L’Anno sinodale della famiglia. Dall’assemblea straordinaria a quella ordinaria

Incontro di formazione del clero dell’Arcidiocesi di Monreale

Martedì 27 gennaio 2015

 

Ho un buon giudizio del Sinodo straordinario sulla famiglia che si è tenuto in ottobre. Sono ottimista soprattutto sull’Anno sinodale [questa è un’espressione mia] che ora stiamo vivendo: per la prima volta tutta la Chiesa può prendere parte a un cammino collegiale e comunitario di lunga durata. Esporrò questa e altre novità volute da Papa Francesco in questa occasione, dirò l’essenziale sui testi venuti dal Sinodo, concluderò con una proposta pratica per ambienti di Chiesa che volessero farsi protagonisti dell’Anno sinodale.

Cristo ha voluto che la sua Chiesa fosse una casa con la porta sempre aperta nell’accoglienza, senza escludere nessuno. Siamo perciò grati ai pastori, fedeli e comunità pronti ad accompagnare e a farsi carico delle lacerazioni interiori e sociali delle coppie e delle famiglie”: è uno dei passaggi più caldi del Messaggio del Sinodo a tutte le famiglie dei diversi continenti e in particolare a quelle che seguono Cristo Via, Verità e Vita.

Consiglio a chi voglia informarsi sul Sinodo straordinario del 5-19 ottobre, “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, di partire dalla lettura del Messaggio approvato a larga maggioranza (16 voti contrari su 183 votanti) e pubblicato, insieme alla Relazione del Sinodo, sabato 18 ottobre. Altra parola chiave del Messaggio: “Manifestiamo la nostra ammirazione e gratitudine per la testimonianza quotidiana che [voi famiglie] offrite a noi e al mondo con la vostra fedeltà, la vostra fede, speranza, e amore”.

Più complessa è la lettura della Relazione con i suoi 62 paragrafi che mettono sotto la lente tutte le “sfide” delle famiglie nel mondo d’oggi e che ora servirà da testo preparatorio (lineamenta, in latino) per il Sinodo ordinario del prossimo autunno, che avrà il titolo La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo e si svolgerà dal 4 al 25 ottobre 2015. Il testo della relazione sinodale, arricchito con 46 domande, è stato appunto ripubblicato come “lineamenta” il 9 dicembre scorso. Le conferenze episcopali dovranno dare risposta – dopo “un’ampia consultazione” – entro il 15 aprile.

La concatenazione delle due assemblee sinodali, che non si era mai avuta da quando esiste il Sinodo dei vescovi (fu istituito da Paolo VI nel 1965 e fino ad oggi si sono tenute 26 assemblee), è stata una geniale invenzione di Francesco, che ha voluto così coinvolgere l’intera comunità cattolica nella riflessione sulla grande questione. “Ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; e dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”, ha detto il Papa nel discorso di chiusura dell’assemblea di ottobre.

Altre novità volute dal Papa nella preparazione e nello svolgimento di questo primo tempo sinodale sulla famiglia [il secondo è costituito dall’Anno sinodale nel quale ci troviamo e che andrà dall’una all’altra assemblea; il terzo sarà l’assemblea ordinaria del prossimo anno]:

la prima riguarda il tema. Il Consiglio della Segreteria del Sinodo, uscito dal Sinodo del 2012, aveva proposto un tema di cristologia e antropologia simile a quello del Convegno della Chiesa italiana che si farà il settembre del prossimo anno a Firenze: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”; ma Francesco ha voluto il tema della famiglia; un tema dunque pastorale invece di uno dottrinale: in questo c’è un segno del Pontificato bergogliano rispetto a quello ratzingheriano;

la diffusione di un questionario informativo di partenza: redatto in fretta e gestito in tempi stretti, rappresenta comunque una buona idea per partire dal vissuto – “Che si fa sulla famiglia nella vostra comunità?” – e non da una proiezione curiale;

l’anticipata apertura del dibattito nel Concistoro straordinario di febbraio, che ha ottenuto il risultato di arrivare al Sinodo con una discussione già avviata;

l’invito del Papa ai “padri” a parlare con parresia e ad ascoltare con umiltà rivolto ad apertura dei lavori;

la decisione papale di pubblicare tutto: anche i tre paragrafi che non avevano ottenuto l’approvazione qualificata, nonché il risultato della votazione ottenuto da ognuno dei 62 paragrafi.

