Qualche spunto sulla donna prete

Nella nostra conversazione torna spesso la questione del sacerdozio femminile. Ecco qualche spunto per inquadrarla

Se ci fossero donne nel Cenacolo

Paolo nel racconto di 1 Corinti 11 non dice con chi Gesù si sia messo a tavola. Luca dice che Gesù “prese posto a tavola e gli apostoli con lui”. Matteo dice che “si mise a tavola con i dodici”. Marco ha: “Egli arrivò con i dodici e mentre erano a tavola e mangiavano, prese il pane…”. Sul fatto che vengono nominati solo i dodici si basa l’argomentazione che nel Cenacolo – e dunque destinatari della consegna fate questo in memoria di me” – siano i soli apostoli, detti anche “i dodici”.

Ma in Luca è anche detto che Gesù manda a cercare “dove poter mangiare la Pasqua con i miei discepoli”; in Matteo è detto che dà il pane “ai discepoli” – e i discepoli erano di più dei dodici e tra loro c’erano anche delle donne. “Chiamò a sé i discepoli e ne scelse dodici e diede loro il nome di apostoli” dice Luca 6, 13. E “C’erano con lui i dodici e alcune donne” troviamo in Luca 8, 2.

E’ una disputa sottile e innanzitutto filologica, che non porta a conclusioni certe. Chi sostiene la presenza argomenta sul fatto che donne sono presenti nel Cenacolo al momento della Pentecoste e che donne sono sul Calvario al momento della Crocifissione: e dunque le “discepole” erano a Gerusalemme e perché non avrebbero dovuto essere alla Cena? Ma come si vede sono argomenti di principio e di verosimiglianza, insufficienti come quelli filologici.

Lettera apostolica “Ordinatio sacerdotalis”

di Giovanni Paolo II (22 maggio 1994)

Al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”.

La questione era nata in disputa con la Comunione anglicana che all’inizio degli anni ’70 aveva ammesso le donne all’ordinazione sacerdotale (e più tardi le ammetterà anche all’ordinazione episcopale). Paolo VI in una lettera del novembre del 1975 al primate anglicano segnalava queste ragioni dell’esclusione delle donne dal sacerdozio: “L’esempio, registrato nelle Sacre Scritture, di Cristo che scelse i suoi Apostoli soltanto tra gli uomini; la pratica costante della Chiesa, che ha imitato Cristo nello scegliere soltanto degli uomini; e il suo vivente magistero, che ha coerentemente stabilito che l’esclusione delle donne dal sacerdozio è in armonia con il piano di Dio per la sua Chiesa”.

La tesi di Hans Kueng

Nel testo “Sedici tesi sulla donna nella Chiesa” (1976) Hans Kueng – teologo svizzero di lingua tedesca che contesta molti punti della dottrina cattolica ufficiale – definisce improcrastinabile l’ammissione delle donne al sacerdozio: “Non esistono serie e fondate obiezioni teologiche contro un presbiterato femminile. La composizione esclusivamente maschile del collegio dei Dodici va proiettata sullo sfondo del panorama socioculturale dell’epoca di Gesù”.

Cardinali Martini e Policarpo

“Negli anni Novanta sono andato a trovare a Canterbury l’allora primate della Chiesa d’Inghilterra, l’arcivescovo dottor George Leonard Carey. L’ordinazione di donne aveva provocato tensioni nella sua Chiesa. Ho tentato di infondergli coraggio in questa impresa: potrebbe aiutare anche noi a rendere più giustizia alle donne e a comprendere come andare avanti. Non dobbiamo essere scontenti perché la Chiesa evangelica e quella anglicana ordinano donne, introducendo così un elemento fondamentale nel contesto del grande ecumenismo. E tuttavia, questo non è un motivo per uniformare le tradizioni”: Carlo Maria Martini, “Conversazioni notturne a Gerusalemme”, Mondadori 2008, p. 108.

Le donne prete ci saranno «quando Dio vorrà», al momento è meglio «non sollevare la questione». Ma non c’è «alcun ostacolo fondamentale» dal «punto di vista teologico» per ammetterle al sacerdozio: lo afferma il cardinale José da Cruz Policarpo, patriarca di Lisbona, in una intervista al mensile “Oa” del luglio 2011. In essa il patriarca spiega che «la posizione della Chiesa cattolica si basa sulla fedeltà al Vangelo, alla persona di Gesù e a una tradizione molto forte ricevuta dagli apostoli». E ancora: «Penso che non ci sia alcun ostacolo fondamentale. È un’uguaglianza fondamentale di tutti i membri della Chiesa. Il problema consiste in una forte tradizione, che viene da Gesù e dalla facilità con cui le Chiese riformate hanno concesso il sacerdozio alle donne».

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