Erminia Cazzaniga: “Pecorella in mezzo ai lupi di Timor Est”

Nel caso di suor Erminia Cazzaniga uccisa a Timor Est nel 1999 il martirio è evidente: questa nostra sorella era là per predicare Cristo ed è stata uccisa da paramilitari scatenati in una vasta offensiva che mirava alla Chiesa cattolica come al loro primo nemico, subito dopo il partito indipendentista. Gli uccisori facevano parte dello stesso movimento di reazione all’indipendenza di Timor Est che assalì le residenze dei due vescovi, costringendoli a fuggire e che fece centinaia di vittime tra i missionari, le suore, il personale laico della caritas e delle parrocchie.
Riporto l’ultima lettera di suor Erminia a don Pier Antonio Lardi, parroco di Sirtori, il paese in provincia di Lecco dov’era nata. Scritta il 6 giugno 1999 da Manatuto, la lettera è un bellissimo documento della consapevolezza con cui questa suora è andata incontro al martirio: “siamo in piena guerra” dice, e descrive se stessa come “pecorella tra lupi rapaci”, decisa non tanto ad aiutare ogni bisognoso quanto a “piangere con chi piange”. Più bello di tutto, al centro della lettera, c’è l’abbandono al Signore, nella fiducia di “commuovere” il cuore di Gesù a favore della povera gente martoriata di Timor Est.

“Reverendo e carissimo don Pier Antonio, come saprà già dalle notizie, siamo in piena guerra. Una guerra subdola che tiene la gente sempre nella paura e nell’insicurezza. E’ incominciato un vandalismo diffuso, gruppi formati e appoggiati da militari che infestano e distruggono il paese, uccidendo, saccheggiando e bruciando. Tra i due gruppi – quelli per l’integrazione e quelli per l’indipendenza – c’è una rivalità brutale: per conseguenza morti e distruzioni. Quante persone sono rimaste senza casa, e quanti bambini senza genitori!
“La nostra missione oggi è non solo di aiutare, ma – come dice San Paolo – di piangere con chi piange, condividere con chi è nel bisogno, e dare tanta speranza e fiducia in Dio Padre che non abbandona i suoi figli.
“Mentre i politici fanno campagne di propaganda, noi facciamo campagne di preghiera e offerta di sacrifici per commuovere il cuore di Gesù Cristo, re di pace e amore.
“Chiedo preghiere affinchè la nostra presenza sia di appoggio nella fede, di conforto nel dolore e di aiuto nelle loro necessità. La Madonna, madre di Gesù e nostra, interceda e ottenga dal suo divino figlio il miracolo dell’unità, della pace e dell’amore reciproco. E lei, caro parroco, benedica la sua pecorella che vive in mezzo a lupi rapaci.
“Sua suora missionaria, suor Erminia”.

Erminia Cazzaniga è una suora canossiana di Lecco: ha 69 anni, da 39 è a Timor Est, che è divenuta la sua nuova patria. Viene uccisa il 25 settembre 1999 dalle milizie filoindonesiane, insieme all’intera équipe pastorale della diocesi di Baucau che sta rientrando con un pulmino in città dopo aver visitato un campo profughi.
Siamo nel pieno dei torbidi seguiti al referendum per l’indipendenza (29 agosto): la lettera al “parroco” l’aveva scritta alla vigilia di quell’appuntamento decisivo per Timor Est. Il gruppo a bordo del pulmino è composto da due diaconi timoresi sui 30 anni, prossimi al sacerdozio, da un giovane studente di teologia, da due suore canossiane: una timorese, Celeste de Carvalho e suor Erminia. Vengono uccise anche due bimbe orfane che sono con le suore e un giornalista timorese che si è accompagnato a loro. I corpi vengono trovati da un sacerdote in uno stagno nelle vicinanze del luogo del massacro.
Il 27 settembre 2009 il Gruppo Missionario di Sirtori – paese natale di suor Erminia – ha promosso una giornata di memoria nel decennale del suo martirio per proporne la causa di canonizzazione.

[Testo pubblicato dall’Eco di San Gabriele nel novembre 1999, aggiornato nel novembre 2009]

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