Benedetto: “Resto nel recinto di San Pietro”

Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 28 febbraio a pagina 24 con il titolo “Nel recinto di San Pietro resterà Papa senza regnare”

“Resto nel recinto di San Pietro”: a metà del commiato dal popolo delle udienze Papa Benedetto ha pronunciato queste sei parole che stringono in un motto l’intera idea di “Papa emerito” che è venuto elaborando negli ultimi mesi e della quale dal giorno della rinuncia a oggi viene mostrando, con lenta pedagogia, le varie facce. In quelle parole è chiarito il perché oggi pomeriggio si trasferirà nella Villa papale di Castel Gandolfo e perché tra due mesi rientrerà in Vaticano per vivere “nascosto al mondo” nel Monastero dei Giardini vaticani.
Con la creativa e inedita espressione “recinto di San Pietro” il Papa teologo ha voluto alludere sia alle mura leonine, all’interno delle quali vivrà il resto della vita, sia all’ambito ecclesiale nel quale si manifesta e si svolge il “ministero” del successore di Pietro. “Non ritorno alla vita privata” ha detto anche, chiarendo che nella sua idea un Papa accettando l’elezione rinuncia “per sempre” a ogni “privacy”: ha usato la parola inglese, come a farsi intendere da tutti.
Il progetto di andare ora a Castel Gandolfo e di stabilirsi poi in Vaticano i più l’avevano interpretato come una scelta che garantiva la riservatezza. Ma da ieri sappiamo che c’è di più, in quel progetto: c’è il concetto che un Papa non esce mai dalla figura e dalla missione papale nelle quali è entrato con l’elezione.
Ora è chiaro anche il motivo che l’ha indotto a conservare per sé l’abito bianco e l’appellativo di “santità”, nonché a coniare il titolo di “Papa emerito”: a differenza dei papi rinunciatari del Medioevo, la figura di Papa emerito che Benedetto va costruendo non “depone” i segni e gli appellativi del Papato ma continua a servirsene con gli adattamenti che la nuova condizione comporta: avrà la veste bianca ma senza la mantellina, alloggerà in Vaticano ma fuori del Palazzo papale. Sarà ancora Papa ma “emerito”.
Non sappiamo – ed egli stesso lo ignora – che rapporto potrà avere con il successore, ma le scelte che ha compiuto non esclude la possibilità di una relazione, anzi la suggerisce. Se il successore vorrà consultarlo quella possibilità prenderà forma, altrimenti resterà implicita. Ma si tratterà di un implicito fattuale, espresso chiaramente nell’unità di luogo, di veste e di nome tra l’emerito e il regnante.
Luigi Accattoli
www.luigiaccattoli.it

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