I media nell’educazione: giornale e telegiornale

Convegno del Centro internazionale dello Spettacolo
e della Comunicazione sociale
Sala TeleLiguriaSud – La Spezia
Sabato 12 dicembre 2009 – ore 15,00-19,00

E’ possibile aiutare i ragazzi e i giovani a tracciare un percorso di fuoriuscita dall’universo virtuale della televisione e di internet finalizzato a realizzare un accesso minimamente attrezzato al mondo dei fatti? La mia risposta è positiva e vorrebbe stimolare alla graduale costruzione di un laboratorio informativo personalizzato che potrebbe avere i suoi momenti di partenza nell’uso appropriato dei telegiornali e dei giornali. Poi verranno le riviste, i dibattiti, il confronto da uomo a uomo, i libri – cioè momenti e passaggi di maggiore impegno – ma in questa costruzione sarà bene partire dagli strumenti più semplice e di più immediata fruizione.
Ho anticipato – in sintesi – la conclusione della mia conversazione per collegarmi a quanto hanno affermato i relatori che mi hanno preceduto, descrivendo le sfide specificamente educative che ci vengono dal virtuale. Ma il contenuto della mia esposizione sarà molto più modesto: mi propongo di fornire qualche spunto cavato dalla mia esperienza riguardante l’uso del giornale quotidiano e del telegiornale come strumenti di lavoro educativo in famiglia, nella scuola e nell’associazionismo. La mia è l’esperienza del padre di famiglia che è anche giornalista e che è chiamato spesso a parlare dei media in ambito scolastico ed ecclesiale.
In quell’esperienza ho maturato l’idea che i telegiornali di più ampio ascolto e i quotidiani a larga diffusione costituiscano degli strumenti utili all’aggiornamento e alla socializzazione delle conoscenze e che convenga investire delle energie per avviare i figli, i ragazzi e i giovani a un loro uso assiduo e critico.
Sappiamo bene che la nuova generazione utilizza la televisione più per i programmi di intrattenimento che per quelli informativi e che tendono a informarsi più attraverso internet che leggendo i giornali. E’ bene proporre un qualche correttivo.
In una prospettiva pedagogica tendente a un uso selettivo, critico e consapevole dei media – si parla oggi volentieri di media education – ritengo che convenga promuovere l’abitudine ai telegiornali e ai giornali come vie privilegiate di accesso al mondo dei fatti e degli eventi. Privilegiate e da privilegiare rispetto ad altri strumenti disponibili nella quotidianità e immediatamente o quasi immediatamente fruibili.

I giovani per informarsi oggi preferiscono dare un’occhiata ai siti internet e ai giornali on line, alla pagina “Ultim’Ora” (pagina 101) di Televideo o al telefonino su cui possono essere ricevuti i titoli delle news appena messe in rete dalle agenzie di stampa. Trovano questi strumenti più rapidi, flessibili e meno impegnativi in termini di tempo necessario a consultarli rispetto ai telegiornali e ai quotidiani che si acquistano in edicola o si possono sfogliare on line su abbonamento.
Si tratta di rendere consapevoli i giovani del vantaggio di sintesi informativa che si ottiene con l’abitudine a fruire dei telegiornali e delle opportunità di approfondimento e documentazione che ci possono venire dalla lettura dei quotidiani.
La vetrina del giornale on line, televideo o le news via telefonino si limitano a fornire dei titoli riguardanti eventi che si accavallano e si cancellano l’uno con l’altro. Si direbbe che comunichino delle emozioni, o che accendano delle spie per attirare la nostra curiosità, più che fornire una vera informazione. Tutto si concentra sull’impatto che può avere su di noi la novità. Siamo nel regno della notizia come pura novità e come emozione, che va ad aggiungersi alle altre con un effetto da caleidoscopio o da mosaico impressionistico.
Perché si abbia un’informazione critica, che stimoli al giudizio e alla formazione di un’opinione personale, è necessario andare oltre il caleidoscopio degli accadimenti, sia pure percepiti in tempo reale: si tratta di mettere gli eventi in rapporto tra loro, di comprenderne la portata nel paragone con altri, di cercarne le cause e di interpretarli nel giusto contesto.
Il telegiornale in famiglia: tre consigli per un utilizzo progressivo (ciò che suggerisco può valere anche per il “giornale radio”: qui parlo del telegiornale come del mezzo di più facile accesso):
1. Creare occasioni per vedere tutti insieme – in famiglia – almeno i titoli di uno dei telegiornali più seguiti. Considero negativo tenere il televisore acceso mentre si è a tavola, ma faccio un’eccezione per i titoli dei telegiornali. Si può anche provare a programmare i tempi del pranzo e della cena per potervi inserire – all’occasione – questi “titoli”.
2. Se i titoli sollevano curiosità o annunciano un evento importante, si può prolungare l’ascolto fino allo svolgimento di quel servizio. Così ne possiamo parlare insieme.
3. Vedere qualche volta i titoli di due diversi e successivi telegiornali per poterne paragonare le chiavi interpretative e l’eventuale finalità propagandistica.

La lettura del quotidiano: tre consigli per tre tappe di avviamento (potrebbero valere sia per l’uso familiare, sia per quello scolastico):
1. Mirare a dedicargli una mezz’ora al giorno, cercando di familiarizzarsi con un solo quotidiano e mirando a cavarne un qualche aiuto per la formazione alla democrazia e alla mondialità. A tale scopo non basta il telegiornale: una sola pagina di quotidiano contiene tante parole quante un intero telegiornale. Il quotidiano è uno strumento di approfondimento e documentazione: non è sufficiente sfogliarlo, occorre leggerlo.
2. Sollecitare i ragazzi che già leggono abitualmente un quotidiano a leggerne più d’uno: è bene ascoltare più voci e imparare a distinguere le posizioni e le sfumature. Se hai un quotidiano preferito, prendilo solo a giorni alterni e nel giorno libero scegline un altro a rotazione. Scarta i giornali che non hanno in prima pagina nessuna notizia internazionale: sono provinciali, abituano alle risse di cortile. Il quotidiano dev’essere una finestra sul mondo, non un paraocchi.
3. Leggere per intero una corrispondenza internazionale ogni giorno. E’ facile scorrere i titoli, più difficile leggere un articolo per intero. E’ facile leggere per intero un servizio di cronaca, più difficile affrontare una corrispondenza da una zona di guerra o simili. Non buttare mai il giornale prima d’aver letto un servizio degli Esteri. E quando il servizio è importante, conservalo. Per esempio puoi metterlo nella pagina dell’atlante dove si trova il paese di cui parla. Cercando di completare le pagine: cioè di raccogliere servizi per ogni regione mondiale. Popolerai l’atlante di umane avventure.

Oltre che utile alla formazione alla democrazia e alla mondialità, l’uso dei telegiornali e dei giornali si presta per trarne spunti in ordine all’educazione sessuale, alla formazione all’autodifesa nella città violenta, all’educazione civica. I programmi della nuova materia “Cittadinanza e costituzione” prevedono esplicitamente l’uso del quotidiano.
Riassumendo, possiamo indicare tre stadi del laboratorio informativo personalizzato di cui parlavo all’inizio:
a. quello caleidoscopico del televideo, delle news per sms, dei giornali on line;
b. quello interpretato e graduato dei telegiornali;
c. quello documentato e approfondito dei quotidiani a stampa.
I nostri ragazzi si attestano spontaneamente sul primo. Un’avvertita media education dovrebbe stimolarli a passare al secondo e al terzo.

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