Un Papa nuovo. Francesco da Benedetto ovvero l’immagine allo specchio

Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 24 marzo a pagina 21 con il titolo “Difficile notare la differenza negli abiti”

 

A colpo d’occhio il Papa emerito e il Papa regnante si somigliano come due gocce d’acqua: non di faccia ovviamente, ma per le vesti e per l’intero abbigliamento. A vederli che conversano seduti ai lati di un tavolinetto, o che si stringono le mani stando in piedi, solo un cultore della materia nota le differenze. Che sono minime perché i due hanno condotto – in due tempi – una specie di gara a togliere, che li ha lasciati somigliantissimi. Era come se ieri Francesco vedesse se stesso in Benedetto e viceversa, quasi in un’immagine specchiata.

Indossavano ambedue la talare bianca: “talare”, cioè veste che arriva ai talloni. Su di essa il Papa emerito non aveva nulla, mentre il Papa regnante aveva la mozzetta (mantellina aperta sul petto) dello stesso colore e della stessa stoffa della talare, e la fascia intorno alla vita. Il Papa emerito era dunque più disadorno, ma l’effetto bianco panna era lo stesso.

Sapevamo già che li avremmo visti così, perché il portavoce vaticano a suo tempo aveva informato che il Papa emerito avrebbe continuato a vestire la talare bianca senza mozzetta e senza fascia, e avrebbe anche lasciato le scarpe rosse per usarne di color marrone.

Nelle foto e nel filmato di ieri non si distinguono le scarpe calzate dal Papa emerito, mentre Bergoglio aveva le scarpe nere con le quali è arrivato dall’Argentina e che ha sempre usato dall’elezione a oggi: si dice che siano ortopediche e che gli siano necessarie per indicazione medica. Uno dunque rinuncia alle scarpe rosse e l’altro non le prende ed ecco che anche per questa via le due immagini si avvicinano.

La vicinanza d’immagine era poi accentuata dal fatto che ambedue portavano la croce pettorale e l’anello episcopale. All’aperto il Papa emerito indossava sulla talare una giacca bianca con imbottiture esagonali: quella giacca, come già i maglioni bianchi di Papa Wojtyla, sono arrangiamenti personali senza precedenti nella storia dell’abbigliamento papale.

La somiglianza d’immagine tra i due Papi si lega alla contiguità del nome e alla vicinanza delle residenze: tre elementi decisi in autonomia dal Papa emerito quando era ancora regnante. E’ stato lui a stabilire che avrebbe vestito di bianco, che si sarebbe chiamato “Papa emerito” e che avrebbe abitato in Vaticano.

Ha riassunto queste tre permanenze con l’espressione: “Resto nel recinto di San Pietro”, come a dire che non abbandona la sfera della missione papale anche se non ne esercita più la potestà e si limita ad accompagnare con la preghiera quella esercitata dal successore.

In Vaticano si chiedono se il Papa nuovo condivida questa “permanenza” del Papa vecchio nel recinto di San Pietro e soprattutto se trovi opportuno che don Georg continui nel doppio ruolo di Prefetto della Casa Pontificia (che gli è stato affidato lo scorso dicembre) e di segretario personale del vecchio Papa. Don Georg infatti risiederà nel Monastero dei Giardini Vaticani dove andrà ad abitare Benedetto XVI in maggio e svolgerà il suo lavoro nel Palazzo Vaticano dove sarà in continuo contatto con Papa Bergoglio.

Non sarà un collegamento troppo stretto? Dal futuro destino di don Georg sapremo se quanto ha previsto il Papa teologo trova accoglienza nel Papa gesuita. A giudicare dalla “fraternità” con cui si sono abbracciati ieri si può immaginare che si vedranno ancora e che il collegamento garantito da don Georg avrà una qualche durata.

Luigi Accattoli

www.luigiaccattoli.it

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