Edda Bussi: “Non li ho mai maledetti”

Li ho perdonati subito. Perdonati moralmente, come il Papa ha perdonato il suo attentatore senza per questo tirarlo fuori dal carcere, perché la giustizia deve comunque fare il suo corso. Però non ho voluto infierire, non li ho mai maledetti e mi sono anche ritirata dal processo come parte civile. E’ difficile da spiegare, si rischia di non essere capiti. Eppure quando sento che altri, colpiti negli affetti più cari, arrivano a maledire, rimando malissimo. Li comprendo, comprendo il loro dolore, ma come cristiana non posso farlo. Le maledizioni, prima o poi, arrivano a destinazione, e tolgono la pace anche a chi le pronuncia”: sono parole dette a “Famiglia cristiana” da Edda Bussi, vedova dell’ingegnere della Ferrari Giancarlo Bussi rapito a Villasimius, in Sardegna, durante una vacanza con la famiglia il 4 ottobre 1978 e mai tornato a casa. La banda riuscì a incassare 80 milioni di lire e ne chiese altri 300, poi sparì nel nulla insieme all’ostaggio.
La prima impressione che avevo avuto di loro – dice ancora Edda che fu presente al rapimento – era stata di ribrezzo ma anche di pietà. Li avevo visti così feroci, induriti dalla vita, così diversi. Quasi delle anime perse. Non c’è nessuna parola che li possa salvare, pensavo, ci vorrebbe un miracolo. Per questo provavo pietà per loro. A volte mi chiedo se la gente pensi mai a cosa significhi eternità, dannazione eterna. Io ci ho sempre pensato”.
Quanto al risarcimento: “Potevo chiedere trecento milioni, ma quando ho saputo che avrei dovuto vendere i beni dei banditi, non ho più voluto niente. Mi dicevano che, in fondo era denaro mio, che avrei potuto darlo in beneficenza. Ma dietro quel denaro c’era troppo sangue: non potevo prenderlo. Ho scritto al giudice per spiegargli le mie ragioni e i motivi per cui intendevo ritirarmi dal processo”.
I responsabili del rapimento furono tutti condannati. Più tardi le chiesero il perdono scritto per fruire di un’amnistia. Dopo averlo avuto, uno solo si rivolse a lei per protestare la sua innocenza e offrirle una “riparazione” economica: “Lei può riparare solo in un modo, gli scrissi in risposta: deve rispondere alla sua coscienza chiedendo perdono a Dio che, misericordioso, glielo accorderà. La saluto con l’augurio che ritrovi la sua serenità”.

Le parole di Edda sono tratte da un servizio di Simonetta Pagnotti pubblicato da Famiglia cristiana 5/1997 alle pp. 40-42 con il titolo Ma ho pietà anche di loro.

[Giugno 2010]

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