La Chiesa e le esenzioni Ici-Imu

Articolo pubblicato da LIBERAL del 13 dicembre 2011 con il titolo

E la Chiesa dice: non siamo evasori

Le aperture di Bagnasco sono sostanziali, e cercano una soluzione che plachi le polemiche

 

Ici-Imu e Chiesa: con le dichiarazioni possibiliste dei cardinali Bertone e Bagnasco, arrivate a metà della scorsa settimana, siamo a una svolta dell’annosa questione che ora potrà essere “approfondita”, come hanno detto i due massimi interlocutori dello Stato in questa materia. Ma per rivedere le norme e chiarire i casi ci vuole tempo, mentre urge un segnale di impegno della Chiesa nell’emergenza che stiamo vivendo: forse nell’immediato potrebbe essere utile una dichiarazione di principio da parte della CEI che attesti la volontà degli ambienti ecclesiali di partecipare allo sforzo collettivo di risanamento dei conti anche con un maggior rigore nel rispondere delle proprie responsabilità fiscali.

“Il problema dell’Ici – ha detto il cardinale Tarcisio Bertone il 7 dicembre – è un problema particolare, da studiare e da approfondire. Però la Chiesa fa la sua parte, soprattutto a favore delle fasce più deboli della popolazione”. E’ verissimo che fa la sua parte, una parte grande, che già è riconosciuta e tanto più sarà onorata quanto meglio e quanto prima sarà chiarito che le esenzioni valgono solo per i fini di culto e di solidarietà sociale.

Ancora più puntuali sono state il giorno dopo le parole del cardinale Angelo Bagnasco: «In linea di principio, la normativa vigente è giusta, in quanto riconosce il valore sociale delle attività svolte da una pluralità di enti no profit e, fra questi, dagli enti ecclesiastici. È altrettanto giusto, se vi sono dei casi concreti nei quali un tributo dovuto non è stato pagato, che l`abuso sia accertato e abbia fine. In quest`ottica non vi sono da parte nostra preclusioni pregiudiziali circa eventuali approfondimenti volti a valutare la chiarezza delle formule normative vigenti, con riferimento a tutto il mondo dei soggetti no profit, oggetto dell`attuale esenzione».

Innanzitutto il cardinale difende le esenzioni no profit, della Chiesa e di tutti: ed è un punto importante, perché nella battaglia ideologica che su questa materia si è sviluppata negli anni e che si è fatta più gagliarda nelle ultime settimane, si tende a porre la questione delle esenzioni riconosciute agli immobili della Chiesa come un caso unico, mentre è solo il caso più frequente di una realtà molto vasta che riguarda enti, fondazioni, associazioni, partiti, sindacati, cooperative e così via.

Poi il cardinale riconosce due direzioni lungo le quali condurre una doverosa indagine: “E’ altrettanto giusto”. La prima riguarda il fattuale rispetto della normativa in vigore: chi abusivamente non paga, è giusto che paghi. Nel 50% dei casi – poniamo – il comportamento illecito è accertabile con gli strumenti di cui i Comuni dispongono ed è sanzionabile a norma delle leggi vigenti e delle circolari già emanate dagli ultimi governi di Centrodestra e di Centrosinistra.

La seconda direzione è più complessa e richiede tempo a essere efficacemente percorsa: è quella degli “approfondimenti” della normativa, che in più di un caso può risultare poco chiara, o anche equivoca e facilitare – magari senza intenzione di dolo – interpretazioni di elusione o di evasione fiscale.

Conviene svolgere qualche esempio a chiarire la questione. Vediamo che cosa può capitare con una Casa del clero, con una Casa vacanze, con un Bar dell’oratorio, con una Sala della comunità.

Può capitare che in una Casa del clero – esente dall’Ici-Imu se ospita sacerdoti – prendano alloggio i pellegrini condotti da un sacerdote, o persone che sono lì in trasferta per partecipare a un’attività diocesana: poniamo una corale chiamata per le feste del Santo Patrono. O anche semplicemente – se c’è posto – dei clienti occasionali. Fin dove questa ospitalità espansa sarà lecita?

La stessa griglia di questioni può valere per una “casa vacanze” della diocesi, originariamente destinata a ospitare gruppi associativi per soggiorni comunitari comprendenti attività di aggiornamento culturale e di animazione ecclesiale, ma che di fatto può essersi trovata – magari senza programmarlo – a ospitare gruppi diversamente reclutati, senza alcuna motivazione ecclesiale.

Il Bar dell’oratorio fa prezzi scontati, è aperto solo nelle ore delle attività “oratoriane”, è accessibile solo dai partecipanti a queste attività: e tutto è in regola. O invece ha un’insegna sulla strada e prezzi di mercato, è aperto a ogni ora e accetta ogni cliente: in questo caso si configura un’attività commerciale che non può essere esente dalla giusta tassazione.

Infine la Sala della comunità: recite parrocchiali, cineforum formativi, conferenze associative sono il proprio per cui è esentata dall’Ici-Imu. Ma se viene affittata a un Cineclub senza legame con la parrocchia, se viene ceduta – con compenso – a enti che vi svolgono lucrose attività?

Sarà necessario dunque “approfondire” e chiarire tutta questa problematica, e ci vorrà tempo. Mesi, forse un anno. Ma – dicevo sopra – dalla Chiesa potrebbe venire subito un segnale di disponibilità più preciso ed esplicito – rispetto alle parole dei cardinali Bertone e Bagnasco – con riferimento alla “prova” fiscale che stiamo vivendo.

Il segnale potrebbe avere un doppio contenuto: di incoraggiamento della popolazione ad affrontare nel segno della solidarietà i gravosi sacrifici e le nuove tassazioni imposte dalla congiuntura economica; di impegno da parte degli uomini di Chiesa a fare chiarezza in casa propria, a difesa delle giuste esenzioni e ad accettazione del carico che sta gravando su tutti, o che dovrebbe gravare su tutti.

Luigi Accattoli

www.luigiaccattoli.it

Commento

  1. […] Ici-Imu e Chiesa: con le dichiarazioni possibiliste dei cardinali Bertone e Bagnasco, arrivate a metà della scorsa settimana, siamo a una svolta dell’annosa questione che ora potrà essere “approfondita”, come hanno detto i due massimi interlocutori dello Stato in questa materia. Ma per rivedere le norme e chiarire i casi ci vuole tempo, mentre urge un segnale di impegno della Chiesa nell’emergenza che stiamo vivendo: forse nell’immediato potrebbe essere utile una dichiarazione di principio da parte della CEI che attesti la volontà degli ambienti ecclesiali di partecipare allo sforzo collettivo di risanamento dei conti anche con un maggior rigore nel rispondere delle proprie responsabilità fiscali. – E’ l’invasivo attacco di un mio articolo pubblicato da LIBERAL con l’evasivo titolo E la Chiesa dice: non siamo evasori. […]

    4 Gennaio, 2012 - 20:55

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