Le nomine spiazzanti di Bologna e di Palermo

Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 28 ottobre 2015

CITTA’ DEL VATICANO – Ancora due nomine spiazzanti fatte annunciare ieri dal Papa: un parroco di Modica, Corrado Lorefice, 53 anni, sarà arcivescovo di Palermo; e un vescovo ausiliare di Roma, Matteo Maria Zuppi, 60 anni, diventa arcivescovo di Bologna. Prendono il posto dei cardinali Paolo Romeo e Carlo Caffarra dimissionari per età, ambedue hanno 77 anni.

Si tratta di due scelte sorprendenti – benché anticipate dai media – perché in discontinuità con i criteri tradizionali di nomina dei vescovi delle grandi sedi, che una volta si chiamavano “cardinalizie”. Il criterio tradizionale voleva che a capo delle città capoluogo venissero posti degli ecclesiastici con vasta esperienza e – possibilmente – con una qualche tappa romana del loro curriculum. Il criterio che invece pare segua Francesco è quello dell’uscita dalle cordate ecclesiastiche e dell’avvicinamento alle “pecore”.

Zuppi era già vescovo da tre anni: la sua fu una delle ultime nomine di Papa Benedetto. Nato e sempre vissuto a Roma, è stato parroco di Santa Maria in Trastevere dal 2000 al 2010 e poi a Torre Angela, una periferia a dominante nigeriana. E’ stato assistente della Comunità di Sant’Egidio e con la comunità si è adoperato nella vicinanza agli anziani, agli immigrati, agli zingari, ai tossici.

Sempre con Sant’Egidio si è interessato dell’Africa: da iniziative per la liberazione di missionari rapiti alle mediazioni di pace, in particolare nel Mozambico e in Burundi, in questo caso collaborando con Nelson Mandela. Molto popolare, alla mano, gira per la città in bicicletta.

Corrado Lorefice fino a ieri era parroco e teologo, impegnato sul fronte del contrasto culturale alla mafia: ha scritto un libro su Puglisi dal titolo «La compagnia del Vangelo. Discorsi e idee di don Pino Puglisi a Palermo». E’ nato a Ispica (Ragusa), ultimamente era parroco di San Pietro Apostolo a Modica ed è docente presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania.

Per intendere la mossa audace del Papa basterà ricordare il curriculum dei predecessori a Palermo lungo l’ultimo sessantennio: Ernesto Ruffini (1945 – 1967) e Francesco Carpino (1967 – 1970) venivano dalla Curia Romana, Salvatore Pappalardo (1970 – 1996) dalla diplomazia vaticana, Salvatore De Giorgi (1996 – 2006) dall’esperienza romana di Assistente dell’Azione Cattolica, Paolo Romeo (2006-2015) dalla diplomazia vaticana.

Una decisa volontà di uscire dai criteri tradizionali nelle nomine di vescovi e cardinali Papa Bergoglio l’aveva già mostrata in più occasioni. Per esempio con la nomina a cardinali degli arcivescovi di Perugia (Bassetti), Ancona (Menichelli) e Agrigento (Montenegro), che non erano “sedi cardinalizie”. Con la chiamata a segretario della Cei del vescovo – allora sconosciuto – di Cassano all’Ionio Nunzio Galantino. Con le nomine recenti di un parroco di Forlì, Erio Castellucci, ad arcivescovo di Modena; e di un parroco di Mantova, Claudio Cipolla, a vescovo di Padova, che è la quarta diocesi d’Italia per numero di abitanti.

L. Acc.

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