Tutti i Conclavi degli ultimi cent’anni

Pubblicato l’11 marzo dal “Corriere della Sera” a pagina 6

 

Otto Conclavi in cent’anni, per otto Papi che hanno “regnato” mediamente per quasi 13 anni. Rispetto a quelli dei secoli precedenti si è trattato di Conclavi veloci e senza le interferenze politiche che si erano avute fino a quello del 1903 che vide il veto dell’Austria sul cardinale Rampolla. Il più rapido è quello che elegge Pio XII nel 1939 con tre scrutini, il più lungo è quello che nel 1922 aveva eletto Pio XI con 14 scrutini.  Nell’insieme inducono a prevedere breve anche il Conclave che si apre domani.

 

1914. C’è la guerra e l’eletto prende il nome di Benedetto XV

E’ un Conclave di guerra: il 1° conflitto mondiale è iniziato il 28 luglio ma l’Italia è ancora neutrale e l’elezione di un italiano non presenta ostacoli diplomatici. Il cardinale Giacomo Della Chiesa, che viene eletto con i voti strettamente necessari (38 su 57), era cardinale da soli tre mesi: sono due caratteri rari per un Conclave, che dicono come si sia trattato di un’elezione combattuta per tutti i 10 scrutini che portano i voti dell’arcivescovo di Bologna con continua progressione dai 12 iniziali al quorum.  Elezione difficile perché contrastata dallo staff curiale del Pontificato di Pio X, che vedeva nel cardinale Della Chiesa un discepolo dell’ala riformatrice che aveva dominato sotto Leone XIII. Una classica vicenda di alternanza nella successione.

 

1922. Achille Ratti diviene Pio XI con l’elezione più lunga del secolo

E’ l’anno della “marcia su Roma” ma le vicende italiane non hanno alcuna incidenza sul Conclave più lungo e tribolato dell’ultimo secolo, che porta all’elezione dell’arcivescovo di Milano al 14° scrutinio. In questa elezione si riaccende lo scontro che aveva caratterizzato quella del 1914, essendo presenti molti dei protagonisti di allora. Su suggerimento del cardinale Pietro Gasparri, suo grande elettore, il nuovo Papa dà la prima benedizione dalla loggia esterna della Basilica e non da quella interna come avevano fatto Leone XIII, Pio X e Benedetto XV i quali – dopo Porta Pia – si consideravano “prigionieri in Vaticano” e non si affacciavano verso la piazza: un segno premonitore della Conciliazione che il Pio XI realizzerà nel 1929 con i Patti Lateranensi.

 

1939. Torna la guerra e in soli tre scrutini Pacelli diviene Pio XII

Al Conclave più lungo e combattuto del secolo, segue il più rapido che in una sola giornata e con tre scrutini elegge Eugenio Pacelli, Segretario di Stato di Pio XI. E’ un’elezione dominata dai timori di un nuovo conflitto mondiale a motivo dell’espansionismo tedesco, che favoriscono la scelta del “diplomatico” Pacelli che è stato nunzio a Weimar, parla il tedesco e ha guidato per quasi un decennio le relazioni internazionali della Santa Sede. Pare che l’unico reale candidato antagonista sia stato l’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa, proposto dai cardinali italiani che erano a capo delle diocesi, ma prevalsero i curiali e furono decisivi la personalità di Pacelli e l’efficacia delle relazioni costruite in tanti anni di governo della Segreteria di Stato.

 

1958. Il Patriarca Roncalli prevale lentamente sul Patriarca Agagianian

Il Conclave che elegge il cardinale Roncalli è il secondo per difficoltà – nell’insieme dell’ultimo secolo – dopo quello del 1922: gli 11 scrutini vedono – come dirà lo stesso eletto agli alunni del Collegio armeno – un’alternanza di favori per il Patriarca di Venezia e per il Patriarca armeno e cardinale di Curia Agagianian: “Sapete che il vostro cardinale ed io eravamo come appaiati nel Conclave? I nostri nomi si avvicendavano or su or giù, come i ceci nell’acqua bollente”. Il nome di Roncalli è nei pronostici della vigilia, anche se non si impone con la forza con cui nel 1939 era stato previsto Pacelli: gli osservatori lo considerano un candidato possibile per un Pontificato breve (sta per compiere 77 anni) e di pausa dopo il lungo regno di Papa Pacelli.

