Perché dice “vescovo” e non “papa”

Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 15 marzo a pagina 15

 

Chissà che fine faranno con Francesco i tanti titoli che spettano al Papa e che fanno mostra di sé nell’Annuario Pontificio: c’è verso che vengano sfoltiti, almeno a stare al saluto alla folla dopo l’elezione, nel quale ha usato sei volte la parola “vescovo” per indicare sé stesso come “vescovo di Roma”, e mai la parola Papa, neanche quando ha invitato a pregare per Benedetto XVI, che ha nominato come “vescovo emerito” di Roma.

Nell’Annuario attualmente il Papa è detto “Vescovo di Roma, Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Primate d’Italia, Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, Servo dei Servi di Dio”. Fino a Giovanni Paolo II c’era un nono titolo: “Patriarca dell’Occidente”, che il Papa teologo fece cancellare all’inizio del 2006.

Non sappiamo se le intenzioni semplificatrici del nuovo Papa arriveranno a delle innovazioni formali, o resteranno come gesti occasionali. Il fatto che abbia chiamato accanto a sé il Vicario di Roma, il cardinale Vallini, sulla Loggia delle Benedizioni, e che sia stata l’unica persona che ha nominato, oltre a Benedetto XVI, sta a segnalare un’intenzione pratica: forse dedicherà più tempo alla diocesi di Roma rispetto ai predecessori e forse il Vicario sarà più importante di ieri nell’organigramma del suo governo.

Il titolo “vescovo di Roma” è il più antico tra quelli che spettano al Papa ed è a fondamento degli altri. L’atto di abdicazione di Papa Benedetto affermava la “rinuncia al ministero di vescovo di Roma” e Papa Francesco si è presentato come “nuovo vescovo di Roma”. E’ possibile che d’ora in poi questo titolo abbia a crescere e gli altri siano destinati a diminuire.

Luigi Accattoli

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