Il tono della Relazione è realistico ma anche incoraggiante: “Nonostante i tanti segnali di crisi dell’istituto familiare nei vari contesti del ‘villaggio globale’, il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa, esperta in umanità e fedele alla sua missione, ad annunciare senza sosta e con convinzione profonda il Vangelo della famiglia che le è stato affidato”.

Il documento insiste sulla preparazione al matrimonio e sull’accompagnamento delle famiglie nelle prove alle quali vanno incontro, sollecitando tutti a compiere “scelte pastorali coraggiose”. “I Padri sinodali – vi si dice – hanno avvertito l’urgenza di cammini pastorali nuovi, che partano dall’effettiva realtà delle fragilità familiari, sapendo che esse, spesso, sono più subite con sofferenza che scelte in piena libertà […]. Ogni famiglia va innanzitutto ascoltata con rispetto e amore facendosi compagni di cammino come il Cristo con i discepoli sulla strada di Emmaus […]. Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana […]. Un particolare discernimento è indispensabile per accompagnare pastoralmente i separati, i divorziati, gli abbandonati”.

Anche le situazioni dei divorziati risposati – si legge al paragrafo 51 – esigono un attento discernimento e un accompagnamento di grande rispetto, evitando ogni linguaggio e atteggiamento che li faccia sentire discriminati e promovendo la loro partecipazione alla vita delle comunità. Prendersi cura di loro non è per la comunità cristiana un indebolimento della sua fede e della sua testimonianza circa l’indissolubilità matrimoniale, anzi essa esprime proprio in questa cura la sua carità”.

Sui divorziati risposati la maggioranza dei Padri voleva dire di più ma la loro sollecitazione (contenuta nel paragrafo 52) non ha ottenuto i due terzi dei voti, che sono necessari per l’approvazione. Proponevano un’ “accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica”, ma limitata ad “alcune situazioni particolari e a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli”. Era anche detto che “l’eventuale accesso ai sacramenti [di chi ha contratto un nuovo matrimonio] dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano” e che la questione “va ancora approfondita”.

Questo testo più generoso ha ottenuto 104 voti contro 74. Non è dunque approvato, ma il Papa ha voluto che fosse pubblicato lo stesso per servire da base alla futura discussione, come ha voluto che fossero pubblicati anche altri due paragrafi che non hanno avuto la maggioranza qualificata: il 53 sulla “comunione spirituale” (112 voti contro 64: invitava ad approfondirne il significato per chi non può accedere alla comunione sacramentale) e il 55 sugli omosessuali da “accogliere con rispetto e delicatezza” (118 contro 62: “Alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione”).

Ad apertura dei lavori del Sinodo il Papa aveva chiesto ai Padri di “parlare con parresia [libertà] e ascoltare con umiltà”. E’ stato obbedito e abbiamo visto il più schietto dibattito sinodale rispetto a ogni precedente. C’è da sperare che altrettanto coraggiosa sarà la discussione nelle Chiese locali.

Proposta pratica per le comunità locali. Suggerisco – poniamo nel caso di una parrocchia – di procedere così:

– incaricare tre persone di leggere la Relazione e di fare una scelta di suoi brani utili all’approfondimento comunitario, utilità da valutare tenendo conto della situazione e dell’esperienza della parrocchia in materia famigliare;

– formazione di un gruppo allargato di lettura, poniamo venti persone, o trenta, che tengono – poniamo – tre riunioni, leggono le pagine selezionate e stendono una relazione;

– proposta di questa relazione a un’assemblea parrocchiale e suo invio al vescovo o ad ufficio dal vescovo delegato.

 

Appendice per la preghiera

Invocazione per le famiglie della terra

E’ intitolata “Invocazione per le famiglie della terra” la bella preghiera che conclude il Messaggio del Sinodo, redatto da una commissione presieduta dal cardinale Gianfranco Ravasi:

Padre, dona a tutte le famiglie la presenza di sposi forti e saggi, che siano sorgente di una famiglia libera e unita.

Padre, dona ai genitori di avere una casa dove vivere in pace con la loro famiglia.

Padre, dona ai figli di essere segno di fiducia e di speranza e ai giovani il coraggio dell’impegno stabile e fedele.

Padre, dona a tutti di poter guadagnare il pane con le loro mani, di gustare la serenità dello spirito e di tener viva la fiaccola della fede anche nel tempo dell’oscurità.

Padre, dona a noi tutti di veder fiorire una Chiesa sempre più fedele e credibile, una città giusta e umana, un mondo che ami la verità, la giustizia e la misericordia.

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