L’occhio del Papa su Roma

Pubblicato dal “Corriere della Sera Roma” come editoriale il 24 dicembre 2013

 

Vorrebbe camminare per Roma ma confessa che “ancora” non può. S’interessa a quello che succede in città più che se fosse il sindaco. Manda altri di notte a fare la carità ai senzatetto, o a visitare di giorno ospizi e case. Invita tre barboni a colazione nel giorno del suo compleanno. Dove guarda vede e lo appassiona persino una colomba che si ferma sul tettuccio della sua automobile.

E’ Papa Francesco che è venuto dalla fine del mondo per tante missioni più importanti ma anche – parrebbe – per insegnarci ad amare la nostra città, anzi a vederla, ché quasi non ne siamo più capaci, travolti dalla fretta e da ogni indignazione.

Francesco confessa di conoscere poco Roma e lamenta di non poter uscire dal Vaticano: “mi sento un poco ingabbiato” e racconta che a Buenos Aires era “un prete callejero”, di strada. Per Roma manda l’elemosiniere, il padre Konrad, il quale conosce per nome i poveri che assiste e ha scelto i tre senzatetto per la colazione del compleanno, perché il Vangelo dice: “se inviti chi ricambia che merito ne hai?”

Francesco non può uscire per le strade di Roma ma le pensa come teatro della sua missione: “Se una notte d’inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia” aveva protestato un giorno. Ed ecco che un morto per freddo c’è stato poco fa al parcheggio del Gianicolo e sappiamo che il Papa ha pianto quella morte.

Ma il vescovo di Roma non si occupa solo degli stranieri. E’ stato al carcere di Casal del Marmo, ha visitato il Centro Astalli che ospita i rifugiati, è appena andato al Bambin Gesù: gli interessa sapere come in Roma vive, o sopravvive, la pianta uomo.

Fino ad oggi è andato in visita in due quartieri cercando il contatto con la gente. “Il Papa è in Vaticano, qui è venuto il vescovo” ha detto nella parrocchia dei santi Elisabetta e Zaccaria a Prima Porta dov’è stato il 26 maggio dando la comunione a 46 bambini dopo aver confessato otto persone e parlato con i genitori di una cinquantina di neonati battezzati nell’ultimo anno.

Il 1° dicembre, visitando l’altra parrocchia, San Cirillo Alessandrino sulla Prenestina, ha solidarizzato con la folla protestando per l’eccesso delle misure di sicurezza che aveva impedito a molti di entrare nella chiesa: “Sappiate che io non sono d’accordo con quello”.

I romani che frequentano le parrocchie avranno la possibilità di conoscere meglio il Papa argentino a partire da gennaio, quando a rotazione i parroci potranno portare una trentina di parrocchiani alla messa del mattino al Santa Marta e questo sarà un fatto nuovo nella storia del rapporto dei Papi con la gente di Roma.

Sempre in gennaio Francesco dovrebbe ricevere gli amministratori del Comune, della Provincia e della Regione e c’è da sperare che dia a tutti una scossa, perchè ne hanno bisogno. Niente di male se un uomo venuto da lontano ci insegna ad aprire gli occhi sulla nostra città.

Luigi Accattoli

www.luigiaccattoli.it

Lascia un commento