Venusia e Marco si sposano in Senegal

Ho conosciuto Venusia Govetto e Marco Robella in una trasmissione televisiva della quale eravamo ospiti insieme: Formato famiglia di Sat 2000. Volontari internazionali, si sono conosciuti mentre erano in “missione” in Senegal e laggiù si sono sposati e sono restati con la stessa passione che ve li aveva portati. Nel 2009 hanno avuto il Premio internazionale del volontariato da parte della Focisv: Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontario.
Nella motivazione si legge: “A Marco e Venusia che hanno scelto di vivere insieme, nel sacramento del matrimonio, il servizio al prossimo, proprio nel luogo in cui il loro incontro ha portato il frutto della loro unione, condividendo l’evento con i loro amici e familiari, rendendo partecipe anche la loro ‘nuova famiglia’ senegalese, come vera esperienza missionaria”.
Trentuno anni alla pari, lei di Sorrento lui di Montemagno in provincia di Asti, si sono conosciuti nel 2006 a Louga, nel Senegal, e si sono sposati nell’estate del 2009. Venusia al momento del matrimonio coordinava un progetto del Cisv per il miglioramento della sicurezza alimentare nella valle del fiume Senegal. Marco era responsabile di un progetto Cisv di turismo solidale. Ambedue erano attivi nel volontariato internazionale da circa un decennio. Ambedue prima che in Senegal erano stati in Mali e Marco anche nel Ruanda.
Ecco qualcosa del racconto che mi hanno fatto:
Venusia: “Mi aspettavo l’Africa descritta dai giornali: tanti poveri, una natura selvaggia e tante malattie. Ho scoperto invece un’Africa molto varia, persone sorridenti e solari quasi a dimostrare che le ricchezze non sono solo quelle materiali. Non ho avuto delle delusioni dalla prima esperienza, anzi, ho vissuto la “scoperta” che mi ha permesso di avere una maggiore consapevolezza dei problemi politici, economici e sociali di quel paese, ma soprattutto che ha cancellato quel mito dell’Africa povera e affamata che noi occidentali siamo chiamati ad aiutare.
Marco: L’impatto iniziale è stato molto intenso, nel villaggio di Oualia in provincia di Kaye (Mali). Era il 2001 a un mese dalla caduta delle Torri Gemelle negli USA e io mi sono ritrovato a trascorrere 30 giorni in una comunità islamica, senza acqua corrente, nè elettricità, in perfetta sintonia e integrazione con la comunità locale. Non ho provato delusione o amarezza ma un senso di impotenza al cospetto della denutrizione, della povertà e della miseria che affliggeva la vita delle persone che ho avuto la fortuna di conoscere.
Venusia: Le affinità sul lavoro e la comunanza delle visioni sullo sviluppo e la cooperazione internazionale ci hanno avvicinati. Le nostre discussioni sull’Africa e le politiche di sviluppo sono sempre molto stimolanti, spesso abbiamo anche posizioni diverse che non fanno che alimentare positivamente il confronto.
Marco: La maggiore difficoltà che ci troviamo ad affrontare sono le malattie, la malaria soprattutto: se non la curi in tempo, ti uccide rapidamente. Quando ci ammaliamo ci accorgiamo veramente di vivere in Africa, una terra in cui esistono le capacità e le conoscenze, ma spesso mancano i mezzi: in questo caso ospedali e farmaci.
Venusia: L’Africa dovrebbe riappropriarsi della facoltà di decidere del proprio sviluppo. Spesso le organizzazioni internazionali arrivano in questi paesi con le proprie strategie e i propri modelli di sviluppo che poco hanno a che fare con la cultura e la struttura socio-economica del paese. Quello che cerchiamo di fare con la CISV è appoggiare le dinamiche endogene di sviluppo, che promanano dalle popolazioni stesse.
Marco: A chi si meraviglia del gran numero di figli cercato dagli africani bisogna chiarire che i figli sono un investimento per loro, un vero e proprio sistema pensionistico al fine di sostenere i genitori nella vecchiaia. Condivido l’idea che le sorti dell’Africa dipendano dagli africani e solo da loro. In realtà è la politica “dalle mani pulite” che potrebbe cambiare le cose in Africa: fino a quando gli amministratori africani continueranno a gestire le finanze con poca trasparenza le cose non cambieranno.

La motivazione del premio Focisv è nel n. 3, gennaio 2010 del bollettino La Cisv informa. Lì trovi anche il rimando a un numero di Famiglia Cristiana che il 10 gennaio 2010 dedicò ai due una copertina.

[Giugno 2010]

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