Giuseppe Totaro: “Ti conosco da sempre”

Preghiera pubblica può essere l’intero libro autobiografico di un convertito dei nostri giorni, come quello che ho tra mano, scritto da un pugliese emigrato a Milano e intitolato Ti conosco da sempre, che termina con questo salmo di lode:
Dio Onnipotente / Ora sei la mia vita, la mia via, la mia verità / Tu sei la vera libertà / Sei il mio canto / Ti sei manifestato a me / Hai avuto misericordia di me / Mi hai donato la tua conoscenza / La Tua grandezza e potenza non si può misurare / Se non edifichi Tu tutte le cose / invano si affaticano i costruttori / Dio Onnipotente / Ti ringrazio per tutto quello / che hai fatto per me.
Il fatto della conversione è posto ad apertura del volumetto: “Fino a otto anni fa circa ero un ateo irriducibile, ostile, superbo e irriverente nei riguardi di Dio, ciò nonostante l’incrollabile fede di mia moglie, battezzata dalle mani di Padre Pio nel 1959. Non ho celebrato il matrimonio in chiesa ed ho esentato dalla formazione religiosa i nostri figli. Per trentatré anni ho negato Dio e vissuto nel più radicale ateismo. Ma nel tardo pomeriggio del 10 aprile 2002 è cambiato tutto. Nel mio ufficio, nella normalità della giornata lavorativa, con la mente pensante a tutt’altro, ho incontrato e scoperto l’esistenza di Dio”.
La qualificazione del passato atteggiamento ateistico come “ostile, superbo e irriverente” è spiegata da un distico posto in premessa che rimanda alla Prima lettera di Paolo a Timoteo: “Io che per l’innanzi ero stato ostile, superbo e irriverente”. Un altro distico rimanda ad Ambrogio di Milano: “Non è l’uomo che può trovare la Verità, ma è la Verità che trova lui”.
I riferimenti sono dunque solidi e la narrazione è appassionata. L’occasione per una ineludibile “esperienza personale del divino” che dà luogo a un “cambiamento di vita” è narrativamente minima: Giuseppe sta traslocando da un ufficio a un altro del dipartimento universitario per il quale lavora (al Politecnico di Milano), a seguito di un avanzamento di carriera e lo fa con “spirito affranto” per varie circostanze che non narra, “quando improvvisamente il mio sguardo e il mio capo sono chiamati verso un angolino in alto dello stipite della porta di ingresso dell’ufficio; con enorme sorpresa e stupore vedo un piccolo crocifisso che prima di allora non avevo mai visto, eppure stavo da diversi anni in quell’ufficio: com’era possibile non averlo mai notato e scoprirlo casualmente negli ultimi minuti di permanenza in quel posto? Non era assolutamente un caso, perché nello stesso tempo percepivo una presenza misteriosa e una voce che parlava intimamente dentro di me: “Sono qua, ti sono accanto, ti conosco da sempre” (p. 29).
Mette il crocifisso in tasca e corre a casa con “la certezza dell’esistenza di Dio” che lievita in lui. Racconta a moglie e figli: “Mia moglie, commossa e in lacrime di gioia, mi ha rivelato che da venticinque anni pregava intimamente per la mia conversione e che il suo cuore sentiva che prima o poi questa sarebbe avvenuta (…). Impressionante il riscontro nelle parole di Paolo: “Il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente (Prima Corinti 7, 14)”.
Lascio alla lettura del volumetto l’emozione descrittiva, assai efficace, del cambiamento di vita che segue a questa “chiamata al mistero”. Anche le giornate mediocri divengono “giorni protagonisti della grazia”. La ricerca della preghiera diviene quotidiana: “Lo faccio in modo semplice perché non so pregare bene”.
La conversione “non annulla” lo “spirito critico” tanto a lungo coltivato in precedenza. Dice il nuovo arrivato alla comunità dei credenti che “occorrerebbe dare agli uomini il segno della povertà e il rispetto della libertà di chi non crede” (p. 62). Invita alla denuncia dell’ingiustizia  (p. 65). Vorrebbe dall’autorità della Chiesa “un atto di coraggio” per “dichiarare che alcune problematiche non sono imposte ma solo proposte” e il riferimento è a “divorzi, procreazione assistita, celibato, sessualità”. Egli non vede ostacoli all’ordinazione di “donne e uomini sposati” (p. 67).

Ho conosciuto Giuseppe Totaro a Milano nella primavera 2010, in occasione di una mia conferenza al Centro San Fedele. Mi ha fatto dono del libretto “Ti conosco da sempre. La conversione di un irriducibile ateo”, con la postfazione di Andrea Tornielli, edizioni L’Autore Libri Firenze. L’ho letto in una notte e tanto mi è piaciuta quella libera ricerca di Dio che ho sentito il bisogno di porgli una domanda conoscitiva: se si sentisse cattolico, o piuttosto un cristiano senza Chiesa che frequenta la comunità battesimale alla quale appartengono i suoi parenti. Questa è stata la risposta, direi a metà tra i due corni: “La tua definizione di ‘cristiano senza chiesa’ è azzeccata: sono ecumenico per natura e andrei in qualunque comunità si creda in Dio con cuore sincero. Frequento la basilica di S. Carlo al Corso a Milano e aiuto il padre Danilo nell’incontro settimanale del gruppo dei giovani in ricerca”.

[Luglio 2010]

Commento

  1. […] Un ateo irriducibile e irriverente nei riguardi di Dio, nel tardo pomeriggio in ufficio, nella ordinaria giornata lavorativa, con la mente pensante a tutt’altro, incontra Gesù e cambia tutto. Tale incontro non annulla il suo spirito critico, al contrario suscita una passione ardente per la conoscenza e l’approfondimento personale dei Testi Sacri e filosofici al fine di comprendere meglio la straordinarietà dell’evento. Una storia esemplare per credenti e non credenti, in quanto testimonianza di un ex-ateo, con l’occhio fisso alla ragione e all’esperienza diretta di Dio. dal blog di Luigi Accattoli […]

    22 Luglio, 2010 - 20:28

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