Francesco ai Gesuiti sulla Chiesa sballottata

Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 28 settembre 2014 alle pagine 1 e 19 con il titolo “Il Papa: anch’io remo per la Chiesa sballottata”

Papa Francesco parla del dramma vissuto dal suo ordine, quello dei Gesuiti, che fu soppresso (nel 1773) e poi ricostituito (nel 1814) e accenna con parole drammatiche, in lui insolite, alla possibilità che “anche oggi” la Chiesa e la stessa “barca di Pietro” possano essere “sballottate” dalle onde. Per la prima volta da quando è Papa, ieri Bergoglio è parso guardare con qualche allarme al ruolo che da un anno e mezzo viene svolgendo con straordinari consensi sulla scena mondiale.

Celebrava al Gesù un Vespro di “ringraziamento” per i duecent’anni della ricostituzione della Compagnia di Gesù e ha così ricordato i quattro decenni della soppressione: “La nave della Compagnia è stata sballottata dalle onde e non c’è da meravigliarsi di questo. Anche la barca di Pietro lo può essere oggi. La notte e il potere delle tenebre sono sempre vicini. Costa fatica remare”.

Dopo aver ricordato che Pio VII, nel richiamare in vita la Compagnia di Gesù, aveva qualificato i Gesuiti come «rematori esperti e valorosi», ha così continuato: “Remate dunque! Remate, siate forti, anche col vento contrario! Remiamo a servizio della Chiesa. Remiamo insieme! Ma mentre remiamo – tutti remiamo, anche il Papa rema nella barca di Pietro – dobbiamo pregare tanto: Signore, salvaci”.

E’ abituale, nel linguaggio dei Papi, la metafora della “barca di Pietro” sbattuta dalle onde. Negli ultimi tempi sono stati soprattutto Paolo VI e Benedetto XVI a usare quest’immagine drammatizzante, e del resto sono stati anche i Papi che hanno subito più assalti. Benedetto il 29 giugno 2006 era arrivato a evocare lo spettro del naufragio: “Sempre di nuovo la piccola barca della Chiesa è squassata dal vento delle ideologie, che con le loro acque penetrano in essa e sembrano condannarla all’affondamento”.

Papa Bergoglio ieri forse ha detto di meno, quanto alla drammaticità del quadro, ma ha detto di più in riferimento a sé stesso, descrivendosi remante nella tempesta mentre “il potere delle tenebre” scatena i venti all’intorno. Due o tre elementi del suo richiamo alle onde segnalano che forse l’uomo Jorge Mario Bergoglio presente l’arrivo di una stagione difficile, dopo un primo tempo da Papa che dev’essergli apparso inaspettatamente sereno, all’indomani dello tsunami che aveva squassato il pontificato precedente.

Ha detto che la barca può essere sballottata “oggi”: dunque ritiene che al momento non lo sia, o avverte che potrebbe esserlo in modo più forte. Ha poi segnalato che “anche il Papa rema” invocando il soccorso dall’alto. Infine è sembrato chiedere aiuto ai confratelli Gesuiti: “Remiamo insieme”. Due volte ha detto “remate” ma quattro volte ha usato quel verbo alla prima persona plurale, “remiamo”, mettendosi ai banchi con gli altri rematori. Tra gli elementi dell’allarme papale possiamo immaginare che vi siano l’emergere – che pare inarrestabile – di storie di pedofilia del clero e il profilarsi di contrasti sui divorziati risposati alla vigilia del Sinodo che si apre domenica.

Luigi Accattoli

www.luigiaccattoli.it

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