Le opere e i silenzi della Caritas di Roma

Pubblicato dal “Corriere Roma” del 24 dicembre 2014 a pagina 1 con il titolo “La Chiesa i silenzi e i fatti. La Carità dimezzata”

Noi cristiani di Roma siamo troppo silenziosi”: sono – io credo – le parole migliori dette dal cardinale Vicario l’altro ieri in Santa Maria Maggiore, nel mezzo della “Preghiera per Roma”. Cosa buona quel riconoscimento del silenzio, cosa buonissima la creazione di un “Osservatorio sulla città”, che il cardinale aveva annunciato lo scorso aprile: a che punto è, eminenza, quell’iniziativa?

Per un osservatore laico non c’è dubbio che i cristiani di Roma appaiano silenziosi sui mali della città e non da oggi ma da più di quindici anni, in sostanza dalla morte di don Luigi Di Liegro (1928-1997). Da allora la Chiesa opera quanto e magari più di prima, presente tra i più poveri con decine e decine di centri, mense, ostelli, dispensari, servizi docce, ma non parla alla città.

Di quella parola, invece, ci sarebbe bisogno: speriamo che ne arrivi un anticipo con il “Te Deum” di fine anno, un’occasione nella quale l’anno scorso Papa Francesco parlò dei mali dell’Urbe. Parlò dei mali fisici ma quest’anno confidiamo che parli del male della corruzione, che è il più grave.

Nessuno fino a ieri vedeva i misfatti che la magistratura viene scoperchiando?  C’erano i veggenti ed erano soprattutto gli operatori della carità ma la loro parola non era ascoltata. C’è un comunicato della Caritas romana che il 12 novembre – all’indomani dei fatti di Tor Sapienza – accusava le “cooperative senza scrupoli che poco hanno a cuore la sorte delle persone che gli sono affidate” e accusava la politica della pura emergenza, compresa in essa quella della giunta Marino; una politica che è “frutto di istituzioni che non collaborano e non dialogano”: tutto era detto, ma nessuno aveva udito.

Quel comunicato costituisce insieme un titolo di vanto, per aver visto; e di demerito, per non essere riusciti a ottenere ascolto. Perché la Caritas romana non ha voce pubblica da quando non c’è più Di Liegro alla sua guida? Perché lo scorso inverno il Vicariato non ha ricordato il quarantennale del convegno sui mali di Roma del febbraio del 1974, che fu il capolavoro di don Luigi? Perché l’afasia pubblica della Caritas perdura anche sotto Papa Francesco?

La Chiesa – e la Caritas in essa – deve disturbare, deve puntare il dito, deve gridare in nome delle migliaia di persone che fanno volontariato nel silenzio e nel dileggio. Una Caritas che non parla alla città è una carità dimezzata.

Luigi Accattoli

www.luigiaccattoli.it

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