattolico bolognese Avvenire d’Italia, diretto allora da Raimondo Manzini. Passa dal carcere di Bologna ai campi di concentramento di Fossoli, Bolzano, Flossemburg (quello dove verrà impiccato, alla vigilia della caduta di Hitler, Dietrich Bonoeffer).

La sua attività fu scoperta perché la polizia intercettò la lettera di un prete di Padova che gli segnalava il caso di un ebreo da mettere in salvo “sapendo che lei si interessa di ebrei”. Nella sua casa di Mirandola la polizia trovò una serie di timbri e altro materiale utile a preparare carte d’identità e passaporti falsi. Un sacerdote che collaborò con lui – don Dante Sala – attesta che aiutò a passare il confine svizzero ben centocinque ebrei in poche settimane.

Al cognato bruno Marchesi che gli fa visita in carcere dice: “Se tu vedessi come trattano gli ebrei, ti pentiresti solo di non averne potuti salvare di più”.

Il 29 agosto 1944 scrive dal campo di Gries (Bolzano) questa lettera d’amore alla sposa Maria Marchesi: “Quanti ricordi a ogni istante, a ogni mutar di cielo, a ogni cangiar di toni cerulei o plumbei: a ogni alitar di vento a ogni gioco di luci o di ombre nel cielo o sulle montagne! Centro di tutto un viso, uno sguardo, un palpito, un fremito, un ricordo, un desiderio che ha un nome: il tuo! Ecco ora in distanza un fischio di locomotiva fa cambiare scena… e il ricordo si sposta a quando di qui transitammo assieme di notte l’uno accanto all’altra in un’ora deliziosa di vita verso una meta che rinverdiva i ricordi, che ci riavvicinava per un’ora alle nostre montagne. Ricordi? Più che sicuramente. E allora con l’ardore e il desiderio di allora eccoti il bacio di oggi, uno degli innumeri che ogni giorno ti invio in attesa di poterteli dare quando si potrà. Ciao. Con serena certezza fidente ti abbraccio, tuo Odoardo”.

La notizia della morte di Odoardo arriva alla moglie Maria Marchesi (1909-1989) solo a guerra finita, il 6 giugno del 1945. Nel 1969 era stato riconosciuto come “giusto delle nazioni”: il suo nome, nel registro della “Yad Vashem”, è contrassegnato con l’indicazione progressiva “ita 0519 69”. L’Unione delle comunità israelitiche italiane gli aveva già dato la “medaglia d’oro alla memoria” con questa motivazione: “Padre di sette figli, si prodigò attivamente e instancabilmente per un lungo periodo a favore degli ebrei, particolarmente per salvare quelli ricercati. Arrestato per tale sua attività, fu deportato a Flossemburg, donde non fece più ritorno. Magnifico esempio di altruismo e di spirito di sacrificio” (Israel, 21 aprile 1955, p. 3). Nel 2007 il Presidente Napolitano gli attribuisce la medaglia d’oro della Repubblica al Merito Civile che consegna alla primogenita Olga. Nel 1995 la diocesi di Carpi, di cui era nativo, aveva avviato il processo di beatificazione. Il 10 Maggio 2012 Benedetto XVI autorizza la pubblicazione del decreto della Congregazione per le Cause dei Santi che riconosce “il martirio del Servo di Dio Odoardo Focherini, Laico, nato a Carpi (Italia) il 6 giugno 1907 e ucciso, in odio alla Fede, a Hersbruck (Germania) il 27 dicembre 1944.

 

Giacomo Lampronti, Mio fratello Odoardo, Bologna 1948 [Lampronti, ebrei convertito al cristianesimo, era stato assunto da Focherini all’Avvenire ed era stato tra i primi da lui aiutati a espatriare]. Dizionario storico del movimento cattolico, vol. III/1, p. 368-369. Claudio Pontiroli, Odoardo Focherini. Un martire della libertà, Carpi 1994. Odoardo Focherini, Il cammino di un giusto. Lettere dalla prigionia, a cura di Claudio Pontiroli, Finale Emilia 1994. Giorgio Vecchio, Un “Giusto fra le Nazioni”. Odoardo Focherini, 1907-1944, EDB 2012.

 

[Novembre 2012 – con aggiornamento al giugno 2013]

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