 

1963. C’è il Concilio e Montini viene eletto per portarlo a conclusione

Il Conclave che elegge Paolo VI in sei scrutini è governato dal clima conciliare: il Vaticano II, convocato da Giovanni XXIII, ha tenuto la sua prima sessione e i cardinali che in esso aderivano all’orientamento riformatore della maggioranza vedono in Montini un affidabile continuatore dell’impresa conciliare, che impegnerà la Chiesa Cattolica per altri tre anni. Sull’andamento degli scrutini non ci sono indiscrezioni attendibili: pare che l’arcivescovo di Milano sia stato eletto con 60 voti (il quorum era di 54). Si afferma che tra i cardinali votati vi siano stati Siri (esponente dell’ala destra del Concilio) e il belga Suenens. Come candidato della vigilia confermato dal risultato, Montini è il secondo caso in cent’anni, dopo Pacelli e prima di Ratzinger.

 

1978. In agosto viene scelto il Papa parroco Albino Luciani

Il Patriarca di Venezia Albino Luciani viene eletto al quarto scrutinio – e dunque con una facilità paragonabile solo a quella con cui era stato eletto Pio XII e con quella che vedrà eletto Benedetto XVI – essendo proposto dal curiale Villot e dall’ex curiale Benelli, che tessono con efficacia i fili del consenso e rapidamente neutralizzano i sostenitori del cardinale Giuseppe Siri, vogliosi di un passo indietro rispetto alle riforme post-conciliari attuate da Paolo VI. Secondo la ricostruzione più attendibile, al primo scrutinio Siri ha 25 voti, Luciani 23, Pignedoli 18, Baggio 9, Koenig 8, Bertoli 5, Pironio 4, Felici e Lorscheider 2. Al secondo Luciani sale a 53 e Siri scende a 24. Al terzo Luciani ne ottiene 70 e al quarto è eletto con 100 voti su 111 votanti.

 

1978. In ottobre lo stesso Collegio esce dall’Italia e va in Polonia

Il cardinale Karol Wojtyla viene eletto all’ottavo scrutinio, con 99 voti su 111, il lunedì 16 ottobre 1978. Secondo una confidenza del cardinale guatemalteco Mario Casariego riferita da Giulio Andreotti, il cardinale Wojtyla avrebbe avuto 11 voti al sesto scrutinio, 47 al settimo e 99 all’ottavo. I primi cinque scrutini erano stati dominati dai cardinali Siri e Benelli, arrivati – pare – a 48 e 30 voti. Il passaggio a un non italiano era stato preparato, nella notte, dal cardinale austriaco Koenig, con l’aiuto dello statunitense Krol, del tedesco Ratzinger e dell’italiano Pellegrino. Decisivo – per l’accettazione dell’elezione da parte di Wojtyla – sarebbe stato un colloquio con il cardinale Wyszynski, che gli disse: «Se ti eleggeranno ti prego di non rifiutare».

 

2005. Quattro votazioni per il Papa tedesco

Il conclave di Benedetto XVI dura 24 ore e impegna i 115 elettori per quattro scrutini nei quali i cardinali Ratzinger e Bergoglio – arcivescovo di Buenos Aires – sono costantemente i più votati. Nel primo scrutinio Ratzinger ottiene 47 voti, Bergoglio 10, Martini 9, Ruini 6, Sodano 4. Al secondo Ratzinger sale a 65 voti e Bergoglio a 35. Il terzo scrutinio assegna a Ratzinger 72 preferenze: gli mancano cinque voti per essere eletto. Ma sale anche Bergoglio, che arriva a 40. Fumata nera e pausa pranzo. E’ il momento decisivo del Conclave. Ratzinger ha quasi il doppio dei voti di Bergoglio, ma se i sostenitori dell’argentino tengono duro possono impedirne l’elezione. Invece Bergoglio invita i sostenitori a votare Ratzinger che al quarto scrutinio ottiene 84 voti.

Commento

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    11 Marzo, 2013 - 23:13

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