Quando Francesco disdice un appuntamento

 

Pubblicato dal “Corriere Roma” il 30 giugno 2014 a pagina 1 con il titolo: “La semplicità del Papa. Se posso arrivo”

 

Papa Francesco non solo attira grandi folle di romani e forestieri, ma anche quando non tiene fede agli appuntamenti – come nel caso della processione del Corpus Domini e della visita al Gemelli – sembra accumulare le aspettative invece di deluderle. Al momento nessuno tiene d’occhio la città come fa lui e nessuno è tenuto d’occhio con altrettanta assiduità dall’insieme dei romani.

Ha colpito il gran numero di persone che affollavano venerdì pomeriggio le strade intorno al Gemelli e non si trattava solo dei devoti tradizionali e anziani, ma anche di giovani che postavano foto su facebook per far sapere agli amici che erano lì. Soprattutto romani, ma anche “pellegrini” improvvisati, venuti da Catania o da Verona – come si è letto nelle cronache – con l’idea di cogliere il Papa fuori da piazza San Pietro, in un luogo dove lo si potesse vedere “da vicino”.

Tra gli interpellati dai cronisti che erano con la folla intorno al Policlinico c’era anche una donna musulmana corsa lì da una lontana periferia romana a “ringraziare di persona” il Papa per le sue parole “concilianti” verso il mondo islamico. “Ci sarà un’altra occasione” diceva quella donna dopo la notizia che il Papa non sarebbe arrivato.

Il 19 giugno, festa del Corpus Domini, avemmo le stesse scene sulla via Merulana, dove la folla faceva siepe per vederlo in processione da San Giovanni a Santa Maria Maggiore e lì restava non sapendo che all’ultimo momento era stata annunciato che Francesco non avrebbe seguito a piedi il Santissimo – come aveva fatto l’anno scorso – per non stancarsi troppo, dovendo due giorni dopo partire per una visita in Calabria.

Ai microfoni di un’emittente cattolica una famiglia pugliese ferma alle transenne della processione diceva: “L’anno scorso ci si siamo trovati qui per caso e la cosa ci ha tanto presi che siamo tornati. Ora andiamo a vederlo a Santa Maria Maggiore e se ci sarà possibile verremo anche il prossimo anno”.

Il Papa risponde con rapidità all’affetto della città: “Sto cominciando a sentirmi romano” diceva nell’intervista di ieri al “Messaggero”. Confessa di conoscere poco Roma, dove da cardinale veniva raramente. Precisa che non aveva mai visto la Sistina prima del Conclave del 2005, ma ora vuole conoscere il territorio e già gli piace “il romanaccio”.

I romani intanto stanno prendendo la mano con i mancati appuntamenti ai quali Francesco li viene abituando. Gli addetti ai lavori si chiedono che male abbia per disdire un impegno al quale l’attendono in migliaia, mentre la gente dice: “Lo vedremo la prossima volta”. I romani hanno intuito che l’uomo tiene a conservare un minimo di libertà nell’assillante programma delle giornate e se è stanco non esce e se gli fanno male le scarpe ortopediche non va in processione. “Ma come mai non lo dice con anticipo?”: perché spera sempre di poter andare, proprio come uno di noi che dice “se posso arrivo”. Le folle romane non hanno difficoltà a intendere questa “grammatica della semplicità”, come lui la chiama.

Luigi Accattoli

www.luigiaccattoli.it

Lascia un commento