Coppie gay e vaccino contro la fede

Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 5 gennaio 2014

La domanda su come parlare di Dio ai “figli” di coppie omosessuali era già nel questionario sulla famiglia fatto pubblicare da Papa Francesco il 4 novembre in preparazione del Sinodo del prossimo ottobre: “Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?”
Quel questionario rompe tutti i tabù del perbenismo cattolico che impediva di trattare, in ambito ufficiale, la situazione di chi è in conflitto con l’ufficialità, o fuori del campo di tolleranza delle irregolarità. Francesco lancia un monito alla sua Chiesa perché nel Sinodo e sempre parli di tutto e guardi in faccia la realtà, sapendo che è anche a queste famiglie “irregolari” che è “inviata”.
La spia di un atteggiamento realmente nuovo – di non giudizio – sulla “vita” delle persone omosessuali suggerito dal Papa riformatore arriva più avanti ed è implicito nelle parole con cui scongiura i religiosi a non “somministrare un vaccino contro la fede” ai figli adottati da coppie gay o avuti da precedenti unioni: cioè a non usare parole di condanna di quelle persone per il solo fatto della tendenza sessuale di cui sono portatrici, condanna che li allontanerebbe per sempre dal cristianesimo. Il senso di questa battuta è lo stesso della famosa domanda retorica rivolta ai giornalisti sull’aereo a fine luglio: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?”
Non credo che Francesco miri a mutare la dottrina cattolica sulle persone omosessuali, ma credo che punti – per ora – a rendere credibile l’affermazione che la Chiesa non le condanna, quelle persone, per la loro tendenza ma eventualmente per la loro condotta. E’ ai fini di quella credibilità che egli sospende il giudizio e invita a sospenderlo. Si tratta infatti di una dottrina affermata nel dopo Concilio, ma che stenta a tradursi in atteggiamenti condivisi.
Si direbbe che Papa Bergoglio vada tastando il terreno per misurare la compatibilità tra il nuovo atteggiamento, che viene proponendo e i convincimenti dominanti nella Chiesa. Ed è verosimile che le resistenze maggiori le avrà tra gli ecclesiastici: ecco perché ha fatto inserire quella domanda nel questionario ed ecco perché l’ha riproposta ai Superiori Generali.
Luigi Accattoli

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