Carla Zichetti: «Mi arriva per lettera la sorpresa del bene»

Carla è una donna minuta e ha una voce sottile, ma scrive tante lettere e queste lettere sono diventate dei «libretti» e delle audiocassette e delle videocassette; e infine è nata un’associazione e dall’associazione un sito internet: e così esiste un popolo di Carla che comunica attraverso di lei, tanto spesso costretta al letto e alla carrozzella da una rara malattia . Dalla sua casa di Genova svolge una specie di direzione spirituale che si estende continuamente ad altre persone. Io l’ho conosciuta nel 1996 su indicazione del vescovo Angelo Comastri – ora cardinale – e quella che segue è una conversazione che abbiamo avuto al telefono. Lei preferisce scrivere lettere perchè – dice – «dopo ti resta qualcosa». Io invece, che sono un giornalista, preferisco il telefono: eppoi metto per iscritto e così anche a me resta qualcosa. Riporto solo le sue risposte. Le mie domande possono essere riassunte in una: come mai scrivi e ricevi tante lettere?

Io mai più immaginavo di fare queste cose: audiocassette, videocassette, lettere, articoli e libretti! E’ stata tutta un’invenzione di Dio. Ho iniziato con le audiocassette. Nel 1984 stavo tanto male, ero appena uscita dall’ospedale con una sonda nella pancia, attraverso la quale mi nutrivo. Mi sembrava di non poter fare più niente, nè scrivere – tenevo da sempre un diario – né dare quelle due o tre lezioni settimanali di pianoforte. Ho pensato che se non potevo scrivere, potevo parlare. Presi il registratore che avevo sul comodino a provai a registrare quello che negli anni precedenti avevo scritto nel diario. Quella prima audiocassetta era intitolata “Lettera a un amico”. E proprio un amico mi disse: questa è la tua strada! Su di essa mi sono lasciata guidare. Di audiocassette ne ho fatte ventotto.
Una è capitata in mano al direttore de “Il Seme” di Genova, Giovanni Pastorino, che mi ha chiesto di scrivere per la sua rivista e io ho accettato ma ho detto: mi dovete mettere l’indirizzo. E ancora oggi sotto ai miei articoli, che sono poi dei pezzi del mio diario, appare la scritta: “Per chi avesse bisogno di comunicare con lei, l’indirizzo di Carla Zichetti è il seguente: via Lagustena, 146/14, 16131 Genova Ge, telefono 010.3778145”. Da lì è nata la corrispondenza. Anche a Radio Maria, quando trasmettono le mie audiocassette, danno il mio indirizzo. E la corrispondenza si moltiplica.
Nel 1987 iniziai a fare le videocassette: anche questo allargamento avvenne senza un programma. Mi hanno visto a Lourdes, sulla spianata del santuario, che registravo l’audiocassetta e mi hanno suggerito di provare a usare la cinepresa. L’idea mi entusiasmò: fare le riprese, montare, commentare, trovare musiche adatte è sempre una fatica, ma anche una gioia. Ne ho fatte fino a oggi più di trenta: dieci per i pellegrinaggi a Lourdes e le altre con vario argomento, dalla Terra Santa al Natale.
I libretti, che sono in tutto diciotto, sono venuti per ultimi e anche loro sono stati una scoperta quasi casuale. Amici conosciuti a Lourdes – quasi tutte le mie cose partono da lì! – nel 1989 mi invitarono a fare un viaggio a Matera e in quell’occasione mi fecero la sorpresa di trascrivere la mia audiocassetta “Briciole di speranza” e di regalarmi quella trascrizione, suggerendomi di fare altrettanto per le altre cassette, o per nuove idee.
Quanti mi scrivono? Ho un indirizzario di più di mille nomi. Ma a scrivermi sono stati tanti di più. Nel 1987, Anno mariano, avevo scritto a “Famiglia cristiana” e al “Messaggero di Sant’Antonio” dicendo che non potevo girare l’Italia e invitando i lettori delle due riviste a mandarmi cartoline dai santuari: mi arrivarono seimila cartoline! Anche così si è allargata la cerchia. Molti mi hanno inviato libri, storie della loro famiglia, confidenze spirituali. Tra gli amici ve ne sono stati alcuni che hanno funzionato da moltiplicatori dei miei rapporti: il padre Piero Gheddo, Ernesto Olivero, il vescovo Angelo Comastri, i missionari cappuccini.
Ho imparato tutto da questa corrispondenza! Il valore dell’amicizia innanzitutto, che ci aiuta a capire quanto sia grande l’amicizia di Dio. Se siamo tanto contenti per una lettera, che può riempire una nostra giornata, quanto dovremmo essere felici del Signore che riempie la nostra vita!
Ho anche imparato l’abbondanza del bene che c’è nel mondo. I segni di bontà che mi arrivano per posta mi sorprendono ogni giorno e sento il bisogno di rimetterli in circolo. Ecco perchè pubblico ciò che ricevo. Infine ho imparato ad attendermi la sorpresa del bene nascosto.
La mia malattia? E’ difficile raccontarla. Connettivite mista, l’hanno definita. Mi sono ammalata che avevo 23 anni. Rimettevo tutto quello che mangiavo e ancora oggi l’assimilazione del cibo è il mio problema. A 28 anni mi hanno operato per ulcera, ma non era ulcera. Nel 1960 mi hanno salvato da una tubercolosi intestinale, ma l’intestino è quello che è.
Per parecchi anni sono stata suora, poi (dietro consiglio delle mie superiore, le quali pensavano che una vita più libera mi avrebbe aiutato a guarire) sono uscita dall’istituto, ma la mia consacrazione al Signore è rimasta la stessa.

Qui il sito di Carla. L’Associazione Briciole di Speranza è nata a Loreto nel 2006 e da allora tiene convegni annuali nel Santuario marchigiano. Nella pagina “Chi siamo” del sito si legge: “Fine primario delle Briciole è quello di aiutarsi a vicenda a scoprire il progetto di Dio nella propria vita, a viverlo, anche se con fatica e lacrime, aderendovi, unendo il proprio sacrificio all’agonia di Gesù nel Getsemani. Ciò avviene soprattutto attraverso la preghiera individuale e collettiva, l’amore vicendevole, poi con la posta, il telefono, i libretti, le audio e video cassette, che testimoniano la fede e l’amore vissuto fino all’eroismo, da tante persone umili e sconosciute. Gli aiuti spontanei e le offerte che arrivano, dopo aver coperto le spese postali, di stampa e incisioni varie, va tutto alle missioni che da anni seguiamo”.

[La conversazione telefonica con Carla Zichetti avvenne nel maggio del 1997 e fu pubblicata la prima volta dal mensile L’Eco di San Gabriele nel fascicolo luglio-agosto di quell’anno – la premessa e la nota sono del maggio 2010]

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